giovedì 31 agosto 2017

Rassegna stampa 31 Agosto 2017

La Nuova Sardegna

URBANISTICA - Il sottosegretario boccia la norma - Ilaria Borletti: «Una linea sciagurata che va dalla giunta Cappellacci a Pigliaru»

Che tra governo e Regione ci sia gelo assoluto e totale rottura sui temi di urbanistica ed edilizia è in una lunga riflessione che il sottosegretario all'Ambiente Ilaria Borletti Buitoni fa nel suo blog. Una totale bocciatura delle scelte politiche della giunta sulla materia. Bocciatura che va al di là della legge sulle manutenzioni.

«Il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare la legge regionale sarda sull'edilizia, approvata a metà luglio dall'assemblea regionale - scrive -. Non è una notizia secondaria, per almeno tre ragioni. La prima, è che il Governo con questo atto conferma che la tutela del Paesaggio è entrata nell'agenda politica nazionale. Già dal primo conflitto di attribuzione negli anni scorsi con la passata giunta sarda di Ugo Cappellacci, passando poi per la vivace discussione con quella ligure di Toti, per poi arrivare a questo ultimo e recente atto, il Governo ha cominciato a intervenire con decisione in questo senso, quando ha ritenuto - secondo me sempre a ragione – che l'inestimabile paesaggio italiano fosse messo a rischio da atti amministrativi regionali. Un interventismo sanzionatorio che è stato accompagnato da altri atti.

La seconda ragione sta nel fatto che la sciagurata linea in cui il paesaggio viene visto come vuoto a perdere venga riproposta malgrado la discontinuità politica che ha visto passare la Sardegna dalla giunta Cappellacci (Pdl) a quella attuale guidata da Pigliaru (Pd). In questo caso forse conta più il cemento che i partiti di riferimento, e non è certo una buona notizia. Soprattutto visto che è lampante per tutti che un buongoverno del territorio è in realtà il governo del contesto nel quale vivono i cittadini e che ha ricadute fondamentali sulla qualità della loro vita.

È anche soprattutto nel caso di Regioni come la Sardegna un investimento economico ma anche e la premessa per evitare catastrofi ambientali e morti future. La terza notizia è secondo me la migliore, ed è di buona qualità etica e civile: il governo ha deciso di procedere nonostante la famiglia politica della Giunta e del Ministro competente (e proponente, in Consiglio dei Ministri, dell'impugnazione) sia la stessa.

Più che il dispiacere fece dunque premio la tutela delle coste e del paesaggio sardo, che stanno a cuore a tutti gli italiani. Perché fanno parte di quel Paesaggio che è la cifra culturale più caratteristica della nostra identità nazionale. Un bene supremo, da tutelare a spregio di ogni pressione corporativa, interesse economico o appartenenza politica. E questo il Mibact cerca di farlo ogni giorno».

Urbanistica
Guerra fredda sulla legge tra Regione e governo

CAGLIARIUna notte per metabolizzare lo schiaffo di Stato arrivato al
volto della giunta. L'impugnazione della legge sulle Manutenzioni
suona come un tradimento arrivato dal governo Gentiloni. Tra Stato e
Regione è guerra fredda. Non solo per l'ultimo ko. L'impugnazione
della legge sembra sempre più fuoco amico. E il Ministero
dell'Ambiente sembra avere un ruolo da protagonista in questa guerra
di Palazzo. L'accusa.

L'assessore all'Urbanistica Cristiano Erriu non
nasconde il suo disappunto. «Per prima cosa l'impugnativa del governo
non riguarda la legge urbanistica in questo momento in discussione -
spiega -, ma la leggina di manutenzione approvata a larga maggioranza
dal Consiglio nei mesi scorsi. E molte delle norme oggetto di
impugnazione sono, appunto, di iniziativa consiliare». Erriu si
riferisce alle norme sugli usi civici, che sono state introdotte con
un emendamento da alcuni consiglieri regionali. «La legge regionale 11
del 2017 - osserva Erriu - non è propedeutica a quella Urbanistica, ma
introduce correttivi a norme già esistenti che erano di difficile
applicazione».Il tradimento. «La giunta - dichiara l'assessore - ha
sempre agito, nel rapporto con il governo sulla base di una leale
collaborazione. Constatiamo che lo stesso principio non è stato messo
in pratica dai nostri interlocutori.

Prima del via libera al testo
abbiamo più volte sollecitato un'interlocuzione con la Sovrintendenza
Belle Arti e Paesaggio che non ha mai risposto». Il governo ritiene
che la legge violi il principio di coopianificazione. In altre parole
che la Regione voglia decidere da sola su aspetti su cui è
indispensabile anche il parere del governo. «Nella legge non si ledono
gli obblighi di copianificazione dei beni espressamente previsti dal
Codice del Paesaggio perché riguardano interventi minori (strutture
leggere e di facile rimozione a servizio della balneazione) o che non
alterano lo stato dei luoghi in modo permanente o irreversibile. Allo
stesso modo, il Governo rivendica una riserva di competenza per quanto
riguarda la demolizione degli edifici che insistono, per esempio,
nella fascia dei 300 metri, con trasferimento dei volumi oltre l'area
vincolata».

In altre parole si contestano due aspetti. Nel primo la
giunta detta le regole per poter installare all'interno dei 300 metri
le strutture che si utilizzano in spiaggia in estate. Piccoli
chioschi, torrette di avvistamento, passerelle, e gli anelli a cui si
attaccano i pontili galleggianti. Viene contestato un altro aspetto
presente nella legge che dava la possibilità di demolire un immobile e
ricostruirlo. Usi civici. Il nodo è anche sugli usi civici. Per Erriu
la norma aiuta a superare situazioni complicate che le attuali norme
non consentono di affrontare e vanno incontro alle richieste delle
comunità. E per l'assessore non si scavalca lo strumento della
coopianificazione, già previsto in altre leggi e sempre rispettato
dalla Regione.

La legge dà la possibilità di sdemanializzare aree che
sono soggette a usi civici, ma che non hanno più quel ruolo, a patto
che se ne demanializzi una di uguale estensione e valore
paesaggistico. Fanghi rossi. Secondo alcuni la legge dava la
possibilità di ampliare il bacino dei fanghi rossi a Portovesme, che
si trovano su un terreno soggetto a uso civico. Richiesta avanzata da
tempo dalla Rusal per riavviare gli impianti della Eurallumina. Ma
Erriu su questo è categorico. «È una falsità assoluta - spiega -. Chi
parla forse non sa che il raddoppio del bacino era stato autorizzato
con la Legge 123 di agosto 2017, il Decreto per il Sud. In ogni caso
nella legge regionale non è previsto un incremento delle aree per gli
usi civici». E a sostegno dell'assessore questa volta arriva anche il
Gruppo di intervento giuridico.

«In realtà la recente legge regionale
prevede interventi finalizzati a ripristino e bonifiche ambientali nei
demani civici in assenza di titolo per l'occupazione dei terreni (art.
36), come in varie aree minerarie del Sulcis. La proposizione di
ricorso davanti alla Corte costituzionale su questi articoli della
legge regionale 11/2017 appare a chi ha sempre avversato c in ogni
modo le tante operazioni legislative di sdemanializzazione delle terre
civiche sarde del tutto assurda».

«È paradossale - continua Erriu - la
proposta di impugnativa di alcune disposizioni sugli usi civici. La
norma in questione prevede che con accordo di copianificazione si
valuti la presenza dei valori paesaggistici che caratterizzano gli usi
civici, con la possibilità di completare il procedimento e di
escludere l'operatività del vincolo paesaggistico, se è venuto meno. È
curiosa la posizione del Governo secondo il quale la legge regionale
avrebbe dovuto dire che il Codice del Paesaggio si applica con la
possibilità, però, che possa essere sempre adottato un provvedimento
amministrativo di vincolo o introdotto un vincolo di piano». (l.roj)


Unione Sarda

Dal 2014 undici impugnazioni Nel mirino Bilancio e Personale
In due casi il governo ha rinunciato al ricorso

Sono undici le leggi impugnate dal governo nella legislatura attuale,
la quindicesima dall'Autonomia.L'ultimo ricorso, il 10 giugno scorso, è stato contro la legge diStabilità 2017. L'esecutivo nazionale contestava una norma
sull'attribuzione del salario accessorio del personale della Centrale
regionale di committenza e una su alcune spese sanitarie prive di
copertura finanziaria. Francesco Pigliaru non l'aveva presa bene. «Si
continua in modo incomprensibile a pensare solo alla forma, con un
atteggiamento che inizia a diventare persecutorio», aveva tuonato il
presidente della Regione.

Il ricorso è ancora in piedi. A fine maggio
il consiglio dei ministri aveva detto no alla legge sulla
“Ridefinizione dei confini tra i Comuni di Magomadas e Tresnuraghes” e
in precedenza, l'8 febbraio, era stata la legge sulle “Variazioni di
bilancio” a finire davanti ai giudici della Consulta.
L'annus horribilis è stato il 2016 con cinque leggi finite dietro la
lavagna. La prima era stata quella che istituiva l'Agenzia sarda delle
entrate (approvata il 28 ottobre del 2016) e prima ancora - ad aprile
- la Legge forestale e quelle di Bilancio e di Stabilità. Se nei casi
precedenti i ricorsi sono in itinere, in quest'ultimo caso la Corte
costituzionale ha dichiarato l'illegittimità di parti importanti della legge.

Una sola impugnazione nel 2015 (il 12 ottobre): quella sulla
“Trasformazione in agenzia del Consorzio per l'assistenza alle piccole
e medie imprese Sardegna ricerche”. In questo caso, dopo i chiarimenti
della Regione, il governo ha rinunciato al ricorso e la Corte
Costituzionale ha dichiarato estinto il processo con un'ordinanza
pubblicata a gennaio di quest'anno. Stesso esito, favorevole a Viale
Trento, per la legge approvata il 7 agosto del 2014 su “Norme in
materia di agricoltura e sviluppo rurale: agrobiodiversità, marchio
collettivo, distretti”.

Sei mesi dopo l'impugnazione, il governo aveva
ritirato il ricorso e, di conseguenze, la Consulta ne aveva dichiarato
l'estinzione. Pende ancora, invece, il ricorso contro le “Disposizioni
urgenti in materia di organizzazione della Regione” approvate il 24
novembre del 2014.

Due mesi dopo il consiglio dei ministri aveva
formalizzato l'impugnazione.Considerato che manca circa un anno e mezzo alla fine del mandato diPigliaru, difficile che si raggiunga il numero di impugnazioni della
scorsa legislatura, caratterizzata da un aspro conflitto tra Regione e
Stato: con Ugo Cappellacci alla guida della giunta erano state 26. (f.
ma.)


Dopo lo stop alla legge, l'assessore all'Urbanistica critica il ministero
Edilizia, Erriu all'attacco «Noi leali, il governo no»

Sul governo del paesaggio la Regione non può fare da sola: è questo il
messaggio che Palazzo Chigi ha voluto mandare con l'impugnazione della
legge su edilizia e urbanistica varata due mesi fa dal Consiglio
regionale. Si chiama copianficiazione, ed è motivo di scontro tra
Villa Devoto e i Beni culturali da Cappellacci in poi. «Stupisce che
il Ministero agisca solo quando c'è da bloccare qualcosa, mentre tace
ed è inerte quando c'è da fare», è la frecciata di Cristiano Erriu,
assessore all'Urbanistica della Giunta Pigliaru.

A Roma sostengono che alcuni aspetti della legge andavano concordati.
Perché non lo avete fatto?
«Lo stesso governo che invoca la necessità di copianificare, forse
ignora il fatto che le richieste di riavvio del dialogo da parte della
Regione sono state più volte presentate al ministero dei Beni
culturali, fin dai primi atti di questa giunta. Per capirci: lo
abbiamo fatto subito dopo aver annullato il piano paesaggistico di
Cappellacci».

E non vi hanno mai risposto?
«No. Si richiede leale collaborazione, ma allo stesso tempo non si
danno risposte, nemmeno sull'individuazione degli ambiti vincolati.
Non parliamo, quindi, di disciplinare gli interventi ammissibili.
Possiamo dire che il ministero evita costantemente il confronto con
noi».

Una delle norme impugnate permette di realizzare opere nella fascia
dei 300 metri dal mare.
«Si tratta di strutture di facile rimozione, come i chioschetti.
Oppure i parcheggi al servizio delle spiagge, che non alterano lo
stato dei luoghi in maniera irreversibile. Ancora: le infrastrutture a
servizio della nautica, fondamentali per lo sviluppo turistico.
Troppa libertà in zone sensibili, dice il Ministero.
«Ma non venivano messe in discussione le valutazioni di compatibilità
paesaggistica».

Cosa succederà se venisse abrogato questo articolo?
«In attesa che il Ministero si degni di copianificare, la Sardegna non
offrirà più servizi connessi alla balneazione. Non stiamo parlando di
cementificare, ma di realizzare nella fascia dei 300 metri strutture
amovibili, stagionali. Evidentemente il ministero, che ha tra le sue
competenze anche il turismo, ha una idea di sviluppo per la Sardegna
diversa da quelle delle altre regioni».

In che senso?
«Rischiamo di vederci svantaggiati rispetto ad altre realtà italiane
che non hanno adottato un piano paesaggistico. O forse le regioni che
non hanno ancora un Ppr sono soggette a un non esplicitato vincolo di
inedificabilità assoluta?».

L'altro punto contestato è quello della cancellazione dei vincoli di uso civico.
«Impugnare queste disposizioni, che peraltro sono di iniziativa
consiliare, è veramente paradossale. La norma in questione prevede
proprio una copianificazione con il Ministero, per valutare la
presenza o meno di valori paesaggistici nei terreni gravati da vincolo
su cui si vuole intervenire».

Vi ha stupito l'intervento del governo?
«Sì. Vorrei evidenziare che alcune parti messe sotto osservazione dal
Mibact riguardano articoli e contenuti già presenti in precedenti
leggi regionali o loro modifiche, anche recenti, che non sono state
impugnate».

Proporrete un ricorso o vi adeguerete modificando la legge?
«Per noi non c'è stato uno sconfinamento nelle competenze. Dobbiamo
valutare, decidere insieme a tutta la Giunta se andare in giudizio o
meno. Certo, mi pare che da parte del governo, su questo tema, ci sia
un atteggiamento ostile».

In tre anni Palazzo Chigi ha contestato undici vostri provvedimenti.
Non era un governo amico?
«Il rapporto tra istituzioni travalica i colori di appartenenza. Non
si può derubricare tutto a una questione di amicizia o contiguità
politica».
Michele Ruffi


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Federico Marini

skype: federico1970ca

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