giovedì 21 dicembre 2017

I problemi quotidiani delle persone, i problemi della politica. La Sinistra deve trovare punti concreti su cui lavorare! Di Elisabetta Piccolotti.



Stamattina il mio amico treno delle 9.03 ha pensato bene di fare giusto 2 ore di ritardo. Ci sono centinaia di persone che usano questi treni per andare a lavorare, e che ovviamente sono disperati per un servizio così scadente. Dicono sia per un guasto, e non mi stupisco visto che i treni sono vecchi e malmessi su questa linea. Intanto penso a tutte le discussioni che abbiamo fatto in questi anni sulle privatizzazioni delle ferrovie, sulle esternalizzazioni delle manutenzioni (che hanno bruciato alle grandi officine di Foligno - e non solo - più di qualche centinaia di posti di lavoro), sui tagli al trasporto pubblico locale, sulla riduzione del personale.

Dicevano che erano misure per modernizzare il paese, parlavano di quanto fosse meravigliosa la concorrenza tra privati nel settore ferroviario, blateravano di maggiore efficienza e di taglio degli sprechi. Ecco, in realtà i risultati sono biglietti sempre più costosi e un servizio sempre peggiore su tutte le linee che non siano quelle molto remunerative come l’alta velocità. 

Basta un po’ di vita quotidiana per capire perché le persone non vanno più a votare, perché disertano persino la visione dei dibattiti politici in tv (che parlano quasi sempre d’altro) e l’acquisto dei giornali, perché non credono più nelle parole roboanti che vengono associate ad un certo riformismo di matrice liberista che ad un certo punto l’ha fatta da padrona anche nel centro-sinistra e che è ancora il dominus dei programmi del Pd, delle destre liberali, dell’impianto di politica economica dei 5 stelle.

È tempo per la sinistra che ha attraversato la Seconda Repubblica di ammettere gli errori del passato, di respingere la logica del mercato applicata ad ogni ambito della vita e tornare a dire parole semplici e credibili: la sinistra da sempre crede che i servizi fondamentali per i cittadini debbano essere pubblici, debbano funzionare con efficienza, debbano tutelare i più deboli e i lavoratori che vi sono impiegati.

Pensa che il trasporto su rotaia sia un investimento fondamentale anche per la tutela dell’ambiente e della salute collettiva. Pensa quindi che sia necessario aumentare le risorse per questo settore e rimetterlo saldamente in mano pubbliche, in mano alla collettività, che è l’unica capace di intercettare i bisogni mentre altro cercano solo i profitti. Un pezzo di programma semplice semplice, ma che a tanti sembrerebbe finalmente, di nuovo e ancora, quasi una rivoluzione.


Elisabetta Piccolotti

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