martedì 19 dicembre 2017

Rassegna stampa 19 Dicembre 2017

Unione Sarda

Dirigenti da 10 in pagella Premio da 30mila euro
Valutati con ottimo i big della burocrazia regionale, l'ira dei sindacati

Gli obiettivi? Tutti raggiunti. E quando non sono stati raggiunti «è per cause esogene e perciò non imputabili alle strutture». Cambiano i colori delle Giunte, i Governi e persino i criteri di valutazione ma per i 137 dirigenti regionali, direttori generali in primis, il voto in pagella è sempre ottimo. E siccome a massimo voto corrisponde massima retribuzione, quell'ottimo si tramuta in soldi veri: 30mila euro (lordi) per i direttori generali e 20mila per gli altri. Si chiama retribuzione di risultato ed è una delle tre voci che compongono lo stipendio dei vertici della burocrazia regionale. La prima è la paga fissa, la seconda quella di posizione, la terza quella di risultato. Una componente che dovrebbe variare, visto che dipende dal raggiungimento degli obiettivi prefissati e dalla valutazione di un organismo indipendente (Oiv) ma che fatalmente è sempre il massimo: più o meno il 25% del totale.

MACCHINA INEFFICIENTE Se ne dedurrebbe che la macchina burocratica regionale, di cui sono a capo, funzioni «ottimamente». Provate a chiedere se è così agli agricoltori, che aspettano da anni dall'Argea l'erogazione dei fondi per il ricambio generazionale o quelli del pacchetto giovani. O a chi attende per un tempo irragionevole valutazioni o autorizzazioni.

ECCO PERCHÉ IL PREMIO È ALTO La verità - come rivelano i sindacati – è che la retribuzione di risultato è sempre massima perché direttori generali e dirigenti di servizio della Regione Sardegna hanno le prime due voci dello stipendio (parte fissa e di posizione) inferiori alla media nazionale e con il premio annuale compensano. Insomma, il bonus è nei fatti una parte strutturale e fissa della busta paga. Allora che senso hanno i Poa (Programma operativo annuale), il Piano delle performance e tutti gli innumerevoli atti coi quali si indicano gli obiettivi da raggiungere - che peraltro comportano aggravi di spesa perché impegnano decine di dipendenti - se il voto in pagella è dieci a prescindere?

I COMPITI DELL'OIV E DELLA GIUNTA Non solo: è vero che i risultati dei dirigenti vengono valutati da un Organismo indipendente di valutazione (Oiv) composto da tecnici esterni ma è anche vero che la Giunta ha il potere di correggere la valutazione. Alzi la mano l'assessore che ha dato un brutto voto al suo direttore generale, colui con il quale lavora fianco a fianco e che ha il compito di tradurre in atti concreti la sua linea politica.

SINDACATI CRITICI Giampaolo Spanu, segretario regionale della Uil Fpl, riconosce il problema: «È chiaro che gli assessori difendono i loro dirigenti valutandoli col massimo così come è evidente che l'Oiv dovrebbe assumere maggiori poteri a discapito della Giunta. A parziale difesa dei dirigenti dico che la loro retribuzione di base è più bassa della media nazionale. Per fortuna oggi al Coran dovremmo firmare il nuovo contratto che mette fine a questa anomalia aumentando l'indennità di funzione e mettendo un tetto di 16mila euro per quella di risultato».

LE CRITICITÀ Analizzando la relazione sulle performance dei dirigenti approvata dalla Giunta il 17 ottobre scorso si capisce anche quali sono le ragioni formali che giustificano l'ottimo in pagella. Si va da una «descrizione poco chiara degli obiettivi da conseguire» a una «significativa percentuale di obiettivi che non risulta monitorabile», a «i target prefissati risultano inadeguati a misurare correttamente l'obiettivo definito» a «una non adeguata rappresentazione dei progetti» sino, dulcis in fundo, alle «cause esogene» che hanno condizionato il raggiungimento degli obiettivi. Il concetto è: tutto quello che si poteva fare si è fatto, ciò che non è stato fatto è per causa indipendenti dalle loro volontà e capacità.

«PREMIO SURREALE» «Il raggiungimento del premio massimo da parte di tutti i dirigenti è surreale e non rispecchia la fotografia di un sistema-Regione che non ha le stesse velocità ed efficienza», commenta Davide Paderi, segretario della Cisl Funzione pubblica. «Livellare, senza coraggio, non è un segnale di gestione moderna e va contro la norma gli orientamenti e gli stessi impegni della Giunta regionale».

Per Nino Cois, della Cgil-Fp, «ciò che è accaduto è inconcepibile. Se i dirigenti hanno incassato il punteggio massimo dovrebbero averlo ottenuto anche i lavoratori del comparto perché i risultati, se ci sono, si ottengono assieme. Ma così non è stato quindi c'è una grande anomalia. Non a caso a livello nazionale stiamo studiando una norma da inserire nella contrattazione decentrata che preveda che il premio al dirigente arrivi dopo il risultato collettivo».

Fabio Manca

Periferie più belle, 70 milioni per Carbonia, Nuoro e Sassari
Ieri firmato l'accordo a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Gentiloni

ROMA Periferie più belle e cantieri edilizi, ossigeno per nuova
occupazione. In un incontro blindatissimo i sindaci di Carbonia, Nuoro
e Sassari hanno portato a casa la firma, in presenza del presidente
del Consiglio Paolo Gentiloni, che vale circa 70 milioni di euro di
investimenti complessivi.

CARBONIA Un regalo migliore Carbonia non poteva concedersi: per i suoi
79 anni, celebrati appunto ieri, la città si è regalata undici milioni
e 660 mila euro. Con la firma a Roma ha preso corpo la convenzione per
la realizzazione del progetto di riqualificazione urbana “Quartiere
Montuori”, valutato positivamente dal Governo nella seconda tranche
dei programmi di miglioramento delle periferie. Carbonia, recuperando
anche alcune idee già avanzate negli anni scorsi, si è vista assegnare
un fondo di otto milioni e 261 mila euro più 3,4 di competenza
regionale e Area. In generale, vedrà la luce la sistemazione di una
scuola nata circa 15 anni fa ma già segnata dall'usura e
dall'abbandono: le ex professionali di via Dante, destinate a
diventare sia un centro di accoglienza per giovani migranti che sede
per attività rivolte agli anziani.

Due i parchi previsti. Uno si
chiamerà parco lineare di rio Cannas con percorso verde ciclo-pedonale
lungo il ruscello, inizialmente già avviato dalla precedente
amministrazione. Il secondo sarà un parco più a sud ma sempre nei
pressi del fiume rio Cannas, con un teatro all'aperto, area giochi,
orti urbani. Sempre nella stessa zona, il progetto assume il
sottotitolo “Dal carbone al sole” e prevede la costruzione di altri
due fabbricati per giovani coppie secondo lo stile dell'edilizia
residenziale pubblica a canone agevolato già varata diversi anni fa
con i cinque palazzi di colore diverso fra via Manzoni e Angioy.

Gli sportivi di Carbonia e non solo, infine, attendono con trepidazione il
rifacimento, con la posa del manto in erba sintetica, del campo Santa
Barbara, e annessi marciapiedi e parcheggi.
«Sarà necessario - ricordail sindaco Paola Massidda - cogestire
gli spazi pubblici coi
cittadini, promuovendo attività didattiche, laboratori, conferenze e
corsi». Parte del progetto è poi destinato a completare i garage di
corso Iglesias.

NUORO Diciotto milioni di euro di finanziamento, 39 complessivi: qui
la parola d'ordine è riconnessione, geografica e sociale tra luoghi e
comunità. «Oggi è una giornata storica per la nostra città, grazie a
questo progetto possiamo rimettere al centro le periferie geografiche,
ma soprattutto quelle sociali, che creano marginalità. Solo investendo
in questi luoghi possiamo migliorare la qualità della vita dell'intera
comunità e mettere in moto una serie di energie economiche che creano
vivacità produttiva e culturale», ha dichiarato Andrea Soddu
all'uscita da Palazzo Chigi.

I tempi sono ristretti, infatti, le
amministrazioni dovranno depositare il progetto definitivo entro
sessanta giorni dall'approvazione della Corte dei conti. Un Piano
periferie ambizioso e che coinvolge tutta la città all'insegna
dell'istruzione, dello sport, del verde pubblico, della sostenibilità
e dell'identità. Gli interventi principali riguardano l'ex mulino
Gallisay che sarà futura sede dell'università, l'ex Artiglieria che
diventerà parco pubblico dotato di impianti sportivi, il parco
archeologico di Tanca Manna che sarà museo a cielo aperto. Importanti
interventi di riqualificazione riguarderanno viale Repubblica, viale
Costituzione e viale Sardegna, le tre strade che collegano le
periferie al cuore della città. Il progetto vuole andare oltre il
concetto di periferia come luogo lontano dal centro della città, e
mira a riqualificare tutti quei luoghi che versano in condizioni di
marginalità, indipendentemente dalla loro posizione geografica e
riconsegnarli alla città.

SASSARI Anche Nicola Sanna, sindaco di Sassari, ha firmato per il
Piano periferie. Il progetto sassarese ha ottenuto 16 milioni dal
Governo a cui si aggiungeranno 2 milioni dalle casse comunali, per
intervenire nei quartieri di Latte Dolce, Santa Maria di Pisa,
Baddimanna e Sassari2 e ricollegarli alla città.

Per Sassari è
prioritario intervenire sul verde pubblico, l'edilizia popolare, la
sostenibilità ambientale e la mobilità sostenibile. «Il filo
conduttore del progetto è riconnettere queste aree alla città, per
questo vogliamo investire in opere di mobilità - fa sapere Sanna - per
accorciare le distanze fra le diverse aree e riqualificare quei luoghi
simbolo di disagio attraverso una progettazione partecipata con i
cittadini. I tempi sono sfidanti per la pubblica amministrazione, ma
lavoreremo sodo».
Paola Cama
Andrea Scano

Servitù, spiagge libere
Pinotti: vogliamo essere una risorsa. Pigliaru: adesso tempi rapidi
Firmato a Roma l'accordo tra Difesa e Regione

Dice Roberta Pinotti che «le Forze armate amano la Sardegna», vogliono
essere «una risorsa e non un peso», e tutto quello che «non era
impossibile per la Difesa è stato accettato». Sottolinea Francesco
Pigliaru che «è stato fatto un passo importante, e adesso è necessario
attuare questo accordo in tempi rapidissimi».
Così la ministra e il presidente della Regione commentano l'intesa
siglata ieri a Roma, dopo un lungo lavoro politico e diplomatico. Era
il 2014 quando alla Conferenza nazionale sulle servitù militari i
governatori di Puglia e Friuli Venezia Giulia firmarono un patto,
mentre Pigliaru si rifiutò, chiedendo allo Stato, a nome di tutto il
Consiglio regionale, l'avvio di negoziati per «l'inizio di un processo
di dismissioni e bonifiche».

Questo è il risultato del tavolo di
concertazione, l'atto ufficiale che impegna «il ministero ad attuare
le seguenti misure di riequilibrio e armonizzazione».
Stop alle attività a fuoco dal 1° giugno al 30 settembre di ogni anno.
Viene ceduta la spiaggia di Porto Tramatzu (a Capo Teulada),
prevedendo «convenzioni di uso per il personale della Difesa
appartenente alla fasce di reddito più basse». Ancora, si concede
l'utilizzo temporaneo dell'area “Spiagge bianche”, per il periodo di
fermo delle esercitazioni e per le feste di Pasqua, e della spiaggia
di Murtas (Capo San Lorenzo). Ceduta totalmente la spiaggia di S'Ena e
S'Area (dentro Capo Frasca) e una porzione di scogliera. I pescatori
potranno utilizzare, con accesso da terra, il porticciolo di Capo
Frasca, e ci sarà un'area di rispetto per le zone archeologiche dentro
il poligono.

La vecchia caserma Ederle, oltre 22mila metri quadrati a Calamosca a
Cagliari, passerà alla Regione «previa realizzazione di idonee
strutture dove rilocare attività e funzioni». Garantite la
valorizzazione della Scuola di formazione per allievi sottufficiali
alla Maddalena e la piena operatività della caserma di Pratosardo.
Altro punto fondamentale è l'istituzione di osservatori ambientali
indipendenti, e un'attenzione particolare sarà riservata al deposito
di Guardia del Moro.

Infine, ci sarà un tavolo interistituzionale per
lo sviluppo di attività di ricerca e innovazione tecnologica.
«È il primo passo concreto verso il riequilibrio che avevamo chiesto»,
sottolinea Pigliaru, «fondamentale il sostegno dei deputati sardi e
dei sindaci dei Comuni maggiormente oberati dalle servitù». I primi
cittadini di Arbus, Antonio Arca; Decimomannu, Annapaola Marongiu; La
Maddalena, Luca Montella; Nuoro, Andrea Soddu; Perdasdefogu, Mariano
Carta; Teulada, Daniela Serra; Villaputzu, Sandro Porcu, erano a Roma
col presidente alla cerimonia della firma.
Cristina Cossu

Soddisfatto il Pd Per Pili «è un bluff»

Soddisfazione ma anche molte critiche sull'intesa firmata ieri a Roma.
Giudizi positivi del centrosinistra, con il segretario regionale del
Pd, Giuseppe Luigi Cucca, che parla di «un nuovo scenario per la
Sardegna, fatto anche di opportunità per il tessuto sociale ed
economico». Dell'accordo sulle servitù siglato con il ministero della
Difesa, il senatore apprezza soprattutto l'apertura della caserma di
Pratosardo a Nuoro.

Il deputato di Art 1 Mdp, Michele Piras, ribadisce
«il buon risultato ottenuto da Pigliaru, considerate le forti
resistenze tra i vertici militari», e «l'importanza della parte
dell'intesa sui controlli sanitari finalmente indipendenti».
Durissimo, invece, il segretario del Partito dei Sardi, Paolo
Maninchedda: «Troviamo assolutamente fuori luogo le trionfalistiche
dichiarazioni sull'accordo disgraziatamente firmato oggi. Gli squilli
di tromba non coprono, per quanto suonati sulle note più alte, il
grave danno patito dalla Sardegna da un documento trattato pressoché
segretamente».

Per il parlamentare di Unidos, Mauro Pili, l'accordo è
solo «un bluff: non contiene un solo risultato degno di questo nome ma
frattaglie e fantomatici impegni futuri destituiti di ogni concretezza
e fondamento». Severo il giudizio del Polo dell'Autodeterminazione:
«Non si parla di bonifiche né delle inadempienze dello Stato sugli
accordi già firmati in precedenza». (ro. mu.)


La Nuova

Intesa Stato Regione Pigliaru soddisfatto: risposte dopo 40 anni
Il presidente: per la prima volta ridotta la presenza dei soldati La
ministra Pinotti: accettate tutte le richieste possibili

di Alessandro Pirina
SASSARI. C'è chi parla di giornata storica, chi lo vede come un accordo
al ribasso. Quel che è certo è che per la prima volta governo e
Regione hanno messo nero su bianco una riduzione delle servitù. Una
firma che libera del tutto due spiagge dal giogo militare e altre
durante la stagione estiva per poi ritornare a ospitare i test di
guerra nel resto dell'anno. Un accordo che punta anche su ricerca e
tecnologia, sul rilancio della Scuola sottufficiali della Maddalena,
sull'apertura della caserma di Pratosardo a Nuoro. E prevede
indennizzi per i Comuni e i pescatori penalizzati dalla presenza dei
poligoni. Ad apporre la firma sull'intesa sono stati la ministra della
Difesa, Roberta Pinotti, e il governatore Francesco Pigliaru. Insieme
a loro a Roma anche i sindaci dei Comuni interessati dall'accordo.

«Abbiamo lavorato a lungo e con grande impegno per quest'intesa, che
riduce concretamente sia dal punto di vista quantitativo che
qualitativo gli impatti della presenza militare sul nostro territorio
- ha dichiarato il presidente della Regione -. Sono problemi aperti da
oltre 40 anni, a causa di uno Stato centrale che per troppo tempo è
stato colpevolmente distratto nei confronti della Sardegna. Con
l'accordo abbiamo posto le basi per un nuovo rapporto con la Difesa. È
il primo passo concreto, senza alcuna contropartita, verso il
riequilibrio che avevamo chiesto fin da principio».Tre anni di
trattative. Era il giugno 2014 quando è stato avviato il tavolo
istituzionale tra il ministero e la Regione per trovare un accordo
sulla riduzione delle servitù.

Un'azione politica in cui il
governatore ha potuto contare sull'appoggio dell'intero Consiglio
regionale, che all'epoca votò all'unanimità un ordine del giorno in
cui si chiedeva il riequilibrio della presenza militare nell'isola,
pari al 65 per cento del totale delle servitù in Italia.La Difesa.
«Abbiamo lavorato per anni su questo obiettivo, per questo sono
particolarmente lieta - è stato il commento di Roberta Pinotti -. A
mia memoria non erano mai stati firmati accordi sulle servitù
militari». Le richieste della Regione puntavano più in alto, lo
ammette anche la ministra.

«Abbiamo cercato di comprendere tutte le
esigenze che potevano essere accettabili. Ci abbiamo lavorato e tutto
quello che non era impossibile per la Difesa perché avrebbe reso
impraticabile l'attività delle forze armate lo abbiamo accettato.
Abbiamo voluto dare un messaggio alla Sardegna, che le forze armate
amano, per dire che noi vogliamo essere una risorsa e non essere
percepiti come una presenza oppressiva».L'accordo. L'intesa tra la
Difesa e la Regione conferma innanzitutto la sospensione delle
esercitazioni dal 1 giugno al 30 settembre.

Ma la parte più rilevante
riguarda la liberazione definitiva delle spiagge di Porto Tramatzu a
Teulada e di S'ena e s'arca ad Arbus, nonché del porticciolo di Capo
Frasca e della caserma Ederle a Cagliari. La Difesa si è poi impegnata
a cedere tra giugno e settembre le Spiagge Bianche a Capo Teulada e la
spiaggia di Murtas a Capo San Lorenzo. Nell'intesa anche la previsione
di un'area di rispetto per le zone archeologiche a Capo Frasca.

I tempi. «Ci siamo impegnati, governo e Regione - ha aggiunto Pigliaru -
a realizzare questa trasformazione con regole chiare e tempi certi
così che tutti possano verificare, giorno dopo giorno, ogni fase del
processo». «Sarà mia cura far sì che l'implementazione di questo
protocollo sia il più rapido possibile - ha concluso la Pinotti -.
Tutto quello che può essere fatto deve essere fatto subito, compreso
l'investimento sulla ricerca, cui teniamo molto. Per le decisioni
strettamente connesse alla Difesa, che non riguardano altri ministeri,
c'è la mia parola. C'è un altro campo, quello degli indennizzi, su cui
è coinvolto anche il ministero dell'Economia, e dobbiamo lavorarci
insieme».

Gli stipendi dei sardi tra i più bassi d'Italia

la classifica dei salari
di Claudio Zoccheddu
SASSARI. Il Nord è in testa, il sud e le isole inseguono a distanza.
Nella classifica degli stipendi lordi percepiti in Italia - elaborata
dall'Osservatorio Jobpricing - la Sardegna è nelle retrovie e ingrossa
le fila di quelli che gli inglesi chiamano "working poors",
testualmente "i poveri che lavorano", in pratica tutti quelli che pur
avendo uno stipendio faticano ad arrivare alla fine del mese. Ci sono
però alcune eccezioni e qualche piccola nota di merito. Nelle due
città principali dell'isola, infatti, gli stipendi sono aumentati
rispetto all'anno scorso.

Al punto da garantire a Sassari un balzo in
avanti di 9 posizioni, dall'ottantottesima alla settantanovesima, e a
Cagliari un salto di otto, dalla cinquantaseiesima alla
quarantottesima. Nuoro, invece, rimane stabile mentre Oristano
guadagna quattro posizioni. Entrambe, però occupano piazzamenti ben al
di sopra di quota novanta, con la città di Eleonora d'Arborea che
guadagna la novantaquattresima piazza e quella di Grazia Deledda che
rimane alla novantasettesima. Considerando che la province italiane
sono 107, la classifica delle città sarde è desolante nonostante
tutto. La media regionale. Subito dietro alle regioni del Centro, poco
avanti a quelle del Sud con l'eccezione della Campania che guida il
gruppo dei più poveri forte di uno stipendio medio anno, ovviamente
lordo, di 26mila e 880 euro. L'isola è al 15esimo posto nell'elenco
delle venti regioni italiane. Male, insomma, anche se fino a qualche
tempo andava anche peggio.

La più ricca è la Lombardia, con uno
stipendio annuale lordo di 31.711 euro mente l'ultima è la Calabria,
dove la media scende a 24.573. In Sardegna si guadagna qualcosa in più
grazie a una retribuzione annuale lorda che supera di tre euro quota
26mila. Ma la quota rimane bassa. La province. Sassari è quella che ha
fatto il balzo in avanti più significativo, anche grazie
all'incorporazione della provincia di Olbia-Tempio cancellata dal
conteggio. La quota degli stipendi medi però si ferma a 25939 euro
all'anno contro i 25080 del 2016. La media è in rialzo ma rimane
comunque sotto quella del sud e delle isole che invece supera di 43
euro i 26mila all'anno.

Cagliari, invece, ha retribuzioni più alte e
guida la classifica delle città sarde dall'alto della sua 48esima
posizione con stipendi medi di 27992 euro. Praticamente 2mila in più
rispetto a Sassari e quasi tutto il resto del gruppo delle città
sarde. Sotto le due città più popolose c'è la provincia del Sud
Sardegna che si ferma a quota 25496 euro all'anno e che vale, per
l'importo lordo degli stipendi, la terza piazza nell'isola. Subito
sotto un'altra città che se la passa meglio dello scorso anno ma che
deve comunque fare i conti con stipendi molto bassi: Nuoro. La paga
media nel 2017 è stata di 25004 euro mentre l'anno scorso era di 24125
euro. Nell'ultima posizione disponibile c'è Oristano, fanalino di coda
con 24994 euro all'anno che comunque guadagna qualcosa rispetto al
2016, quando lo stipendio medio era di 24074 euro. Piccoli segnali di
una lenta ripresa.

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Federico Marini

skype: federico1970ca

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