giovedì 8 marzo 2018

Obbiettivo finale: lasciare un futuro migliore alle generazioni che verranno... Di Alessandro Vadilonga.

Scrivi Ale, scrivi tutto è non pensare.


La mia cara amica sa sempre cosa dire al momento giusto. È meglio di un "Mi piace" su Facebook, la pagina virtuale che spesso si usa per esprimere il proprio pensiero ma anche per offendere con facilità.
Scrivo perché è inutile! Io ci provo sempre ad allontanarmi dalla "cosa pubblica", dai problemi che quotidianamente incontriamo nella nostra società. Ci ho provato circa cinque anni fa e, come una corsa a tappe, sono stato richiamato anche questa volta.
Sono e sarò sempre convinto che in una squadra non ci sono buoni da una parte e cattivi dall'altra ma che ognuno ha il proprio credo, il proprio pensiero, il proprio modo di essere, arricchito dalla vita, dalle esperienze familiari, lavorative e dai tanti amici che, come gli affluenti di un fiume, danno il loro contributo.

Il distinguo è solo oggettivo! Io non riesco a tapparmi il naso e gli occhi, non ci riesco! Quando vedo qualcosa che non va, devo intervenire con tutti i mezzi leciti a disposizione. Studio, leggo e m'informo per trovare le soluzioni ai problemi che si presentano. Così è successo in questi anni, così è capitato quando ho visto qualcosa che non andava... Non ho mai guardato i colori ma le idee. Che cosa ci posso fare se voglio lasciare la mia impronta per il futuro dei miei figli? Penso che sia il pensiero di tutti i genitori. L'obbiettivo finale è lasciare un futuro migliore alle generazioni che verranno. Sarebbe da egoisti pensare al presente e girare la faccia dall'altra parte a ogni difficoltà, impauriti dalle conseguenze e con il rimorso di non aver fatto il possibile per il Futuro. Come si può andare avanti deridendo e giudicando una persona e il suo agire se fino all'altro giorno ti sei sempre disinteressato di quello che ci circonda.



Se fino a un'ora fa percorrevi una strada piena di buche e non ti lamentavi. Facevi una lunga fila in un ufficio per un certificato di nascita e te ne fregavi. Se durante le calde giornate estive emigravi nel paese vicino perché il tuo non ha un parco decente per i tuoi figli. Se in inverno vai nella vicina Cagliari perché il tuo paese è un dormitoio privo di servizi e compri tutto fuori dal tuo territorio perché chi ci amministra e ci ha amministrato ha sempre pensato al proprio feudo. È troppo facile puntare il dito se nella tua vita non sei mai stato parte attiva della tua città, di un progetto condiviso, se fino a ieri hai sempre firmato deleghe in bianco e continui a delegare a perfetti sconosciuti il tuo futuro e quello dei tuoi figli.

Scrivi Ale e non pensare... Scrivi le tue esperienze e poi vedi... Ecco, le mie esperienze son tutte li, nei miei ricordi e nella stima delle persone che hanno apprezzato quello che ho fatto. Azioni che ho sempre fatto a testa alta perché ci ho creduto, perché mi sono sempre detto che in un paese civile basta parlare e dare soluzioni per risolvere il problema. Dare soluzioni e non indicare solamente il problema; le lamentele da sole non portano alla soluzione. Bisogna sempre proporre e non promettere...

Guardando il passato recente posso dire che, personalmente, sono contento per com'è andata fino ad oggi. Non sono un tecnico, ingegnere, dirigente od altro ma in tutto quello che ho fatto ci ho sempre messo il cuore. Un cuore disinteressato, animato dalla voglia di risolvere i problemi cercando e trovando le soluzioni di volta in volta. Lo so! Non è facile quando dall'altra parte spesso trovi un muro ma, grazie a Dio, con il dialogo ho sempre trovato il modo di scalfire il suo intonaco trovando, spesso, persone disponibili e non chiuse a riccio.

Ora non so cosa farò nel prossimo futuro, ma come posso chiudere le mie idee in un cassetto del comò e buttare la chiave? E i miei figli? Loro vorrebbero un padre che chiude nel cassetto la propria voglia di esserci sempre ad ogni costo?,È come una Gabbianella che vola libera nel cielo, non posso rinchiuderla in una gabbia.

Di Alessandro Vadilonga.

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