martedì 7 marzo 2017

Rassegna stampa 07 Marzo 2017

Unione Sarda

Giunta, Pigliaru riparte «Ma basta col fuoco amico». Presentati i nuovi assessori: «A volte gli alleati ci hanno lasciati soli»

«A volte, in questi tre anni, la Giunta si è sentita un po' sola. Spero non accada più». Presentando i quattro nuovi assessori, Francesco Pigliaru si sforza di guardare con ottimismo al futuro («nei prossimi due anni potremo dimostrare che sappiamo ottenere risultati tangibili»). Ma quando gli scappa lo sguardo al passato, non finge di ignorare certi dissapori.

«Il tempo che resta della legislatura può consentirci di cogliere quei risultati, ma solo se facciamo squadra», ragiona il governatore, circondato dalle persone scelte per completare l'esecutivo: Barbara Argiolas (Turismo, artigianato e commercio), Giuseppe Dessena (Pubblica istruzione), Pier Luigi Caria (Agricoltura), Filippo Spanu (Affari generali). E la squadra non è solo quella degli assessori: Pigliaru pensa all'intera maggioranza. «Talvolta avrei voluto che accompagnasse di più la nostra azione, anziché polemizzare sullo stipendio di un manager o la chiusura di una pluriclasse».

LE RIFORME Perché in politica «spesso non si fanno le cose essenziali perché non danno consenso immediato. Ma allora la fatica del governare è inutile: noi - prosegue il presidente - abbiamo scelto la strada scomoda, avviando riforme trascurate in passato». Sanità, scuola, metanizzazione, nuova continuità territoriale, per dirne alcune. Ora la sfida è ottenere effetti concreti per i cittadini: «Non puoi cavartela con l'alibi che le riforme richiedono tempi lunghi, perché crei sfiducia nelle persone. I prossimi due anni devono servire a tutto il centrosinistra per produrre risultati visibili».

In genere sono i partiti a chiedere più collegialità ai governatori, stavolta è quasi il contrario. «Potevo fare una Giunta del presidente, ma ho voluto dialogare a lungo con tutti. Ecco perché il dibattito sul rimpasto è durato tanto. Purtroppo non tutti gli alleati sono soddisfatti dell'esito: ma io curerò il dialogo anche con chi oggi dà giudizi negativi di questa Giunta».

TENSIONI Come il Campo progressista, irritato per l'esclusione di Francesco Morandi e Claudia Firino. «Loro due hanno lavorato con serietà e passione», li ringrazia Pigliaru: «Ci sono stati a volte punti di vista divergenti, ma ho apprezzato per il loro contributo».

Da Firino, però, arriverà poi su Facebook una risposta polemica sul ruolo di Dessena. Quanto al Campo progressista, «dopo la rottura nazionale di Sel - aggiunge Pigliaru - ho cercato di promuovere un'intesa locale sull'assessore. Non ci siamo riusciti, ma continueremo a ragionare con quell'area». Il risultato è che in Giunta entra Dessena, indicato dagli ex Sel che veleggiano verso l'Mdp di Speranza e Rossi. Argiolas e Caria sono invece del Pd (lei vicinissima a Soru, lui renziano della prima ora).  Spanu è sempre di area Dem (si candidò segretario al primo congresso, dieci anni fa), ma entra in quota Pigliaru, con cui ha un lunghissimo rapporto di collaborazione e amicizia.

IL MANDATO E se pure non è «la Giunta del presidente», di sicuro Pigliaru intende gestirne nei dettagli la linea operativa: lo dimostrano le lettere di mandato assegnate ai nuovi assessori, con precisi obiettivi da raggiungere e anche la tempistica. 
Dalla riforma dell'amministrazione regionale allo sviluppo delle tecnologie della cosiddetta «agricoltura di precisione».  Non solo: la presidenza avrà voce in capitolo sugli staff degli assessori. «Tre anni fa ho lasciato fare, ma a volte si sono creati ambienti un po' chiusi. Stavolta invece faremo diversamente, perché ogni assessore dovrà dialogare con tutte le parti della coalizione».

Giuseppe Meloni

La Nuova Sardegna

Pigliaru ai nuovi assessori: non chiudetevi negli uffici
Il governatore presenta i quattro esordienti della giunta dopo il
faticoso rimpasto
«Siamo una squadra». E al Campo progressista: «La mia porta è sempre aperta»
di Umberto Aime

CAGLIARI La fatica è stata tanta, si vede, si sente, ma c’è ottimismo,
dopo il rimpasto. Francesco Pigliaru parla a braccio: ispirato da
qualche appunto, quattro lettere ufficiali d’ingaggio, consegnate al
momento, e un computer su cui getta lo sguardo. I nuovi assessori sono
schierati: due a destra, Filippo Spanu, affari generali, e Pier Luigi
Caria, agricoltura, due a sinistra, Barbara Argiolas, turismo, e
Giuseppe Dessena, cultura e istruzione. Sono emozionati o decisi,
dipende dal carattere e dall’esperienza, ma tutti orgogliosi di essere
stati scelti. Gli altri otto, quelli confermati, non ci sono: c’è
stato solo un complicato, eccome, cambio della guardia, non la
rivoluzione e dunque niente ristampa della foto di gruppo. A mancare
però è anche l’aria allegra e vincente del 2014, l’anno della prima
giunta Pigliaru. Sì, oggi qualche scontento in più c’è, fuori dalla
porta. Il presidente lo sa, non cerca altri strappi, bastano quelli
che ci sono, vuole ricucire, ci ha provato e continuerà a farlo. Pesa
le parole fino a scandirle: «Da oggi in poi, abbiamo una grande
opportunità e due anni davanti, per raccogliere quei risultati che non
arrivano subito, quando fai la scelta scomoda e coraggiosa di pensare
prima alle riforme. Riforme che andavano fatte: dalla sanità agli enti
locali, alla scuola.

Poi la continuità territoriale dove, con il nuovo
bando, vogliamo ballare meno, e il mondo del lavoro in cui dobbiamo
essere più concreti». C’è voluto del tempo forse persino troppo per
riempire le caselle rimaste vuote, due, o svuotate in corsa,
altrettante. Ha dovuto aspettare che i partiti si mettessero d’accordo
fra loro e dentro di loro, alcuni non ci sono riusciti, purtroppo,
dirà. Sel s’è spaccata: chi ha traslocato nei Democratici progressisti
è rimasto in giunta, quelli finiti nel Campo progressista no. Poi c’è
il Pd: continua a essere instabile, ma almeno pare aver raggiunto una
sua calma apparente seppure molto isolana e pochissimo nazionale. Ci
sono anche gli altri: il Partito dei sardi è deluso, da Pigliaru
s’aspettava una ristrutturazione più radicale, mentre l’Upci-Psi è
ridiventato pacifico dopo aver mantenuto quello che aveva, un
assessorato. È questa la maggioranza chiamata a sostenere l’edizione
rinnovata della giunta. Maggioranza da cui il governatore si aspetta
più di quanto abbia avuto nei primi tre anni, sottolinea, ma qualche
novità dovrà proporla presto anche lui, però non crede negli sgambetti
per dispetto e vendetta. «Basta con la conflittualità.

Ci dobbiamo
aiutare meglio fra noi – dice – e in passato non sempre è accaduto.
Dobbiamo essere una squadra. Dialogare fitto e camminare insieme in
quest’avventura che non comincia ora». È una seconda puntata, dirà nel
ringraziare gli uscenti: Claudia Firino e Francesco Morandi, esclusi
per doppia scelta tecnico-politica, Gianmario Demuro ed Elisabetta
Falchi, che invece si sono dimessi. Qualcuno di questi gli manca,
altri meno: «Verso tutti – dice – provo comunque un’estrema
gratitudine per la passione dimostrata». Da qualche rapporto aspro
però è rimasto scottato e per non ripetere gli errori, di lì a poco
dirà ai nuovi: «L'errore più grande sarebbe chiudervi nell’assessorato
e farlo diventare una cosa privata, vostra o dei partiti che vi
sostengono. Devono essere stanze aperte al mondo e al confronto
interno: di questo abbiamo bisogno, anche nella scelta, la
condivideremo, degli staff». Per essere sicuro di avere tutto questo
possibile bendidio da chiunque, Pigliaru avrebbe dovuto giocare però
l’Asso pigliatutto.

Cioè: la giunta solo del presidente, quella del
“scelgo io e ciao”, ma ci sarebbe voluta una forza che il mese
trascorso in ospedale e la convalescenza gli hanno levato, poi lui da
sempre preferisce il confronto all’arroganza. Meglio scommettere
ancora sulla coalizione, anche se messa a confronto con l’originale,
nel frattempo qualche pezzo l’ha perso: Rifondazione e Rossomori, mesi
fa, il Campo progressista dei parlamentari Luciano Uras e Roberto
Capelli, oggi. «Ci abbiamo provato – dice – a ricomporre questa o
quella frattura, non ce l’abbiamo fatta, ma a un certo punto le scelte
andavano prese. Però terrò la porta sempre aperta, non ho certo la
volontà di escludere qualcuno», sostiene nel lanciare un appello che
mai si stancherà di ripetere. Anche «a costo d’ingoiare insulti o
accuse ingenerose ed è accaduto». Bisogna guardare oltre, è la
proposta operativa. «Evitiamo – sostiene – di scivolare nel populismo
e nella demagogia. Puntiamo a raccogliere i frutti di quello che
abbiamo fatto, molto, e a seminare in fretta, soprattutto nelle zone
interne, per un futuro migliore». Domani questo e altro dirà Pigliaru
in Consiglio, dove troverà entusiasti, scontenti, vecchi amici e nuovi
nemici. Ma dopo un rimpasto è inevitabile che la storia finisca o
cominci sempre così.

Spanu debutta agli Affari generali, Caria all’Agricoltura. Dessena:
nessuna rivalsa verso la Firino
Argiolas: turismo pilastro dell’economia

CAGLIARI Dei quattro nuovi assessori il più disinvolto è Filippo
Spanu, promosso da capo di gabinetto del presidente ad assessore agli
affari generali. A Villa Devoto era di casa, continuerà a esserlo. La
sua lettera di mandato è breve ma significativa: far camminare a mille
gli uffici della Regione. La risposta è accattivante: «Una macchina
non va da nessuna parte se l’autista non è contento». Per questo,
immagina impiegati e funzionari presto felici dopo la firma del nuovo
contratto, ha 15 milioni a disposizione, ma anche «l’ingresso di
giovani entusiasti, bandiremo i concorsi, perché abbiamo bisogno di
mobilità interna e nuove professionalità».

Chi appare più teso degli
altri, è Pier Luigi Caria, ma basta la domanda secca e provocatoria
«scusi, che ci fa un commercialista all’agricoltura?», per fargli
tirare fuori il meglio di sé. Con puntiglio, ricorda il curriculum,
l’esperienza certo non gli manca, e poi dice sicuro: «L’agricoltura ha
bisogno di certezze e molta tecnologia. Va sostenuta con forza nei
momenti di crisi, come lo è ora dopo il crollo del prezzo del latte,
però poi le vanno messi a disposizione gli strumenti perché riesca a
camminare da sola». Attirare investitori importanti, diffondere le
eccellenze di Sardegna, essere forti nel mercato globale sono le
priorità. Con un valore aggiunto in più: «Sento anche la
responsabilità fortissima di far tutto il possibile perché i giovani
riscoprano l’agricoltura come una sfida vincente e redditizia».

L’impegno sarà massimo, come quello di Barbara Argiolas per «fare
diventare il turismo un pilastro trasversale dell’economia della
Sardegna». I margini di crescita – sostiene – «sono ancora molti e, in
continuità con quanto fatto negli ultimi anni, vogliamo far conoscere
di più il marchio Sardegna soprattutto per quello che sa offrire nei
mesi di spalla. Per questo è e sarà indispensabile la collaborazione
con tutti i Comuni, perché coste e zone interne devono proporsi
assieme». Poi punzecchiata su un possibile conflitto d’interessi, ha
un’azienda che organizza grandi eventi, ribatte: «Mi basterà seguire
l’etica e mai partecipare ai bandi della Regione o simili». È decisa
anche la risposta di Giuseppe Dessena alla domanda: era capo di
gabinetto di Claudia Firino, dall’assessore è stato licenziato, ora
prende il suo posto. «Non c’è vendetta e neanche rivalsa – dice – Ho
troppo da lavorare per pensare al passato. Sull’istruzione abbiamo
investito molti milioni e, alla fine dei prossimi due anni, vorrei
aver dato un contributo importante per abbattere il triste primato
della dispersione scolastica.

A questo devo pensare, non ad altro». Su
Facebook, in serata, l’ex assessore Firino polemizzerà sul progetto
Iscol@ e su chi sia stato il regista, ma ormai sono particolari.
Domani i quattro giureranno in Consiglio regionale. Il nuovo capo di
gabinetto del governatore sarà Gianluca Serra, che a sua volta ha
lasciato libero l’incarico di consulente. Pigliaru ha un’idea: lo
assegnerà a chi gli darà una mano nei rapporti internazionali con
l’Europa. (ua)


PERSONALE. Filippo Spanu
«Sì ai concorsi per la Regione»

La delega agli Affari generali si porta dietro le riforme e,
soprattutto, la gestione del personale: perciò Filippo Spanu curerà la
“manutenzione straordinaria” della macchina amministrativa. «Abbiamo
tanti dipendenti e sono bravi, ma a volte mal distribuiti: dovremo
riallocarli là dove servono di più», ragiona il neo assessore, 52
anni, ex direttore di Confartigianato e dal 2014 capo di gabinetto
della presidenza della Regione. «Lo faremo discutendo con i sindacati.
Ma vogliamo anche fare subito i concorsi per far entrare nuove
professionalità».

TURISMO. Barbara Argiolas
«Più sinergie tra tutti i settori»

Alla nuova responsabile del Turismo (e dell'artigianato e commercio,
deleghe collegate) il governatore Pigliaru chiede un risultato di cui
si parla da decenni: «Destagionalizzare». Imprenditrice, 48 anni, già
nella Giunta comunale di Cagliari, Barbara Argiolas promette di agire
«in continuità con quanto fatto finora, consolidando i
mercati-obiettivo e puntando sui grandi eventi». E conta anche di
sviluppare nuove sinergie con gli altri assessorati: «Non c'è turismo
- dice - senza cultura, agricoltura, ambiente».

Stasera la commissione congressuale deciderà come procedere dopo il
ritiro di Marcialis. Primarie del Pd, pochi spiragli per altre candidature

Oggi alle 17 la commissione congressuale del Pd farà chiarezza.
Azzeramenti? “Sostituzione in corsa” di Yuri Marcialis che ha ritirato
la sua candidatura alle primarie per approdare al Mdp? Il probabile
responso sarà: niente di tutto questo. Alle aree della Traversata e
della Sinistra autonomista-federalista, che ora chiedono di riaprire i
termini per le candidature, verrà detto che non si può fare.
LE REGOLE Potranno, invece - spiega il presidente della commissione,
Sebastiano Mazzone - chiedere un collegamento tecnico con uno dei due
candidati rimasti, Francesco Sanna e Giuseppe Luigi Cucca. Cioè,
potranno presentare una lista che li rappresenti, collegata a uno dei
due. Del resto, come deciso dalla precedente seduta della commissione,
le liste devono essere presentate entro il 3 aprile. Manca meno di un
mese, e a questo punto la riapertura dei termini per le candidature
renderebbe la situazione ingovernabile.

Le regole, d'altra parte, non prevedono un simile scenario. Né sembra
praticabile il “ritiro consensuale” ipotizzato da Francesco Sanna:
Siro Marrocu (area Cucca) ha subito obiettato che «si ritornerebbe nel
caos. Ma siamo favorevoli a cercare soluzioni per chi non si sente più
rappresentato». E così Giacomo Spissu (popolari-riformisti), pur
dicendosi «politicamente d'accordo» a dare una rappresentanza alla
Traversata e alla Sinistra autonomista-federalista, poneva il problema
regolamentare: senza un'intesa ampia, benedetta anche da Roma, si
rischierebbero ricorsi.
Quanto alla possibilità di azzerare il congresso e le candidature, ha
tolto ogni dubbio Giuseppe Luigi Cucca, escludendo di potersi ritirare
contemporaneamente a Sanna.

GLI SCISSIONISTI Oggi intanto batte il primo colpo in Sardegna il
Movimento democratico e progressista, e proprio su iniziativa di Yuri
Marcialis. Stasera a Cagliari, negli storici locali di via Emilia (che
non ospitano più la sede regionale del Pd), arriverà il deputato
Davide Zoggia, da sempre molto vicino a Pier Luigi Bersani, di cui fu
uno dei principali collaboratori ai tempi della segreteria nazionale.
Anche in questa fase Zoggia sta rivestendo ruoli organizzativo: nei
giorni scorsi, prima di comunicare il ritiro dalle primarie Pd,
Marcialis ha incontrato lui ed Enrico Rossi, per studiare come
radicare Mdp in Sardegna. La riunione odierna con i primi militanti
della nuova formazione, di fatto, pianterà nell'Isola la bandierina di
quelli che hanno detto addio al Pd di Renzi.
Roberto Murgia

La Nuova Sardegna

Il senatore non accoglie la proposta di azzeramento lanciata da Francesco Sanna
Pd, Cucca: non ritiro la candidatura

CAGLIARI La proposta del ritiro simultaneo delle due candidature
rimaste per la segreteria del Pd, è irricevibile. L’idea è stata
lanciata dal deputato del Sulcis Francesco Sanna, messo in corsa dalla
corrente soriana, ma è respinta a caldo e a freddo da Giuseppe Luigi
Cucca, scelto a suo tempo dai renziani e dagli ex Diesse. «Non sono
d’accordo. Io non mi ritiro», fa sapere il senatore nuorese. Non è per
nulla disposto ad azzerare la macchina delle primarie e permettere
così alla Sinistra Dem di trovare un nuovo candidato dopo la rinuncia
volontaria di Yuri Marcialis, passato al movimento dei Democratici
progressisti organizzato dai fuoriusciti del Pd.

«Non possono esserci
– dice Cucca – salti nel vuoto e ritornare semmai nel caos. Poi tra
l’altro mi sembrerebbe poco serio ritirare le candidature, per poi
ripresentarle il giorno dopo». Non è certo per cattiva volontà che il
senatore rifiuta l’offerta del passo indietro o di lato solo per
qualche ora. «Trovare la soluzione non spetta a me – prosegue – ma
alla commissione per il congresso, che nel leggere il regolamento
dovrà capire se ci sono le possibilità per designazioni in extremis
quando ormai la macchina per le primarie del 30 aprile è partita».
Pare però che il regolamento del Pd sia molto rigido e non permetta
recuperi dell’ultim’ora. «Sono convinto – conclude Cucca – che la
soluzione sarà trovata e qualunque potrà essere io l’accetterò. Se poi
stando al regolamento non fosse possibile, bisognerà andare avanti
comunque». Proprio per stasera è annunciata la riunione della
commissione congresso. È stata sollecitata dalla Sinistra Dem, che
rimasta orfana del suo primo candidato vorrebbe comunque essere ancora
in gara per la segreteria semmai con l’ex deputato Giulio Calvisi. Fra
i commissari che devono decidere sul dar farsi le posizioni sarebbero
molto differenti.

Perché se politicamente sono quasi tutti d’accordo
nel ridare una possibilità agli ex civatiani della sinistra interna,
poi ci sarebbero da rispettare gli articoli che però in pochi
vorrebbero mettere in discussione. Soprattutto perché il Pd, dopo
l’ultima scissione nazionale, continua a essere in equilibrio precario
e quando c’è aria di bufera le regole non cambiate in corsa, si sa,
sono una garanzia per tutti. Se stasera l’ipotesi della riapertura
della scadenza non dovesse passare, il 30 aprile gli iscritti e non
del Pd ai gazebo dovranno scegliere solo fra Sanna e Cucca.

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Federico Marini
skype: federico1970ca

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