venerdì 10 marzo 2017

Rassegna stampa 10 Marzo 2017

La Nuova Sardegna

Primarie Pd, Cabras e Fadda con Cucca. Con Sanna restano solo i soriani. La Sinistra rimasta senza candidato attende la decisione della Commissione nazionale.

CAGLIARI Da un matrimonio all’altro. Non è ancora ufficiale, ma alle primarie per eleggere il segretario regionale del Pd, il 30 aprile, la corrente dei popolari riformisti, è l’area degli ex parlamentari Paolo Fadda e Antonello Cabras, dovrebbe sostenere Giuseppe Luigi Cucca, che è stato candidato dai renziani sardi e dagli ex Diesse. Se fosse confermata l’indiscrezione, sarebbe un’alleanza tutta nuova.

Tre anni fa i due gruppi erano invece avversari. Nel 2014, quando fu eletto Renato Soru, i popolari riformisti avevano chiuso invece un patto di ferro proprio con i soriani. Un accordo politico poi esploso due anni dopo con la clamorosa spaccatura che, come si ricorderà, di fatto ha segnato l’inizio del caos nel Pd sardo. Caos che ormai dura da mesi. Ufficialmente dal 5 maggio dell’anno scorso, con le dimissioni di Soru dopo essere stato condannato per evasione fiscale, ma in effetti cominciata molto prima con una contrapposizione feroce fra gli ormai ex alleati.

Tre anni dopo l’area Cabras-Fadda, che stavolta non ha presentato un suo candidato segretario, sarebbe pronta a chiudere l’accordo con l’ex minoranza, che ha sconfitto nel congresso del 2014. La certezza del patto arriverà però solo il 6 aprile, giorno in cui dovranno essere presentate le liste a sostegno dei candidati. Oltre a Cucca, in corsa c’è il deputato Francesco Sanna, proposto solo dal gruppo di Soru. 

Dalle primarie di aprile s’è ritirato invece l’assessore comunale di Cagliari Yuri Marcialis. Doveva essere lui il portabandiera della Sinistra Dem e del gruppo La Traversata degli ex Civatiani. Ma qualche settimana fa Marcialis ha scelto di aderire al Movimento dei Democratici progressisti, cioè al gruppo fondato a Roma dagli ultimi scissionisti del Pd, Bersani, Speranza e altri. Così, dopo il ritiro dell’assessore comunale, di fatto nel Partito democratico è scoppiato un vero e proprio caso politico e tecnico insieme.

Chi è rimasto senza un candidato, la Sinistra Dem appunto, vorrebbe presentarne uno nuovo ma il regolamento delle primarie non lo prevede. In questi giorni, la commissione regionale per il congresso non è riuscita trovare una soluzione condivisa e a questo punto sarà Roma a decidere. Per martedì è prevista la riunione della commissione nazionale di garanzia, presieduta da Gianni Dal Moro, che è anche il garante del Pd sardo, per dare un parere proprio sul caso Marcialis.

Una via d’uscita sarebbe potuto essere l’azzeramento di tutte le candidature, era stato proposto da Francesco Sanna, ma Cucca ha detto no. Ed è per questo che la commissione regionale ha girato il problema alla segreteria nazionale. Che potrebbe decidere di riaprire i tempi per la presentazione delle candidature e quindi permettere alla Sinistra Dem di ritornare in corsa. Oppure proporre una soluzione tecnica che dovrebbe evitare l’esclusione a priori degli ex civatiani dall’assemblea regionale del partito.

Mercoledì in Consiglio la Finanziaria 2017
Vertenza con lo Stato, lunedì vertice con il governo

CAGLIARI La trattativa con lo Stato per ridurre il peso degli
accantonamenti sul bilancio regionale, oggi lo Stato trattiene per sé
644 milioni l’anno, e il dibattito in Consiglio regionale sulla
Finanziaria 2017. È tutta legata alla contabilità l’agenda della
prossima settimana dell’assessore alla programmazione Raffaele Paci.
Lunedì a Roma, è previsto il secondo incontro con il sottosegretario
Gianclaudio Bressa, incaricato dalla presidenza del Consiglio a
trattare la partita degli accantonamenti con la Regione. L’assessore
dovrebbe presentarsi al vertice con una richiesta precisa: la
riduzione drastica degli accantonamenti che lo Stato non trasferisce,
per abbattere il debito pubblico nazionale.

La posizione della giunta
è chiara: quello che doveva essere un contributo straordinario, è
diventato un prelievo fisso dal 2012 ed è cresciuto nel tempo, da 268
milioni fino agli attuali 684. La proposta è che, a partire dal 2018,
il sacrificio imposto non superi i 400 milioni. Il governo si è detto
disponibile a trattare sulla cifra e lunedì la presentazione del
dossier dovrebbe essere un passaggio decisivo. Mercoledì, in
Consiglio, dovrebbe cominciare invece il dibattito sulla Finanziaria
regionale da 7,6 miliardi e l’approvazione è prevista intorno alla
fine del mese. Lo stesso giorno l’Aula dovrà anche ratificare la
correzione alla Finanziaria 2016, imposta dalla Corte costituzionale
dopo aver accolto il ricorso del governo, che contestava alcuni
passaggi tecnici. Stando al calendario deciso dalla conferenza dei
capigruppo, mercoledì saranno presentate le relazioni maggioranza e
minoranza sulla manovra contabile di quest’anno. Poi fino mercoledì 22
ci sarà il tempo di presentare gli emendamenti e sei giorni dopo il
testo ritornerà in aula per la discussione vera e propria.

Unione Sarda

Spanu e Ganau in audizione
Statuto speciale, la Regione a Roma: riforma possibile

Spetta alle Regioni la prima mossa per la revisione degli Statuti
speciali. Una posizione che l'assessore degli Affari generali, Filippo
Spanu, ha esposto durante l'audizione davanti alla Commissione
parlamentare per le questioni regionali. «Nel procedimento di
revisione», ha detto Spanu in rappresentanza del presidente Pigliaru,
«si prospetta un'intesa da parte della Regione interessata, espressa
con apposita deliberazione da parte del Consiglio regionale o
provinciale».

Se non ci fosse accordo, l'ultima strada percorribile per la revisione
dello Statuto potrebbe essere la nomina di una commissione, composta
da senatori, deputati e consiglieri regionali, designati dal
presidente dell'assemblea. Nel processo di modifica sarà fondamentale
«potenziare il funzionamento delle norme di attuazione», ha
sottolineato l'assessore, convinto che «rappresentino uno strumento di
eccellenza in grado di dare flessibilità e dinamismo agli ordinamenti
speciali».

Un tema cardine per la vita istituzionale e culturale delle Regioni
che non deve passare in secondo piano anche dopo l'esito del
referendum del 4 dicembre scorso: «C'è l'assoluta necessità che il
processo di riforma degli Statuti debba svilupparsi attraverso uno
stretto coinvolgimento delle regioni interessate».
Davanti alla stessa Commissione parlamentare si è presentato anche il
presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau. Per il numero
uno dell'assemblea sarda serve maggiore «integrazione tra Stato e
Regioni per realizzare un regionalismo efficiente e realmente
cooperativo». Ganau non ha rinunciato a qualche frecciata nei
confronti dello Stato, colpevole di «non aver adeguato la propria
struttura alle esigenze del regionalismo e non aver adottato una
legislazione rispettosa delle previsioni costituzionali». Freno,
quindi, su omologazione e appiattimento a scapito della valorizzazione
delle diversità tra territori. (m. s.)

Ritardi nei lavori, rapporti tesi con l'ente nazionale. Trattative col
governo su servitù e industria Vertenza con lo Stato, giorni decisivi
Ora la battaglia colpisce anche l'Anas

Nella fase 2.0 del rapporto tra Regione e Stato, che come annunciato
dal presidente Pigliaru al Consiglio regionale vedrà salire la
temperatura del confronto, si aggiunge l'importante partita delle
strade. Tra la Giunta e l'Anas i rapporti non sono idilliaci e i
lavori per ripristinare la nuova statale 554, dopo la frana del manto
stradale, sono tra i grandi motivi di scontro. L'assessore ai Lavori
pubblici Paolo Maninchedda ha proposto di istituire un comitato di
monitoraggio per i lavori, per vigilare sui tempi di consegna e sulla
riapertura al traffico, prevista il 30 giugno. Oltre all'arteria che
collega Cagliari alla costa orientale, gli attriti toccano i lavori
sulla Sassari-Olbia e gli svincoli delle statali 131 e 130.

IL CONTROLLO La comunicazione dell'assessore è stata inviata ai
sindaci di Maracalagonis, Quartu, Quartucciu, Sinnai e Villasimius,
perché interessati direttamente alle sorti della strada. Il comitato
dovrà monitorare l'avanzamento delle attività, facendo il punto ogni
mese con i consiglieri regionali del territorio. Se non una
dichiarazione di guerra è di certo la dimostrazione che i rapporti
sono tesi, anche perché la fine dei lavori, prevista per fine giugno,
potrebbe avere ricadute negative sulla prossima stagione estiva.
Questo perché, secondo quanto riportato nella lettera di Maninchedda
ai sindaci, i lavori (totalmente a carico di Anas) sono stati
consegnati all'impresa esecutrice il 20 settembre scorso con
l'obiettivo di concludere entro sei mesi. Ora di fatto l'assessorato
crea un osservatorio permanente che finirà per mettere sotto pressione
l'ente nazionale che si occupa delle strade.

IL CONFRONTO La viabilità si aggiunge a tutte le altre questioni per
cui la Regione intende trattare col governo. Oltre agli accantonamenti
(circa 700 milioni che lo Stato trattiene per risanare la finanza
pubblica) ci sono le vertenze industriali, le servitù militari e la
realizzazione di quanto previsto dal Patto per la Sardegna, firmato da
Pigliaru e dall'ex premier Renzi.
Da segnalare anche il richiamo che lo stesso governatore ha fatto nei
confronti di Rfi (Rete ferroviaria italiana) per gli interventi sulla
linea veloce.

POLITICI E TECNICI La Maddalena e gli accantonamenti sono i due temi
sui quali il confronto è strettamente politico. Per i lavori nell'ex
Arsenale l'assessore Maninchedda sta portando avanti la trattativa con
la ministra Maria Elena Boschi e nei prossimi giorni ci sarà un altro
incontro a Palazzo Chigi. L'assessore del Bilancio Raffaele Paci,
invece, segue la vicenda accantonamenti con il sottosegretario alla
presidenza del Consiglio Gianclaudio Bressa. L'obiettivo è riuscire a
ridurre la quota che la Regione è costretta a mettere da parte per lo
Stato.

Sono ancora alla fase dell'approfondimento tecnico le altre vertenze
curate dallo staff della presidenza insieme agli uffici del governo.
Sulle aree di crisi industriale si tratta di risolvere le questioni di
Eni, Ottana, Keller, Portovesme, Alcoa ed Eurallumina. Inoltre procede
il confronto tecnico anche sulle servitù militari, che in Sardegna
occupano circa 35mila ettari di territorio. Entro la fine di marzo si
arriverà al passaggio successivo, con l'apertura del confronto
politico per arrivare a un accordo.
Matteo Sau

-----------------
Federico Marini
skype: federico1970ca




Nessun commento:

Posta un commento