mercoledì 22 marzo 2017

Rassegna stampa 22 Marzo 2017

LE PRIMARIE. Come voteranno i big. E nell'Isola resta incerto il ritiro di Sanna. Pd, Renzi è ancora il preferito Ma in molti scelgono Orlando.

Non così renziana, la Sardegna: se si dà retta alle scelte dei dirigenti del Pd, nell'Isola le primarie non saranno una passeggiata per l'ex premier. Pochi mesi fa sembravano tutti arruolati col Rottamatore: ora che, causa referendum, la rottamazione ha lambito anche lui, più d'uno gli negherà il voto per la segreteria nazionale. Gode invece di un discreto seguito Andrea Orlando; non pervenuto, finora, Michele Emiliano.

CON RENZI Certo, i renziani restano prevalenti. A partire dal prossimo segretario regionale: che si vada al voto del 30 aprile col candidato unico Giuseppe Luigi Cucca o che resti in campo il concorrente Francesco Sanna (le trattative procedono), l'affiliazione è quella. La batosta di dicembre non ha scosso le certezze dei protorenziani come Gavino Manca , Chicco Porcu e il neo assessore all'Agricoltura Pier Luigi Caria , che scortavano l'allora sindaco di Firenze già in quel tour di Sardegna dell'ottobre 2012, prima delle primarie perse contro Bersani. All'epoca con Matteo Renzi non erano in molti, nell'Isola, ma tra questi c'era già Francesco Pigliaru , anche se non era ancora rientrato in politica.

Un serbatoio renziano è l'area di Renato Soru: dal capogruppo in Consiglio regionale Pietro Cocco allo stesso Francesco Sanna, e poi altri consiglieri come Salvatore Demontis , l'ex tesoriere Eliseo Secci , l'assessora alla Cultura Barbara Argiolas. E la deputata Caterina Pes : «Sosterrò ancora Renzi perché non ricordo un governo che abbia promosso tante riforme come il suo. Anche se, sotto la spinta della propaganda grillina, abbiamo tutti sottostimato ciò che si è fatto». Dal mercato del lavoro alla legge sulle unioni civili, le norme sul “dopo di noi”, le 120mila assunzioni nella scuola («certo, ci sono stati errori»), la quattordicesima sulle pensioni minime.  «E molto altro: abbiamo sbagliato nel comunicare», riprende Pes, «e nell'interpretare i bisogni dei più deboli. Vogliamo ripartire proprio da lì, magari con un progetto più collettivo».

Resta attestata sulla frontiera renziana l'area Cabras-Fadda ( Gianfranco Ganau , Romina Mura , Cristiano Erriu , Cesare Moriconi, Emanuele Cani , Antonio Solinas e altri), e con essa il vicecapogruppo consiliare Roberto Deriu . Più defilato il senatore Silvio Lai , che non ha seguito Bersani fuori dal Pd, ma non è certo renziano. Alcuni big che devono ancora decidere; chi senz'altro sta col segretario uscente è Francesca Barracciu.

CON ORLANDO Il principale avversario dell'ex premier nell'Isola ha già il suo comitato: ci sono il consigliere regionale Luigi Lotto , il segretario provinciale ogliastrino Davide Burchi, Barbara Cadoni (consigliera comunale a Quartu) e Gianluigi Piras (dalla Traversata). Ovviamente sta da questa parte Giulio Calvisi , stretto collaboratore di Orlando. Tra i parlamentari il primo a schierarsi è stato Marco Meloni , vicinissimo a Enrico Letta (sabato a Cagliari presenteranno insieme l'ultimo libro dell'ex premier).

Gli altri orlandiani sono il senatore Ignazio Angioni e i deputati Giovanna Sanna e Siro Marrocu : «Serve un leader capace di unire», ragiona quest'ultimo, «più che un uomo solo al comando. In questa fase bisogna prendere ago e filo per ricucire l'unità del Pd e del centrosinistra». La scelta di Orlando deriva da questo: «Lui più di altri può rimettere insieme i cocci del partito. E anche dell'intera coalizione».

Ma rispetto al congresso regionale, la demarcazione Renzi-Orlando non coincide con quelle locali. Per esempio voteranno il Guardasigilli esponenti soriani che, nella competizione con Cucca, sceglierebbero Sanna: i già citati Luigi Lotto e Giovanna Sanna (oltre a Meloni), gli ex consiglieri regionali Cicito Morittu , Tore Sanna e Giambattista Orrù , l'attuale consigliere Gigi Ruggeri , il segretario provinciale di Cagliari Francesco Lilliu.

Dal gruppo consiliare regionale arrivano anche Rossella Pinna e Mario Tendas; da quello al Comune di Cagliari, il capogruppo Fabrizio Rodin e il suo predecessore Davide Carta . Compatte per Orlando le due aree della Sinistra autonomista-federalista e della Traversata, escluse dalle primarie regionalu dopo il ritiro di Yuri Marcialis: «Non voteremo al congresso sardo ma per quello nazionale sì», precisa Tore Cherchi, «e voteremo Orlando per spostare a sinistra l'asse del Pd e del Paese».

CON EMILIANO Devono ancora farsi avanti invece i sostenitori del governatore pugliese, che non ha grandi rapporti in Sardegna. Ambienti a lui vicini stanno sondando i non-renziani per trovare qualche sponda nell'Isola, che del resto è stata la Regione che più di tutte ha voltato le spalle a Renzi nel voto referendario: troppo appetitoso, quel 73% di No, per non tentare di pescare da lì un po' di consenso.

Giuseppe Meloni

Il Cagliari rimarrà al Sant'Elia
In attesa del via libera allo stadio temporaneo, c'è la concessione
sino a giugno 2018 Scongiurato l'esodo dei rossoblù nel prossimo campionato

Il Sant'Elia sarà la casa del Cagliari Calcio anche nella prossima
stagione. Comunque vada a finire il nuovo, imprevisto braccio di ferro
sulla realizzazione dello stadio temporaneo, i rossoblù non dovranno
emigrare. “L'incubo-Trieste”, così chiamato perché ricorda l'esodo
forzato ai tempi di Massimo Cellino, è - almeno per il campionato
2017-2018 - scongiurato. La notizia arriva direttamente dal
presidente. Tommaso Giulini, dopo lo sfogo di domenica scorsa nel
dopogara di Cagliari-Lazio, preferisce non aggiungere altro sulla
vicenda-stadio, in attesa di sviluppi nel Palazzo di via Roma su una
pratica che sembrava completata e che, invece, ha conosciuto nuovi
approfondimenti.
SI RESTA A CAGLIARI Sulle gare interne della prossima stagione Giulini
evidenzia che «la concessione per lo stadio Sant'Elia scadrà il 30
giugno 2018». Altro il presidente non dice e non vuole dire, ma il
messaggio è chiarissimo: se il via libera per l'impianto temporaneo
dovesse slittare, il Cagliari avrà comunque una casa sicura. La messa
a norma della Curva Sud, nel recente passato, aveva consentito la
proroga della concessione comunale alla società rossoblù sino al
termine del prossimo campionato. Ovviamente resta da giocare la
partita delle autorizzazioni.

L'assessore comunale allo Sport, Yuri
Marcialis, ha garantito la massima attenzione da parte della macchina
comunale. La parte politica ha già detto la sua, deliberando che - in
attesa del nuovo impianto - l'amministrazione pubblica metterà a
disposizione l'area per la realizzazione di uno stadio temporaneo.
Due, tre stagioni, il tempo necessario per realizzare
un'infrastruttura da da 21 mila posti. Giulini ha detto più volte che
l'obiettivo è quello di realizzare lo stadio nel 2020, l'anno del
centenario.

LA FASE BUROCRATICA Dopo il voto del Consiglio comunale la palla passa
agli uffici. L'intoppo, come anticipato ieri dall'Unione Sarda, è
legato all'area indicata dall'Aula di via Roma per la realizzazione
dello stadio temporaneo, ovvero il grande spiazzo tra il mercato di
Sant'Elia e i distinti. Oggi è un parcheggio. Domani sarà o potrà
essere un impianto sportivo. È un'altra cosa sotto l'aspetto della
fruizione? L'assemblea ha deciso, ma gli uffici stanno ragionando. «È
una pratica molto importante che», dice l'assessore Marcialis,
«richiede una valutazione attenta e scrupolosa». Ai tempi della
risposta sono legati quelli della realizzazione dello stadio
provvisorio o, come recitano gli atti ufficiali, “temporaneo”. E, di
riflesso, se dovesse slittare, anche l'impianto definitivo subirà
ritardi nella realizzazione.

L'INCERTEZZA In questa situazione di improvvisa incertezza conforta i
tifosi la prospettiva che, nella prossima stagione, i rossoblù
giocheranno comunque al Sant'Elia. Scenari alternativi, dal campionato
2018-19, non sono in questo momento nemmeno ipotizzabili. La logica,
visto anche quanto la politica si è esposta sul progetto-stadio, a
livello comunale e regionale, porterebbe e pensare che per il via
libera non si dovrebbe aspettare molto. Ma sul Sant'Elia quanto a
logica e a impegni politici i precedenti non depongono bene. Il conto
alla rovescia resta aperto, si tratta di capire se per giorni,
settimane o mesi.

IL PROGETTO PROVVISORIO Il Cagliari, in tutti i casi, lasciano
intendere dalla sede di via Mameli, è pronto a partire già domani. Il
progetto è legato alla delibera comunale che individua nello spiazzo a
ridosso dell'attuale stadio l'area da utilizzare temporaneamente per
dare una casa al Cagliari aspettando, a quasi cinquant'anni dalla
realizzazione dell'attuale Sant'Elia, un impianto nuovo. Il campo di
gioco provvisorio sarà realizzato dalla società rossoblù con un
investimento di capitali propri. Si parla di 7-8 milioni, dal manto
erboso alle tribune amovibili. In buona parte si tratterà degli
“spalti” dell'ex stadio Is Arenas di Quartu. Il Cagliari ha già
investito per rimuoverli e per custodirli, in attesa del riutilizzo.
Stessa cosa - rimozione delle tribune - andrà fatta a ridosso del
Sant'Elia quando sarà pronto il nuovo stadio. ( r. s. )

SASSARI. Ultimatum a Sanna
La settimana  di fuoco del sindaco solo

La battaglia è a chi rimane in piedi col cerino in mano. La decisione
del plenum del Pd, di affidare la risoluzione di tutto al sindaco
Nicola Sanna è l'epilogo di un percorso accidentato sin dagli esordi:
quello di un partito che non si aspettava un uomo testardo oltre
misura, alla guida di una nave senza mozzi né ufficiali. Processo
doveva essere e processo è stato, alla convention di big in viale
Mazzini. Tre ore di accuse all'uomo disubbidiente, colpevole di avere
«scollato il partito dalla città».

Di soluzioni zero, neanche l'ombra. La fronda di Silvio Lai vuole
andare subito a elezioni. L'altra, meno drastica e soprattutto meno
fiduciosa sull'esito positivo di un voto anticipato, vuole navigare a
vista, magari col palliativo di un accordo, seppur timido. Una cosa è
palese: qualsiasi accordo, appunto, sarà disegnato sulla sabbia: fra
il sindaco e il suo gruppo consiliare manca la fiducia reciproca.
Le prese di posizione fioccano, a partire da quella di Ottavio Sanna,
del Partito dei Sardi, per cui «il Pd non può tenere in ostaggio la
città». Sarebbe dovuta essere una settimana di bocce ferme, così non
sarà: oggi è prevista la conferenza di capigruppo, venerdì invece un
incontro fra sindaco, segreteria del partito e consiglieri comunali.
Sabato un incontro aperto alla coalizione. Prove tecniche di
soluzione, in vista del nuovo plenum di lunedì prossimo. Ieri una
giunta ristretta: al sindaco è stato chiesto di individuare 3, 4 punti
da cui ripartire, per ricompattare le diverse anime.
Patrizia Canu

La Nuova

Il Pd “congela” la crisi per una settimana
Niente accordo tra le correnti, con il sindaco che “resiste”. Vertice
aggiornato a lunedì prossimo, le urne si allontanano
di Giovanni Bua

SASSARI Venti minuti di totale, surreale e imbarazzante silenzio. Che
hanno seguito la relazione introduttiva del segretario provinciale
Gianpiero Cordedda e del sindaco Nicola Sanna. Rappresentazione
plastica di una calma solo apparente, e di una incertezza che non è
solo di facciata. Così è iniziato l’incontro dell’altro ieri sera
nella sede del Pd in via Mazzini. Che doveva essere decisivo per le
sorti della consiliatura, e che invece si è concluso con un rinvio di
una settimana, durante la quale la crisi è “congelata”. E, come hanno
chiesto i consiglieri comunali, il sindaco avrà l’onere di mettere sul
tavolo una proposta. Le urne si allontanano insomma. Sia perché sette
giorni senza decisioni trasformano la finestra elettorale in una
feritoia, dentro cui diventa davvero difficile infilarsi. Sia perché
l’indecisione del Pd ha provocato una immediata reazione degli
alleati, che hanno rotto gli indugi e si sono schierati per il
proseguimento del mandato.

Difficile però capire come si possa trovare
la quadra. Soprattutto se Silvio Lai e Gianfranco Ganau (di loro due
gli interventi più duri, se non nei toni almeno nei
contenuti)rimarranno convinti che le urne sono l’unica strada
possibile per recuperare un rapporto smarrito con la città. E Gavino
Manca (che ha chiesto tempo per confrontarsi con i “suoi”) non troverà
il modo di rientrare nella maggioranza da cui Gianni Carbini è uscito
sbattendo la porta senza metetre a rischio la tenuta della sua
corrente, impegnata, come tutte, in una complessa fase congressuale
regionale e nazionale. Problemi con cui il Pd ha iniziato a
confrontarsi già da ieri, con il sindaco che in mattinata ha
incontrato il segretario provinciale Cordedda, per poi riunire nel
pomeriggio una giunta “politica” (dove cioè si discutono gli argomenti
che verranno approvati nella giunta successiva) dedicata alla
riapertura della pratica del Bilancio che, se Sanna rimarrà in sella,
deve arrivare in aula al massimo nei primi dieci giorni di aprile.

Pratica scivolosa che, se il Pd non troverà velocemente una sintesi,
diventerà inevitabilmente luogo di imboscate, sgambetti e rese dei
conti. Aspettando gli eventi c’è comunque da studiare la road map
della settimana. Con la capigruppo convocata oggi che deciderà se
tornare in aula a stretto giro di posta (indispensabile la surroga di
Simone Campus con Maria Francesca Fantato). E le presidenze delle
commissioni da rinominare, pena la paralisi. Prezzo che la città non
si può permettere di pagare.

Ottavio Sanna: se il partito democratico ci impedirà di governare ne
pagherà le conseguenze Il PdS batte i pugni: basta perdere tempo

SASSARI «Stanchi, delle beghe interne al partito democratico che da
anni tengono sotto scacco la città. Pronti, ad andare avanti nel
governo della città, unica vera priorità. Con o senza il Pd. Perché
sia chiaro che, se si costingerà Sassari a tornare alla urne, il PdS
farà le sue scelte, autonome da un partito che invece che una risorsa
è stato un problema per chi come noi ha sempre e solo voluto lavorare,
ed è sicuro di averlo fatto al meglio». Rompe gli indugi l’assessore
ai lavori pubblici Ottavio Sanna, personaggio di punta del Partito dei
Sardi, in forte ascesa a livello regionale e locale e già secondo
partito della coalizione nei banchi del consiglio regionale. E,
incassato il rinvio della decisione sul futuro della giunta Sanna, fa
un duro ultimatum: «Il Bilancio deve arrivare in giunta e in consiglio
comunale in tempi strettissimi.

Non siamo disposti a farci logorare
per mesi. Se il Pd non ha fiducia nel suo sindaco vada in aula e lo
sfiduci, e si prenda la responsabilità delle sue azioni, come si è
presa la responsabilità di governare questa città. Se vuole andare
avanti lo faccia senza perdere ulteriore tempo. Errori sono stati
fatti, dal sindaco e dalla giunta. Ma non è per quello che siamo sotto
pressione, ma come sempre per problemi interni di un partito in piena
ebollizione. è inaccettabile». Sulla stessa linea Amalia Cherchi (Ora
sì): «La città è tenuta in scacco dalla politica, non si merita
questo. Ci sono tutti i presupposto perché questa amministrazione
possa andare avanti. La città aspetta e merita questo e deve essere
governata con vigore e unione».

Duro anche Giampaolo Manunta (Idv):
«Siamo alle solite, sindaco e consiglio ostaggio di un partito
arrogante e irriguardoso che non riesce a scindere l' azione di
governo con gli interessi di bottega. Siamo stanchi di questo gioco
del gatto con il topo. Bisogna pensare alla città e al lavoro fin qui
fatto che nonostante i detrattori, ha portato alla città centinaia dì
milioni pronti a essere messi in campo in obiettivi strategici. Il Pd
deve capire che questa logica lo porterà a farsi del male
gratuitamente. Abbiano il coraggio di ammettere di avere un sindaco
per la città un sindaco espressione del Pd». Alle urne, senza dubbio
alcuno, vorrebbe tornare il M5S: «Un sindaco in trincea, cittadini
ostaggio del voto espresso nel 2014, una città sotto scacco – attacca
Maurilo Murru – Questa è Sassari, non da adesso, ma da almeno tre anni
E tutto riparte, alleanze, mega coalizioni, liste civetta. Esattamente
tutto quello che non fa e non farà mai il M5Sla cui alleanza è sempre
la stessa, quella con i cittadini».

Il 30 aprile saranno eletti il segretario nazionale e quello regionale
Pd, tutto pronto per le primarie

TORTOLÌ Anche in Ogliastra ha preso avvio la fase congressuale del
Partito democratico che porterà alle primarie del 30 aprile per
l’elezione del segretario nazionale. Lo stesso giorno inoltre verrà
eletto, sempre attraverso le primarie, il nuovo segretario sardo. La
direzione provinciale del Pd Ogliastra ha eletto la Commissione
congressuale che si occuperà degli adempimenti necessari a preparare
le iniziative assembleari che si terranno nei circoli del territorio.
La stessa ha nominato Mario Bruno Piras come coordinatore. E, nei
prossimi giorni, in collaborazione con la segreteria provinciale e i
responsabili dei circoli, fisserà le date delle assemblee dei circoli
cittadini che si concluderanno entro il 2 aprile.

Il Pd provinciale
Ogliastra spiega che nel corso delle riunioni si presenteranno le tesi
congressuali dei tre candidati alla segreteria nazionale e si
voteranno i delegati alla convenzione provinciale che si svolgerà
nella prima settimana di aprile. «I congressi – viene rimarcato –
rappresentano un appuntamento di fondamentale importanza per il
confronto tra i militanti sui temi organizzativi e sulle strategie per
affrontare le sfide che le nostre comunità non possono più rinviare».

Viene ricordata la politica al servizio dei cittadini «il ruolo dei
militanti, la presenza nelle istituzioni democratiche a partire dagli
enti locali, la presenza nelle associazioni e nei luoghi di
aggregazione possono essere la risposta credibile ed efficace per
costruire una società che possa realmente fondarsi su lavoro e
sviluppo». (l.cu.)

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Federico Marini

skype: federico1970ca

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