giovedì 16 maggio 2019

16 Maggio 1974. A Milano è arrestato un super boss Luciano Liggio.



(16 Maggio 1974) Milano. Ore 6,30. Quarantasette uomini e dieci automezzi escono dalle caserme dislocate in vari punti della città per bloccare la zona di via Ripamonti. Grazie a questa operazione termina la latitanza di Luciano Leggio (meglio conosciuto come “Liggio), il più temuto boss della mafia siciliana. La primula rossa di Corleone era stata già arrestata, nel 1964, e poi assolta per insufficienza di prove. Responsabile della morte del giudice Terranova e del procuratore Pietro Scaglione, Liggio sarà condannato all' ergastolo nel 1975.

Liggio nacque a Corleone da una famiglia contadina ed, ancora giovanissimo, venne affiliato nella locale cosca mafiosa dallo zio paterno Leoluca Liggio, detto u ziu' Luca. La sua scalata al potere raggiunge l'apice con l'assassinio di Michele Navarra, il capo mandamento di Corleone, che venne massacrato il 2 agosto 1958 mentre rientrava a casa in automobile. Dopo l'uccisione del boss, Liggio e la sua banda scatenarono l'offensiva contro i suoi luogotenenti: il 6 settembre 1958 vennero uccisi in un conflitto a fuoco a Corleone i mafiosi Marco Marino, Giovanni Marino e Pietro Maiuri e nel periodo successivo si verificarono altre uccisioni e numerosi casi di «lupara bianca».

Mentre a Corleone continuava l'offensiva contro gli ex-uomini di Navarra, Liggio divenne proprietario a Palermo di un'officina meccanica e di un garage, da dove avrebbe controllato l'afflusso della sua carne macellata illegalmente. In seguito Liggio tornò a Palermo e partecipò all'organizzazione della cosiddetta «strage di viale Lazio» per punire il boss Michele Cavataio: infatti Liggio incaricò i suoi più fidati luogotenenti Salvatore RiinaBernardo Provenzano e Calogero Bagarella di far parte del commando di killer che uccise Cavataio.

Indagando sui sequestri di persona avvenuti nell'Italia settentrionale, gli uomini della guardia di finanza del colonnello Giovanni Vissicchio arrestarono Liggio mentre era insieme a una sua compagna, Lucia Parenzan, e al figlio nato dalla loro relazione.

Nel 1975 Liggio venne processato dal giudice Cesare Terranova e condannato all'ergastolo per l'assassinio di Michele Navarra. Anche dalla prigione, Liggio commissionò l'omicidio del tenente colonnello Giuseppe Russo ai suoi luogotenenti Salvatore Riina e Bernardo Provenzano, che venne eseguito nel 1977. Morì d’infarto, nel carcere di Badu 'e Carros a Nuoro, nel 1993. Venne sepolto a Corleone, dopo una cerimonia svolta senza coinvolgimento pubblico per divieto della questura.




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