mercoledì 15 maggio 2019

Riforme e province, prima battaglia nel nuovo Consiglio

Unione Sarda

Riforme e province, prima battaglia nel nuovo Consiglio
Aspro botta e risposta tra Lai e Tunis
La revisione dello Statuto e le autonomie locali infiammano il
dibattito sull'agenda Solinas

Settant'anni sono molti o pochi a seconda dei punti di vista e delle situazioni: dopo una vita di lavoro giustificano ampiamente la pensione, ma le leggi invecchiano seguendo altre regole. Lo Statuto speciale sardo li ha compiuti l'anno scorso, a ogni legislatura ci si ripromette di riscriverlo ma sta ancora lì. Ora Christian Solinas ci vuole riprovare, lo ha detto una settimana fa nelle sue dichiarazioni programmatiche, e allora è inevitabile che il primo vero dibattito in Consiglio regionale riparta da lì.

Lo “sconsiglio”. Per esempio secondo Roberto Deriu (Pd) non è il caso di aprire quel cantiere: «Non si imbarchi nella revisione dello Statuto», dice al governatore, «la cui longevità può essere letta come prova di adattabilità». Lo «sconsiglio» dell'esponente dem nasce dal timore che il passaggio dell'eventuale riforma nel Parlamento italiano comporti una restrizione, anziché un ampliamento, dei poteri locali, per via dei «ripetuti assalti del centralismo».

Invece la proposta Solinas raccoglie il via libera della Lega, ed è significativo perché arriva da Pierluigi Saiu, presidente della commissione Autonomia che si occuperà, guarda caso, delle riforme. «Prima ancora che l'età dello Statuto - dice - è il suo sostanziale logoramento a imporre una revisione». Che punti a «una nuova autonomia fondata sulla sovranità del nostro popolo, e apra il percorso verso una riforma in senso federale dello Stato».

Ci si divide anche sullo strumento per riscrivere lo Statuto («non siamo necessariamente contrari alla Costituente proposta dal governatore - spiega dal Pd Valter Piscedda - ma bisogna discuterne»). Roberto Li Gioi (5Stelle) reclama «la riforma degli enti e agenzie regionali, comode poltrone da assegnare a seconda degli esiti elettorali». E poi si parla molto del riordino degli enti locali: tra l'altro in maggioranza i Riformatori restano contrari all'idea, ventilata da Solinas, di restituire un ruolo di rilievo alle Province, come ricorda Aldo Salaris. «Ma su questo - aggiunge, conciliante - siamo pronti a confrontarci».

A parole, in realtà, chi non si apre al confronto? Neppure gli oppositori, e infatti - per tornare ai Cinquestelle - c'è la garanzia di essere «al fianco del presidente se porterà avanti soluzioni condivisibili». Ma «nel suo programma non c'è abbastanza per i giovani», osserva Elena Fancello, mentre Carla Cuccu trova carente la parte per la famiglia.

Le azioni di governo. È la leghista Annalisa Mele a ribadire la volontà di cambiare rotta sulla sanità, dopo «la dissennata opera degli anni passati che ha portato a una riduzione dei servizi. Dal governo dovremo rivendicare più libertà su spesa e modelli organizzativi». Nico Mundula (Fratelli d'Italia) definisce «un fallimento la gestione del Piano di sviluppo rurale». Stefano Schirru (Psd'Az) parla di urbanistica ma senza iscriversi al partito del cemento: «La Sardegna ha più case che abitanti, impensabile costruirne di nuove. Meglio una politica di restauro secondo gli schemi della bioarchitettura».

Propositi che non convincono la minoranza: è di Eugenio Lai l'intervento più duro con Solinas, «troppa confusione, troppe proposte fumose. E manca del tutto il problema energetico: frasi generiche sulle fonti alternative ma nessuna soluzione pratica». Gli risponde, altrettanto duramente, Stefano Tunis (Sardegna 20Venti): «Suggerisco prudenza al centrosinistra, che ha governato cinque anni senza intervenire sulle questioni cruciali dell'economia e anzi cianciando di una crescita che il popolo sardo non ha percepito».

Rapide schermaglie, in un confronto in realtà assai pacato nei toni. Forse si inaspriranno domani, alla ripresa del dibattito, quando parleranno anche i capigruppo e replicherà Solinas. A quel punto le danze rituali di inizio quinquennio saranno ultimate, e il Consiglio potrà iniziare a lavorare davvero.

Giuseppe Meloni

Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
skype: federico1970ca
 

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