venerdì 3 novembre 2017

Rassegna stampa 03 Novembre 2017

DOMUSNOVAS. L'assemblea compatta chiede il regime fiscale agevolato Il Consiglio approva: «Il paese è Zona franca»

Domusnovas è “Zona franca”. Con la votazione unanime di ieri, in una seduta del Consiglio comunale più volte interrotta dagli applausi dei tanti intervenuti (non solo domusnovesi), Domusnovas diventa così il primo Comune sardo (anche se altri come Quartu Sant'Elena stanno avviando lo stesso percorso) ad approvare l'atto d'indirizzo per l'istituzione del regime fiscale agevolato nel proprio territorio.

IL DECRETO L'assemblea lo ha fatto, votando all'unanimità, sfruttando l'articolo 1 del decreto legislativo 75 del 1998 che, nell'istituire le Zone franche nei porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme, Arbatax, ha previsto che lo siano anche gli altri porti e aree industriali a questi collegati o collegabili. Domusnovas sfrutta dunque la propria contiguità con la Zona franca di Portovesme. Beninteso, questo non significa che da domani il Comune diventerà un paradiso fiscale in cui imprese e cittadini sono esentati dal pagare Iva e accise su beni di consumo primario quali benzina, energia elettrica, caffè, zucchero, apparecchiature elettroniche, alcool e derivati «ma è certamente un passo, il primo», dicono gli amministratori, «in quella direzione e, allo stesso tempo, un grosso contributo verso l'ottenimento della Zona franca per tutta la Sardegna».

GLI OBIETTIVI Un'Isola, spiega il primo cittadino di Domusnovas, Massimo Ventura, che smetterebbe di arrancare economicamente divenendo una sorta di Eldorado appetito da tantissime aziende ansiose di sfruttarne i vantaggi fiscali. «La Regione dia gambe a una legge nazionale - ragiona Ventura - oppure abbia il coraggio di attivarsi per abrogarla. Persino la Corte Costituzionale, con due sentenze, ha sostanzialmente detto che siamo degli sciocchi a non utilizzare strumenti già applicabili». Negli auspici del sindaco il fatto che altri Comuni intraprendano la strada tracciata da Domusnovas (che nei giorni scorsi ha ospitato un incontro di tutti i “zonafranchisti” guidati da Maria Rosaria Randaccio, presidente del movimento “Sardegna Zona franca”) «per arrivare a ciò di cui tutti i sardi hanno diritto da tempo. Non vedo perché - continua Ventura - non possiamo avere le stesse condizioni favorevoli ottenute da Livigno, Bolzano, la Valle d'Aosta rispetto ai quali abbiamo ben altri enormi svantaggi come l'insularità che non ci rende competitivi».

UNITI D'accordo la minoranza (assenti Fabrizio Saba e Isangela Mascia) che con Stefano Soru parla di «battaglia assolutamente da vincere» e Attilio Stera si accoda «scontato il mio voto favorevole, è un nostro diritto». Il prossimo passo è «una manifestazione a Cagliari - dice il vicesindaco Angelo Deidda - per andare a sondare gli umori del Consiglio regionale. Chiedo a tutti i commercianti, gli artigiani, le
Partite Iva e i cittadini stessi di partecipare. Insieme possiamo farcela». Simone Farris


Unione Sarda

I partiti stanno lavorando alla riforma delle soglie di sbarramento
«Voto con nuove regole» Ganau: legge elettorale regionale da correggere

Certezza sulla composizione del Consiglio regionale, garanzia di
rappresentanza delle forze politiche, equilibrio territoriale e
presenza femminile. Quattro esami che la legge elettorale regionale
non è riuscita a superare, dimostrando alla sua prima applicazione
tutte le criticità.

I NODI I numerosi ricorsi hanno causato confusione e cambiato la
composizione del Consiglio regionale. A questo si aggiunge che
soltanto quattro donne sono state elette e una parte di realtà
politiche isolane è rimasta fuori dai giochi, a causa delle soglie di
sbarramento. Lacune che impongono «di intervenire per correggere le
distorsioni che questa legge ha evidenziato come la rappresentanza di
genere, politica e certezza della composizione dell'assemblea»,
sottolinea il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau.
LE PROPOSTE Le soluzioni per correggere il testo sono oggetto di
confronto tra i partiti di maggioranza e opposizione. Si pensa
all'introduzione di una «soglia di sbarramento fissa all'interno della
coalizione», spiega il capogruppo del Pd, Pietro Cocco. Questa
soluzione faciliterebbe il calcolo dei quozienti, questione sulla
quale c'è stata molta confusione in questa legislatura.

Messa in cassaforte la doppia preferenza di genere (ancora da
approvare in aula) l'altra proposta, sulla quale Partito democratico e
Forza Italia sembrano convergere, riguarda «l'obbligo di comporre
liste al 50% tra uomini e donne», spiega il capogruppo di Fi, Pietro
Pittalis. In questo caso si lavora all'ipotesi di «avere numero pari
di candidati in tutti i collegi sardi», aggiunge Cocco. La capogruppo
del Misto, Anna Maria Busia, dice: «Discutiamo subito la doppia
preferenza. Poi è certo che ci siano altri problemi sulla legge
elettorale e molte cose andranno riviste».

I PASSAGGI Tutte le modifiche dovranno passare prima attraverso la
commissione Autonomia. «Abbiamo rimediato alla rappresentanza
femminile con la doppia preferenza di genere», dice il presidente
dell'organismo, Francesco Agus. Sulle altre modifiche «ci sono le
sentenze che suggeriscono le migliorie. Quando c'è la volontà
politica, le cose si fanno».

«VOTO PALESE» Nuovo affondo da parte del Coordinamento3-Donne di
Sardegna, che chiede un incontro con il presidente Ganau e i
capigruppo perché «assumano l'impegno che la votazione sulla doppia
preferenza di genere avvenga a voto palese».
Matteo Sau

Carta probabile successore
Ganga designato alla segreteria nazionale Cisl

Il suo impegno per la crescita e lo sviluppo dell'Isola non è certo
passato inosservato. Anzi. E così, dopo appena un anno dalla sua
elezione, il segretario regionale della Cisl, Ignazio Ganga, 56 anni,
nuorese, si appresta a lasciare la guida del sindacato nell'Isola per
assumere un prestigioso incarico a Roma. La segretaria generale
nazionale, Anna Maria Furlan, riferiscono fonti vicine al sindacato,
lo avrebbe designato come componente della segreteria nazionale
confederale. Se la notizia sarà confermata, Ganga, funzionario
dell'Inps e dirigente sindacale dal 1986, sarà il secondo dirigente
sardo della Cisl ad arrivare alla segretaria nazionale del sindacato.
Prima di lui, infatti, lo stesso riconoscimento aveva premiato il
lavoro di Antonio Uda, chiamato a Roma dall'allora segretario
nazionale Sergio D'Antoni nel 1999.

La nomina di Ganga a segretario confederale dovrà ora essere
ratificata dal voto del Consiglio nazionale, in programma a metà di
dicembre. Esperto in materia di lavoro, previdenza e pensioni,
verosimilmente è proprio in uno di questi settori che verrà chiamato a
dare il suo contributo nel nuovo incarico a Roma. La sua scelta non
sorprende. La stessa segretaria generale, il 24 ottobre del 2016,
all'indomani della elezione di Ganga con oltre il 90% dei voti alla
segreteria regionale (dopo che Oriana Putzolu era stata nominata a
Roma copresidente dell'Anolf, la struttura della Cisl che si occupa di
immigrazione) aveva già lasciato intendere un percorso importante per
il dirigente sardo. Con Ganga, aveva detto la Furlan, «il gruppo
dirigente della Cisl esce rafforzato sia a livello locale che
nazionale. E di questo c'è grande bisogno perché le istanze e le
vertenze sono tante e abbiamo necessità di impostare un grande lavoro
per la crescita».

Intanto si fanno già i primi nomi per il dopo-Ganga alla guida della
Cisl sarda. Gavino Carta, presidente provinciale della Cisl-Sassari, è
l'uomo in questo momento più accreditato. Cinquantadue anni, di Uri,
Carta ha alle spalle una lunga storia nella Cisl in Sardegna: oltre a
essere segretario provinciale è stato anche al vertice dei lavoratori
elettrici.

Mauro Madeddu

ALGHERO. Il Pd non entra in maggioranza ma assicura il sostegno
Mario Bruno è salvo: accordo nel centrosinistra

«Occorre guardare oltre la rottura del 2014. La priorità è il rilancio
dell'azione politico-programmatica». Con questo monito i partiti del
centrosinistra hanno ritrovato il senso di una alleanza che era venuta
meno tre anni fa. Messi da parte i rancori, adesso si può ricominciare
in vista di nuove sfide elettorali e, cosa più importante, il sindaco
Mario Bruno potrà finalmente ritirare le dimissioni: lo farà sabato,
nell'ultimo giorno utile.

GLI OBIETTIVI Il primo cittadino ha avuto tutte le garanzie del caso:
i numeri non gli mancheranno più nell'aula del Consiglio comunale. Il
Partito democratico, però, non entrerà formalmente in maggioranza.
Sarebbe chiedere troppo. Ma è come se lo fosse. Bruno potrà comunque
contare sul sostegno di una coalizione formata da forza politiche
autonomiste, di sinistra e moderate, «disponibili a condividere e
ridisegnare un progetto politico».

È questo in estrema sintesi l'esito
della riunione che si è svolta nei locali della sede del Partito
Democratico di Alghero. «Da parte di tutti è emersa la necessità di
superare le divisioni, mantenute in questi ultimi anni, e di guardare
tutti insieme e uniti alle importanti sfide elettorali dei prossimi
mesi a livello nazionale, regionale e locale», si legge in un
documento congiunto firmato da Partito Democratico, Partito dei Sardi,
Mdp-Campo progressista, Democratici per Alghero, Sinistra civica,
Lista per Alghero e Gruppo Misto.

Poi l'elenco degli argomenti da
portare in Consiglio quanto prima. Innanzitutto il Piano Urbanistico
comunale, in cima all'agenda. Poi la riscossione dei tributi, la
razionalizzazione degli immobili pubblici, la revisione profonda della
governance delle partecipate, «sono nodi imprescindibili per uno
sviluppo della città al servizio del nord-ovest dell'isola come lo
sono scelte strategiche sul modello di sviluppo e sugli strumenti
necessari, dal parco, al porto e all'aeroporto».

LA GIUNTA I nuovi alleati si impegneranno per l'approvazione di questi
importanti punti e non creeranno problemi nell'ordinaria
amministrazione. Pure gli attuali assessori dovrebbero essere
riconfermati, quindi Gavino Tanchis del Partito dei Sardi, Raniero
Selva per i Democratici per Alghero e Raimondo Cacciotto della lista
civica del sindaco.

A rischio Ornella Piras per la Sinistra civica. La
delega all'Urbanistica potrebbe andare a un professionista vicino al
Pd, mentre la donna giusta ai Servizi Sociali dovrebbe poterla
indicare Alessandro Nasone del Gruppo Misto. Sabato pomeriggio
conferenza stampa, nel quartiere generale del Pd di Alghero, in via
Mazzini, per suggellare il nuovo patto di ferro.
Caterina Fiori


NUORO. La segretaria provinciale prende il timone tra le polemiche
Pd, oggi investitura ufficiale di Maria Sedda

All'Euro hotel di Nuoro oggi alle 17 l'investitura ufficiale di Maria
Sedda alla segreteria provinciale del Pd. È sostenuta da tutte le
anime del partito, dall'asse forte Cucca-Deriu all'area Orlando. Fuori
gioco l'uscente Daniela Forma che ha esternato il suo dissenso su
Facebook: «Ho denunciato al responsabile organizzativo regionale
l'assenza di trasparenza e di informazione nella gestione congressuale
della federazione nuorese chiedendo un supplemento di attenzione. Ma
dal Pd regionale non ci si è scomposti di una virgola». La sua uscita
di scena coincide con l'intesa unitaria su Maria Sedda, già sindaca di
Ottana e assessore in Provincia: può contare sulla totalità dei 54
delegati dell'assemblea.

Sono Giuseppe Ciccolini, Roberto Deriu,
Valentino Carta, Francesca Zidda, Riccardo Corosu, Natascia Demurtas,
Francesco Manca, Alessia Anna Urrai, Mario Angioi, M. Letizia
Marongiu, Michele Cotzia, Lidia Porceddu, Enrico Piroddi, Tania
Corrias, Antonio Cambedda, Arianna Pala, Tonino Rocca, Tatiana Isoni,
Mario Patteri, Francesca Rosa Contu, Nicola Porcu, Graziella Lupinu,
Peppino Mureddu, M. Antonietta Corrias, Luigi Zurru, Antonietta Cossu,
Luca Deiana, Chiara Soro, Antonio Falchi, Anna Deriu, Antonio Mura, M.
Teresa Nieddu, Antonello Delogu, Alba Galante, Salvatore Fenu, Gonaria
Delogu, Francesco Licheri, Maria Gambioli, Tonino Loi, Franca Piga,
Giovanni Deiana, Gabriella Musina, Francesco Putzu, Andrea Pusci,
Umberto Puggioni, Vincenzo Floris, Giulia Delogu, Marco Cerina,
Daniela Sollai, Antonio Sedda, Costantino Tidu, Romano Cambedda,
Orazio Culeddu, Andrea Fadda.

La Nuova

Cisl, cambio al vertice Carta verso la segreteria

sindacato »la rivoluzione
di Claudio Zoccheddu
SASSARI Cambio al vertice della Cisl sarda. Anche se la sostituzione,
per il momento, non è stata confermata (ma nemmeno smentita) dai
diretti interessati e dal sindacato. L'avvicendamento al timone della
segreteria regionale sembra cosa fatta e i rumors di qualche giorno fa
lasciano spazio a un ipotesi che si rafforza con il passere delle ore.
Ignazio Ganga, segretario regionale in carica da appena un anno,
lascerebbe il posto a Gavino Carta, fresco di nomina - datata primo
aprile 2017 - per le terza volta consecutiva alla segreteria
territoriale di Sassari. Un avvicendamento che parte da lontano perché
l'impegno di Ignazio Ganga tra le file del sindacato cattolico non
sarebbe terminato. Anzi. Il domino della cariche, infatti, sarebbe
stato innescato da una richiesta arrivata direttamente dal segretario
nazionale Annamaria Furlan.

Proprio il numero uno del sindacato
avrebbe indicato il nome di Ignazio Ganga come futuro componente della
segreteria federale.Un impegno che, ovviamente, non è compatibile con
la carica di segretario regionale che Ganga sarebbe pronto a lasciare
proprio a Gavino Carta. Le grandi manovre che stanno movimentando
l'autunno del sindacato non sono passate inosservate ma non hanno
trovato conferme nei vertici del sindacato che non hanno alcuna
intenzione di sfuggire alla consegna del silenzio che ha congelato le
relazioni con l'esterno. Ganga non parla e Carta segue l'esempio di
quello che sembra destinato a diventare l'ex segretario regionale. Il
motivo del silenzio potrebbe essere nascosto tra le pagine del
regolamento del sindacato confederale.

Il processo che porterebbe
Ganga da Cagliari a Roma è ancora in divenire e sulle scrivanie della
segreteria confederale e di quella regionale non sono arrivate le
nuove direttive per il semplice fatto che non sono ancora state
firmate. Nonostante l'endorsement arrivato direttamente da Annamaria
Furlan, l'arrivo di Ignazio Ganga nella segreteria confederale dovrà
essere deciso da una votazione. Sarà infatti il Consiglio generale
della Cisl Nazionale, con una votazione a scrutinio segreto, a
decidere a maggioranza se l'indicazione del segretario nazionale possa
essere tradotta in un fatto concreto che scatenerebbe il gran ballo
degli incarichi delle segreterie regionali e territoriali dell'isola.
Un'incertezza che motiva il silenzio dei protagonisti della vicenda
che non possono fare altro che attendere le direttive del Consiglio
nazionale prima di uscire allo scoperto. 

Nel caso dovessero essere confermate tutte le indiscrezioni ,
 Ignazio Ganga seguirebbe lo stesso
tragitto precorso da Oriana Putzolu, l'ex segretario generale della
Cisl sarda che aveva lasciato il posto proprio a Ignazio Ganga prima
di accettare l'incarico di presidente dell'Anolf, un'associazione
nazionale della Cisl che si occupa di immigrazione e di promuovere "la
crescita dell'amicizia e della fratellanza tra i popoli, nello spirito
della Costituzione italiana". Il trasferimento diretto di Ignazio
Ganga dalla plancia di comando della segreteria regionale a quella
nazionale, dove si dovrebbe occupare di previdenza e pubblico impiego,
ha invece un solo precedente nella Cisl Sarda. Il primo era stato
Antonio Uda, sindacalista di Bortigali, che era stato convocato a Roma
dall'allora segretario nazionale Sergio D'Antoni nel 1997 quando
proprio D'Antoni aveva scatenato un terremoto nel sindacato cattolico
nato nel 1950 da una costola della Cgil rimuovendo quattro segretari
confederali e sostituendoli con altrettanti segretari regionali tra
cui, oltre Antonio Uda, figurava anche Savino Pezzotta che rilevò
proprio D'Antoni alla guida del sindacato nel 2000.

Bruno riparte dal centrosinistra
Crisi chiusa con un documento nel quale la nuova maggioranza detta la
linea al primo cittadino

di Gian Mario Sias
ALGHEROUn "archistar" per il Puc e tutta la strategia urbanistica, un
assessore in grado di interpretare la visione dem dello sviluppo di
Alghero, una governance completamente rivisitata delle partecipate,
alle quali va data una nuova missione più che un nuovo management. Non
è un commissariamento, ma qualcosa di simile. Il sindaco di Alghero,
Mario Bruno, resta in sella: in fondo è quello che voleva per portare
a compimento il mandato. Ritorna nel Pd, pure, e voleva anche questo
per il "dopo Porta Terra". Ma il documento licenziato ieri dalle forze
del centrosinistra, Pd incluso, suona come un avvertimento lanciato da
via Mazzini alla volta di Bruno. «O si fa come diciamo noi, o salta
tutto», è il senso del messaggio.

Il Pd non farà nomi - né per la
giunta, né per il sottogoverno - ma vorrà partecipare attivamente
all'agenda politica, fissare le priorità e il cronoprogramma. In
cambio, Bruno potrà proseguire nella sua missione principale:
l'internazionalizzazione dell'immagine di Alghero e la costruzione di
una destinazione "quattro stagioni". Per certi versi, l'accordo
rappresenta una sfida entusiasmante, ma l'impressione è che il patto
di non belligeranza sia appeso a un filo. Partito Democratico, Partito
dei sardi, Mdp - Campo progressista, Democratici per Alghero, Sinistra
civica, Lista per Alghero e Gruppo misto di maggioranza devono fare un
monumento al pool di linguisti che ieri, a 48 ore dalla riunione che
ha sancito la fine della crisi, ha licenziato un documento che è un
vero capolavoro. Via le parole "appoggio esterno" e "fallimento", che
non piacciono a Bruno e ai suoi, via le parole "ingresso in
maggioranza" e "coalizione di governo", che al momento non
appartengono al vocabolario dei democratici algheresi. Per tutti la
priorità è «il rilancio dell'azione politica e programmatica» ed è ora
di «guardare oltre la rottura del 2014».

Tra l'altro la «forte volontà
di rilancio dell'azione politica della coalizione di centrosinistra e
indipendentista democratica» è una «apertura alle forze politiche
autonomiste, di sinistra e moderate disposte a condividere e
ridisegnare un progetto politico». Ma c'è un però: il tavolo per la
ricostruzione del centrosinistra cittadino «prende atto
dell'insuccesso dell'alleanza politica scaturita dalle elezioni del
2014 e dalla conclusione dell'esperienza che vedeva insieme forze
politiche di sinistra, liste civiche, Udc e Upc». «Oggi ci sono le
condizioni perché, con il contributo di tutte le forze politiche e
civiche che si riconoscono nel centrosinistra indipendentista
democratico, ci sia una responsabilità comune e un rilancio
dell'azione politica e programmatica dell'amministrazione comunale», è
l'artifizio lessicale usato con maestria per non parlare né di nuova
maggioranza né di alleanze variabili.

«Fondamentale è partire dalla
condivisione programmatica», dicono le forze del centrosinistra "work
in progress". Così urbanistica, partecipate, riscossioni e
razionalizzazione degli immobili pubblici diventano «nodi
imprescindibili per uno sviluppo della città al servizio del Nord
Ovest dell'isola», per un «rilancio economico e sociale di Alghero,
che può e deve diventare un centro strategico per lo sviluppo
dell'intero territorio». Certo, «tutto ciò può avvenire meglio se a
governare la città nel proseguo della legislatura vi sarà un sindaco
con una maggioranza politica in consiglio comunale», motivo per cui «è
stato chiesto al sindaco di valutare il ritiro delle dimissioni in
quanto modificato il quadro politico che le ha generate». Ma
l'ingresso in maggioranza, per il Pd, è un piatto che va servito
freddo. Come la vendetta.

La riforma ospedaliera sotto la lente del ministero

sanità
CAGLIARI
Il dossier è stato inviato. La riorganizzazione degli ospedali è sul
tavolo del ministero della salute. Fra un mese o poco meno, i tecnici
del governo faranno sapere se la mappa, dai reparti ai posti letto,
può ottenere il via libera. I criteri nazionali erano molto rigidi, il
Consiglio regionale li ha adattati alla Sardegna e le deroghe sono
state diverse. A parte l'aggettivo per Nuoro, rinforzato, per essere a
un passo dal secondo livello, e qualcosa di simile a favore di
Lanusei, sarà qualcosa in più di un ospedale "base", la
ristrutturazione della Rete ha tenuto conto soprattutto delle diverse
esigenze in ognuna delle otto macro aree amministrate dall'Asl unica.
Ma anche del ruolo che quelle autonome - il Brotzu e le Aziende miste
di Sassari e Cagliari - dovranno avere nel sistema sanitario. Subito
dopo l'approvazione del Consiglio, il 24 ottobre, l'assessore ala
sanità Luigi Arru aveva detto: «Sono fiducioso Il parere del ministero
sarà positivo, perché, prove alle mano, dimostreremo che non ci sono
state decisioni immotivate.

Tutte hanno una loro logica all'interno
della Rete». Negli uffici dell'assessorato, l'ottimismo di poche
settimane fa è rimasto lo stesso. Al massimo qualcuno ipotizza «la
richiesta romana di piccole correzioni», che se dovessero arrivare
saranno discusse in Consiglio regionale.Bacino d'utenza. È soprattutto
sul numero di abitanti intorno a ciascun ospedale pubblico, sono
ventinove, che il ministero verificherà quante e di che tipo sono
state le variazioni. Oltre a quello dell'Ogliastra, il cui potenziale
è di fatto molto ristretto, qualche rischio potrebbe esserci per
l'accoppiata Alghero-Ozieri, che pur essendo vicina all'ospedale
capofila, l'Azienda mista di Sassari, avrà un reparto autonomo di rianimazione.

Ma Alghero-Ozieri, come l'Ogliastra, hanno dalla loro
l'aumento secco della popolazione nei mesi estivi e di questo
particolare il ministro dovrà tenerne conto. Qualche rischio
potrebbero corrererlo gli ospedali delle zone disagiate: Bosa, Isili,
Muravera, La Maddalena e Sorgono. Ciascuno avrà un suo reparto di
chirurgia generale, mentre da sempre il ministero sostiene che le sale
operatorie dovrebbero essere il meno possibile. Ma anche in questo
caso la Sardegna ha dalla sua «le innegabili difficoltà» che esistono
nei collegamenti interni, dalle strade agli autobus o ai treni. 

È possibile che Roma poi studi con attenzione il caso del punto nascita
di La Maddalena, di fatto riaperto dal Consiglio, ma la sinergia
evidente costruita con il Giovanni Paolo II di Olbia dovrebbe metterlo
al sicuro da ogni possibile contestazione.Posti letto. Il riequilibrio
fra posti letto per acuti e post acuti, sollecitato più volte dal
ministero alle Regioni, in Sardegna c'è stato. Il numero totale è
sceso a 5.790, nel rispetto dei parametri nazionali: 3,7 ogni mille
abitanti. Resta da capire come saranno pesati dai tecnici i 204 posti
letto messi comunque a disposizione del Mater Olbia, anche se
l'ospedale privato del Qatar è ancora un cantiere. Edilizia sanitaria.
Appena arriverà il via libera del ministero, la Regione avrà a
disposizione 250 milioni, sono fermi da anni, per ristrutturare gli
ospedali pubblici e costruire quello nuovo di San Gavino

Psd'Az: noi nel polo nazionalitario-Il consigliere regionale Angelo
Carta dà un indicazione al suo partito

CAGLIARINiente più equilibrismi, il Psd'Az «deve schierarsi a favore
di un polo nazionalitario sin dalle prossime elezioni politiche». A
scriverlo su Facebook è Angelo Carta, capogruppo dei sardisti in
Consiglio regionale. «A pochi mesi dalla scadenza per il rinnovo della
Camera e del Senato e a poco più di un anno dalle elezioni regionali -
scrive - il Psd'Az strizza l'occhio a destra e a sinistra, ammiccando
la mattina con quel partito, il pomeriggio con quell'altro. Mi chiedo
cosa impedisca invece al Psd'az di schierarsi apertamente insieme a
tutte le altre forze d'ispirazione sardista». Quello di Carta è nei
fatti è un appello alla direzione del partito, col segretario
Christian Solinas i rapporti sono ancora complicati, perché si decida.
«Non si può' negare - scrive Carta - che, anche all'indomani della
vicenda Catalana e del referendum lombardo-veneto, nella società in
generale stia prevalendo una volontà di autodeterminazione che mai si
erano manifestata con questa dirompenza».

Per questo «alla soglia di
celebrare i cent'anni, primato unico in Italia, il Psd'Az oggi deve
porsi come pietra angolare per qualunque aggregazione di forze che si
riconoscono nel programma e negli ideali sardisti». Per proseguire:
«Negli ultimi 20 anni, abbiamo eletto o nominato consiglieri
regionali, assessori regionali, sindaci e consiglieri regionali,
presidenze e consigli di amministrazione. Mai però siamo riusciti a
far prevalere le nostre rivendicazioni, che poi sono quelle di tutti i
sardi: zona franca, lotta alle servitù militari, continuità
territoriale, lingua, cultura». Con un ultimo e deciso affondo: «Oggi
dobbiamo riuscire ad andare oltre il risultato del momento, legato al
candidato col suo pacchetto di voti e non possiamo più soddisfare solo
le ambizioni personali di potere e continuare a galleggiare.
Probabilmente si cercherà di azzeccare la coalizione vincente, come si
e' fatto spesso, quasi come giocare al lotto per vincere il massimo,
salvo poi accontentarsi del premio di consolazione. Questa volta -
conclude Carta - il banco vincente può essere davvero il Psd'Az».

Federico Marini

skype: federico1970ca

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