martedì 14 novembre 2017

Rassegna stampa 14 Novembre 2017

La Nuova

Chiesto il rinvio a giudizio per 30 del centrosinistra Gli ex consiglieri regionali sono tutti accusati di peculato continuato Inchiesta chiusa dopo un supplemento di indagine richiesta dal pm Cocco.

Arriva la richiesta di rinvio a giudizio per altri trenta consiglieri ed ex consiglieri regionali del centrosinistra, accusati di peculato continuato per aver incassato e speso senza un rendiconto regolare i fondi del gruppo di appartenenza nella legislatura 2004-2009, quella presieduta da Renato Soru.

L'inchiesta su quest'ennesimo elenco di onorevoli era stata chiusa a dicembre del 2015, ma prima di mandare il fascicolo all'ufficio del gup per chiedere l'udienza preliminare il pm Marco Cocco ha chiesto alla sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri, coordinata dal colonnello Gavino Asquer una lunga serie di approfondimenti, utili per verificare il contenuto delle memorie difensive arrivate all'ufficio dopo la pubblicazione degli atti d'indagine.

È stato un lavoro lungo e complesso, che si è sovrapposto agli impegni di Carabinieri e Guardia di Finanza legati agli altri rami dell'ormai gigantesca inchiesta giudiziaria sui fondi ai gruppi, che coinvolge oltre cento posizioni con alcuni indagati coinvolti in più procedimenti. Rispetto al primo elenco di nomi la situazione del gruppo - che all'origine comprendeva Democrazia e Libertà, Pd, l'Ulivo e la Margherita - è cambiata di poco: gli indagati erano 33, successivamente la Procura ha stralciato la posizione di Francesca Barracciu e ha chiesto l'archiviazione di alcuni ex consiglieri, inserendone altri.

L'accusa è la stessa per tutti: l'aver percepito, appropriandosene, somme di denaro destinate all'attività istituzionale del gruppo di riferimento, senza che le spese documentate dagli investigatori siano state giustificate. La data dell'udienza preliminare non è stata ancora fissata.

Ecco l'elenco degli imputati, tra parentesi la somma di cui devono rispondere: Antonio Biancu (96.816 euro), Giuseppe Cuccu (170.084), Mariuccia Cocco (48.000), Giovanni Giagu (23.600), Francesco Sabatini (56.000), Simonetta Sanna (42.000), Giommaria Uggias (28.000), Carmelo Cachia (35.000), Gavino Manca (52.000), Siro Marrocu (174.567), Antonio Ignazio Calledda (275.517), Angelina Corrias (79.911), Vincenzo Floris (82.087), Tarcisio Agus (4509), Beniamino Scarpa (25.020), Giuseppe Matteo Pirisi (78.298), Renato Cugini (70.395), Silvio Bachisio Lai (81.585), Giovanni Battista Orrù (80.181), Giacomo Spissu (79.262), Alberto Sanna (83.607), Nazareno Pacifico (94164), Salvatore Mattana (79.366), Mario Bruno (116.449), Gianluigi Gessa (42.726), Elia Corda (39.386), Alessandro Frau (54.737), Stefano Pinna (42.915), Antonio Chicco Porcu (172.173) e Giovanni Tocco (17.000).

Venti degli impuntati sono difesi dall'avvocato Guido Manca Bitti, gli altri da Benedetto Ballero, Francesco Macis, Angelo Nanni, Nicola Littarru, Massimiliano Ravenna, Maurizio Scarparo e Guendalina Garau.

Mauro Lissia

Politiche, Berlusconi detta la linea nell'isola Il blocco del centrodestra tratta con il Psd'Az. Certe le candidature di Cappellacci, Pittalis e Fasolino

CAGLIARI Berlusconi ha deciso: in Sardegna, come nelle altre regioni,
il centrodestra alle elezioni politiche dovrà presentarsi per forza
compatto. Forte della vittoria nelle regionali siciliane dove «tutti
abbiamo corso insieme per fermare Cinque Stelle e centrosinistra», il
Cavaliere - sabato e domenica era a Villa Certosa - l'ha ripetuto
anche ai notabili sardi di Forza Italia: Ugo Cappellacci, Salvatore
Ciccu e Settimo Nizzi. «Dobbiamo stare tutti insieme», è l'ultimo
messaggio arrivato da Berlusconi. Così, in Sardegna, la coalizione
sarà composta oltre che da Forza Italia, Fdi-An e Lega, anche dai
centristi dell'Udc, dai Riformatori che confluiranno nel movimento di
Fitto «Direzione Italia», dalla Dc di Rotondi e da Energie per
l'Italia capeggiato da Stefano Parisi.

È possibile ma non è detto
anche un'alleanza con il Psd'Az, impegnato in diverse trattative da
una parte all'altra, ma pare in un confronto abbastanza avanzato con
«Rinascimento», il movimento fondato da Vittorio Sgarbi e Giulio
Tremonti. Trattativa, tra l'altro, contestata apertamente da Angelo
Carta, capogruppo sardista in Consiglio regionale. «Il segretario
Christian Solinas - ha detto - non può disporre del partito come se
fosse cosa sua. Ogni scelta dovrà passare prima per il Consiglio
nazionale». Per tornare al centrodestra, con Berlusconi i tre big
regionali, incontrati separatamente, non avrebbero parlato ancora di
nomi da candidare nel 2018, ma più che altro delle possibile
strategie. Per il Cavaliere la coalizione va tenuta assieme il più
possibile, anche a costo di qualche sacrificio importante fra gli
aspiranti parlamentari in uno dei sei collegi uninominali per la
Camera e nei tre per il Senato.

I candidati sicuri per l'alleanza, nel
maggioritario, dovrebbero essere Ugo Cappellacci nel collegio Cagliari
metropolitana, Pietro Pittalis in quello Nuoro-Ogliastra, Marco Tedde
per Sassari-Alghero o Settimo Nizzi in Gallura, che per ora partono
alla pari. Gli altri tre posti nell'uninominale potrebbero andare
invece agli alleati: il Sulcis all'Udc, uno fra Nuoro e Sassari a
Fdi-An, mentre su Oristano i Riformatori sarebbero davanti al resto
della pattuglia. Ben diverso, sarà il discorso per il proporzionale
alla Camera, dove ogni gruppo presenterà la sua lista bloccata e, a
quel punto, Forza Italia aspetta di sapere se i collegi in Sardegna
saranno due o tre.

Nel primo caso, con l'isola spaccata a metà,
Cappellacci e Alessandra Zedda potrebbero guidare il listino
Cagliari-Oristano, Pittalis o Nizzi quello Sassari-Nuoro. Se i collegi
fossero invece tre, Nord, Centro e Sud, Forza Italia potrebbe scendere
in campo con questi capolista: Cappellacci, Pittalis e Giuseppe
Fasolino. Al Senato un dei tre collegi uninominali sarebbe di sicuro
per l'uscente Emilio Floris, dovrebbe essere Cagliari, e lui potrebbe
essere anche il capolista di Fi nel proporzionale. Gli altri due
collegi, meno sicuri, invece potrebbero essere assegnati agli alleati.
Però sui nomi tutti i giochi sono ancora aperti, l'importante è che
«non ci siano diserzioni nel centrodestra», ha ribadito Berlusconi nel
saluto finale.

Nel 2018 Mdp, Possibile e SI insieme alla ricerca di un dialogo anche col Pd
Sinistra: prove elettorali di unità

CAGLIARI Di sicuro insieme, nelle elezioni politiche del 2018, vicino
o lontano dal Pd è ancora tutto da decidere. Articolo 1-Mdp, Sinistra
Italiana e movimento Possibile anche in Sardegna hanno cominciato quel
percorso comune che, all'inizio di dicembre, dovrebbe concludersi con
il nome del nuovo soggetto politico. In cui si ritroverà «una sinistra
vera, civica e diversa». Quella che per ora vuole stare lontana, poi
si vedrà, dal Pd di Renzi e dal governo Gentiloni: «Da una parte e
dall'altra non c'è davvero nulla di sinistra, e se non cambiano i
programmi, noi non possiamo stare con loro», ha detto Yuri Marcialis,
coordinatore di Articolo 1-Mdp.

Meglio cominciare a pensare di
mettersi in proprio, così dal 19 novembre i tre movimenti hanno
organizzato le loro assemblee territoriali, poi a fine mese si
ritroveranno per eleggere i delegati regionali che parteciperanno alla
riunione del 2 dicembre, a Roma, in cui nascerà qualcosa di nuovo. «È
questa la strada che ci ha chiesto di avviare e percorrere in fretta
il popolo della sinistra, che si è allontanato dalla politica: si è
sentito tradito. Oppure non riesce proprio, e come potrebbe, di avere
a che fare con questo Partito democratico», ha sottolineato Thomas
Castangia, portavoce di Possibile, il movimento dei Civatiani.

«Dobbiamo ridare centralità a quei temi che in questi anni renziani -
ha aggiunto Antonello Licheri, segretario di Sinistra Italiana - sono
stati triturati, maciullati da presunte alleanze di centrosinistra: il
lavoro, basta per esempio con le storture del Jobs act, e poi va
rilanciata la lotta allo sfruttamento e alle disuguaglianze. C'è anche
la Costituzione: va rispettata, non stravolta da chi ha o crede di
avere la maggioranza». La nuova Sinistra ha un obiettivo: governare.
«Non partiamo certo battuti - ha detto Marcialis - Sappiamo che in
giro c'è un nuovo fermento politico e sociale che, in quest'ultima
stagione s'è sentito imbottigliato dalle troppe, esasperate strategie
di palazzo, ma ora vuole riconquistare visibilità». Resta il grande
quesito: con chi governare?

Potrebbe essere con il Campo progressista,
che però sembra avvicinarsi sempre più al Pd, e anche con i
Democratici, «ma non possono essere certo quelli che oggi sono alla
guida della segreteria e di Palazzo Chigi». Perché - secondo i tre
movimenti - «c'è una maggioranza, in Parlamento, che è sostenuta da
partiti che sono dichiaratamente di destra, altro che centrosinistra,
e con quelli mai la sinistra potrà andare». Le elezioni regionali in
Sicilia - è stata un'altra analisi - hanno confermato che «c'è uno
spazio ed è importante per i nostri movimenti», anche se poi a vincere
sono stati altri. «Certo, ma una Sinistra unita è il nostro traguardo
nel 2018. Poi vedremo se il Pd cambierà pelle e si metterà finalmente
alle spalle la stagione del renzismo devastante».

Continuità, Soru: «Errore la tariffa unica» L'eurodeputato: «Ora dobbiamo far ripartire la Ct2». L'assessore Careddu: «Presto i nuovi bandi»

CAGLIARIL'Europa ha detto che la continuità aerea territoriale sognata
dai sardi è impossibile. Renato Soru, europarlamentare del Pd, ha
commentato: «Lo sapevamo, ma abbiamo insistito con la tariffa unica ed
è stato un errore. Avessimo parlato più spesso fra noi (intendendo la
maggioranza al governo della Regione) non ci troveremo in questa
situazione a rischio». È stata questa, in estrema sintesi, la
conclusione dell'ex governatore nel convegno sui trasporti,
organizzato dal suo movimento «SardegnaEuropa».

Ma non ha insistito
nell'affondare i colpi su un passato - l'assessore ai trasporti era
Massimo Deiana - che mai ha condiviso, perché «abbiamo sovrapposto il
diritto alla nostra mobilità, innegabile, con gli incentivi per il
turismo» che sono ben altra cosa. «Però ora - ha aggiunto - abbiamo la
strada spianata, perché Bruxelles ci ha detto fino a scriverlo in una
lettera, cos'è possibile e quello che è impossibile fare». La tariffa
unica, residente e non residenti, per troppi mesi in un anno è
impraticabile. «È un'alterazione del mercato», ha aggiunto Soru, per
dire subito dopo: «Poco importa che sia doppia o tripla rispetto a
quella dei sardi, comunque dev'essere differenziata e non solo nei
mesi estivi».

Ad ascoltarlo il quasi neo assessore ai trasporti Carlo
Careddu, che ha confermato: «Siamo impegnati in una difficile
trattativa con l'Europa, ma nei nuovi bandi, visto che gli altri sono
stati bocciati, raccoglieremo tutti i suggerimenti che ci sono
arrivati dalla Commissione europea». Soru lo ha incalzato: «Mi
raccomando, non fissiamoci neanche che esista solo la Ct1 per Roma e
Milano, diversifichiamo, facciamo ripartire il sistema della Ct2 verso
gli altri aeroporti. I due modelli devono viaggiare assieme e quando
abbiamo abbandonato il secondo, questo errore è stato pagato caro
dall'intero sistema».

Careddu ha confermato che «i tempi per
ripubblicare i bandi saranno brevi e, nel frattempo, siamo al sicuro
con la proroga». Nel convegno, coordinato da Italo Meloni, c'è stato
anche lo spazio per affrontare la continuità territoriale marittima.
Presente l'amministratore delegato di Tirrenia, Massimo Mura, è stato
il deputato del Pd Francesco Sanna a ricordare: «La convenzione è in
scadenza fra meno di tre anni e in Parlamento è ferma una proposta di
legge che dà alla Regione ben altro ruolo e di fatto prevede una gara
europea per assegnare le rotte».

Quindi non più quel monopolio, con
tanto d'incentivi dello Stato a favore della Tirrenia, ma - ha detto
Soru - «dobbiamo accelerare subito il confronto con lo Stato, perché
non possiamo rinunciare a un servizio essenziale che garantisce, come
ha ricordato Alberto Scanu di Confindustria, il 45 per cento del
traffico». O altrimenti, com'è accaduto con la continuità aerea,
«saremo di nuovo in emergenza e un'isola sui trasporti deve avere
certezze, non inseguire sogni irrealizzabili».

Unione sarda

Sinistra sarda, prove di convergenza Avviato il progetto comune di Art 1-Mdp, Possibile e SI in vista delle prossime Politiche

Una sinistra nuova, civica, diversa, in grado di parlare anche a chi
non vota più per disaffezione o ha scelto di andare con Grillo. È
quello che vogliono creare insieme Art 1-Mdp, Possibile e Sinistra
Italiana. Anche in Sardegna, dove ieri i segretari Yuri Marcialis
(Mdp), Thomas Castangia (Possibile) e Antonello Licheri (SI), hanno
illustrato il percorso unitario verso la costituzione di un programma
comune da discutere il 2 dicembre in un'assemblea nazionale
rappresentativa.

Non resta tanto tempo. Fino al 19 novembre è previsto un ciclo di
assemblee territoriali dei singoli movimenti, che poi s'incontreranno
il 24, 25 e 26 novembre in assemblee unitarie. Il 2 dicembre i tempi
saranno già maturi per dare un nome comune alla lista che raggrupperà
i tre movimenti in vista delle elezioni politiche. Sarà il nome del
nuovo soggetto politico di sinistra.

«Si tratta di un percorso unitario che sarà portato a termine in
Sardegna come in tutta Italia», ha spiegato Marcialis. Si parte dai
territori, dunque, «e dalla tradizione civica», sottolinea l'assessore
allo Sport del Comune di Cagliari, «guardando anche al mondo
ambientalista e del volontariato. Finalmente facciamo sintesi», ha
detto Castangia, segretario sardo di Possibile, il movimento che fa
capo a Pippo Civati.

«Ridare centralità al lavoro, combattere lo sfruttamento e le
disuguaglianze, sono i tre punti che distingueranno il programma», ha
concluso l'esponente di Sinistra Italiana, Antonello Licheri. La
costituzione della nuova lista viene lanciata il giorno dopo l'appello
del leader del Campo Progressista, Giuliano Pisapia, a un
centrosinistra unito. Ma i sardi di Mdp, Possibile ed SI sembrano
guardare con più interesse alla posizione dell'altra esponente Cp, la
presidente della Camera Laura Boldrini, in particolare alla sua presa
d'atto dell'impossibilità di una coalizione col Pd.
Roberto Murgia

PSD'AZ. Carta polemico «Ma l'alleanza con Sgarbi è solo una sciocchezza»

Solo un'enorme sciocchezza. Angelo Carta usa questi termini per
definire l'ipotesi di alleanza, in vista delle politiche, del Psd'Az
di cui è capogruppo in Consiglio regionale, con Rinascimento italiano,
movimento che fa riferimento a Vittorio Sgarbi e all'ex ministro
dell'Economia Giulio Tremonti. «Con le videoconferenze non si chiudono
alleanze ma si può distruggere il Partito», ha detto ieri il
capogruppo dei Quattro mori in Consiglio, riferendosi all'incontro di
sabato a Sassari tra il segretario nazionale, Christian Solinas, e il
coordinatore di Rinascimento Paolo Naccarato. I due prima hanno reso
omaggio a Francesco Cossiga al cimitero monumentale, poi si sono
collegati in videoconferenza con Tremonti e con Sgarbi, già ospite dei
sardisti al convegno “La nostra Sardegna” il 22 ottobre scorso a
Villagrande Strisaili. «Il Consiglio Nazionale del partito non ha mai
discusso di alleanze - ha precisato ieri Carta - né di quella con la
Base di Efisio Arbau e tanto meno di questa ipotizzata con
Rinascimento». D'altra parte, ha aggiunto, «è inverosimile che il
Psd'Az possa affiancarsi a Sgarbi e Tremonti per costruire qualcosa di
utile per i sardi». Secondo il vertice di sabato, esisterebbe un patto
sulla base di un programma che recepisce le principali questioni che
riguardano l'Isola.

Il capogruppo sardista ha lanciato un appello a Salvatore Giaccu che,
dopo le dimissioni di Giovanni Columbu, svolge le funzioni di
presidente del Partito: «Convochi subito il Consiglio Nazionale, è lui
che deve garantire ai sardisti la possibilità di confrontarsi e
discutere su tutto». (ro. mu.)

LEGGE ELETTORALE. La doppia preferenza oggi in Aula Parità di genere, l'ora della svolt
Testo di daue articoli: pressing delle associazioni, l'ombra del voto segreto

È il giorno della verità. Quattro anni fa - era il novembre 2013 - la
doppia preferenza di genere venne bocciata dal Consiglio regionale con
il voto segreto. Oggi ritorna in Aula come stralcio da inserire
direttamente nella legge elettorale. Nulla impedisce il ricorso al
voto segreto, ma è altamente improbabile soprattutto perché stavolta è
stata la conferenza dei capigruppo a decidere per l'approdo del testo.

LISTE ALLA PARI Ma c'è di più: Pietro Cocco (Pd) ha anche parlato
della necessità di prevedere anche la parità di genere nella
compilazione delle liste che dovrà essere garantita per il 50 per
cento. Su questo passaggio esiste già un emendamento presentato dal
capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis e il presidente della
commissione Autonomia, Francesco Agus, ha fatto sapere che nel merito
si sta predisponendo un emendamento di sintesi che sarà portato in
Aula. Oggi molto probabilmente sarà votata anche questa proposta di
modifica.

DUE ARTICOLI Il testo licenziato il 28 settembre scorso dalla prima
commissione (con i soli voti contrari dei sardisti Gennaro Fuoco e
Marcello Orrù) ha due articoli, il primo recepisce una proposta di
legge di Anna Maria Busia (Campo Progressista) e riguarda
l'inserimento secco del doppio voto, l'altro una proposta di
Gianfranco Congiu (Partito dei Sardi) e prevede che «nel caso di lista
circoscrizionale con due soli candidati devono essere rappresentati
entrambi i generi». Se l'operazione va in porto. ogni elettore sardo
avrà diritto a esprimere due preferenze, e magari alle prossime
regionali le elette non saranno più 4 come nel 2014, ma molte di più.

CONSIGLIERE FIDUCIOSE Le quattro consigliere - Anna Maria Busia (Campo
progressista), Daniela Forma (Pd), Rossella Pinna (Pd) e Alessandra
Zedda (Forza Italia) - sono fiduciose per «la consapevolezza che
trasversalmente, in seno alla maggioranza e all'opposizione, si
respira rispetto all'urgenza di promuovere condizioni di parità, e poi
questo meccanismo ha già dato ottimi risultati dove applicato».

PRESSING DELLE ASSOCIAZIONI La nuova consapevolezza acquisita è merito
anche del pressing delle associazioni che hanno sposato la causa.
Movimenti come Heminas, Coordinamento 3 - Donne di Sardegna, Meglio in
due, gli stessi che, anche per oggi, invitano a non abbassare la
guardia. «No al voto segreto e no ad altri giochi, la Sardegna vi
osserva», è il monito lanciato ieri dalle coordinatrici di Meglio in
due. «Non possiamo permetterci un altro 2013, un'altra richiesta di
voto segreto, altri giochi al rinvio magari per allungare i tempi o
strategie simili. Dalle parole si deve passare ai fatti e quindi
votare lo stralcio in modo palese - scrivono in una nota - il percorso
è stato lungo e tortuoso ma non ci siamo mai arrese. Saremo lì ad
osservare e insieme a noi ci saranno gli oltre 200 Comuni, i gruppi e
le associazioni che hanno aderito alla battaglia».
Roberto Murgia

E la Direzione Pd applaude. Né veti né abiure: Renzi punta all'alleanza ampia

ROMA Nessuna abiura sui provedimenti adottati dal suo governo ma
neppure veti su sigle e interlocutori per costruire a coalizione «più
ampia possibile». Nella Direzione del Pd Matteo Renzi traccia il
perimetro delle alleanze che i dem dovranno tenere insieme: dai
moderati fino a Sinistra Italiana e ai bersaniani di Mdp passando per
Campo progressista di Pisapia, Verdi, ciò che resta di Italia dei
Valori, Radicali italiani di Magi e Bonino e socialisti.

L'obiettivo è «essere il primo gruppo parlamentare della prossima
legislatura», spiega dopo un ragionamento che parte dal suo governo:
«Non faremo passi indietro sulla rivendicazione del passato», e «chi
fa richieste di abiura non si rende conto che il Paese era in crisi
profonda». Renzi difende il JobsAct, gli 80 euro e la politica sui
migranti (e quindi Marco Minniti): «Ci sono stati errori, ma le cose
che sono state fatte hanno migliorato il Paese».

Poi il segretario cambia prospettiva: «Il futuro è una pagina bianca»
e «se vogliamo fare una discussione seria, il Pd c'è. Gli insulti che
ho ricevuto non valgono, dobbiamo ragionare e guardare avanti».
Quindi, il passo più atteso: «Non sarà il Pd a mettere paletti ad una
coalizione più larga possibile».

La relazione passa senza voti contrari, col sì di un critico come
Gianni Cuperlo e «l'applauso convinto» dell'alleato-concorrente Dario
Franceschini, ma si astengono i 15 componenti della Direzione che
fanno capo al ministro della Giustizia Andrea Orlando, che nel suo
intervento ammoniva: «Dobbiamo dire qual è esattamente il terreno e
quali sono i tempi, non restare nel vago».

IL REPORT. Cagliari-Rifiuti e acqua, città bocciata Le pagelle di Legambiente sui Comuni verdi d'Italia: Cagliari a metà classifica Ok i dati sul trasporto pubblico ma la qualità dell'aria non va

Bocciata nella gestione dei rifiuti e dell'acqua, rimandata per la
qualità dell'aria, promossa su mobilità e trasporto pubblico. Le
pagelle verdi stilate nell'ultimo rapporto “Ecosistema urbano” da
Legambiente e Ambiente Italia, non sorridono del tutto a Cagliari. Il
capoluogo sardo conquista infatti un anonimo 52esimo posto nella
classifica generale delle città più green d'Italia, lontana da
Oristano (decima) e Nuoro (36esima) e avanti solo a Sassari (53esima).
Un risultato abbastanza deludente se si considera che
l'amministrazione guidata da Massimo Zedda, in sella da 6 anni, ha
fatto dell'ecosostenibilità una della sue bandiere.

LE CRITICITÀ L'indagine si basa su 16 parametri divisi per macro aree.
A incidere negativamente sul risultato finale sono in primis l'elevata
produzione di rifiuti e la bassa percentuale di differenziata (ferma
al 29,2%), dove Cagliari - in attesa che entri a regime il nuovo
appalto e soprattutto il porta a porta - occupa rispettivamente la
76esima e la 84esima posizione. Male anche la gestione delle acque, su
cui pesano però le responsabilità di Abbanoa: tra i 104 capoluoghi di
provincia, Cagliari è al 93esimo posto per le perdite della rete
(oltre la metà dell'acqua immessa viene sprecata, un problema che
riguarda tutte le città sarde) e al 61esimo per consumo idrico pro
capite (154 litri al giorno). Non va bene neanche sul fronte della
qualità dell'aria: nonostante condizioni climatiche favorevoli,
Cagliari è al 54esimo posto per inquinamento da Pm10 (polveri sottili)
mentre le altre città sarde sono tra le più virtuose d'Italia, con
Nuoro al primo posto.

LE NOTE LIETE Dove invece Cagliari eccelle è su alcuni indicatori
relativi alla mobilità. In quello dell'offerta di trasporto pubblico
(percorrenza annua per abitante) ad esempio, Cagliari è addirittura
prima tra le città con meno di 200mila residenti, mentre si mette al
collo la medaglia di bronzo per il numero di passeggeri dietro solo a
Brescia e Trento. Bene anche l'indicatore aree pedonali, 16esimo
posto. Curioso invece il dato delle piste ciclabili, su cui la giunta
Zedda ha puntato moltissimo: qui Cagliari risulta 52esima in
classifica. Quanto al verde urbano, con 10,38 alberi ogni 100
abitanti, la città si piazza ancora una volta a metà classifica:
51esima.

LE REAZIONI «Cagliari ha raggiunto risultati eccellenti nel trasporto
pubblico - dice Vincenzo Tiana di Legambiente -. Deve invece molto
migliorare sul sistema rifiuti, voce in cui è ancora molto indietro
soprattutto nella raccolta differenziata». Duro Stefano Schirru,
consigliere di Forza Italia che parla di risultati deludenti:
«Cagliari è una città sporca e la gestione dei rifiuti è di
vecchissima concezione - dice -, questa amministrazione è stata
incapace di progettare con razionalità ed efficienza. La ricorderemo
per le piste ciclabili che hanno congestionato il traffico aumentando
l'inquinamento».

IL PRIMO CITTADINO Il sindaco Massimo Zedda guarda invece i lati
positivi: «Lo studio di Legambiente è utile per consolidare i già
buoni risultati ottenuti e migliorare in altri settori. Il nuovo
sistema dei rifiuti ci consentirà di incrementare la percentuale di
differenziata e porterà a una progressiva diminuzione delle tasse. Dal
2012, con Abbanoa stiamo intervenendo per il rifacimento dei
sottoservizi, sostituendo le tubature che, in alcuni casi, avevano più
di 100 anni. Questo consentirà di eliminare le perdite e gli sprechi».
E conclude: «Tra i risultati positivi vi sono il numero in costante
crescita di passeggeri sui bus del Ctm, che ci pone ai primi posti in
Italia per la mobilità sostenibile e il verde pubblico. Studiamo poi
con attenzione anche il rapporto annuale ICity Rate, che ci posiziona
al primo posto tra le città intelligenti e innovative del sud Italia».

-----------------
Federico Marini
skype: federico1970ca



Nessun commento:

Posta un commento