lunedì 20 novembre 2017

Tra sinistra e Pd si insista nel dialogo



Il vento europeo che soffia sull'Italia, sulla strada di avvicinamento alle elezioni politiche del 2018, presenta un quadro davvero inquietante. In tutto il vecchio continente le destre sono diventate forti ed aggressive, caratterizzate da un pericolosa deriva xenofoba, che si nutre di insicurezza sociale e ancestrali paure, machismo e intolleranza. Una miscela esplosiva se solo si dovesse pensare alla notte buia che attraversò l'Europa fra gli anni '20 e '40.

Austria, Germania, Francia, per non parlare del quadro politico nei Paesi dell'est, segnano una preoccupante ascesa di formazioni politiche neofasciste e neonaziste, che attecchiscono nei luoghi che un tempo furono roccaforti della sinistra - le periferie metropolitane, le città operaie - conquistando una maggiore credibilità nell'interpretare lo scontro fra le élite e le classi popolari, fra alto e basso si direbbe, in tempi nei quali la distinzione fra destra e sinistra parrebbe rarefatta, confusa, sia dalla propaganda populista che a causa degli errori fatti dai progressisti in questi decenni di sbronza liberista.

Il recente voto in Sicilia si presta a una lettura drammatica: vince una destra-destra, il movimento di Grillo diventa il primo partito, il centrosinistra corre diviso, ma anche sommato non sfiora nemmeno il secondo posto, il voto utile contro la destra diventano i 5 stelle, il voto utile contro i 5 stelle diventa il centrodestra, la sinistra di Claudio Fava non si schioda dal risultato del giro precedente.

Peggio di così, si muore. In questo quadro si avvicinano le elezioni politiche, con il Pd che - dopo quattro anni di riforme sbagliate e impopolari - torna sui suoi passi rispetto alla narrazione renziana dell'autosufficienza e del fantomatico 40% che non c'è più, apre il confronto nel campo del centrosinistra, con la sinistra che parrebbe orientata a chiudere ogni porta.

Il tutto in un contesto sociale disgregato, distante, disgustato da un teatrino che pare più la contorsione dei gruppi dirigenti che la discussione intorno a un progetto per il Paese. Stravinceranno le destre, se si prosegue così. E vincerà una destra nella quale la componente xenofoba e post fascista avrà un peso decisamente superiore rispetto al passato. È un problema questo? Per me sì e penso anche per tutti coloro ai quali la sinistra guarda come referenti sociali, perché non si capisce davvero cosa avranno da guadagnarci i disoccupati e i precari, gli studenti e gli insegnanti, i migranti e i rifugiati, da una vittoria del trio Salvini, Berlusconi, Meloni.

Perciò credo che la strettoia di un dialogo serrato fra sinistra e Pd non vada abbandonata in questa fase. Può darsi sia una luce fioca, quella rimasta nel cerino che giochiamo a passarci, ma andrebbero messe al centro le questioni concrete: il diritto al reddito, la stabilità esistenziale, il lavoro, i diritti civili, lo ius soli, il biotestamento, la cura dell'ambiente, gli investimenti per l'occupazione nelle aree di crisi del Paese. Invece si ha l'impressione di una volgare contrapposizione fra persone: tutta maschile, tutta muscolare, segnata da rancori prima che dai valori, dalle idee, dai progetti.

Non esistono scorciatoie e non c'è palingenesi nell'isolamento. Vale per tutte le parti in causa, in questo campo bombardato dei democratici e dei progressisti. Non so come finirà questa discussione e non escludo che alla fine ognuno possa scegliere di andare per la sua strada. Ma rinunciare a priori a ragionare, discutere e ricercare un progetto comune per il Paese mi pare miope, persino sciocco.

Io personalmente ho un giudizio severo sui governi che si sono succeduti in questa legislatura, ho fatto la battaglia contro la riforma costituzionale, contro la buona scuola, contro lo sblocca trivelle, contro il jobs act, contro la cancellazione dell'art.18, non ho mai tollerato (persino a livello epidermico) l'arroganza del giglio magico e il racconto di un Paese dove tutto va bene.

E penso davvero che Matteo Renzi abbia prodotto dei danni clamorosi a tutto il centrosinistra. Ho fatto l'opposizione dal primo all'ultimo giorno e ne vado fiero, ma dovremmo avere tutti quanti il coraggio di leggere ciò che sta accadendo intorno a noi e provare a immaginare un futuro. Prima che si arrivi allo schianto, prima di scoprire che non sarà solo Renzi a perdere, ma tutti noi.

Michele Piras - Deputato di Articolo 1 Mdp

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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