venerdì 8 giugno 2018

Rassegna stampa 08 Giugno 2018


La Nuova

Puddu di nuovo rinviato a giudizio
Il sindaco ed esponente del Movimento 5 Stelle è accusato di diffamazione

Dopo quello per abuso d'ufficio, arriva il secondo rinvio a giudizio per Mario Puddu: il 26 aprile 2019 il sindaco pentastellato di Assemini dovrà presentarsi davanti al giudice Giampiero Sanna con l'accusa di aver diffamato scrivendo frasi pesanti sulla chat del M5s la dipendente comunale Daniela Petricci, difesa dall'avvocato Carlo Amat.

Con Puddu, che è difeso dall'avvocato Luigi Sanna, sono imputati l'assessora al contenzioso Jessica Mostallino e il consigliere comunale Roberto Melis. A firmare il decreto di citazione a giudizio è stato il pm Giangiacomo Pilia, che inizialmente aveva contestato al sindaco anche le accuse di abuso d'ufficio, maltrattamenti e calunnia.

Quelle contestazioni sono cadute nel corso dell'inchiesta nata da un esposto firmato dalla funzionaria, ma il fascicolo era rimasto aperto per il reato di diffamazione. I fatti risalgono al 2014, quando Daniela Petricci, al culmine di un rapporto difficile col sindaco eletto un anno prima e con il suo staff, si rivolse alla Procura sostenendo di aver subìto da parte del vertici comunali "comportamenti vessatori" legati al lavoro, fra cui quattro visite fiscali e una denuncia per truffa rivelatasi poi del tutto infondata.

La Petricci lamentò di essere stata ridotta alla mansione di impiegata dell'anagrafe dopo anni di servizio con ruoli di responsabilità perché si rifiutava di eseguire disposizioni sulle quali nutriva dubbi di legittimità. Nei dialoghi via whatsapp acquisiti al fascicolo del procedimento penale Puddu, Jessica Mostallino e Melis si lasciano andare a pesanti apprezzamenti nei confronti della funzionaria e dalle loro parole emerge l'intento di cacciarla dal suo incarico pubblico, cosa che poi - secondo l'accusa - sarebbe avvenuta.

L'inchiesta seguita all'iniziativa giudiziaria della Petricci seguì a ruota il primo procedimento a carico del sindaco Puddu, nato dalla denuncia di tre consigliere del M5s dissidenti - fra cui l'attuale candidata a sindaco Irene Piras - per il quale l'ex capo dell'esecutivo comunale dovrà presentarsi davanti al gup il prossimo 10 luglio insieme al sindaco-ombra Francesco Murtas, accusati entrambi di abuso d'ufficio per aver rimosso dal suo ufficio una dipendente considerata poco collaborativa sostituendola con la moglie di Murtas.

Entrambi saranno giudicati col rito ordinario. In caso di condanna, potrebbe cadere l'investitura di Puddu a candidato governatore per il 2019. (m.l)


Sit in a Isili, Sorgono, Muravera e Iglesias. Ma Arru: non ci sarà
alcuna chiusura. Piccoli ospedali in rivolta: ci vogliono cancellare

di Umberto Aime
CAGLIARI
Il quartetto della protesta è sceso in piazza a Isili, Muravera,
Sorgono e Iglesias. Proprio in quei Comuni dove, secondo i Comitati
per la difesa della sanità pubblica, «gli ospedali sono stati
condannati a morte». Saranno schiacciati, è stato detto più volte nel
passaparola, da una «gestione che guarda solo ai bilanci e garantisce
molto meno una sanità uguale per tutti». Ma per la Regione non è così,
ha detto l'assessore alla sanità,

Luigi Arru, nella replica: «Non
abbiamo alcuna intenzione di chiudere i piccoli ospedali». Tutto
questo mentre da qualche giorno i tecnici del ministero della sanità
hanno fatto sapere che la riorganizzazione del sistema, votata mesi fa
dal Consiglio regionale, ha qualche «zona grigia» su cui serve ancora
più chiarezza. Infatti da Roma sono in arrivo alcune osservazioni sui
pronto soccorso degli ospedali che sono stati accorparti, sui reparti
di medicina e chirurgia e anche sui punti nascita sotto i 500 parti
l'anno. Proprio gli standard di sicurezza nei reparti di ostetricia,
in quelli sotto quella soglia non ci sono, sostiene il ministero, sono
al centro anche dell'interpellanza presentata dal consigliere
regionale di maggioranza Pierfranco Zanchetta dell'Upc.

Interpellanza
che può essere riassunta così: «Se come sollecitano da Roma la Regione
dovrà chiedere alcune deroghe, lo faccia subito e dichiari, con forza,
l'impossibilità di chiudere quei punti nascita». A rischio, si sa, ci
sono quelli di Alghero, Tempio, Isili, Muravera e del Sulcis.La
mobilitazione. A Isili hanno protestato quasi in seicento, con diversi
sindaci nel corteo, mentre tutt'intorno sventolavano gli striscioni
«Difendiamo i nostri ospedali», sono alcuni dei mille annunciati dai
Comitati in questi giorni di mobilitazione.

Con un finale inaspettato:
l'occupazione pacifica degli uffici della direzione sanitaria
dell'ospedale San Giuseppe, A Muravera in cinquecento hanno
partecipato alla marcia per evitare il ridimensionamento del «San
Marcellino». Anche a Sorgono sono scesi in piazza, per salvare il San
Camillo. Infine Iglesias, dove - secondo i Comitati - la fusione con
Carbonia ha azzerato i reparti. È da questi Comuni che, ancora una
volta, sono arrivate le rivendicazioni contro una riorganizzazione
vista come fumo negli occhi: «Smantella i piccoli ospedali,
svuotandoli di servizi, competenze e personale».

Ad Isili per esempio
chiedono da tempo il riavvio del reparto di chirurgia e un pronto
soccorso aperto 24 ore su 24, come del resto - dicono - «è autorizzato
dal ministero per le zone disagiate». Nelle quattro manifestazioni,
ogni territorio ha messo in piazza la paura di essere ancora più
isolato.La replica. L'assessore alla sanità, Luigi Arru, ha provato a
spegnere l'incendio della protesta con un lungo comunicato. «Non
vogliamo chiudere i piccoli ospedali - si legge - ma al contrario
abbiamo confermato, nella nuova Rete, che tutti i presidi resteranno
sul territorio».

C'è ovviamente una fase di transizione - aggiunge
Arru - «stiamo ridefinendo le funzioni di ogni ospedale, ma
confermiamo che dovunque sarà garantita l'emergenza-urgenza per le
patologie tempo dipendenti (dall'infarto all'ictus) e sarà all'interno
di una rete dedicata». Per poi aggiungere: «Abbiamo confermato anche
tutti i reparti di medicina e chirurgia, e potranno far fronte alle
urgenze a seconda della complessità».

In questo momento di
transizione, è scritto nel comunicato, «stiamo assumendo tra l'altro
1.200 persone, stabilizzando molti precari e, con la mobilità esterna,
riporteremo a casa 150 infermieri sardi finora in servizio nella
penisola». Quindi «non c'è alcuna volontà né di favorire il privato né
di fare tagli o macelleria sociale. Puntiamo invece a un sistema
efficiente che garantisca il massimo della qualità e della sicurezza
per tutti i cittadini». Per poi ricordare che «a breve «entrerà in
servizio l'elisoccorso, con tre elicotteri, ed è pronto il bando per
quaranta nuove ambulanze destinate a rafforzare il sistema del 118».
Nel comunicato dell'assessore c'è spazio anche per un passaggio
dedicato all'ospedale di Sorgono.

«È in una situazione particolare -
scrive - come lo sono tutte le strutture della Azienda sociosantaria
di Nuoro visto il caso ancora aperto del project financing. Ora stiamo
discutendo con il Consorzio per capire se continuare o andare alla
completa risoluzione. Questo per ricordare che le situazioni di
disagio nascono solo da questo contenzioso e non da altro».La
politica. Sui punti nascita a rischio Zanchetta ha presentato
un'interpellanza in cui ha scritto: «Le zone disagiate e insulari
della Sardegna non possono perdere anche questi servizi.

La chiusura
provocherebbe pesantissimi disagi alle donne che devono affrontare la
gravidanza e il parto in faticosi e lunghi spostamenti». Per ricordare
che «in diverse zone montane e in altre isole i punti nascita non sono
stati chiusi proprio perché quei territori sono isolati. Per questo ho
chiesto all'assessore Arru di inviare alla neo ministra Giulia Grillo
urgenti e motivate richieste di deroga».

Però per l'opposizione di
centrodestra la sanità continua a essere un disastro. Lo hanno
ribadito a Iglesias Gianluigi Rubiu dell'Udc e a Isili Edoardo Tocco
di Forza Italia. Per loro c'è una sola via d'uscita: «Basta con le
sforbiciate, sulla base di calcoli ragionieristici che mai tengono
conto del diritto costituzionale alla salute».


La comunicazione istituzionale ha scelto la definizione usata dagli archeologi
Mentre scoppia il nuovo caso: il sito del Sinis è chiuso e ricoperto da erbacce
Mont'e Prama, contrordine non più giganti: sono eroi

di Claudio Zoccheddu
SASSARI«La parola d'ordine è "immagine coordinata". Saranno
valorizzate così le statue dei giganti di Mont'e Prama». Erano state
queste le parole utilizzate dalla Regione per annunciare i primi passi
del "Piano di comunicazione per la valorizzazione del complesso
scultoreo" che aveva due milioni di euro nel portafoglio e una serie
di obiettivi che comprendevano, tra le altre cose, la valorizzazione
del patrimonio archeologico attraverso il web. Da allora è passato
poco più di un anno e ancora si parlava liberamente di "Giganti di
Mont'e Prama", anche a livello istituzionale.

Oggi, invece, dei
giganti si sono perse praticamente tutte le tracce. Sul nuovo sito
internet monteprama.it sono comparsi gli eroi, un nome più vicino al
pensiero della comunità scientifica ma molto lontano dall'immaginario
collettivo e da quello dei pionieri del marketing culturale che
iniziavano a muovere i primi passi all'ombra delle statue di arenaria
scoperte nel Sinis. La polemica. Il cambio della denominazione
ufficiale, se di cambio si può parlare, ha scatenato una valanga di
polemiche sui social network, l'ambiente più fertile per le crociate
del nuovo millennio.

Chi ha puntato sul marchio dei giganti -
nell'elenco c'è anche la Dinamo Banco di Sardegna che ha girato
l'Italia con la faccia di pietra di un gigante del Sinis stampata
sulla canotta - si è trovato spiazzato dalla rettifica nella
comunicazione istituzionale. Anche chi crede che il nome della
tradizione sia stato usurpato dalla nuova parola ha iniziato a
costruire barricate virtuali sostenendo la notizia che rimbalzava su
Facebook. E la spiegazione scientifica della scelta non è servita
praticamente a nulla, oppure è passata del tutto inosservata.

Perché, in fondo, chi ha seguito gli scavi e i lavori sul posto ha sempre
sentito gli archeologi parlare di eroi. Anche se poi, per tutti i non
addetti ai lavori, erano giganti. E sembrava che si potesse continuare
così, senza troppi problemi. Invece è germogliato l'ennesimo casus
belli nonostante ci siano tanti altri problemi. La soprintendenza. Nel
calderone del web è finito anche il direttore della soprintendenza
archeologica di Sassari e Nuoro che, riperso durante una conferenza,
ha parlato senza troppi fronzoli del nome giusto e della necessità di
cancellare quello sbagliato: «Spero che il sindaco di Cabras si
vergogni e convinca tutti a levare il nome di "giganti" a delle statue
che invece rappresentano persone vere.

Le chiamano giganti perché sono
più grandi. e allora avrebbero dovuto chiamare giganti anche i bronzi
di Riace - spiega Francesco Di Gennaro -. Le statue di Mont'e Prama
tutto sono fuorché giganti. Per di più in una terra come la Sardegna
dove si è alimentata nella popolazione e nella lingua una terminologia
specifica molto bella che ci parla delle domus de janas e delle tombe
dei giganti. Perché i giganti, nell'immaginario collettivo della
Sardegna, già ci sono e non dobbiamo andare a rovinare questa
percezione molto bella e diffusa che parla di case delle fate e tombe
dei giganti con Mont'e Prama perché quelli non sono giganti».

Un ragionamento che ha generato pochi proseliti e tanto umorismo da parte
di chi non ha capito come sia stato possibile bocciare i giganti del
Sinis perché non reali e, praticamente nella stessa frase, promuovere
la case delle fate di Bonorva. Anche l'origine popolare della
denominazione dovrebbe godere delle stesse attenuanti. Spigolature,
insomma, che però riscaldano gli animi e il dibattito. Lo stato
attuale. E chissà cosa asrebbe se le energie che gravitano attorno
agli scavi di Mont'e Prama fossero state utilizzate sin dai primi
momenti per allestire un piano di sviluppo del sito.

Perché tra le
potenzialità dei "giganti", o degli "eroi", c'è anche un ritorno
economico fondamentale. Allo stato attuale qualcosa si è mosso,
difficile negarlo, ma quello che potrebbe essere generato
dall'esposizione del primo complesso scultoreo a tutto tondo del
Mediterraneo è un'altra cosa. E invece, mentre si discute il nome
giusto, gli scavi sono fermi e il sito è chiuso, praticamente
abbandonato e infestato dalle erbacce.

Ma anche il polo museale,
diviso tra Cabras e Cagliari, non ha generato i numeri di cui era
accreditato. Quello di Cabras è il museo più visitato della Sardegna e
molti si fermano al primato prestigioso. Tuttavia i 114mila biglietti
staccati nel 2017 comprendono anche l'area archeologica di Tharros
che, prima della crisi e quando i giganti-eroi del Sinis dovevano
ancora essere ristrutturati, era comunque uno dei siti più visitati
dell'isola. Ma soprattutto, per misurare il polso della situazione, è
necessario ricordare che le classifiche ministeriali da cui arrivano
questi dati non tengono conto dei musei comunali e di quelli privati.
Se lo facessero, il primo della Sardegna sarebbe il "Museo
dell'Intreccio Mediterraneo di Castelsardo", che nel 2017 ha avuto
143mila visitatori. La sensazione, insomma, è che si possa migliorare.

Che si tratti di "giganti" o di "eroi", poi, sembra davvero il
problema minore. Certo, dare un nome alle cose è fondamentale per la
scienza e anche per il marketing ma allo stato attuale si è costretti
a presentare un campo inaccessibile e ricoperto di erbacce come la
casa degli eroi, o dei giganti. Una fine poco dignitosa anche per la
dimora dell'ultimo degli sconosciuti, figuriamoci per un eroe.

Unione Sarda

MONSERRATO. Archiviazione
Abuso d'ufficio, cadute le accuse contro Argiolas

Il giudice ha accolto la richiesta del pubblico ministero, archiviando
l'indagine per abuso d'ufficio nei confronti dell'ex sindaco di
Monserrato Gianni Argiolas. L'inchiesta del sostituto procuratore
Daniele Caria si era già chiusa lo scorso anno: il magistrato aveva
ritenuto insussistente l'ipotesi di reato in relazione al
trasferimento dell'ingegnere Luciano Corona dall'ufficio Urbanistica a
quello dell'Ambiente. Ma quella richiesta era stata impugnata, così da
rendere necessaria l'udienza dal Gip Giuseppe Pintori.

La decisione è arrivata nei giorni scorsi: il giudice ha ritenuto
corretti i comportamenti dell'ex sindaco. «Nel caso specifico - si
legge nel decreto - non si ravvisa il requisito della violazione di
legge».

Contro la richiesta di archiviazione si era opposto l'ingegnere con
l'avvocato Piergiorgio Statzu, mentre Gianni Argiolas era difeso dal
legale Renato Mura. Corona, sino al 2012 responsabile
dell'Urbanistica, nella denuncia in Procura elencava una serie di
contestazioni disciplinari mosse dall'allora sindaco e il suo
trasferimento.

«Si chiude per me una vicenda giudiziaria che, seppur triste, ha
rafforzato in me la fiducia nella magistratura», ha commentato Gianni
Argiolas: «Una vicenda che, tuttavia, ha immancabilmente lasciato in
me e nella mia famiglia tracce di amarezza e sofferenze anche
sanitarie indelebili. Esistono forme risarcitorie per mitigare o
cancellare amarezze e sofferenze? Comunque ho sempre guardato la gente
negli occhi, fiero delle mie decisioni come amministratore pubblico».
(fr. pi.)

GONNESA. L'ex sindaco e assessore di Iglesias da lunedì è al lavoro in
un altro ente

Franceschi cambia Municipio: tre deleghe nella Giunta Cabiddu

A quattro giorni dalle elezioni comunali di Iglesias, il vicesindaco e
assessore al Turismo e Spettacoli, Simone Franceschi, ha assunto
l'incarico di assessore nel vicino comune di Gonnesa, chiamato dal
sindaco Hansel Cabiddu.

TRE DELEGHE Franceschi, che ha scelto di non presentarsi alle prossime
comunali del centro minerario ma sta comunque sostenendo il candidato
sindaco Mauro Usai (Pd e tre liste civiche), da lunedì è a tutti gli
effetti anche un componente della Giunta gonnesina. A lui sono state
assegnate le deleghe di Turismo e Attività produttive (lasciate libere
da Paola Delussu, che si è dimessa da assessore nei giorni scorsi per
motivi personali) e la delega al Bilancio, finora in mano a Cabiddu.
In tanti sono rimasti sorpresi per l'arrivo inaspettato di Franceschi
a Gonnesa, a così poca distanza dal voto iglesiente.

Il nuovo incarico
potrebbe chiudere le porte a una futura presenza in Giunta di
Franceschi, da esterno, nel caso di vittoria di Mauro Usai?
L'interessato non si sbilancia: «Il mio sostegno a Usai è pieno - dice
il neo assessore - così come la voglia di collaborare con lui».

AL LAVORO Da lunedì scorso comunque Franceschi è pienamente operativo
a Gonnesa. « Sono molto entusiasta di questo incarico, che ho
accettato in un'ottica di collaborazione e integrazione di tutte le
risorse del territorio - dice - la sfida principale riguarda il
litorale, che è un'attrattiva per tutto il territorio e deve essere
dotato dei servizi a mare. Poi c'è da valorizzare l'archeologia: il
villaggio di Seruci deve essere aperto al più presto perché può essere
il traino di un filone importantissimo».

Anche Hansel Cabiddu, sindaco
di Gonnesa, mette l'accento sull'idea di collaborazione territoriale.
«Simone Franceschi è una risorsa per il territorio che può darci una
grossa mano, in continuità con tutto ciò che di buono ha fatto nella
sua attività a Iglesias e con la gestione consortile del litorale
dello scorso anno. Quella è la nostra idea di sviluppo. Per quanto
riguarda la sua nomina, non c'è stato alcuno strappo con Iglesias
visto che io sostengo Mauro Usai».

L'OPPOSIZIONE Il nuovo ingresso in Giunta lascia perplessa
l'opposizione in Consiglio a Gonnesa. «I risultati positivi di
Franceschi a Iglesias nel campo del turismo e dello spettacolo sono
oggettivi - dice la portavoce dei 5 Stelle Emanuela Serra - ma non
capiamo perché il sindaco gli abbia assegnato il Bilancio, di cui il
nuovo assessore non si è mai occupato.

Perché poi farlo arrivare da
Iglesias? Nella stessa maggioranza e in paese ci sono giovani
perfettamente in grado di fare gli assessori». Anche Gianni Cadoni,
capogruppo de L'Unione per Gonnesa, avrebbe preferito un assessore
gonnesino. «Non è un bel segnale per il nostro paese - dice - il
sindaco avrebbe avuto un'ampia possibilità di scelta a Gonnesa, invece
si è rivolto all'esterno, affidando il Bilancio a una persona non
competente in materia».
Antonella Pani


-----------------
Federico Marini
skype: federico1970ca


Nessun commento:

Posta un commento