venerdì 15 giugno 2018

Viviamo in un'epoca disumana e vigliacca, di gente forte coi deboli e canes suta mesa coi forti. Di Pier Franco Devias



E' stato sufficiente che la nave dei disperati costeggiasse la Sardegna cercando di sfuggire al mare in tempesta, con decine di ragazzini, bambini e donne incinte, stremati da mesi di viaggio e che da giorni vomitano anche gli occhi, che la famosa ospitalità sarda si rivelasse per ciò che è: un ricordo del passato, morto e sepolto. Un mito vuoto, da esibire in maniera folcloristica ad agosto, o al limite da mettere in pratica in maniera untuosa e interessata nei confronti di stranieri facoltosi.

Anziché invocare soccorso e un po’ di ristoro appena umano per dei disperati (che come è noto stanno anche andando altrove), decine di squallidi personaggi vomitano sui social tutto il loro razzismo. I vari personaggi da "prima i Sardi" e "non sono razzista ma", rigorosamente "neddiddestra-neddisinistra", che magari si riempiono la bocca di sani principi e si atteggiano a buoni cristiani. Leoni spietati e crudeli contro donne e bambini indifesi, conigli tremanti davanti ad ogni sorta di prepotenza coloniale.

E tra loro, immancabili, tanti elementi che si spacciano per indipendentisti e professano l'ossessione del "dovete unirvi !1!!". No, signori, non ne voglio sapere di questa gente. Non mi parlate di unità, di buoni intenti e di collaborazione: con questa gente, con chi li aizza e con chi li rappresenta, niente a che fare, niente di che spartire. E' su ben altri princìpi che vogliamo costruire la nuova Nazione. 

Su altre basi vogliamo costruire la nuova società e la nuova Repubblica. Solidarietà, libertà, rispetto, uguaglianza.
Umanità.


Di Pier Franco Devias

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