martedì 12 febbraio 2019

Le risposte dei candidati governatore sui temi delle elezioni


La Nuova Sardegna

Le risposte dei candidati governatore sui temi delle elezioni
Lavoro, sanità, voli come cambiare l'isola

di Alessandro Pirina

Sanità, lavoro, trasporti, spopolamento, urbanistica, turismo. I temi della campagna elettorale sono stati tutti affrontati dai candidati a governatore, ma inevitabilmente il primo argomento sviscerato è stato la guerra del latte. La protesta dei pastori che da giorni ha immobilizzato l'isola.

Ieri la Nuova Sardegna ha ospitato gli aspiranti presidenti della Regione per un confronto pubblico di due ore al teatro comunale di Sassari. Un dibattito in cui non sono mancate le scintille tra candidati. Erano presenti quasi tutti. Mancavano solo Paolo Maninchedda e Christian Solinas, però intervenuto per telefono. I candidati hanno risposto alle domande del direttore Antonio Di Rosa e del giornalista Luca Rojch. Ma altri spunti sono arrivati dalle clip di persone comuni che hanno interrogato i candidati sui loro programmi.

La guerra del latte. Ovviamente, però, l'incontro non può che iniziare dalla protesta sul prezzo del latte. A dare il via una clip con protagonista Ciriaco Fronteddu, giovane pastore di Dorgali. «Non è più possibile andare avanti, qui stiamo per morire, nessuno ci vuole ascoltare, nessuno riesce a dare il giusto valore al nostro lavoro», è stata la domanda-denuncia. «È una cosa che ci stiamo trascinando da troppo tempo - esordisce Francesco Desogus, candidato dei 5 stelle -. E prima che scoppiasse la rivolta drammatica abbiamo invitato il Movimento dei pastori, che è trasversale, a entrare nella nostra squadra. Noi i pastori preferiamo averli dentro il palazzo. Il Movimento 5 stelle ha portato in Parlamento un pastore, Luciano Cadeddu, che non è stato scelto perché avesse delle qualità particolari, ma semplicemente per la sua professione».

Massimo Zedda, leader dei Progressisti, ha invece due ricette. «È necessario innanzitutto un intervento immediato per dare un po' di sollievo economico ai pastori. È inaccettabile che un litro di latte venga pagato meno di una bottiglia d'acqua. Serve una legge come si fece per il latte bovino. Immediatamente dopo bisogna agire per un accordo di filiera, puntando su qualità, destagionalizzazione e diversificazione».

Il candidato di Sinistra Sarda, Vindice Lecis, mette in evidenza come la situazione attuale sia la stessa del 1950. «Anche allora c'era lo stesso divario percentuale tra i 60 centesimi e l'euro che dovrebbe essere pagato. Io sono contro la violenza, ma siamo di fronte a uno scontro di classe tra i pastori e i trasformatori che determinano i prezzi a loro piacimento».

Andrea Murgia, leader di Autodeterminatzione, annuncia lo stop alla campagna elettorale. «Io dico no a soluzioni fantasiose perché siamo a 10 giorni dalle elezioni. In questo momento il dovere della politica è ascoltare e calmare gli animi. Chiunque vinca le elezioni deve aprire il tavolo e costringere le parti a trovare una soluzione».

La ricetta di Mauro Pili, leader di Sardi Liberi, è invece «una authority che stabilisca i quantitativi da produrre e che sanzioni chi va oltre. Il centrosinistra e il centrodestra hanno bocciato una mia proposta di legge in Parlamento quando c'era un'aggressione al pecorino romano da parte dell'Italia, quando il governo aveva consentito la registrazione del cacio romano e la Regione non ha presentato ricorso».

Sanità. Un altro tema caldo del dibattito è la sanità. La riforma della Asl unica, bocciata da tutti. A partire da Zedda, nonostante a vararla sia stato il centrosinistra. «Io sono contrario alla riforma, ma lo dico da tre anni. Ne parlai anche col sindaco di Sassari: l'Ats sarà una fregatura per entrambi, gli dissi, ci portano a discutere sulla sede ma non sul contenuto». «La Regione non avrebbe dovuto aderire al decreto ministeriale e oggi ci sono 24 consiglieri che si vergognano di avere votato la riforma - aggiunge Murgia -. Se sarò eletto la smonterò subito». «Lo smantellamento della riforma Arru sarà il nostro primo atto politico», gli fa eco Lecis. Pili definisce Arru «il peggior assessore della storia che ha imposto la sua candidatura, anche se Zedda cerca di nasconderlo».

Dal lavoro all'energia. Per risolvere il dramma della disoccupazione Lecis propone «un piano straordinario per l'occupazione che abbia la spinta ideale e culturale con la stessa attenzione morale degli anni '50. Un nuovo piano di rinascita finanziato con i soldi che lo Stato ci deve restituire». Zedda rilancia con un piano di riorganizzazione della Regione. «A quelli della mia generazione avevano fatto pensare che il lavoro pubblico a tempo indeterminato non fosse più una cosa contemporanea. Invece, la precarietà ha stravolto le famiglie, la vita di ragazzi e ragazze. Oggi c'è uno straordinario bisogno di assunzioni nel pubblico impiego come nella Spagna degli anni '90».

Desogus sposa l'elettrodotto tra Sicilia e Sardegna annunciato dal premier Conte (e bollata da Pili come «un'idea demente») e la preferenza per le energie rinnovabili. «Zedda invece sta difendendo il carbone e non si capisce il perché». Immediata la replica del sindaco di Cagliari. «Portovesme srl, Enel, ex Alcoa, Eurallumina: più di 1.300 lavoratori si troverebbero senza occupazione». «Io preferisco la salute dei miei figli - è la controreplica del leader dei 5 stelle -. Troveremo le soluzioni per queste 4 fabbriche».

Urbanistica e turismo. Murgia ribadisce la sua contrarietà alla revisione del Ppr. «La fascia costiera è inviolabile, il Consiglio non si permetta più di toccarla, perché va gestita all'interno dei Puc dei comuni costieri. Il Ppr va esteso anche ai comuni dell'interno. Ho preso le distanze dal centrosinistra quando la giunta ha smesso di considerare l'ambientalismo un valore fondante».

Pili invece si sofferma sul suo piano del turismo low cost per portare nell'isola 10 milioni in più di turisti. «Il turista low cost vuole spendere poco per viaggiare, ha diversi interessi rispetto al balneare, ama l'archeologia, la storia e la cultura. Noi la Sardegna la utilizziamo solo per due mesi all'anno. La proposta di portare 10 milioni di turisti in più nasce dall'obiettivo di implementare la stagione». Il suo riferimento è la prima stagione low cost di Alghero, avviata nel 2002 dalla giunta da lui guidata.

Appelli al voto. Gli ultimi minuti sono dedicati agli appelli al voto. Manca solo Desogus, andato via in anticipo per correre a Cagliari a stringere la mano al premier Conte. «Siamo scesi in campo per costruire una alternativa al modo di governare del centrosinistra e all'avanzare della destra», dice Lecis. «Tirrenia, Alitalia, Enel ed Eni: quattro nemici giurati della Sardegna sponsorizzati da centrodestra, centrosinistra e 5 stelle contro cui combatteremo», aggiunge Pili. «Abbiamo una lista di uomini e donne che non devono chiedere niente a nessuno - è l'invito di Murgia -. In ogni caso votate sardo e non la solita minestra italiana». Zedda si appella al voto utile: «I 5 stelle sono al terzo posto, la vera sfida è tra noi e la Lega. Si tratta di decidere se avere un proconsole di Salvini o un governo di sardi».

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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