venerdì 4 novembre 2016

04 Novembre 2016. Rassegna stampa.

Unione - Nuova

COMUNE. Saltato il voto in commissione Urbanistica sulla ricostruzione: se ne riparla martedì Brusca frenata sul nuovo Sant'Elia

Tutti favorevoli, ma non tutti pronti a votare: salta il via libera della commissione Urbanistica alla variante che permetterà la demolizione-ricostruzione del Sant'Elia e la creazione dello stadio provvisorio nel parcheggio dei Distinti. Sel, Psd'Az e Partito dei Sardi volevano chiudere subito la questione e approvare la variante mentre Riformatori e Fratelli d'Italia, pur favorevoli, hanno annunciato la loro astensione chiedendo altro tempo. A scombinare gli equilibri ci ha pensato il Pd che ha cercato in ogni modo di far slittare la votazione chiedendo ulteriori approfondimenti. La pressione degli alleati non è bastata e sarà necessaria un'altra seduta martedì pomeriggio per arrivare nella stessa serata alla votazione in Consiglio comunale.

VALUTAZIONI In linea di principio tutte le forze politiche sono favorevoli all'intervento ma ci saranno divergenze in futuro sui dettagli del progetto. Rosanna Mura, del Pd, si è lamentata per la mancanza di una valutazione economica preliminare e sulle valutazioni dal punto di vista idrogeologico. La sua compagna di partito Barbara Iannelli ha chiesto ulteriori chiarimenti sui trasporti. Una linea adottata forse per mostrare al Cagliari calcio che la strada per lo stadio sarà spianata, ma non tutto sarà dovuto e dato per scontato.

NUOVA CONVOCAZIONE Non sono bastate le risposte dell'assessora all'Urbanistica di Sel Francesca Ghirra e del dirigente Salvatore Farci: il Pd ha ottenuto dal presidente Matteo Lecis Cocco Ortu che si arrivasse a una nuova convocazione che sarà fissata nelle ore precedenti la seduta di martedì sera. Il capogruppo dei Riformatori, Giorgio Angius, si è detto d'accordo con la maggioranza ma si è lamentato per il poco tempo avuto a disposizione per studiare le carte e ha invitato i colleghi alla calma. Alessio Mereu di Fratelli d'Italia ha sollevato dubbi sull'estensione delle aree commerciali previste, perplessità condivise da Stefano Schirru di Forza Italia. Ghirra ha ricordato che questi aspetti saranno valutati in seguito, quando si esaminerà il progetto: ora si tratta solo di una variante.

PRESSING Il suo compagno di partito Alessio Alias ha pressato i colleghi perché si andasse subito al voto. Sulla stessa linea si è schierato Roberto Tramaloni del Partito dei Sardi; pronta a votare a favore anche Monia Matta del Pds'Az. Il comportamento del Pd ha scatenato al reazione del segretario cittadino sardista e assessore ai Lavori pubblici Gianni Chessa: «Non accettiamo da nessun partito ostruzionismo su una questione di interesse pubblico come quella dello stadio: si voti immediatamente».

Il Cagliari e i tifosi sono in attesa: martedì sarà una tappa fondamentale per il futuro dello stadio ma i colpi di scena non mancano mai.

Marcello Zasso

Mentre oggi a Sassari il giurista De Siervo sosterrà il No. Referendum, Mistretta: «Non temete la riforma»

Lavorare sugli indecisi e cercare di spiegare quali saranno i benefici della riforma costituzionale. L'ex rettore dell'Università di Cagliari, Pasquale Mistretta, ora coordinatore del Comitato “SìPerIlSud” in Sardegna, fissa il percorso sino al prossimo 4 dicembre. Ieri mattina a Cagliari è stata presentata l'iniziativa che, il 12 novembre alle 16 al Thotel, ospiterà il capogruppo dei senatori del Pd, Luigi Zanda.

GLI ARGOMENTI Ieri mattina insieme a Mistretta hanno rafforzato la posizione per il sì il costituzionalista Pietro Ciarlo, Nicola Grilletti (commercialista) e l'imprenditore Vittorio Faticoni. Mistretta ha sottolineato la «difficoltà da parte di una terra come la Sardegna nell'accettare le novità, legata a una forte paura del cambiamento».

Pietro Ciarlo ha evidenziato i focus politici del referendum facendo chiarezza sugli eventuali rischi di una diminuzione dell'autonomia: «La nostra specialità rimarrà intatta per i prossimi secoli». Per quanto riguarda, invece, il nuovo assetto del Senato, «non c'è una diminuzione della democrazia perché si tratta di persone elette nei propri territori». 

Sul ruolo della seconda camera è intervenuto anche Nicola Grilletti, che ha portato ad esempio l'attività parlamentare di questa legislatura: «Con la riforma costituzionale, delle 276 leggi approvate, soltanto 5 avrebbero avuto la necessità del doppio passaggio». Infine, sul taglio dei costi si è soffermato Faticoni, convinto che «l'unico modo per far ripartire l'economia sia una seria spending review». Da qui al 4 dicembre il lavoro del Comitato proseguirà con incontri e dibattiti «perché la riforma deve uscire dallo scenario di scontro politico che ci penalizza sul merito», conclude Mistretta.

L'ANPI Sul fronte del No, invece, questo pomeriggio alle 16.30, nella sede della Camera di commercio di Sassari (via Roma), il Comitato per il No e l'Anpi terranno un dibattito sugli effetti della riforma sul sistema politico italiano. Ospite Ugo De Siervo, ex presidente della Corte costituzionale. A introdurre l'iniziativa sarà Paolo Fois, docente emerito di Diritto internazionale ed ex consigliere regionale. (m. s.)

Addio a Walter Piludu, il comunista sconfitto dalla Sla «Devo poter decidere quando morire», diceva Walter Piludu.

Se n'è andato ieri, a 66 anni, sopraffatto da una malattia, la Sla, che l'aveva ormai paralizzato. Non è riuscito a raccogliere i frutti della sua battaglia: da anni chiedeva una legge per una fine dignitosa della vita e per questo aveva scritto una lettera ai leader politici - con i comandi oculari del suo computer - che aveva riacceso il dibattito sull'eutanasia. La politica non rispose ma Papa Francesco sì. La lettera del pontefice fu recapitata nella casa di Pilusu, alla Fonsarda.

Non appena ieri si è sparsa la notizia della sua morte tutti hanno ricordato il suo libro, “Il cugino comunista”, testimonianza autobiografica che, oltre a rifarsi alle sue radici politiche (da attivissimo dirigente locale del Pci negli anni '70 a presidente della Provincia dal 1988 al 1990), pone il problema di una vita e di una morte dignitose, nel rispetto del diritto elementare di ogni persona alla completa autodeterminazione.

La Sla, nel 2011, interrompe la sua carriera politica ma non il suo impegno per i malati terminali. Piludu lascia la moglie, la figlia e la madre di 103 anni. Oggi i funerali alle 15.30 nel cimitero di San Michele.


iNTERVISTA AL SINDACO DI QUARTU Delunas: Quartu è il mio Far west

Pentito? 
«Assolutamente no».

Rifarebbe tutto?
«A Quartu sapevo di ereditare una situazione drammatica nei conti, nell'evasione fiscale, una città anarchica nei comportamenti di alcuni, terza in Italia per abusi edilizi dopo Agrigento e Gela. Un Far west. Come non bastasse si è aggiunto un Pd schizofrenico. Comunque sì, rifarei le stesse scelte».

Stefano Delunas è il sindaco della terza città della Sardegna da sedici tormentatissimi mesi con una maggioranza che oscilla da esponenti di Forza Italia a ex pezzi del Pd. «Un gruppo di responsabili», spiega lui. «Un'accozzaglia legata solo dal potere», ribattono gli avversari. Espulso dal Partito democratico, bersagliato dai suoi ex compagni di strada e stretto all'angolo da quotidiani problemi di amministrazione, promette battaglia su tutti i fronti:

«Inseguire il bene comune qui è pericoloso, molto pericoloso. L'ho messo nel conto». Operaio elettromeccanico nell'aeroporto militare di Elmas, poi impiegato, trasferito due anni fa nella caserma Riva Villasanta dell'Esercito, Ufficio rifornimenti. Cinquantotto anni e quindici di militanza sindacale nella Cisl, da sindaco ha subìto la legge del contrappasso col primo sciopero dei dipendenti comunali: «Tra i sindacalisti oltranzisti e quelli più propensi a trattare per il benessere dei propri iscritti hanno prevalso questi ultimi, che hanno
sottoscritto l'accordo contrattuale decentrato».


È politicamente vivo grazie ai suoi ex avversari: quanto pensa di resistere?
«Nel mio schieramento c'è mezzo Pd, La Base, Centro democratico, partito socialista, il Pdr di Galantuomo, Mauro Contini. La Giunta è di centrosinistra, sostenuta da due ex sindaci. Che siano le prove tecniche del partito della nazione in salsa quartese? Chissà, comunque abbiamo intenzione di governare, magari la coalizione si allargherà al Psd'Az».

Eletto con i voti dell'ex sindaco Gigi Ruggeri, del deputato Marco Meloni e del padre Gino Meloni e poi li ha scaricati?
«Credo di essere stato votato dai cittadini che conoscono la mia storia personale e quella dei miei ex amici di partito, gli stessi che nell'ultimo periodo mi hanno calunniato e diffamato».

Perché?
«Non ho accettato di nominare gli assessori che loro avevano scelto».

Dicono di lei: inaffidabile, incapace e per nulla equilibrato.
«In campagna elettorale erano tutti miei sostenitori perché pensavano di manipolarmi. Mi sono opposto, la legge prevede che gli assessori siano collaboratori del sindaco e li ho scelti in base alle competenze. Sono inaffidabile per questo?»

Per niente equilibrato?
«I capicorrente hanno creato una leggenda sul fatto che sia fuori di testa, sempre in bilico. La alimentano apertamente con i commenti sui social network. Hanno tentato quattro o cinque volte di farmi cadere: non ci sono riusciti. Per un matto è un buon risultato. Continuano a garantire che fallirò, non possono ammettere che la loro strategia ha fallito. Promettono una caduta che non avverrà mai».

A luglio - prima dell'elezione a presidente del Consiglio - il suo alleato Contini ha detto che la Giunta sarebbe stata azzerata.
«Qualcuno avrebbe preferito che arrivasse il commissario regionale per andare a nuove elezioni. E di solito quando arriva un commissario la prima cosa che fa è mettere in sicurezza il bilancio aumentando imposte e tributi. È andata diversamente».

Le parole di Contini?
«Forse ha cambiato idea».

Pronto a fare mea culpa per tornare nel Pd?
«Dovrebbe farlo chi ha tentato di boicottarmi portando il Partito democratico allo sfascio. L'accoppiata Soru-Lilliu, segretari regionale e provinciale, alle Amministrative ha perso tutto quello che c'era da perdere».

Aveva promesso una specie di franchising della sua lista civica in tutta l'Isola. Nessuno l'ha voluta.
«A breve avrà una veste metropolitana. Posso dire una cosa?»

Prego.
«Ho vinto il primo turno e il ballottaggio nonostante una parte del Pd mi remasse contro. I vertici cosa hanno fatto? Invece di buttare fuori i traditori hanno cacciato me. A Sesto Fiorentino i firmatari di una mozione contro il sindaco sono stati allontanati, qui è accaduto il contrario».

Aveva promesso di riportare il Cagliari nello stadio di Is Arenas.
«Purtroppo non è avvenuto».

Perché?
«Bisognerebbe chiederlo a Giulini».
Per mesi il Comune non ha pagato neppure gli assegni agli indigenti.
«Facciamo un passo indietro. Abbiamo assistito a quattro-cinque Consigli comunali con la protesta organizzata dei cittadini, ci sono state minacce contro di me e l'assessore ai Servizi sociali. Sappiamo i nomi di chi ha orchestrato la claque. In uno di questi episodi il consigliere Lucio Torru ha minacciato Davide Galantuomo e si è beccato una querela. Questo era il clima».

Cosa c'entra con i ritardi?
«La situazione che ho ereditato era fatta di finanziamenti che arrivavano fuori tempo massimo e pochissimo personale, dirigenti continuamente convocati in Commissione distogliendoli dalle incombenze quotidiane, tutto questo ha creato i ritardi sui mandati di pagamento. Oggi la situazione è regolare».

Ha chiuso l'asilo di via De Cristoforis innescando la rivolta dei genitori.
«I costi di gestione superavano il milione di euro l'anno. Ho bloccato l'appalto triennale che valeva tre milioni e non teneva conto nel nuovo calcolo dell'indice Isee. Robin Hood prendeva ai poveri per agevolare una cinquantina di famiglie che comunque avevano un doppio reddito e pagavano solo 250 euro al mese. Significa che i cittadini onesti oltre che pagare la tassa dei rifiuti per chi la evade si sono sobbarcati anche i costi dell'asilo comunale per cinquanta famiglie. Per anni è stato fatto pagare un disservizio, non per colpa mia che allora ero capogruppo in Provincia».

L'asilo riaprirà?
«Non abbiamo i soldi per metterlo in sicurezza, punteremo sull'appalto in concessione».

Non ha commesso errori?
«Di sicuro, nessuno è infallibile. Può darsi che ne faccia altri in futuro, ma non si può mettere in dubbio la mia buona fede».

Perché Quartu nonostante i 72 mila abitanti non riesce a liberarsi dell'immagine di paesone?
«Ha avuto un grande risveglio culturale solo ai tempi di Graziano Milia. Si veniva fuori da tangentopoli, sbloccare gli appalti pubblici non era facile ma lui ci riuscì, i soldi allora c'erano. Cambiò il volto della città. Oggi Cortes apertas è la versione adulta della nostra Lollas. Stiamo cercando di recuperare quella visione della città. Lollas è un progetto che presenteremo alla Fondazione di Sardegna».

Referendum?
«Ho partecipato a un incontro per il sì, sarò presente a un dibattito
per il no».

Cosa voterà?
«Mi auguro che sia coronato dal successo il tentativo di Cuperlo di modificare l'Italicum. Per ora sto a guardare. Prima del 4 dicembre
dirò pubblicamente come mi schiererò».


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