domenica 13 novembre 2016

"C'è Xi Jinping, stato di allerta. Mercoledì e giovedì incontro con Renzi e Pigliaru." - "Low cost, subito gli incentivi" - "Migranti, l’integrazione può attendere."



Unione Sarda



C'è Xi Jinping, stato di allerta. Mercoledì e giovedì incontro con Renzi e Pigliaru. Tappa a Nora, poi vertice al “Forte”. Per la visita del presidente cinese blindati aeroporto e strade

Gli hanno vietato persino di ammirare il paesaggio. Colpa di uno stato di allerta che durerà 24 ore. Perché Xi Jinping avrebbe voluto iniziare il suo viaggio dal belvedere di Monte Urpinu e godere della splendida vista su Cagliari, un panorama di cui devono avergli parlato i numerosi delegati del governo di Pechino che da settimane preparano il terreno alla storica visita in Sardegna. 

Invece, il presidente della Repubblica popolare cinese che mercoledì atterrerà all'aeroporto di Elmas punterà dritto verso sud, protagonista di un dispiegamento di forze che richiamerà nell'Isola anche i Nocs per garantire l'incolumità di uno degli uomini più potenti della Terra e dell'intera delegazione al suo seguito: famiglia, 12 ministri e uomini d'affari. A fare gli onori di casa il governatore, Francesco Pigliaru.

IL CORTEO Dopo l'atterraggio previsto per le 14,30, il presidente cinese prenderà posto su uno dei 20 blindati e verrà scortato fino al sito archeologico dell'antica città di Nora per poi proseguire verso il Forte Village. Un percorso di circa 52 chilometri che per poco meno di due ore sarà vietato ai comuni mortali. Blocchi lungo il tratto della 130 fino al chilometro zero della 195 e poi al bivio per Pula con probabile divieto d'accesso persino alle famiglie che abitano le villette con affaccio sulla Statale. 

Non sono previste soste intermedie: Xi Jinping e la moglie Peng Liyuan pranzeranno a bordo del loro Boeing e, dopo la visita a Nora, si rifugeranno al “Forte” per l'incontro con il premier Matteo Renzi, il ministro Dario Franceschini e l'ambasciatore italiano in Cina, il sardo Ettore Sequi che atterreranno a Elmas qualche minuto dopo la delegazione cinese.

«Lo spazio aereo sopra il presidente verrà chiuso» spiega Marco Di Giugno, direttore regionale dell'Enac. Un divieto itinerante, come una nuvola, che cesserà alle 8,30 di giovedì quando Xi Jinping ripartirà.

NO FLY ZONE Le misure straordinarie verranno messe a punto durante il vertice di domani e provocheranno inevitabili disagi. Mentre in aeroporto i voli non dovrebbero subire ritardi (intorno alle 14,30 di mercoledì e alle 8,30 di giovedì nessun altro aereo dovrebbe decollare o atterrare nella pista cagliaritana) i problemi saranno legati alla viabilità. Le aziende che si trovano lungo il percorso blindato dovrebbero ricevere una lettera in cui vengono indicati gli orari proibiti, ma il programma (che ha già subito numerose modifiche) potrebbe cambiare ancora. Dalla prefettura nessuna comunicazione ufficiale.
Mariella Careddu

La Nuova

Soru e Bruno attaccano l’assessore Deiana: «Scelte sbagliate, chi non ha coraggio vada a casa» «Low cost, subito gli incentivi»

ALGHERO «Chi non ha coraggio se ne vada a casa». Doveva essere un incontro per spiegare le ragioni del sì al referendum del 4 dicembre, ma per il sindaco di Alghero Mario Bruno ogni occasione è buona per rilanciare il pressing del territorio nei confronti della Regione. E nel caso ci fossero dubbi, il sindaco chiarisce subito.

«Mi riferisco a Massimo Deiana». Tirando in ballo l’assessore regionale dei Trasporti, Bruno ha completamente stravolto la scaletta dell’appuntamento organizzato dal comitato referendario cittadino e coordinato dal consigliere comunale Pietro Sartore. Salutati i deputati Francesco Sanna e Irene Tinagli, che hanno parlato di riforma e sono scappati per andare a prendere l’ultimo aereo disponibile (neanche a farlo apposta), nella sala conferenze de
Lo Quarter sono volati gli stracci.

«Bisogna fare subito una legge per gli incentivi, sapendo che così si fanno gli interessi della Sardegna e non di un partito o di un capocorrente», è la sparata ad alzo zero del sindaco, che non contribuirà certamente a rasserenare il clima in casa democratica. Per quanto forti, le parole di Mario Bruno sono state solo un buffetto rispetto alle affermazioni al vetriolo di Renato Soru, eurodeputato, ex presidente della Regione ed ex segretario regionale del Pd.

«Non c’è proprio nulla da aspettare, l’Europa ha già detto quello che si deve fare dal 2012 – ha detto Soru – non capisco come mai non sia ancora entrato nelle loro teste». Toni fortissimi, da regolamento dei conti interno al partito. D’altronde, insiste il parlamentare europeo, «sono sempre stato fortemente critico nei confronti delle politiche dei trasporti di questa giunta». E rincara. «Si fanno scelte che portano indietro l’intero sistema».

Almeno per tre motivi. Il primo. «Si sta rinunciando alla continuità territoriale 2, che permetteva all’isola di essere in una rete più ampia – spiega – che consentirebbe di sentire solo i benefici della condizione insulare, ma senza l’isolamento». Il secondo. «La tariffa unica sulla continuità territoriale 1 ai sardi costa una marea di soldi, circa 300 euro per ogni passeggero che arriva». E allora, insiste l’ex governatore regionale per spiegare la terza ragione della sua ostilità verso le scelte della giunta Pigliaru, «forse conviene utilizzare quei soldi per investire nel low cost e nei collegamenti internazionali, che al massimo costano 9 euro a passeggero». Il 28 novembre scade l’ennesima proroga per la ricapitalizzazione di Sogeaal.

Un appuntamento che la società, i suoi dipendenti e tutto il territorio possono affrontare con un briciolo in più di serenità, rispetto all’ultima volta. «La ricapitalizzazione della società è legge della Regione», assicura il consigliere regionale Salvatore Demontis. E ora, annuncia, «sotto con gli incentivi al low cost, per cui esiste già un progetto di legge di iniziativa regionale».
di Gian Mario Sias


All’incontro organizzato da Assadakah la denuncia della Prefettura: «Accoglienza ok, ma non c’è il passo successivo» Migranti, l’integrazione può attendere.

CAGLIARI L’accoglienza funziona ma dopo quella c’è il nulla, centinaia di ragazzi africani che vagano nelle città e nei paesi dell’isola senza una prospettiva di lavoro, un progetto che li aiuti a sentirsi parte attiva della comunità sarda. La denuncia è arrivata dalla viceprefetto Carolina Bellantoni e dalla deputata del Pd e sindaca di Sadali Romina Mura all’incontro organizzato dall’associazione Assadakah in chiusura del progetto Migr@ntes, che ieri ha coinvolto in una mattinata di grande interesse, nella sala del cinema Odissea, un centinaio di studenti delle scuole superiori e una piccola folla di giovani migranti. La dirigente statale - che ha partecipato al posto del prefetto Giuliana Perrotta - ha descritto senza enfasi e con apprezzabile realismo la situazione dell’immigrazione in Sardegna, mettendo in luce il netto divario tra la prima e la seconda accoglienza.

«Non c’è un passaggio sicuro tra il momento in cui i migranti sbarcano a Cagliari e la fase successiva - ha spiegato - servono progetti. Il problema è questo e nessun altro, perché se in Germania sono stati accolti un milione di migranti in un anno, l’Italia si è fatta carico di 450 mila arrivi nell’arco di tre anni.

Quindi il tempo per evitare i ghetti e le situazioni di isolamento ci sarebbe stato e c’è ancora». Le regole non mancano: i migranti dovrebbero restare nelle strutture di prima accoglienza per un massimo di sessanta giorni. Invece sono costretti a viverci a lungo. Un esempio? Sadali, dove - come ha riferito la sindaca Mura - un’ottantina di ragazzi africani vive un’esistenza vuota, malgrado le basi per un’integrazione reale ci fossero tutte.

C’è poi il problema dei minorenni, che arrivano in Europa e in Sardegna soli, senza i genitori: avrebbero diritto a strutture dedicate, non sempre si trovano perché malgrado l’intensità dei flussi migratori si continua a navigare a vista. «Serve una politica europea - ha confermato la parlamentare - un piano che garantisca opportunità di inserimento per questi nuovi cittadini».

Quelli che nell’emozionante docufilm realizzato da Alessandro Mura e Carlo Licheri, proiettato ieri in apertura dei lavori, mostrano di avere ogni intenzione di superare la difficile fase dell’approccio dopo-sbarco per entrare con entusiasmo nel mondo occidentale e che invece sono condannati a una silenziosa emarginazione anche in città non certo ostili come Sassari e Cagliari. Quegli stessi ragazzi che spesso - come ha denunciato Raimondo Schiavone, presidente di Assadakah - vengono usati dalla politica come strumenti per cercare consenso. Il dato positivo resta la condotta dell’Italia sotto il profilo del soccorso:

«L’operazione Tryton coinvolge la Sardegna come porto di destinazione perché è tra i più vicini e più sicuri – ha spiegato ancora il viceprefetto Bellantoni – chi chiede che i migranti vengano dirottati in Francia e Spagna non conosce le leggi del mare e chi pensa a un sistema di accoglienza in difficoltà sbaglia, perché in questi tre anni abbiamo imparato un lavoro nuovo ed ora lo svolgiamo con entusiasmo.

Agli sbarchi più impegnativi - ha detto ancora la dirigente - hanno partecipato anche 400 operatori, tutti gratis, senza che venga pagata un’ora di straordinario, nelle feste e alla domenica. E tanti volontari, la cui presenza è un grande aiuto. In più molti giovani neri vengono in porto a dare una mano a chi è sbarcato dopo di loro. Una cosa bellissima».
di Mauro Lissia

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