martedì 15 novembre 2016

Rassegna stampa 15 Novembre 2016. "Renzi, pronta una lettera per le famiglie italiane" - "Domani Xi Jinping nell'Isola" - "Patto per Cagliari, ecco Renzi Una firma che vale 168 milioni." - "Oristano città verde è la più vivibile dell’isola"



La Nuova

Renzi, pronta una lettera per le famiglie italiane

ROMA «La maggioranza silenziosa degli italiani sta con noi», «i sondaggi vedono il No in vantaggio ed è perfetto visto la sfortuna che portano». Matteo Renzi continua ad ostentare ottimismo sul referendum ma intanto continua a girare come una trottola per l’Italia per convincere gli indecisi, dai quali dipenderà l’esito finale della partita del 4 dicembre.

E, dopo la lettera inviata agli italiani all’estero, ora prepara un’altra missiva diretta alle famiglie italiane. Dovrebbe arrivare nel fine settimana o al massimo all’inizio della prossima per spiegare nel dettaglio il contenuto della riforma Boschi, facendo intendere che il ddl costituzionale vuol dire cambiamento, il No invece equivale a restare nella palude. La strategia per il «rush finale» messa in piedi a Palazzo Chigi prevede di «blindare» militanti ed elettori del Pd, utilizzando gli elenchi di coloro che hanno votato alle primarie, per convincere indecisi e chi nel Pd segue la minoranza a votare per il Sì.

Abbandonando Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani impegnati attivamente per far vincere il No. «Sarebbe una forzatura, del resto è assurdo il tono che sta usando in questi giorni il presidente del Consiglio», commenta il bersaniano Zoggia. Ma l’attivismo del premier scatena nuove polemiche con l’opposizione all’attacco per la crescita della spread, tornato a quota 180, lo stesso raggiunto il 24 giugno, dopo la Brexit. L’aumento dello spread? «È ovvio se c’è incertezza, non è una minaccia ma una constatazione», dice infatti il premier.

«Tutti i ministri degli Esteri europei sono preoccupati», rincara da Bruxelles il titolare della Farnesina, Paolo Gentiloni. Parole che fanno imbestialire Renato Brunetta che accusa Renzi di essere un «irresponsabile» e di «aizzare la speculazione internazionale sull’Italia prestando il fianco agli avvoltoi pronti a colpire ad ogni incertezza».

«Renzi è la vera causa dell’instabilità e dello spread. Con la vittoria del No nessuna instabilità se non per la vacillante poltrona di Renzi», rincara su Twitter Danilo Toninelli, del M5S. Opposizione all’attacco anche per la partecipazione in solitaria del premier a “Che tempo che fa”, sull’uso dell’elicottero di Stato fatto da palazzo Chigi per la campagna referendaria. Ma il duello è ancora tra Massimo D’Alema e Renzi. «Se vince il Sì l’Italia cambia, altrimenti tornano quelli di prima che hanno già sprecato le loro occasioni, qualcuno di questi, se gli avessimo dato una poltrona europea, non farebbe polemica, non possiamo basarci sul risentimento», attacca il premier, ricordando che si riducono sprechi e tempi delle decisioni politiche. Oltre che i costi.

«Con 80.000 leggi siamo uno dei paesi al mondo più prolifici, quando leggo che ci vuole una riforma per fare più rapidamente le leggi, mi spavento, quante ne vogliono fare? Il vero problema dell’Italia sarebbe fare meno leggi ma meglio», ribatte da Genova D’Alema.

di Maria Berlinguer 
Unione Sarda
Domani Xi Jinping nell'Isola

Il presidente cinese andrà al Forte Village: incontrerà Renzi e Pigliaru. Visita a Nora. L'arrivo nel pomeriggio: strade bloccate da Assemini a Pula

Domani è il giorno della visita storica del presidente cinese Xi Pinjing in Sardegna. Quasi ventiquattr'ore e una notte nell'Isola, sull'asse Cagliari-Pula, dove incontrerà il premier Matteo Renzi, il governatore Francesco Pigliaru e anche gli imprenditori sardi. Sarà seguito anche da una folta delegazione di 170 rappresentanti del governo e delle più importanti aziende del Paese. Il numero uno di Pechino atterrerà verso le 14,30 all'aeroporto di Elmas: il corteo si sposterà rapidamente verso Nora per una visita al sito archeologico, prima del trasferimento al Forte Village, che sarà la base operativa per gli incontri diplomatici.

VISITA STORICA È un evento per la Sardegna, impegnata da tempo a tessere rapporti commerciali con la Cina. Saranno due mezze giornate molto importanti anche sotto il profilo della sicurezza, a protezione di uno degli uomini più potenti del mondo. Sforzo che dovrà tenere conto anche dell'arrivo contemporaneo di Renzi, che sarà poi a Cagliari, Codrongianos e Sassari.

STRADE BLINDATE Per garantire la tutela del corteo dei blindati verranno chiuse le strade attorno a Cagliari, tra l'aeroporto e Pula. Chi solitamente percorre la 130 e la 195, sarà costretto, domani pomeriggio e giovedì mattina, a cercare soluzioni alternative. Sul tracciato ci sarà uno schieramento di tutte le forze dell'ordine. Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia stradale e la Municipale dei Comuni dei territori attraversati dalla delegazione.

L'AGENDA Con il presidente Xi Jinping ci saranno 53 rappresentanti del governo, tra cui ben 12 ministri. Assieme a loro, imprenditori e collaboratori di primissimo piano dell'establishment di Pechino. I dettagli della fitta agenda del leader asiatico sono ancora in fase di definizione.

GLI INCONTRI Il primo incontro istituzionale è previsto intorno alle 15.30, a Nora, dove la delegazione cinese visiterà il sito archeologico. Ad accogliere il numero uno cinese ci saranno i rappresentanti della Regione, guidati dal governatore Francesco Pigliaru, insieme al sindaco di Pula, Carla Medau. Una delegazione potrebbe andare anche a visitare il Parco tecnologico di Pula, dove il colosso cinese Huawei, collabora con il Crs4 allo sviluppo di progetti di ricerca legate alla tecnologia Smart e Safe City. In serata è previsto il vertice Jimping-Renzi nelle stanze del Forte Village, prima della cena d'onore.

L'OCCASIONE La presenza degli imprenditori è un ulteriore motivo per cercare di rafforzare la collaborazione e mettere in vetrina soprattutto potenzialità e prodotti che la Sardegna può offrire al mercato cinese. Turismo, insediamenti residenziali, lavorazioni dell'agroindustria e nuove tecnologie sono solo alcuni dei settori sui quali i grandi investitori cinesi potrebbero mostrare interesse. Il Porto canale di Cagliari può rivelarsi una delle zone appetibili per il mercato asiatico in cerca di una piattaforma strategica dove poter stoccare le merci destinate all'Europa.

GLI ACCORDI Il rapporto che lega la Sardegna e la Cina è stato costruito nel tempo, attraverso incontri e missioni sia in Oriente che nell'Isola. Il protocollo siglato dall'azienda Huawei per la collaborazione con il Crs4 è uno dei risultati già conquistati. La Giunta regionale da tempo ha individuato il mercato cinese come opportunità concreta di sviluppo: da qui la strategia di viale Trento per aprire diversi canali commerciali tra la Sardegna e la Cina.

TECNOLOGIA E CIBO Di recente il vice presidente della Regione, Raffaele Paci, è stato a Shangai per visitare la sede Huawei e rafforzare così il rapporto di collaborazione. Ma la visita sarda in Estremo oriente è stata anche l'occasione per parlare di sicurezza alimentare ed energia pulita, temi già affrontati da Pigliaru e dall'ambasciatore italiano a Pechino Ettore Sequi.

LA PARTENZA Dopo la notte trascorsa al Forte Village, la delegazione cinese ripartirà per l'aeroporto di Elmas, destinazione Perù. Ma nei prossimi giorni Xi Jinping incontrerà il neoeletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.


Matteo Sau
Trasporti, ambiente e imprese nell'accordo che sarà siglato giovedì con Zedda. Patto per Cagliari, ecco Renzi Una firma che vale 168 milioni.

La firma sarà solo una formalità, una buona scusa per sorridere alle telecamere. Quello che conta, nel Patto per Cagliari, è ciò che c'è dentro: che ovviamente è stato già definito, con buon anticipo rispetto all'arrivo di Matteo Renzi. Il premier sbarcherà nel capoluogo domani sera, per siglare un accordo da 168 milioni di euro a beneficio dell'intera città metropolitana.

La cerimonia ufficiale con Massimo Zedda (nella sua veste di sindaco metropolitano, non solo di Cagliari) si incastra tra i mille impegni a rotta di collo che attendono Renzi in Sardegna, in meno 24 ore: è per questo che resta un po' di mistero sull'ora e il luogo. Dovrebbe essere giovedì di buon mattino a Palazzo Viceregio, salvo complicazioni. Ma, appunto, sono dettagli rispetto al succo della questione. Che sta nelle risorse destinate a Cagliari e al suo hinterland, e alle opere che saranno finanziate. Tratti della metropolitana di superficie, un robusto riassetto del territorio per mitigare i danni delle alluvioni, nuovi palazzetti dello sport e palestre, un lungo elenco di lavori nelle scuole (tra cui lo storico istituto Riva di Cagliari).

PER IL SUD Non sono tutte novità clamorose, e perciò i partiti d'opposizione parlano già di una manovra propagandistica, in vista del referendum costituzionale. Dovrebbero comunque essere soldi veri, per progetti attuabili in tempi rapidi. Arrivano dal Fondo sviluppo e coesione, destinato dal governo alle regioni e alle città metropolitane del Sud: oltre alla Sardegna (il patto Renzi-Pigliaru è stato firmato il 29 luglio a Sassari), anche Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Tra le città: Palermo, Catania, Messina, Napoli, Bari e Reggio Calabria.

Nel Patto, secondo quanto trapela dai segreti ufficiali della vigilia, ci sono anche meccanismi per favorire la velocità della spesa da parte dei Comuni. Le risorse potranno essere sottratte ai progetti fermi al palo, ma andranno ad altri interventi del Patto. Oppure gli enti locali potranno sostituire gli interventi nei propri territori se otteranno, da altre fonti (per esempio la Regione), soldi per le stesse opere comprese nell'intesa. In ogni caso, i 168 milioni non dovrebbero finire altrove.

LE RISORSE L'accordo si articola su quattro grandi linee d'azione: le infrastrutture, cui dovrebbero andare circa 59,9 milioni di euro; ambiente, territorio e sviluppo turistico (49,6 milioni); sviluppo economico e produttivo (16,4); cultura, salute e benessere (39,1). Si aggiungono poi 3 milioni etichettati come governance , di fatto per la gestione e il funzionamento degli organismi metropolitani. Della cifra complessiva, poco più della metà (90 milioni) verrà distribuita tra i singoli Comuni. Il resto finanzierà progetti di interesse sovracomunale, e in piccola parte anche dall'ex Provincia di Cagliari (ma sempre per i 17 Comuni del nuovo ente metropolitano).

GLI INTERVENTI Tra le opere, la più importante è proprio l'estensione della metropolitana di superficie. Al tratto tra Cagliari e il Poetto vengono destinati 30,6 milioni, sui 64 di costo totale. Altri 21 per la linea Vesalio-Quartucciu che arriverà fino al centro commerciale Le vele: in questo caso, l'intervento complessivo ha un costo di 67,6 milioni. Sono 20 i milioni che verranno utilizzati per mitigare il rischio idrogeologico. Nei 39,1 stanziati per la quarta linea d'intervento, oltre agli adeguamenti delle scuole e alla realizzazione o ristrutturazione di impianti sportivi, compaiono vari progetti di “inclusione sociale”, in particolare per il problema della casa.

Infine, per risistemare le strade extraurbane ci sono circa 8,6 milioni. Il sostegno allo sviluppo e alle imprese passa soprattutto dai 9,4 milioni riservati all'agenda digitale metropolitana, per migliorare le infrastrutture tecnologiche e immateriali (e una piccola parte di quella somma finanzierà l'immagine coordinata, lo stemma araldico e il sito internet della Città metropolitana). Tra i tanti altri filoni di spesa, da segnalare quelli per i parchi urbani ed extraurbani e le attrattive turistiche, con i 13 milioni per il Parco degli anelli di Sant'Elia, a Cagliari, e i 5 milioni per il Cammino di Sant'Efisio: sicurezza degli itinerari, segnaletica, marchio e così via.

LE CRITICHE Gli altri dettagli si conosceranno dopo la firma ufficiale del Patto: per ora i protagonisti dell'intesa non si producono in dichiarazioni o commenti. Lo fanno invece alcuni esponenti dell'opposizione in Consiglio regionale: per il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni «la visita di Renzi è l'ennesima presa in giro per i piccoli Comuni dell'interno, ordita da uno Stato e da una Regione che pensano solo agli interessi della politica e non a quelli delle comunità. Ancora una volta, l'attenzione del governo va solo alle grandi aree urbane».

«Renzi si accinge a firmare il Patto con la Città metropolitana di Cagliari al suono di trombe e fanfare», attacca invece il leader dell'Uds Mario Floris, «ma è evidente che ci troviamo di fronte a una vera e propria patacca». Perché di recente il governo, prosegue l'ex presidente della Regione, «ha spartito il Fondo per lo sviluppo e la coesione riducendo la dotazione iniziale complessiva, attraverso diverse destinazioni di risorse, da 54,8 miliardi a soli 25,5 per le Regioni e le Città del Meridione».

I SINDACI Si rivolge invece con più fiducia a Renzi il presidente dell'Anci Sardegna, Pier Sandro Scano, che in una lettera ufficiale chiede al premier, in occasione della sua visita nell'Isola, «un incontro con una delegazione di sindaci per sottoporle le problematiche più acute dei Comuni sardi». Il riferimento è alla protesta per le nuove regole sul pareggio di bilancio negli enti locali. Per ora l'incontro non è stato inserito nell'agenda renziana, ma non è detto che all'ultimo momento la richiesta non venga accolta.


Giuseppe Meloni

 Il rapporto di Legambiente Oristano città verde è la più vivibile dell’isola

Poche emissioni, aree verdi, raccolta differenziata funzionale, aree pedonali e ciclabili sono i parametri che hanno permesso a Oristano di entrare nella top ten della classifica, stilata da Legambiente, che mette in fila indiana le città più rispettose dell’ecosistema urbano. In pole postion c’è però Macerata, nelle Marche, che precede un gruppetto di città del nord (Verbania, Mantova, Trento, Bolzano e Belluno) e Oristano, che si è guadagnata l’ottavo posto assoluto nel 23esimo rapporto sulla vivibilità ambientale nei capoluoghi di provincia italiani pubblicato sul Sole 24 Ore.

Più staccati, invece, gli altri capoluoghi delle province storiche della Sardegna. La seconda città per vivibilità è Sassari che si è attestata al 31posto assoluto. Seguono Nuoro, 34esimo posto in classifica, e infine Cagliari, cenerentola sarda che non è andata oltre la 54esima posizione ma che si è tenuta a distanza di sicurezza dal fondo della classifica che, al 104esimo posto, vede la città di Messina.

Il risultato di vertice di Oristano, che ha confermato la posizione d’alta classifica già guadagnata lo scorso anno, è arrivato grazie al secondo posto nella graduatoria delle città con meno emissioni di biossido di azoto (No2), dopo Enna, e al primo di quelle che non superano i 120 microgrammi di ozono per metro cubo, un evento che nella città di Eleonora d’Arborea non è mai accaduto. Anche Sassari è al top della graduatoria della città che vantano la minor presenza di polveri sottili nell’aria. Le note dolenti arrivano invece quando si parla delle dispersione dell’acqua nella rete idrica.

Le città sarde sono una vicino all’altra in fondo alla classifica con valori che definire preoccupanti sarebbe un eufemismo: a Oristano si perde il 55 per cento dell’acqua immessa nelle rete per uso civile, industriale o agricolo. Subito dietro, al 89esimo posto, c’è Nuoro dove scompare il 55,5 per cento dell’acqua. Sassari e Cagliari sono in condizioni peggiori e perdono, rispettivamente, 56,3 per cento e il 59,6 per cento. Un dato che dovrebbe preoccupare e far scattare l’allarme rosso se confrontato con quello che arriva dagli invasi dell’isola, svuotati dalla siccità. 

Evitare di sprecare la poca acqua disponibile, dunque, dovrebbe essere una priorità. Se ne sono accorti a Nuoro, dove la rete sprecona è tamponata dai cittadini accorti che nel consumo dell’acqua sono i sesti in Italia per numero di litri risparmiati. Anche Oristano è piuttosto oculata (18esimo posto) mentre Cagliari è tra più sprecone e Sassari non ha un dato disponibile per dimostrare il rappoorto tra i cittadini e il consumo d’acqua potabile.

Se la gestione dell’acqua, pubblica e privata, potrebbe e dovrebbe essere sicuramente migliorata, quella dei rifiuti sfiora la perfezione: Nuoro è la città italiana che produce meno rifiuti in assoluto, appena 364 chili all’anno per ogni abitante. Oristano è invece al 26esimo posto con 456 chili all’anno mentre Sassari è 36esima 480 chili all’anno. Meno attenti, infine, i cagliaritani che producono 573 chili di rifiuti ogni anno.

Nella raccolta differenziata il 26esimo posto di Oristano è il miglior risultato sardo con il 62 per cento di rifiuti riciclati, poi Nuoro (58,4), Sassari (42,9) infine Cagliari (30,8). Le città sarde, infine, sono drammaticamente indietro nell’uso di energie rinnovabili con Sassari che comanda la pattuglia ma a distanza di sicurezza dai primi comuni d’Italia. Insomma, migliorare è possibile.


di Claudio Zoccheddu

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