martedì 24 luglio 2018

La necessità di un Partito Democratico finalmente unitario. Di Chiara Cortese.



L'Assemblea regionale del PD si avvicina e in vista di questo importante appuntamento sento l'esigenza di riproporre alcune delle considerazioni che ho portato all'assemblea nazionale del 7 luglio, perché le difficoltà del PD in Sardegna mi sembrano perfino maggiori di quelle del partito nazionale.

Sabato 28 luglio abbiamo davanti a noi una scelta: mostrare al mondo un partito lacerato e ostaggio del correntismo, oppure presentare all'esterno un partito responsabile, una comunità conscia delle proprie difficoltà e dei propri problemi interni, ma comunque capace di anteporre agli obiettivi dei singoli un obiettivo comune, molto più importante.

Perchè capiamoci, il Partito democratico non è un oggetto, non è una sede, non è un logo, ma è una comunità di persone e il PD esiste fintanto che c'è una comunità che vi si riconosce. Una comunità che attende solamente di essere coinvolta, ma non nei litigi e nelle strategie da caminetto, bensì su cose concrete.

Per questa ragione ognuna e ognuno di noi deve sentire sulle proprie spalle la responsabilità, non delle sorti di una proprietà privata ma di un progetto collettivo, per il quale ora non servono tattiche, ma solamente la volontà, ferma, di ricostruzione attraverso una discussione seria e profonda, che ci consenta di tornare ad essere una forza politica autorevole, seria e progressista, capace di dialogare con gli altri partiti di centrosinistra e con la società sarda.

E questo progetto collettivo, a sua volta, non è auto sufficiente, ma è il motore necessario per portare avanti un'idea di sviluppo della Sardegna che sia equo, sostenibile e solidale. Ecco, io credo, che sabato sia l'occasione giusta per dimostrare che tutti, insieme, abbiamo voglia di mettere in quel motore il carburante necessario per farlo andare veloce.
Di Chiara Cortese

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