mercoledì 11 luglio 2018

Talmente paradossale da sembrare una bufala, ma purtroppo è vero. Di Pier Franco Devias



Oggi è stato presentato un esposto in Procura per presunto "danno erariale" contro numerosi comuni e regioni che hanno patrocinato le manifestazioni del Pride, tra cui la Regione Sardegna e il comune di Cagliari. I promotori sono deputati della Lega (si quelli che si sono fregati 49 milioni di soldi pubblici) e dei Fratelli d'Italia. 

La conferenza in cui spiegano le loro motivazioni inizia con uno sproloquio di condanna morale che persino gli antichi romani avrebbero definito retrogrado. Dopo questi signori sentenziano che non è "pensabile sprecare risorse per iniziative contro la legge".

Ma non si riferiscono mica a tutti i soldi che vengono spesi per fare i cordoni di scorta a un pugno di sfigati nostalgici che ogni anno devono omaggiare i fascisti morti e fare pubblica apologia di fascismo, con iniziative - appunto - contro la legge. No, su quello non hanno niente da dire.

Si riferiscono a manifestazioni di persone che pacificamente chiedono di avere gli stessi diritti di tutti. Questi reperti medievali precisano poi che "è surreale e indecoroso associare il nome di istituzioni a pratiche raccapriccianti vietate dalla Costituzione italiana".

Ma non si riferiscono ai parlamentari e ministri che quotidianamente inneggiano al razzismo, al fascismo, alla discriminazione etnica, religiosa e di genere, pratiche raccapriccianti - appunto - vietate dalla Costituzione. Si riferiscono a persone che reclamano di essere parte della società e di avere diritto ad essere considerate anche legalmente come tali.

Insomma, con tutte le spese inutili e gli scialacqui che la Regione ha fatto in questi anni, negando ai cittadini il diritto alla mobilità, alla salute, all'istruzione, al lavoro... finisce che paradossalmente dovrà rispondere di "danno erariale" per aver sostenuto una manifestazione di democrazia e di rivendicazione dei diritti fondamentali.

Di Pier Franco Devias


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