martedì 30 ottobre 2018

La lunga storia del razzismo contro i sardi. Di Francesco Casula.


Il razzismo contro i Sardi? Arriva direttamente dai Savoia. Per arrivare a Lombroso, Orano e Niceforo e, persino al Procuratore della repubblica di Cagliari, Roberto Saieva Un viceré di Vittorio Amedeo II, l’abate Alessandro Doria del Maro (1724-26) pone per così dire, le premesse ideologiche del razzismo contro i Sardi. Per giustificare la repressione violenta e militare contro il banditismo scrive che “la causa del male è da ricercarsi nella natura stessa dei popoli sardi poveri, nemici della fatica, feroci e dediti al vizio”.

Anticipando così e preparando brillantemente Lombroso e tutto il ciarpame e la paccottiglia sui Sardi con il dna delinquenziale con i vari Orano (i Nuoresi sono delinquenti nati) e Niceforo, secondo cui tutti i Sardi non solo i Nuoresi appartengono a una razza inferiore. Per arrivare agli anni 1960/70 quando su una rivista patinata e popolare, certo Augusto Guerriero, più noto come Ricciardetto scriverà che i Barbaricini occorreva "trattarli" con gas asfissianti o per lo meno paralizzanti.

Per arrivare ai nostri giorni con il Procuratore di Cagliari, Roberto Saieva, che all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016 ha sostenuto: “Altro fenomeno criminale che nel territorio del Distretto appare di rilevanti proporzioni è quello delle rapine ai danni di portavalori, organizzate normalmente con grande dispiegamento di uomini e mezzi. Diffusi sono comunque analoghi delitti ai danni di sportelli postali e di istituti bancari. E’ agevole la considerazione che nella esecuzione di questi delitti si sia principalmente trasfuso l’istinto predatorio (tipico della mentalità barbaricina) che stava alla base dei sequestri di persona a scopo di estorsione, crimine che sembrerebbe ormai scomparso.”

Forse il Procuratore pensava di essere un nuovo viceré alla Doria del Maro, cui sostanzialmente si ispira. Anche se il Maestro, per tutti, mi pare essere stato Cicerone, cui sono legati da un lunghissimo filo nero. Il grande oratore latino, nell’orazione Pro Scauro, aveva bollato i Sardi come naturalmente mastrucati latrunculi, inaffidabili e disonesti, in quanto africani (oggi diremmo negri), anzi formati da elementi africani misti, razza che non aveva niente di puro e dopo tante ibridazioni si era ulteriormente guastata, rendendo i sardi ancor più selvaggi: “Qua re cum integri nihil fuerit in hac gente piena, quam ualde eam putamus tot transfusionibus coacuisse?”(E allora, dal momento che nulla di puro c'è stato in questa gente nemmeno all'origine, quanto dobbiamo pensare che si sia inacetita per tanti travasi?)

Di Francesco Casula

Nessun commento:

Posta un commento