martedì 2 ottobre 2018

Rassegna stampa 02 Ottobre 2018


La Nuova

Zedda sulla candidatura: ci penso, me lo chiedono. Il sindaco di Cagliari vicino alla guida di una coalizione del centrosinistra. Sul suo nome c'è anche il sostegno dei sindaci e la spinta della società civile

di Alessandro Pirina
INVIATO AD ALGHERO

Ammette che gli piacciono le sfide impossibili, e il centrosinistra che prova a riconquistare la Regione lo è. Non nega che da più parti gli chiedono di candidarsi, e la presenza sullo stesso palco ad Alghero del luogotenente di Martina per gli enti locali non è solo un caso. Ma per ora Massimo Zedda non scioglie la riserva. Alla domanda diretta del direttore della Nuova, Antonio Di Rosa, su una sua possibile discesa in campo alle regionali come leader del centrosinistra il sindaco di Cagliari si limita a un «vedremo». Salvo poi aggiungere: «Ci sto pensando». Insomma, la candidatura di Zedda non è più solo un'ipotesi. Il suo è il nome più forte che il centrosinistra può contrapporre al Movimento 5 stelle e al centrodestra, forse a trazione sardo-leghista.

Un nome capace di andare oltre gli steccati dello stesso centrosinistra. In particolare, verso quei movimenti civici che in questi anni hanno avuto la meglio sui partiti tradizionali. Ovvero quel variegato partito dei sindaci che viene alla ribalta ogni volta che il Paese è alle prese con una crisi politica. Era successo dopo Tangentopoli, sta riaccadendo oggi nella stagione dell'antipolitica. E questo era il tema dell'incontro di ieri al Teatro civico di Alghero.

L'occasione era il libro di Matteo Ricci, primo cittadino di Pesaro, sui 25 anni della legge che ha introdotto l'elezione diretta dei sindaci. Oltre a Zedda sul palco anche i sindaci di Nuoro, Andrea Soddu, e Alghero, Mario Bruno. Due presenze non casuali, visto che entrambi hanno conquistato il loro Comune fuori dai partiti proprio alla guida di quei movimenti civici a cui tutti guardano con forte interesse. Movimenti che in un caso si sono già trasformati in partito, come l'Italia in Comune fondata da Federico Pizzarotti, il sindaco di Parma ex M5s, che ha messo radici anche in Sardegna. E non è un caso che il primo endorsement ufficiale pro Zedda sia arrivato proprio dal politico emiliano. «Sono onorato che tante persone, anche colleghi, stiano guardando a me come possibile candidato - dichiara Zedda -.

Mi dispiacerebbe tantissimo lasciare Cagliari, perché è chiaro che anche se si perde bisogna rimanere in Consiglio a fare opposizione. È questione di serietà». Ma prima di accettare, fa capire, lo devono mettere nella condizione di dire sì. «Non c'è un santo da portare in processione, c'è da ricostruire un campo di forze che è stato logorato e avvicinare i giovani.

Questo al di là della mia candidatura o di altre persone». Ma non nega che l'ipotesi lo stuzzichi. «Pizzarotti e tanti altri sindaci propongono il mio nome e a questo non sono indifferente, perché a me piacciono le sfide impossibili. Se non lo sono non mi diverto. È stato così con le primarie, è stato così con le comunali». Conclusione sulla candidatura: «Vedremo, ci sto pensando». Una quasi conferma che dà un'iniezione di ottimismo a Bruno. «Lavoreremo per ricostruire la coalizione e fare sì che Massimo possa sciogliere a breve la riserva».

Non si sbilancia Soddu, che però in queste settimane ha liquidato dalla maggioranza il Psd'Az, ormai alleato di ferro della Lega, mentre il suo vice Sebastian Cocco (con altri consiglieri ex Base) è stato tra i primi ad aderire al partito di Pizzarotti. Un quasi endorsement lo ha fatto anche Matteo Ricci, che non è solo sindaco di Pesaro, ma è anche il responsabile del Pd per gli enti locali. Insomma, un emissario di Martina, che ha approfittato della trasferta sarda per sondare la disponibilità di Zedda. «In Sardegna trovo sindaci di provincia, ma non provinciali, che hanno una capacità di fare rete.

Persone che, al di là dell'appartenenza partitica, si riconoscono negli stessi valori e possono essere utili per questa regione». Parole, queste ultime, pronunciate con lo sguardo e il sorriso rivolto proprio a Zedda.Insomma, i sindaci stanno dalla parte di Zedda, ma sottolineano tutti l'importanza dei partiti. Anche se con i loro movimenti civici li hanno sconfitti. «A Nuoro si è anticipato quello che altrove è avvenuto dopo - spiega Soddu -. Io ho vinto al ballottaggio perché la gente non ne voleva più sapere di rappresentanze politiche.

Ma ciononostante io predico sempre la necessità del partito per fare politica. È uno strumento che deve essere al centro della politica nazionale e regionale, non possiamo farne a meno». «Io sono stato espulso dal Pd perché volevo partecipare alle primarie che poi hanno annullato - aggiunge Bruno - ma continuo a credere nei partiti. Se no a governarci saranno le lobby». Ma, sottolinea Ricci, oggi la classe politica pecca di inesperienza. «Questa cosa che oggi tutti possano fare tutto è fortemente diseducativa. Ritengo che la gavetta dei sindaci sia indispensabile per il Paese». O per la Regione.

Lega e Psd'Az correranno con un solo simbolo
Giovedì i vertici sardi di Forza Italia a Roma da Tajani per parlare
della strategia per le Regionali

CAGLIARI
Alle elezioni regionali di febbraio la Lega e il Psd'Az si
presenteranno con un'unica lista. Potrebbe sembrare una scelta
scontata dopo l'accordo per le Politiche di sette mesi fa, ma c'è una
novità. Questa volta il simbolo non sarà un'esclusiva del partito di
Salvini, comparirà anche la bandiera dei Quattro Mori, da un secolo
vessillo dei sardisti. Per farci stare tutto, è stata aperta una gara
d'idee, con anche il coordinatore regionale della Lega, Eugenio
Zoffili, e il segretario nazionale del Psd'Az, Christian Solinas,
impegnati a studiare il bozzetto. 

In cui dovranno trovare spazio: i
Quattro Mori, Alberto da Giussano, simbolo dei leghisti, i nomi dei
due partiti alleati e forse anche quello del vicepremier Matteo
Salvini. Dunque, sarà un puzzle in cui ogni particolare dovrà avere la
stessa dignità rispetto agli altri. Non sarà per nulla facile.

Primo vertice. Il tavolo regionale del centrodestra è in attesa di un
segnale da Roma, per esser riconvocato dopo essere stato avviato a
settembre. La nuova data possibile, comunque entro la metà di ottobre,
potrebbe essere decisa questa mattina alla Camera. A incontrarsi
saranno i deputati Zoffili, Ugo Capellacci, coordinatore regionale di
Forza Italia, e Salvatore Deidda di Fratelli d'Italia. Però non sarà
certo in questa riunione che verrà scelto il nome del candidato
governatore, mentre dovrebbe essere fatto un passo avanti nel
tracciare il programma della coalizione. 

La scelta del portabandiera,
si sa, è invece solo nelle mani di Salvini e del sottosegretario
Giancarlo Giorgetti per la Lega, di Silvio Berlusconi e Antonio Tajani
per Forza Italia e dello staff di Giorgia Meloni per Fdi. Stando alle
indiscrezioni, sulla Sardegna a fare la prima scelta sarà Salvini. La
rosa dei nomi continua a esserla quella che circola da settimane:
Christian Solinas, Angelo Binaghi e Ines Pisano.

Secondo vertice. È
quello che è stato convocato giovedì, a Roma, dal vicepresidente
nazionale di Fi, Tajani, e dal coordinatore Cappellacci. L'invito è
stato spedito ai parlamentari europei e nazionali e ai consiglieri
regionali. Tutti hanno confermato che saranno presenti alla riunione
in cui c'è un solo punto all'ordine del giorno: «Attività politica in
Sardegna nei prossimi mesi». 

Sarà anche l'occasione per un chiarimento
interno: le fibrillazioni fra gli azzurri sardi sono diverse da tempo,
così come la voglia di assicurarsi un posto in prima fila nelle
liste.Compiti a casa. In attesa di sapere quale sarà la data della
seconda riunione del tavolo del centrodestra, i coordinatori dei
cinque partiti dell'alleanza (Fi, Fdi, Lega-Psd'Az, Riformatori e Udc)
hanno preso l'impegno di presentarsi la prossima volta con tre punti
programmatici a testa. Serviranno da base per mettere nero su bianco
il programma. 

Si sa che i Riformatori una scelta di massima
l'avrebbero già fatta. Come ha detto più volte il coordinatore
Pietrino Fois «l'insularità, la vertenza sulle accise e gli
accantonamenti sono per noi temi irrinunciabili». (ua)

Unione Sarda

CENTROSINISTRA. Zedda: «Ci sto pensando»-Parla ad Alghero: onorato che
tanti colleghi e cittadini pensino a me
Presidenza della Regione, passo avanti del sindaco di Cagliari

«Ci sto pensando». Massimo Zedda, ieri sera dal palco del Teatro
Civico di Alghero, ammette che l'ipotesi di una sua candidatura alla
presidenza della Regione non è così remota. L'occasione è la
presentazione del libro di Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, alla quale
hanno partecipato anche i primi cittadini di Alghero e Nuoro, Mario
Bruno e Andrea Soddu. «Sono onorato del fatto che tante persone, tanti
colleghi sindaci e tanti cittadini guardino a me», dice Zedda, che a
fronte dei numerosi incoraggiamenti ammette di non essere indifferente
e amare le sfide.

Ma c'è una precisazione che va oltre la
consacrazione di una sola persona: «C'è da ricostruire un campo di
forze, al di là della mia candidatura, bisogna ricostruire ciò che è
stato logorato». Un proposito che traccia il solco con la rivoluzione
legale della nazione sarda lanciata dal segretario del Partito dei
sardi, Paolo Maninchedda che non si concilia con il centrosinistra.
I SINDACI Una cosa è certa: entrambi i progetti avranno i sindaci
protagonisti. E proprio i primi cittadini, corteggiati da tutte le
forze politiche, andranno in ordine sparso: «C'è il rischio di creare
tanti piccoli eserciti», sottolinea Soddu, «anche perché i sindaci
appartengono ad aree ideologiche ed è normale seguano ognuno la
propria».

SEPARATI La prima chiamata alla quale hanno risposto i sindaci è
arrivata da Abbasanta, dove Paolo Maninchedda, segretario del Partito
dei sardi, ha lanciato prima di tutto le primarie nazionali sarde, ma
ha messo sul tavolo un perimetro politico definito sul quale non
intende mediare ossia il concetto che la Sardegna è una nazione. Ma
altrettanti primi cittadini sono pronti a sostenere un impegno
concreto di Massimo Zedda per guidare una coalizione che nasca dalle
ceneri di un centrosinistra di fatto inesistente: già oggi potrebbe
essere reso pubblico il documento.

Allo stato attuale i due processi
sono inconciliabili e prima di ipotizzare una sfida alle primarie tra
Zedda e Maninchedda, ci sono da superare le distanze politiche.
TENSIONI Nel Partito dei sardi c'è la convinzione che dietro la
candidatura del sindaco di Cagliari ci sia una manovra del Pd. Questa
tesi rende più difficile qualsiasi trattativa perché tra i due partiti
ci sono delle tensioni politiche.

Quindi allo stato attuale non è
possibile convogliare i due processi in un'eventuale grande
consultazione di primarie sarde. C'è il concetto di nazione sarda,
considerato imprescindibile da Maninchedda, che innesca un processo
politico diverso: «E' il paradigma di un modo di vedere il mondo: più
umano, più libero, più responsabile, più giusto», scrive Maninchedda
sul suo blog.

L'APERTURA Eppure il presidente di Campo progressista (partito di
Zedda), Luciano Uras, è convinto che una convergenza possa esserci. In
una lettera inviata a Maninchedda e Franciscu Sedda dice: «Popolo o
nazione? Non penso che sarà l'uso di un termine a scavare tra noi un
fossato, a dividerci verso la comune responsabilità di dare ai sardi
un futuro di emancipazione, verso il diritto dovere di autodeterminare
il proprio destino».

Basta divisioni, dunque, per Uras che ricorda gli
errori fatti dalla sinistra: «A volte, pur desiderando un medesimo
risultato si è indebolito il fronte dell'impegno unitario. Sono certo
che non vogliamo fare e non faremo più questo errore».

L'AVVISO Difficile in questo momento capire quale sarà la scelta dei
sindaci. Il presidente dell'Anci Piccoli Comuni, Omar Hassan, è
convinto che sulla ricerca dei sindaci ci sia «una forte
strumentalizzazione e nel caso di Zedda, qualcuno forse sta tirando la
giacchetta».

ORDINE SPARSO La sindaca di Siamaggiore, Anita Pili, ha partecipato
all'incontro di Abbasanta, anche se l'unità dei primi cittadini è
improbabile: «Ognuno andrà con la propria area di appartenenza». C'è
il timore che dietro il progetto di Zedda «potrebbero esserci i
partiti che tentano di riciclarsi, attraverso lui e i sindaci. Spero,
invece, corrisponda a un rinnovo reale».

Daniela Falconi, sindaca di
Fonni, dice: «Le uniche primarie valide saranno quelle sui temi della
Sardegna. Concentrarsi solo sui nomi è un referendum sulle persone».
Prima un progetto e poi l'eventuale adesione, altrimenti «il
corteggiamento dei sindaci diventa uno spot elettorale».
Matteo Sau

CENTRODESTRA. Da definire gli equilibri con la Lega. In campo sempre Binaghi
Forza Italia vuole accelerare: giovedì vertice a Roma con Tajani

Un altro passo in avanti per definire gli equilibri nel centrodestra a
meno di cinque mesi dal voto. Stavolta è Forza Italia a prendere
l'iniziativa: il vicepresidente Antonio Tajani e il coordinatore
regionale Ugo Cappellacci hanno convocato per giovedì alle 18, nella
sede del partito a Roma, tutti i parlamentari e i consiglieri
regionali sardi. All'ordine del giorno c'è “il coordinamento delle
attività di FI in Sardegna nei prossimi mesi”.

IL TEMA ELEZIONI Facile prevedere che tra le questioni sarde sarà
affrontata anche quella delle elezioni di febbraio. Al momento tutto
fa pensare che sarà la Lega di Matteo Salvini a rivendicare il diritto
di scegliere il candidato governatore per l'Isola. Giovedì questo nodo
potrebbe essere sciolto definitivamente, anche perché, secondo i ben
informati, l'incontro è fortemente voluto da Silvio Berlusconi, con il
quale Ugo Cappellacci è costantemente in contatto.

Inoltre, è Tajani
che tratta con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il
leghista Giancarlo Giorgetti, per stabilire a chi spetta la prima
scelta nella designazione del candidato della coalizione nelle quattro
regioni al voto. È la linea già inaugurata nel vertice di Palazzo
Grazioli del 20 settembre quando Berlusconi, Salvini e Meloni hanno
fatto sapere che «il centro-destra si presenterà unito a tutte le
prossime competizioni elettorali a partire dalle elezioni regionali di
Piemonte, Abruzzo, Basilicata, Sardegna con l'individuazione di un
candidato condiviso, così come in tutti altri appuntamenti
amministrativi».

FORZA ITALIA E LEGA Una volta deciso se il potenziale presidente della
Regione sarà azzurro o leghista, ci si dovrà concentrare sui nomi.
Resta viva l'ipotesi del presidente della Federazione Italiana Tennis,
il cagliaritano Angelo Binaghi. Il numero uno della Fit sarebbe molto
gradito alla Lega, anche in virtù degli ottimi rapporti con il
sottosegretario con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti, che
risalgono a ben prima del 4 marzo. Forza Italia non avrebbe problemi
ad accettare, più freddi invece gli esponenti di Fratelli d'Italia, in
particolare regionali, che non hanno mai nascosto di preferire profili
provenienti dalla politica. Sempre di derivazione leghista sarebbe
l'altro nome in campo, quello della magistrata Ines Pisano.

Ed è realistico credere che anche il senatore della Lega Psd'Az, Christian
Solinas, non escluda di correre. Se nessun accordo sarà raggiunto
entro la metà di ottobre, i Riformatori hanno fatto già sapere che
chiederanno la celebrazioni di elezioni primarie.

IL NUOVO VERTICE Oggi, intanto, potrebbe essere fissata la data del
prossimo vertice della coalizione che si terrà di sicuro nella sede
della Lega in viale Sant'Avendrace a Cagliari. Nell'attesa, che non
dovrebbe durare più di due settimane, ogni coordinatore ha il compito
di indicare tre punti programmatici da portare al tavolo. E sempre
oggi, novità potrebbero arrivare sul fronte Lega: il commissario per
la Sardegna e coordinatore del tavolo della coalizione, Eugenio
Zoffili, dovrebbe vedere infatti Matteo Salvini.

Tra le altre cose, si
discuterà del simbolo con cui si presenterà la Lega, che prima del 4
marzo ha stretto un accordo col Psd'Az. A differenza delle politiche
ci sarà la possibilità di presentare il simbolo di Alberto da Giussano
in composizione con quello dei quattro mori.
Roberto Murgia

Il confronto
Il Pd riparte dai circoli, Cani incontra gli iscritti

Il viaggio nei territori del Pd è entrato a pieno regime. Il
segretario regionale, Emanuele Cani, sta girando per i circoli
provinciali per organizzare degli incontri e cercare di rilanciare
l'attività del Partito democratico in maniera decentrata. Dopo
l'incontro con il Circolo Copernico di Cagliari, il segretario sarà
oggi nel Medio Campidano, con il coordinamento provinciale, mentre
sabato è prevista la Festa dell'Unità a Guspini, un'occasione di
confronto sui temi politici.

Si tratta di un'attività legata anche
alla conferenza programmatica pensata dal partito proprio per
coinvolgere gli iscritti e i cittadini in dibattiti sui temi di
attualità come trasporti, sanità, cultura, infrastrutture e welfare.
Dopo l'incontro di Roma organizzato dal segretario nazionale, Maurizio
Martina, il Pd sardo prosegue con l'obiettivo di uscire dal palazzo e
riprendere il contatto con le periferie. (m. s.)

L'INTERVISTA. La leader degli Autonomisti con Lussu lascia la guida
della commissione
«Porta a porta? Troppa fretta» Secondo Monia Matta sarebbe servita
maggiore informazione

«Servirà un po' di rodaggio per far funzionare il porta a porta, ma
forse la partenza è stata un po' avventata». Monia Matta, capogruppo
degli Autonomisti con Lussu, ha deciso di lasciare la guida della
commissione Politiche per il decoro urbano. Dopo mesi di attesa è
arrivato il via libera al regolamento per il porta a porta - che oggi
è all'ordine del giorno in Consiglio comunale - poi Monia Matta si è
dimessa dalla guida della commissione.

Quel regolamento non le piace?
«Così come era stato licenziato dalla Giunta l'abbiamo licenziato
anche noi, ma abbiamo preparato alcuni emendamenti importanti fatti da
tutti i consiglieri - di maggioranza e opposizione - partendo dalle
criticità emerse dove era già partito il porta a porta, soprattutto
per disabili e anziani».

Ecco, perché partire col servizio prima di definire le regole?
«Sarebbe servito un periodo maggiore di preparazione. Ci sono stati
incontri prima dell'avvio della raccolta porta a porta, ma ce ne
sarebbero voluti di più».

Si è partiti senza regole?
«Le regole principali erano stabilite dal bando. Noi le abbiamo
recepite poi abbiamo tardato per capire meglio i punti da rivedere,
d'accordo con tutti i commissari».

Poi si è dimessa, c'è di nuovo maretta tra voi e il sindaco?
«Non mi sono dimessa per contestare l'operato del nostro sindaco - la
fiducia è inalterata - ma neanche per l'introduzione del porta a
porta, era tutto previsto quando abbiamo deciso di candidarci. Però,
ripeto, sarebbe servito più tempo per la sensibilizzazione dei
cittadini, non parlo di educazione».

Crede che stia funzionando?
«La macchina ha bisogno di rodaggio e il servizio migliorerà sempre di
più, ma sono sempre convinta che sia fondamentale avere più isole
ecologiche mobili in tutte le zone più complesse della città».
La Soprintendenza ha bocciato quelle previste nel centro storico.
«Quello è un problema che sarà risolto, ma il punto è che ne servono
tante in diversi punti della città, penso a quartieri complicati come
San Benedetto».

Riuscirete a ottenerle?
«Avremmo dovuto prevederle a monte, ora stiamo preparando un
emendamento ed è fondamentale mettere in bilancio fondi per
acquistarne altre».

Si è dimessa solo per questo?
«Circa un anno fa sono subentrata al mio collega Stara alla presidenza
della commissione, dichiarando subito che sarebbe stato un incarico a
tempo e che non avrei potuto seguire la materia e la commissione».

Come Autonomisti con Lussu, avete incassato la presidenza del Ctm e un
assessorato. Placati gli appetiti, si dimette?
«Assolutamente no. Non so a chi andrà la commissione, ma non potevo
più occuparmene e ho aspettato di licenziare questo importante
regolamento e preparare gli emendamenti per modificarlo».

Coma sta andando il vostro assessore alle Politiche sociali Roberto Marras?
«Con lui bisogna fare discorsi più ampi sulle periferie, non limitarci
ai problemi dei mastelli. Bisogna pensare a progetti di inclusione
sociale, utilizzando i fondi Pon-Metro, per responsabilizzare i
residenti e dare lavoro ai giovani del quartiere: serve più inclusione
sociale e responsabilità ambientale».

Gli impegni con le Politiche sociali non mancano...
«Ora si sta occupando del centro di viale Sant'Ignazio da sgomberare.
La questione non è stata gestita bene e lui che, si è insediato da
poco, sta gestendo la al meglio patata bollente. Il problema, però, è
che ho visto in che condizioni vivevano lì gli indigenti: una vergogna
per il Comune e per tutti noi».
R. C.

TORTOLÌ. Pd: ipotesi Salvatore Corrias per il posto di Franco Sabatini
I sindaci in prima linea per la corsa alle Regionali

Le regionali a febbraio e le comunali di primavera a Tortolì e
Villagrande apriranno una nuova stagione politica in Ogliastra. Tra i
partiti, soprattutto in vista delle elezioni per il rinnovo del
consiglio regionale, è iniziato il totonomi: decine gli aspiranti che
ambiscono a un posto al sole, in fila per la poltrona di Franco
Sabatini , il consigliere Pd che ha raggiunto il limite massimo di tre
candidature di fila. A quattro mesi dall'appuntamento con le urne, i
papabili sono tanti. Muovono i primi passi, in particolare a Tortolì,
i gruppi che proveranno la scalata al palazzo di via Garibaldi. In
attesa di conoscere le intenzioni del sindaco Massimo Cannas è più che
un'ipotesi la candidatura dell'ex sindaco Mimmo Lerede .

GRANDI MANOVRE I partiti guardano con interesse alle regionali.
Coordinatori e segretari hanno ancora sessanta giorni per chiudere il
cerchio. Il Pd è chiamato a cercare l'erede di Sabatini: il nome più
accreditato è quello di Salvatore Corrias , sindaco di Baunei.
Patrizia Ferreli , di Lanusei, ex assessore provinciale alla Cultura
nella giunta Pilia, potrebbe completare il team. Lega e Psd'Az si
riuniranno a breve per scegliere i candidati: in rampa di lancio,
sempre stando ai rumors, ci sarebbe Giorgio Todde , coordinatore
provinciale dei leghisti. Sul partner in quota Psd'Az si parla di
Mariangela Serrau , ex sindaco di Osini.

Forza Italia attende
indicazioni dai vertici prima di adottare decisioni: sul territorio
verrà avviato un confronto con la coordinatrice Carla Lai , ex
assessore comunale di Ilbono. Nella coalizione di centrodestra è calda
l'ipotesi candidatura di Piero Cannas , mister 2938 preferenze alle
regionali del 2014 quando l'ex sindaco di Villagrande era candidato in
quota Udc. L'unica certezza è rappresentata dal Movimento Cinque
Stelle che, a meno di cambiamenti dell'ultim'ora, si presenterà con i
più votati alle regionarie: Anastasia Agus e Andrea Mascia .

ASPIRAZIONI IN FASCE Oltre all'ipotesi Corrias, anche altri sindaci
starebbero strizzando l'occhio a una candidatura. Si tratterebbe di
Gianluca Congiu (Girasole), in quota Partito dei Sardi, Marco Melis
(Arzana), indipendente di centrodestra accostato a Fratelli d'Italia e
Udc, e uno tra Andrea Piroddi - neo coordinatore ogliastrino - e Ivan
Mameli con i Riformatori.
Roberto Secci
  
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Federico Marini
skype: federico1970ca


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