domenica 28 aprile 2019

I conti col fascismo non sono mai stati fatti. Di Luisella Corgiolu.




28 APRILE 1945 "…Chiariamo bene questo punto: Mussolini non fu fucilato per iniziativa personale di nessuno. Non è vero, ad esempio, che Walter Audisio ricevette l’ordine da Cadorna. Lo ricevette dal Comitato di liberazione nazionale. Scritto. Il documento esiste: firmato da me per il Partito socialista, da Leo Valiani per il Partito d’azione, da Longo e Sereni per il Partito comunista, da Arpesani per il Partito liberale, da Marazza per la Democrazia cristiana, e da Cadorna. Esiste, si può trovare, si può pubblicare. Da esso risulta che il CLN si assume l’intera responsabilità per la morte di Mussolini e dà ordine di fucilarlo."

Sandro Pertini Il 27 aprile 1945. Mussolini venne catturato a Dongo (Como). Aveva abbandonato Milano nel tardo pomeriggio del 25 aprile e, con gli ultimi fedelissimi e il codazzo di gerarchi in fuga, aveva raggiunto Como sotto la vincolante custodia di una trentina di SS. Da Menaggio nella notte tra il 26 e il 27 aprile, si accodò con i suoi gerarchi ad una autocolonna della Luftwaffe che puntava su Chiavenna per raggiungere Merano attraverso il passo dello Stelvio.

La mattina seguente la colonna venne bloccata dai partigiani in quel di Musso, abbandonò il suo seguito, indossò un cappotto dell’aviazione tedesca e cercò di superare i controlli partigiani nascondendosi in un camion tedesco. Riconosciuto, venne fermato dai partigiani della 52ª brigata Garibaldi. Il 28 aprile 1945 Walter Audisio ufficiale addetto al Comando generale del CVL, col nome di battaglia di "Colonnello Valerio", ricevette l’ordine di recarsi a Dongo, per eseguire la sentenza capitale decretata dal CVL nei confronti di Benito Mussolini, sulla base del decreto emesso, il 25 aprile 1945, dal CLN Alta Italia.

L’art. 5 del decreto diceva: "I membri del governo fascista e i gerarchi del fascismo colpevoli di avere contribuito alla soppressione delle garanzie costituzionali, d’aver distrutto le libertà popolari, creato il fascismo, compromessa e tradita la sorte del Paese e d’averlo condotto all’attuale catastrofe, sono puniti con la pena di morte e, nei casi meno gravi, con l’ergastolo". Il giorno successivo i cadaveri saranno esposti a Piazza Loreto a suggellare la fine del fascismo in Italia la fine della dittatura.

Ma il fascismo non è morto con il duce. In Italia i processi ai criminali fascisti, sono stati pochi e chi ha pagato sono state sempre figure minori, vedi ad esempio a Bologna con il processo Tartarotti sanguinario aguzzino di partigiani. L’Italia aveva la sua struttura fascista e tale è rimasta, nessuna epurazione venne fatta nei centri del potere, “per tutti gli anni Cinquanta su 64 prefetti di primo grado, 64 prefetti non di primo grado e 241 prefetti soltanto due risultarono non di provenienza fascista; dei 135 questori e 139 vicequestori che avevano iniziato la loro carriera sotto il fascismo, soltanto 5 avevano avuto rapporti con la Resistenza; infine, su 603 commissari capo e 1.039 tra commissari, commissari aggiunti e vicecommissari, solo 34 erano stati in contatto con l’antifascismo.” (Da Paul GINSBORG, Storia d’Italia del Dopoguerra, Torino, 1985.)

L’amnistia di Togliatti riaprì le porte ai fascisti della prima e dell’ultima ora, la debolezza dei partiti politici che, nonostante la Costituzione reciti “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.” non seppero opporsi alla rinascita dell’ideologia fascista sotto altre forme. Oggi a 74 anni il fascismo trionfa, l’ideologia fascista è viva e vegeta lentamente silenziosamente è riuscita a rinascere cambiando il vestito una lunga operazione che sta ottenendo risultati sempre più evidenti. In questi anni è riuscito anche a sminuire il significato del 25 aprile...

Di Luisella Corgiolu

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