venerdì 26 aprile 2019

Solinas diserta il 25 aprile: «Non mi hanno invitato».


La Nuova Sardegna

Solinas diserta il 25 aprile: «Non mi hanno invitato». Il governatore non va alla manifestazione. Gli organizzatori: mai successo in passato

di Umberto Aime
CAGLIARI

Quattromila cagliaritani in piazza per la Liberazione, il doppio dell'anno scorso. Ma il presidente della Regione non s'è visto, e, in testa al corteo, non c'era neanche il gonfalone della Sardegna. È stata una doppia assenza pesante, in un 25 aprile che doveva essere la Festa di tutti e invece qualcuno d'importante, d'istituzionale ha disertato. Neanche nell'attimo solenne della deposizione della corona d'alloro, al parco delle Rimembranze, Christian Solinas è apparso tra
la folla di partigiani, studenti, famiglie, per rendere onore ai caduti della Resistenza.

Gli altri rappresentanti dello Stato e del Comune c'erano tutti, in prima fila, Solinas no. «Il presidente non ha ricevuto inviti formali per partecipare alla manifestazione», è stata l'unica e stringata comunicazione, al telefono, arrivata dalla segreteria del governatore. Segreteria che è stata costretta a replicare quando l'assenza del presidente era diventata, con il passare delle ore, un caso enorme, gigantesco. «Non credevamo certo che fossero necessari inviti personali o personalizzati per essere presenti all'anniversario della Liberazione. Mai in passato li abbiamo inviati a nessuna autorità», è stata la replica di Marco Sini del Comitato 25 aprile, uno degli organizzatori insieme alle Associazioni di partigiani e studenti.

La lettera. Una per la verità è arrivata, a metà marzo, negli uffici della presidenza della Regione. È stata quella «consueta che spediamo tutti gli anni», hanno ricostruito dal Comitato. In cui è chiesto un contributo finanziario per la manifestazione e «riassumiamo il calendario delle diverse manifestazioni, compresi i diversi momenti della cerimonia: dalla partenza del corteo alla deposizione della corona agli interventi finali dal palco».

È vero che, nella lettera, non c'è scritto – ha aggiunto Sini - «Signor, onorevole Presidente della Regione, -l'aspettiamo il 25 aprile, ma la Liberazione può essere una festa a inviti?». No, e infatti «quando inviamo, con largo anticipo, il calendario dell'evento a chi rappresenta le istituzioni, ad esempio prefetto, sindaco, comandanti delle Forze armate o dell'ordine, mai scriviamo l'aspettiamo. Eppure tutti si presentano e scelgono di partecipare a questo o quel momento della Festa. Di solito, per loro è sempre quello della deposizione della corona d'alloro, poi semmai vanno via».

L'alibi. La ricostruzione della presidenza della Regione è stata divesa. «Le lettere in cui sono chiesti contributi seguono certi canali, altri quelle indirizzate personalmente al governatore». In questo caso, stando alla segreteria è arrivata solo una del "primo tipo", non del secondo. Ma perché Solinas non ha deciso comunque di essere presente almeno nel momento del ricordo, davanti al parco delle Rimembranze? «Per il presidente, il 25 aprile, è stata una giornata d'inteso lavoro per affrontare le emergenze della Sardegna», hanno risposto dallo staff.

Le polemiche. Marco Sini del Comitato non ha voluto alimentarle: «Mi piace solo mettere in evidenza che al corteo hanno partecipato in quattromila e c'erano soprattutto tantissimi giovani. Ogni volta che qualcuno prova a mettere in discussione i valori assoluti della Liberazione, in piazza scende sempre più gente. È accaduto nel 1994, quando Berlusconi sdoganò una curiosa equidistanza tra fascisti e antifascisti, e riaccaduto quest'anno».

Ad alzare il tiro è stato Emanuele Cani, segretario regionale del Pd: «Chi ha giurato sulla Costituzione nata dalla Resistenza, come il presidente della Regione, avrebbe dovuto sentire il dovere di partecipare proprio in rappresentanza dell'istituzione che guida e quindi della Sardegna. Di una terra che, con donne e uomini, ha contributo a quel movimento da cui è nata la democrazia. Quella democrazia che oggi dà la possibilità, anche a chi dissente, di poter esprimere le proprie idee in uno Stato libero».

Il corteo. È stato un 25 aprile molto partecipato, con un susseguirsi di canzoni, a cominciare dall'immancabile "Bella ciao", slogan, uno su tutti "ora sempre e sempre Resistenza", balli e appassionati interventi dal palco. È stata una grande Festa e di sicuro sarebbe stato meglio esserci senza neanche bisogno di chissà quale invito personale.
-----------------
Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
skype: federico1970ca


Nessun commento:

Posta un commento