giovedì 29 agosto 2019

Pablo Escobar, il principe dei narcos


(29 Agosto 1989) Un camion-bomba, riempito con mezza tonnellata di dinamite, esplode nel centro di Bogotà, demolendo un edificio di cinque piani e provocando morte e distruzione su un'ampia zona. La responsabilità della bomba (che provocherà 65 morti e più di mille feriti) è imputata immediatamente ai principi del narcotraffico, mentre le FARC (formazioni marxiste – leniniste) l’M19 (socialismo rivoluzionario), sono immediatamente scagionate dal fatto, per altro senza un’inchiesta approfondita.

Sotto la presidenza Betancur è paventata la possibilità della legalizzazione del mercato della droga, e della partecipazione dei boss del narcotraffico alla vita sociale, politica ed economica del Paese. In questa atmosfera nascono partiti politici guidati da narcotrafficanti, come il Movimiento Latino Nacional di Carlos Lehder e Civismo en Marcha di Pablo Escobar, eletto alla Camera dei Rappresentanti. Il loro progetto non ha però successo a causa dell'opposizione dei partiti tradizionali. Il mese successivo sicari del Cartello di Medellin uccidono il Ministro della Giustizia Rodrigo Lara Bonilla.

Il governo reagisce proclamando lo stato di assedio a tutto il Paese. Viene inoltre varata una nuova legislazione sugli stupefacenti che dà il via alla prima guerra del governo contro il narcotraffico, con sequestri di beni, aumenti di pene ed espansione del codice penale militare ai delitti legati al traffico di droga. In tutto questo ha un’importanza fondamentale l’intervento degli Stati Uniti.

Il gruppo narcotrafficanti che da questo momento porta avanti una guerra contro lo Stato, avrà come suo leader il noto e potente narcos Pablo Escobar. Nel 1987 viene estradato Carlos Lehder Rivas, uno dei principali boss del Cartello di Medellín. Nel mese di novembre viene invece catturato Jorge Luis Ochoa, ulteriore alleato di Escobar. Gli Estradabili (così si fanno chiamare i signori della guerra e della droga) ritengono la cattura conseguenza di una soffiata da parte del Cartello di Cali. Benché Ochoa venga in seguito liberato, a partire da questo momento gli Estradabili portano avanti una doppia guerra: da un lato, contro lo Stato per ottenere il divieto di estradizione, e dall'altro contro il Cartello di Cali e il suo boss Hélmer "Pacho" Herrera.

Tutto questo avviene in una situazione sociale già esplosiva. A metà degli anni Ottanta la Colombia conosce un esponenziale aumento della criminalità e della violenza: bande di narcotrafficanti e di criminali comuni controllano interi quartieri delle principali città e il tasso di omicidi cresce vertiginosamente. La risposta violenta della polizia non fa che aggravare il problema. Un imponente serie di attentati di estende per tutta la Colombia: da Medellin a Bogotà esplodono centinaia di bombe presso locali, banche, sedi governative ed in particolare delle forza amate. Sono celebri le foto scattate dopo l’attentato del 29 Agosto 1989. Un fiume si sangue inonda la strada, con arti sparsi in tutta la piazza e col conteggio di quasi 70 morti e centinaia di feriti. Gli Stati Uniti, danno il via alla caccia a Pablo Escobar.

Dopo intense trattative, allo scopo di evitare l'estradizione richiesta dagli U.S.A., Escobar decide di consegnarsi spontaneamente alle autorità colombiane. Da quel momento viene “incarcerato,” Premio per essersi costituito senza spargimenti si sangue, ottiene “La Catedral,” una residenza di lusso in cui dovrà restare confinato per cinque anni.

Naturalmente, la sua prigione non è tale. Non solo perché egli vive in una fortezza con tutti i comfort, ma sopratutto perché Escobar continua a dirigere i suoi traffici e proseguendo nella sua lussuosa vita mondana. Nel 1992, contravvenendo ai patti, il governo colombiano decide di trasferirlo in una prigione meno lussuosa e più convenzionale. Venuto a sapere di tale intenzione, Escobar si dà alla fuga. Per la sua cattura vengono impiegati addirittura i Delta Force, il reparto speciale dell'esercito americano, e i Navy Seal, cioè la Marina statunitense.

Pablo Escobar muore il 2 dicembre del 1993 a Medellìn, all'età di 44 anni, quando viene localizzato in un quartiere borghese della sua città. Al termine di un inseguimento viene ucciso in una sparatoria, nella quale rimane colpito alla schiena, a una gamba e dietro l'orecchio. “Per me cambia poco come sia morto.” Dirà il figlio, Sebastián Marroquín Escobar, “ma i familiari delle vittime del narcotraffico hanno il diritto di conoscere la verità. Mio padre mi ha sempre detto di aver 15 proiettili nella sua Sig Sauer: 14 per i suoi nemici e uno per sé. Quindi quando ha capito di essere spacciato ha deciso di spararsi all'orecchio destro. Nel rapporto, in cui si parla di un colpo "nella parte superiore del padiglione auricolare destro, con foro di uscita a livello dell'orecchio inferiore sinistro" non viene specificato il calibro del proiettile. Io sono certo che quel colpo è stato sparato da mio padre.”


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