venerdì 30 agosto 2019

Quello che in fondo non sopporti... di Pier Franco Devias



Sono stato a vedere un nuraghe, nel nord Sardegna, e la ragazza che mi ha fatto il biglietto era italiana. Italiana come quella che mi ha fatto il biglietto per la tomba dei giganti ad Arzachena. Lo stesso posto in cui un napoletano mi ha spiegato le funzioni del nuraghe Albucciu. Ed aveva un chiaro accento romano la ragazza che sul Gennargentu mi guidava per vedere il tempio nuragico.

Lo stesso accento che aveva la signora che gestiva il negozio di artigianato sardo in costa. Ed era italiana la ragazza che mi ha servito il caffè a Orosei, così come quella che mi ha portato la pizza ad Alghero. A Predda Niedda poi sono stato in diversi grandi negozi dove l'intero personale era italiano, dal dirigente al commesso, fino al magazziniere passando per il cassiere.

Ed erano italiani gran parte degli operai che stavano lavorando alla Sassari Olbia, così come italiani erano anche i giardinieri, gli elettricisti e gli operai del villaggio turistico. Ma ora la stagione turistica scemerà, ed apriranno le scuole, con centinaia o forse migliaia di insegnanti italiani che siederanno nelle cattedre delle nostre scuole.

E' un problema? Penso di no. O perlomeno lo è solo nella misura in cui chi prende lo stipendio qui, poi paga le tasse in un luogo di residenza diverso da questo.
Per cui non è che non li vorrei, anzi, vorrei che prendessero la residenza qui, pagassero le loro tasse alla nostra Sardegna, entrassero a far parte del nostro tessuto economico, sociale, culturale. Vorrei vedere tornare tutti i nostri emigrati e vorrei vedere altri cittadini del mondo che vengono a vivere in pace qui da noi. E vorrei che imparassero anche il sardo, come ho visto fare a diversi senegalesi e nigeriani.

A proposito. Su questa massiccia presenza di lavoratori non sardi non ho sentito grandi proteste da parte di quel 50% di elettori sardi che hanno legittimato questa rilassata Giunta fasciosardista. E cos'è, non sono più posti rubati a noi Sardi quelli?  Com'è che era, "Non c'è lavoro per noi e questi vengono da fuori a prenderci il lavoro"? E non me lo fate il disegnino con l'Italia a fianco della Sardegna con la scritta "E mattemattica, 60 milioni di italiani non ci stanno tutti da noiiiii!1!!"

Allora lo vedi che non era un problema di posti di lavoro presi da altri, non era un problema di tuo figlio che emigra mentre uno viene da fuori a lavorare.
Il problema, quello che non sopporti, in fondo, era ed è sempre quello: il colore della pelle.

Di Pier Franco Devias

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