giovedì 8 agosto 2019

Quando "gli altri" eravamo noi... La strage di Marcinelle. Di Vincenzo Maria D'Ascanio.



"Il nostro vicino, che non la smetteva mai di insultare mio padre, è entrato da noi piangendo. Gli italiani trovarono innumerevoli difficoltà di integrazione con la comunità belga, almeno fino a quell'8 agosto 1956." (Parole del figlio di un minatore).

"La comunità italiana del Belgio ha pagato con il sangue il prezzo del suo riconoscimento." (Dal quotidiano "Le Monde.")

08 Agosto 1956: una data amara, tragicamente ricordata per il disastro di Marcinelle. Un incendio divampò nella miniera di carbone del Bois du Cazier. Una tragedia che in Belgio non trova altri precedenti e che causa la morte di 262 persone, di cui 136 italiani (molti dei quali originari dell’Abruzzo, ma non solo). Intrappolati nella miniera senz’alcuna via di scampo, i minatori vengono uccisi dalle esalazioni di gas. Le operazioni di salvataggio proseguono fino al 23 agosto ma, nonostante tutto, non ci saranno sopravvissuti.

Un lampo e poi l'inferno: le fiamme avvolsero travi e strutture in legno e solo sette operai riuscirono a risalire in superficie, accompagnati dalle prime volute di fumo nero ed annunciando la tragedia. I soccorritori tentarono l'impossibile, sfidano la temperatura infernale causata dall'incendio. L'indomani gli uomini sono ancora prigionieri: l'incendio non ha toccato chi lavora ai livelli più bassi della miniera e per giorni si spera di poterli trovare ancora in vita. Tuttavia, all'alba del 23 agosto, i soccorritori ritornaneranno in superficie e le loro parole sono lapidarie: "Tutti morti". Gli operai furono ritrovati a 1.035 metri di profondità, stretti gli tra loro in un'ultima disperata ricerca di aiuto e di solidarietà.

Quel giorno tante povere donne chiamarono invano i nomi dei loro mariti, figli, fratelli. Le grida, i pianti, le maledizioni formano un coro tragico sino a quando non si ha più voce per chiamare e lacrime per piangere. Solo la pietà e l'intuito dell'amore permetteranno, in alcuni casi, di riconoscere i corpi arsi dalle fiamme. Bandiera nera per l'Italia e per i 406 orfani che sempre malediranno Marcinelle.

E' in lutto il Paese dei poveri, degli emigranti, "merce di scambio" tra i governi italiano e belga. che nel '46 firmarono l'accordo "minatori-carbone": tra il 1946 e il 1956 più di 140mila operai oltrepassarono i confini nazionali per andare a lavorare nelle miniere di carbone del Belgio. Era il prezzo di un accordo tra Italia e Belgio che prevedeva un imponente baratto: l’Italia doveva inviare in Belgio 2mila uomini a settimana e, in cambio dell’afflusso di braccia, Bruxelles si impegnava a fornire a Roma 200 chilogrammi di carbone al giorno per ogni minatore. Il nostro Paese a quell'epoca soffriva ancora degli strascichi della guerra: 2 milioni di disoccupati e aree ridotte dove si viveva nella miseria più nera. Nella parte francofona del Belgio, invece, la mancanza di manodopera nelle miniere di carbone frenava la produzione.


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