mercoledì 31 luglio 2019

S’ajudu torrau o a sa paradura. Di Francesco Casula.


Nonostante si sia tentato in ogni modo, da parte dei dominatori e “occupanti” – segnatamente da parte dei tiranni sabaudi – di scardinare e annientare lo spirito comunitario, la solidarietà popolare, quella pluralità di reti sociali e di relazione che avevano caratterizzato da sempre le Comunità sarde, permangono ancora in Sardegna variegati sistemi e costumi solidaristici e di forte unità: basti pensare a s’ajudu torrau o a sa paradura: costumanza questa che colpirà persino un viaggiatore e visitatore come La Marmora che [in Viaggio in Sardegna di Alberto Della Marmora, Gianni Trois editore, Cagliari 1955, Prima Parte, Libro primo, capitolo VII., pagine 207-209] scriverà: “Fra le usanze dei campagnuoli della Sardegna, alcune sono degne di nota e sembrano risalire all'antichità più remota : citeremo le seguenti.

Ponidura o paradura. – Quando un pastore ha subito qualche perdita e vuol rifare il suo gregge, l'usanza gli dà facoltà di fare quel che si dice la ponidura o paradura. Egli compie nel suo villaggio, e magari in quelli vicini, una vera questua. Ogni pastore gli dà almeno una bestia giovane, in modo che il danneggiato mette subito insieme un gregge d'un certo valore, senza contrarre alcun obbligo, all'infuori di quello di rendere lo stesso servizio a chi poi lo reclamasse da lui…”


Di Francesco Casula
Storico, autore de “Carlo Felice e i tiranni sabaudi”

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