lunedì 25 novembre 2019

Grandi manovre a sinistra del Pd




Prudenti, perché si sono scottati troppe volte. Ma non arresi. C'è ancora una sinistra da esplorare, forse da cercare sotto le pietre, malgrado le tante delusioni degli ultimi anni e le nuove sigle durate come un gatto in tangenziale. Ora che non ci sono elezioni imminenti (ma non si sa mai), alcune forze del centrosinistra-non-Pd riprendono a vedersi, dialogare. Per fare un nuovo partito? Non è la prima domanda a cui intendono rispondere. Vorrebbero prima dare risposte nuove - e magari di sinistra - ai problemi comuni.

Il passo indietro
A svelare questo movimento per ora carsico e molto informale sono state le dimissioni dell'ex senatore Luciano Uras dalla presidenza di Campo progressista Sardegna, giovedì sera nell'assemblea a Cagliari.
Con lui ha lasciato anche il tesoriere Giuseppe Verona. In attesa di un nuovo coordinamento, la rappresentanza legale e la tesoreria sono state affidate al consigliere regionale Gianfranco Satta, presente all'incontro insieme ai colleghi Massimo Zedda e Francesco Agus, a Francesca Ghirra, a Sandro Serreli e vari amministratori e militanti.

Ma non è un avvicendamento traumatico: «Al contrario, stiamo solo anticipando di qualche settimana la scadenza prevista per il 31 dicembre», spiega Uras, «per favorire le interlocuzioni con altri soggetti». Ci sono stati infatti già vari incontri, un dialogo per ora embrionale, con esponenti di Possibile, Mdp, Sinistra italiana. Si ragiona anche con Italia in Comune.

Lo sbocco non si può prevedere: «C'è bisogno di mettere insieme cultura politica e tutte le idee, le energie e le creatività del Paese», recita una nota di CpS: «A questo processo unitario non c'è alternativa, se si vogliono difendere in modo efficace i diritti e le libertà delle persone». Uras la spiega così: «Serve una Costituente dello schieramento progressista, democratico, ecologista e autonomista, che apra a nuovi dirigenti».

Gli interlocutori È d'accordo Thomas Castangia (Possibile): «È vero, stiamo provando a capire cosa si possa fare insieme», conferma. «Di certo non vogliamo finire nei soliti discorsi su forma partito, tipo di organizzazione e cose che alla gente non interessano: dobbiamo essere capaci di creare partecipazione sui grandi temi che coinvolgono le persone. L'ambiente, per esempio, o le disuguaglianze crescenti tra le città e il resto del territorio sardo».

Solo così si può «cercare consenso al di là del nostro solito giro», prosegue Castangia, che ritiene irrinunciabile il ricambio generazionale: «Se oggi non coinvolgi la fascia dei 18-35anni non vai da nessuna parte. Ormai il compito della nostra generazione è fare spazio a volti nuovi, più di quanto la generazione precedente abbia fatto con noi. Il gesto di generosità di Uras va in quel senso».

Non sono previste iniziative pubbliche a breve, ma gli incontri sono destinati a intensificarsi. E prima o poi il fiume carsico della sinistra-sinistra sarda dovrà venire allo scoperto.

Giuseppe Meloni
Articolo tratto da “La Nuova Sardegna del 23.11.2019

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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