mercoledì 20 novembre 2019

Inganno. Di Anna Maria Ferrarese.

Ed ecco, come promesso, il nuovo racconto breve dedicato a 7 criminali . Spero sia di vostro gradimento e di non turbare la sensibilità di nessuno, ricordatevi che è pura invenzione!
O no? Buona lettura.

1. La sorella sconosciuta. Di Anna Ferrarese.

Quella mattina Giacomo era veramente allegro, sorrideva addirittura, tra lo sconcerto degli allievi del suo corso, quasi intimoriti del suo nuovo aspetto. Aspettava con ansia la chiamata dell’infermiera, che gli avrebbe comunicato la morte di sua madre. Strega maledetta!

Come aveva potuto, una donna così malvagia, vivere tanto a lungo? I suoi continui maltrattamenti, ai quali non si era mai saputo ribellare, avevano segnato, anzi meglio lacerato, non solo il suo corpo, ma anche la sua anima. L’unico suo sfogo era stato quello di riversare la sua rabbia contro i suoi studenti.

In quanti lo avevano denunciato al rettore? Ma grazie alle cospicue donazioni all'università, da parte sua, e della strega naturalmente, aveva avuto solo dei piccoli consigli, più che rimproveri. L’intero collegio non aspettava altro che il suo pensionamento, ormai prossimo.

La immaginava sul suo letto, attaccata a mille tubicini, agonizzante e prossima all’ultimo respiro. Il medico era stato chiaro: “Non è una malattia che la sta conducendo alla morte, semplicemente il suo corpo si è esaurito, consumato. Non sono in molti a poter vantare 110 anni di vita sana e agiata, non crede?”
Certo, era proprio vero il detto: “I migliori sono i primi ad andarsene”.
Adesso mancava veramente poco e sarebbe stato libero!

Diede una fugace occhiata al suo Rolex, ormai le sue lezioni erano finite. Meditò per un istante se rientrare o cenare fuori, ma l’idea di assistere alla morte di sua madre lo eccitò più di quanto immaginasse e decise di rientrare.
Parcheggiò la BMW nel viale della villa, afferrò la valigetta, posata sul sedile del passeggero, e scese. Raggiunse lo studio dove si liberò del cappotto in cashmere e della valigetta.

La cameriera bussò alla porta.
- Ben tornato signore, vuole che serva la cena?-
- Tra un attimo, gradirei prima un drink. Mia madre? -
- Non so, signore. -
- Vai pure.-

La cameriera si dileguò in fretta, mentre Giacomo si versava del whisky. Col bicchiere in mano, salì la lussuosa scala che portava alle camere da letto. Il morbido tappeto attutiva i suoi passi.
Aprì la porta della camera di sua madre, l’odore di morte aleggiava nell'aria. L’infermiera sollevò lo sguardo dalla rivista che leggeva, seduta in una comoda poltrona vicino al camino acceso. Quando lo vide si alzò e raggiunse il capezzale della donna in agonia. Sembrava addormentata ed emetteva un sommesso rantolo dalle grinzose labbra aperte.

Giacomo si avvicinò al maestoso ed alto letto di mogano e rimase immobile ad osservarla. Quando la donna aprì gli occhi di scatto fissando subito lo sguardo nel suo, Giacomo ebbe un sussulto ed indietreggiò impaurito. La donna emise una asfittica risatina.
- Stai aspettando che muoia vero? Non vedi l’ora, merdoso di un bastardo! - Tossì appena.
Lo sguardo di Giacomo si indurì, strinse forte le mascelle, ma non disse niente.
- E’ tempo che tu sappia una cosa e credo che ti farà soffrire, e ciò non può che allietare questi miei ultimi momenti. Non sarai il solo a beneficiare della mia enorme ricchezza, la dovrai dividere con tua sorella! -
- Sorella? Ho una sorella? Perché non me ne hai mai parlato?-
- Perché volevo tenerla lontana dalla tua faccia di merda! - Rise. - Ho dato disposizione al notaio, penserà a tutto lui! Avvicinati! - Ordinò, e lui ubbidì.
- Apri il mio scrittoio, nel cassetto di sinistra c’è un diario, portamelo senza aprirlo! -
E così fece, in silenzio e a testa china. Non riusciva a credere di avere una sorella, come aveva potuto nasconderglielo? Maledetta!

Teneva in mano quell'insolito diario. La sua copertina era uno strano puzzle di lembi di pelle cuciti tra loro da finissimi lacci di cuoio. Si avvicinò porgendolo a sua madre.
- Non devi darmelo idiota! Lo dovrai mettere nella mia bara, questa è la mia ultima volontà. Adesso rimettilo al suo posto ed esci di qui, stai appestando le mie ultime boccate d’aria con la tua puzza di merda! Vattene! -
Giacomo si sentì avvampare, la graziosa infermiera lo guardava imbarazzata. Rimise al suo posto il diario ed uscì dalla stanza.
La odiava, di un odio che non pensava potesse esistere di tale intensità, l’avrebbe strangolata con le sue mani... se solo ne avesse avuto il coraggio…

Dormiva da diverse ore, quando qualcuno bussò alla porta della sua stanza, insistentemente.
Giacomo accese la lampada sul comodino.
- Avanti! -
La porta si aprì e comparve la governante. - Mi scusi se ho disturbato il suo sonno signore, ma devo informarla che sua madre Caterina Leone è deceduta mezz'ora fa. -
Giacomo si drizzò sul letto, incredulo. - Morta? Bene, era ora che quella vecchia puttana si levasse dai piedi! - Il suo sguardo si illuminò di gioia. - Ora vai, organizza subito la veglia, sono sicuro che lei ti abbia già dato istruzioni, eseguile. Io non parteciperò. -
- Come desidera signore! -
Seduto sul letto fantasticava della sua nuova vita, senza la sua aguzzina. Sarebbe stato il paradiso, doveva solo sistemare un ultima cosa: sua sorella!
Incredibile… aveva una sorella, come aveva potuto nascondergli una cosa così importante? Si rispose immediatamente, Caterina era stata capace di fare cose inimmaginabili, per il resto degli esseri umani.

Di Anna Ferrarese
Autrice Horror
Scrttrice dei Libri “La Sella del Diavolo” e “L’Abbazia Sepolta”


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