venerdì 29 novembre 2019

Scuola come luogo per imparare a ragionare. Di Toto Dessopiu.



Cosa ci ha lasciato la nostra scuola?, la capacità di giocare. Giocare anche con le parole, dando loro il peso che meritano, collocando i gesti e l'importanza delle cose. Ci siamo trovati, cercati, ritrovati, siamo veramente figli di quelle aggregazioni. Per alcuni eravamo allora "moderati terroristi", moderazione ereditata dalle famiglie, terroristi per le idee coltivate.

La scuola, tanto vituperata da quelli che dicono "lavurà, lavurà" per creare un proletariato sottomesso e ignorante, è strumento rivoluzionario. Le mie conoscenze della didattica, le amicizie fatte nel corpo insegnante, hanno dimostrato nel tempo l'importanza della conoscenza, sapere è veramente potere. La dedizione di chi insegna o ha insegnato ha prodotto e produce frutti avvelenati per i politici da slogan estemporaneo.

Dalla scolastica al materialismo storico, dall'illuminismo alle teorie post liberali, i mutamenti linguistici ed il loro collocarsi nella dinamica storica, per regalarci il gusto di pensare autonomamente. Negli anni del liceo esistevano i collettivi, l'autocoscienza, un nuovo rapporto con le ragazze-donne, siamo gli orgogliosi testimoni del tempo.

Ognuno con una strada, diversa caso per caso, senza mai cadere nei luoghi comuni della propaganda, analizzandola e spezzettando il significato per ricostruire l'intero discorso. Mai manichei, la scuola è stata ed è agorà in cui ascoltando si propone e ci si propone per una vita migliore. Una consapevolezza accresciuta ci porta a continuare l'indagine conoscitiva, a creare i presupposti per la rinascita, ad esserci.

Di Toto Dessopiu.


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