mercoledì 10 maggio 2017

Rassegna stampa 10 maggio 2017

La Nuova Sardegna

Alcoa, sul piatto 100 milioni di investimenti. Sider Alloys presenta il piano industriale ma chiede garanzie sui costi dell’energia e sui trasporti di Tamara Peddis

PORTOVESME Un investimento di 100 milioni di euro, l'assunzione in pieno regime di circa 400 operai e una produzione che sfiorerebbe le 155 mila tonnellate. Sono alcune cifre del piano industriale proposto dalla società svizzera Sider Alloys per il rilancio della fabbrica di alluminio primario ex Alcoa di Portovesme. Un piano già presentato al tavolo del Ministero dello sviluppo economico lo scorso marzo e ieri presentato alla stampa dall'amministratore delegato della Sider Alloys Giuseppe Mannina in un hotel di Roma. Un modo per comunicare all'opinione pubblica che la società è seriamente intenzionata ad acquisire lo stabilimento ex Alcoa di Portovesme e che adesso attende una risposta da parte del Governo che si sta occupando, tramite Invitalia, della cessione Alcoa.

Il Mise però prende tempo perché alcuni giorni fa ha prorogato la valutazione finale dell'offerta al prossimo 14 luglio. Ci sarebbero anche altri acquirenti interessanti a rilevare lo stabilimento ex Alcoa chiuso nel novembre del 2012 dalla multinazionale americana con sede a Pittsburgh. Il Governo sembrerebbe agire con prudenza e fare le opportune verifiche sul progetto della società svizzera specializzata nella commercializzazione di prodotti metallurgici. Ma anche la società, nonostante l'intenzione di acquisire la fabbrica, ha posto delle condizioni. Infatti proprio nel corso della conferenza stampa, l'amministratore Mannina ha precisato che affinchè il piano industriale decolli e abbia un senso, devono essere risolti due problemi: la questione del costo dell'energia e le infrastrutture portuali.

Due aspetti cruciali da anni posti all'attenzione di governi regionali e nazionali da parte, soprattutto, delle organizzazioni sindacali. Due ostacoli all'attività industriale che hanno determinato la chiusura di diverse fabbriche nel sulcis iglesiente o impedito importanti investimenti imprenditoriali.

Sulle tariffe energetiche a prezzi competitivi il Governo aveva promesso una soluzione entro maggio. L'obiettivo principale secondo i sindacati è quello di accorciare i tempi perchè le trattative per la cessione dello stabilimento ex Alcoa vanno avanti oramai da diversi anni, determinando una serie di difficoltà, in particolare per le centinaia di operai che attendono una risposta occupazionale.

Pd, la presidenza primo nodo per Cucca
Forse non sarà proposta dal segretario a Sanna, lo sconfitto alle
primarie. Più probabile che vada all’area Cabras-Fadda

CAGLIARI Alla prima assemblea del Pd dopo la vittoria di Giuseppe
Luigi Cucca per la segreteria, mancano pochi giorni. Sabato è dietro
l’angolo. Riunioni e confronti sono continui e non sempre le soluzioni
sembrano facili, nonostante da parte di tutti, vincitori e sconfitti,
ci sia la volontà di mettere fine alla stagione delle lotte intestine.
Però mettere assieme l’auspicata gestione unitaria potrebbe essere
complicato nel momento in cui il neo segretario dovrà assegnare gli
incarichi previsti dallo statuto o altri nuovi di zecca. Ad esempio:
la presidenza andrà a Francesco Sanna, il candidato-segretario battuto
da Cucca? Se in un primo momento sembrava potesse essere questo
l’inizio della nuova era, lo scenario avrebbe avuto – secondo diverse
indiscrezioni – un’evoluzione improvvisa.

Questa: la presidenza
dovrebbe andare invece alla corrente dei popolari-riformisti dell’area
Cabras-Fadda. Non c’è ancora un accordo ufficiale, ma il segretario
avrebbe garantito quell’incarico più di prestigio che sostanza agli
alleati (Cabras e Fadda appunto) nella corsa verso la segreteria. Alla
corrente sconfitta, quella dei soriani, potrebbero essere proposte
invece una delle due vicepresidenze, mentre l’altra dovrebbe andare
agli ex Diesse, sotto corrente della nuova maggioranza, per il resto
formata dai renziani della prima ora. Per gli altri incarichi da
assegnare Cucca dovrebbe avere meno problemi. Il motivo? I posti sono
un bel po’ e quindi dividerli in parti (quasi) uguali sarà più facile.
Di sicuro il senatore terrà per sè e sceglierà il coordinatore della
segreteria. È una figura indispensabile quando si ha il doppio
incarico, a Palazzo Madama, e per diversi giorni Cucca dovrà essere a
Roma, dove il governo Gentiloni ha una maggioranza risicata.

Detto del coordinatore, la segreteria – sarà numerosa – dovrebbe essere composta
in diversi dipartimenti. E proprio alcuni di questi incarichi
dovrebbero essere proposti a Sanna e ai soriani. Il deputato accetterà
la proposta, oppure rispetto all’ipotesi di una gestione unitaria,
preferirà stare in minoranza? È ancora difficile dare una risposta,
perché la griglia definitiva sarà definita solo a ridosso
dell’assemblea di Tramatza.

Intanto sono sette i sardi che faranno
parte della direzione nazionale, eletta domenica scorsa a Roma. Per i
renziani storici, il delegato sarà, com’era facile prevedere, il
consigliere regionale Gavino Manca, considerato il plenipotenziario in
Sardegna di Renzi e del suo braccio destro, il ministro Luca Lotti.
Sarà invece la deputata Caterina Pes a essere la quota in assemblea
dei soriani, a Roma sempre dalla parte dell’ex premier. Poi per i
popolari-riformisti in direzione ci sarà uno dei suoi fondatori: l’ex
sottosegretario Paolo Fadda. Per la lista di Orlando, saranno in tre:
il deputato Marco Meloni, l’ex parlamentare Giulio Calvisi e Anna
Crisponi (Retedem).



La Nuova

Soru: finito un incubo, pronto a ripartire
L’ex governatore rompe il silenzio su Facebook: una vicenda che mi ha
travolto. Renzi ai 5 Stelle: devono chiedere scusa
di Alessandro Pirina

SASSARI L’ultimo post lo aveva scritto il 25 dicembre. Un messaggio di
auguri. Breve, stringato, in puro stile soriano. «Buon Natale di pace
e giustizia». Ieri, dopo mesi di silenzio virtuale, Renato Soru è
ritornato su Facebook. Un lungo post sull’assoluzione per evasione
fiscale che ha chiuso una vicenda che un anno fa aveva travolto la sua
vita, il suo lavoro, la sua azione politica, costringendolo a
dimettersi dalla guida del Pd. «La Corte d'appello di Cagliari, anche
su richiesta del Procuratore generale, ha cancellato la sentenza di
primo grado e mi ha assolto dall'accusa di evasione fiscale – scrive
l’eurodeputato –.

È stata una assoluzione ampia, con formula piena,
che ha riguardato anche anni nel frattempo caduti in prescrizione. Si
chiude positivamente una vicenda che ha per qualche tempo duramente
travolto la mia vita personale, il mio lavoro, il mio impegno
politico. Insieme al dispiacere per il dolore causato ai miei
familiari, mi ha tormentato il pensiero che l'impegno leale e la
passione civile dedicata alla politica potessero tramutarsi nella
delusione dei tanti con cui ho condiviso idealità e speranze. Ora so
che non è così. La giustizia può avere tempi lunghi e può generare
molte sofferenze ma alla fine, anche con coraggio, ristabilisce la
verità». Con il post su Facebook Soru vuole archiviare il passato e
pensare al futuro. «Sono sereno, desidero condividere con ciascuno di
voi la gioia di questo momento, e riprendere il cammino». Subito dopo
l’assoluzione l’intero Pd, regionale e nazionale, si è stretto intorno
a mister Tiscali. Pigliaru e Cucca e Renzi su tutti. Anche ieri il
segretario nazionale è voluto ritornare sulla vicenda Soru con un
attacco ai grillini.

«Abbiamo chiesto conto ad alcuni deputati 5
Stelle delle loro vergognose frasi contro Renato Soru, il fondatore di
Tiscali e nostro deputato europeo, che è stato assolto da tutte le
accuse a suo carico e che era stato insultato e denigrato in tv dal
fango pentastellato – scrive Renzi sulla sua e-news –. Riusciranno a
mettere insieme cinque lettere e pronunciare la parolina magica:
scusa? Mettere i puntini sulle i è giusto e doveroso: noi non possiamo
sempre subire le accuse infamanti e false stando in silenzio». Sulla
assoluzione di Soru e sulle accuse del Movimento 5 stelle è
intervenuto anche il deputato Andrea Romano. «Grillo parla di folle
aizzate? Il mondo alla rovescia, prima hanno linciato Soru e ora che è
stato assolto neanche le scuse di Di Maio». Ieri anche Renzi, senza
citarlo, aveva fatto riferimento al vicepresidente della Camera
grillino, querelato da Soru perché lo aveva accusato in tv di essere
indagato per riciclaggio. Accusa non vera che aveva costretto Di Maio
a una lettera di scuse. Che, però, a Soru non era bastata.

Legge elettorale, Pd al bivio Accordo con il M5s o con Fi
di Giovanni Innamorati

ROMA Il Pd è chiamato a scegliere se fare la legge elettorale con M5s,
che anche oggi ha ribadito la propria disponibilità, o con Forza
Italia, sulla quale ha invitato a puntare il ministro Dario
Franceschini. Due partner a cui corrispondono due sistemi elettorali
diversi, e con lo stesso Pd che non è univocamente schierato per l'una
o l'altra soluzione. In questo clima, reso ancora più complesso
dall'imminente avvio della campagna elettorale per le amministrative,
il relatore alla legge elettorale, Andrea Mazziotti, punta a
presentare giovedì un testo base, vale a dire un testo che sia un
minimo comune denominatore, su cui poi aprire il confronto a suon di
emendamenti. Mazziotti ha oggi iniziato un giro di incontri informali
con tutti i gruppi parlamentari, per conoscere le diverse posizioni.
Queste dovranno poi essere formalizzate nelle sedute della Commissione
Affari costituzionali di mercoledì e giovedì.

E lo stesso giovedì
Mazziotti vorrebbe presentare il testo base. Il M5s, come ha riferito
Danilo Toninelli, ha ribadito l'offerta di dialogo con il Pd, in
particolare proponendo una sintesi tra il Legalicum, (cioè l'Italicum
così come è stato corretto dalla Consulta) e la proposta del deputato
del Pd Fragomeli: quest'ultimo propone l'abbassamento della soglia per
il premio di maggioranza al 37%, una scelta che renderebbe più
maggioritaria la legge, come chiesto dal Pd. Con una soglia non del
40% ma del 37%, M5s e Pd, facendo leva anche sul voto utile, avrebbero
più chance di ottenere il premio e di avere la maggioranza nelle
Camere. Peraltro l'asse Pd-M5s non ha i voti in Senato (98 i Dem e 39
gli M5s), dove difficilmente verrebbero raccolti altri consensi su una
proposta che incide sui piccoli partiti. Altro scenario ha invece
avanzato il ministro Franceschini, vale a dire un accordo con Fi per
la legge elettorale e anche per il sistema politico: Franceschini ha
infatti invitato gli azzurri a scaricare gli antieuropeisti Lega e
Fdi, come il Pd ha fatto con Si.

L'accordo con Fi, d'altra parte,
sarebbe implicito nell'appello di Mattarella, il quale ha esortato le
Camere tanto a varare la legge elettorale quanto ad eleggere il
giudice Costituzionale, che spetterebbe - appunto - a Fi indicare. Ma
il dialogo con Forza Italia implicherebbe un sistema più proporzionale
con premio alla coalizione e non alla lista. I piccoli partiti della
maggioranza (Ap, Des-Cd, Ci) chiedono un trasferimento dell'Italicum
dalla Camera anche al Senato, con lo sbarramento unico del 3%, che è
il vero punto dirimente: il Pd, infatti, ne vorrebbe uno al 5%. Per
una soglia al 3% anche Mdp che in più vorrebbe eliminare i capilista
bloccati. In questa situazione magmatica Mazziotti punta a presentare
giovedì un testo base da cui partire poi per il successivo confronto e
la presentazione degli emendamenti.

ORISTANO-Intesa Ledda-Udc-PdS Annamaria Uras rinuncia
La candidata sindaco non avrebbe gradito l’allargamento della coalizione
I centristi di Casini appoggiano Martinez che li sconfessa: «Cado dalle nuvole»
di Simonetta Selloni e Roberto Petretto

ORISTANO L’accordo tra Partito dei sardi, Udc, Idee rinnovabili e
Cittadini per Oristano è praticamente fatto. Ma non sarà indolore:
Annamaria Uras, l’avvocato che il Pds aveva individuato, già durante
le fasi della trattativa con il centrosinistra, come candidato
sindaco, ha deciso di rinunciare. Lo aveva fatto intendere due giorni
fa, in un post sul proprio profilo Facebook, che non avrebbe gradito
accostamenti con alcuni personaggi della vita politica oristanese:
«Sono ferma nell'intento di allontanare politici “irremovibili
inoperosi”. Solo così si apre la strada a sani intenti e fattiva
volontà di crescita. Sono certa che questo vuole tutta la città».
Mancavano nomi e cognomi, ma non era difficile immaginarli. Invece la
trattativa è proseguita ieri sino a tarda notte, alla ricerca di
un’intesa sui dettagli. Ma quando Annamaria Uras ha capito che ormai i
giochi erano fatti, ha deciso di lasciare.

Chi sarà ora il candidato
sindaco di questa coalizione che mette insieme il partito
dell’assessore regionale ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda, l’Udc
di Oppi e Uras, Idee rinnovabili di Salvatore Ledda e Cittadini per
Oristano di Ivano Cuccu? Sembra impossibile che la scelta cada su
Ledda. Ecco quindi che troverebbero credito i nomi dell’ex assessore
regionale Gian Valerio Sanna e quello di Gianni Angioi. Intanto ieri
si è registrato una sorta di incidente diplomatico nella coalizione
che sostiene il candidato sindaco Filippo Martinez. Il coordinatore
oristanese dei centristi di Pierferdinando Casini, Bruno Lacu, ha
affidato all’agenzia Ansa un comunicato con cui dichiara il sostegno
del partito alla candidatura a sindaco di Martinez. Una nota firmata
anche dal coordinatore regionale Federico Ibba in cui si spiega che la
scelta «rientra in una logica politica di sostegno a favore di
candidati a sindaco che provengono dal mondo dell’impresa, dell’arte e
della cultura, come nel caso di Filippo Martinez, dell’artigianato
come nel caso del nostro candidato sindaco centrista di Selargius, il
ceramista Nanni Pulli».

Per Lacu, quello di Martinez è «un progetto di
ampio respiro che cambierà radicalmente le prospettive della città e
del territorio con ripercussioni positive per l'intera isola. Martinez
non è un parvenu della politica, ha nel suo curriculum azioni
politiche concrete che hanno avuto risalto internazionale e ha varato
un progetto concreto, non limitato all’ordinaria gestione della
macchina amministrativa che coinvolge un brain storming permanente
composto da varie professionalità della cittadinanza attiva
dell'oristanese col supporto di illustri consulenti che contribuiscono
alla sua realizzazione con entusiasmo e senza interesse economico».
Martinez non ha gradito questo endorsement e si è premurato di
contattare le redazioni giornalistiche per precisare che tutti i
candidati delle liste che lo sostengono lo fanno a titolo personale.
«Ho conosciuto Bruno Lacu, è un’ottima persona e sarà candidato con
noi. Ma non sapevo che fosse schierato con chicchessia. I nostri
candidati sono in lista a titolo personale e non in rappresentanza di
qualche partito politico. Il concetto che vogliamo far passare è che i
nostri candidati sono individui in rappresentanza di sé stessi. Con
noi ci sono persone di destra e di sinistra. Abbiamo voluto fare un
gruppo eterogeneo. E devo dire che questa uscita dei centristi mi ha
fatto cadere dalle nuvole».

Unione Sarda

QUARTUCCIU. Amministrative, la rinuncia dei Cinque Stelle
«Impossibile creare una lista». Per ora in campo Paolucci e Pisu

La notizia era nell'aria, ma solo da ieri è ufficiale: il Movimento 5
Stelle non parteciperà alle elezioni amministrative dell'11 giugno a
Quartucciu. Sono lontanissimi i tempi in cui persino il leader del
movimento, Beppe Grillo, era arrivato in paese per dare il proprio
appoggio al candidato sindaco Bruno Flavio Martingano, che poi era
stato il primo consigliere dei 5 Stelle eletto in Sardegna. Alle
Europee del 2014, poi, a Quartucciu i grillini erano stati i più
votati con 1675 voti.

Le motivazioni della rinuncia sono state messe nero su bianco in un
comunicato del coordinamento del Movimento 5 Stelle Quartucciu,
all'indomani di un incontro dal quale è emersa l'impossibilità di
creare una lista.

«È maturata in noi da poco la decisione di non partecipare a questa
tornata elettorale, per motivi personali che hanno coinvolto più di un
appartenente al nostro gruppo», si legge nella nota: «Continueremo
comunque con le nostre attività sul territorio e saremo vigili sulle
attività della Giunta». Il Movimento «per sua natura non si allea in
coalizione con nessuna forza politica ad ogni livello. Nessun
candidato e nessuna lista di quelle che si presenteranno in questa
tornata elettorale godranno dell'appoggio del nostro gruppo, attivo e
ben radicato sul territorio da oltre otto anni».

Negli ultimi cinque anni è stato Martingano a rappresentare il
Movimento in Consiglio. Di recente la sua rinuncia per «motivi
personali» e la sostituzione con Valerio Mereu. «Abbiamo maturato in
questi cinque anni», si legge nel comunicato, «un'esperienza
costruttiva all'interno della complessa realtà amministrativa, che ci
ha aiutati a crescere. Pur essendo in minoranza, siamo riusciti a
ottenere ottimi risultati, realizzando concretamente alcuni punti del
nostro programma del 2012».

Per ora, i candidati certi alla poltrona di primo cittadino sono due,
entrambi per liste civiche: Damiano Paolucci, segretario cittadino di
Fratelli d'Italia, a capo di una lista di centrodestra, e Pietro Pisu,
che unisce molte anime del centrosinistra e i consiglieri di
opposizione Tonino Meloni, Walter Caredda, Rita Ambu e Franco Paderi.
Alla fine dovrebbe venire fuori un altro nome da un'altra lista
civica: sembrava certo quello di Antonio Piras, ex consigliere di
maggioranza del sindaco Carlo Murru, ma potrebbe spuntare a sorpresa
Walter Pibiri, anche lui volto noto della politica a Quartucciu.
Giorgia Daga

ORISTANO-ELEZIONI. L'alleanza tra Pds, Udc, Idee rinnovabili e
Cittadini per Oristano senza leader «Il polo civico? No, grazie»
Anna Maria Uras: non voglio guidare questa nuova coalizione

Il colpo di scena arriva proprio nell'ultimo scampolo di trattative
politiche. Si forma un nuovo schieramento ma esce di scena una
candidata alla carica di sindaco. Partito dei sardi, Udc, Idee
rinnovabili e Cittadini per Oristano trovano l'accordo politico (manca
solo l'ufficialità) ma perdono Anna Maria Uras , la candidata alla
fascia tricolore su cui qualche settimana fa aveva scommesso il Pds.
Anna Maria Uras non ha mai nascosto di non volere l'alleanza con
Giuliano Uras (Udc) e Salvatore Ledda (Idee rinnovabili) e su questa
posizione è stata irremovibile. E così per il polo civico
indipendentista inizia la caccia a un nuovo candidato, tornano in
campo i nomi dell'ex assessore regionale Gian Valerio Sanna e del
dentista Gianni Angioi .

L'ALLEANZA Dopo mesi di trattative, nelle ultime quarantotto ore ci
sono stati passaggi decisivi. Ha preso forma la coalizione con Partito
dei sardi, Udc, Idee rinnovabili che già nei mesi scorsi avevano
cercato di creare un laboratorio politico. Ma tra ritorni di fiamma
sia col centrosinistra (da parte del Pds) che col centrodestra (da
parte di Udc e Idee rinnovabili), il progetto sembrava tramontato. Poi
il colpo di scena: il Pds rompe col centrosinistra sui nomi dei
sindaci e riprende i contatti con Giuliano Uras e Salvatore Ledda che
nel frattempo continuano a trattare anche col centrodestra. Situazione
incerta fino all'ultimo su tutti i fronti. Lunedì c'è stato persino il
tentativo di ricucire tra Pds e centrosinistra, ma la proposta del Pds
di azzerare tutto (comprese le candidature di Maria Obinu e Anna Maria
Uras) è stata bocciata dal Pd. Alla fine si è trovato l'accordo tra
Pds, Udc, Idee rinnovabili e Cittadini per Oristano.
LA CANDIDATA Proprio questa alleanza ha fatto saltare una pedina
fondamentale. Anna Maria Uras ieri si è defilata: per lei, che a più
riprese ha chiarito di non volere in squadra «politici consumati», non
c'erano più le condizioni per proseguire un percorso politico insieme.
Adesso proverà a costruire una lista sua, ma il tempo stringe e chissà
se riuscirà nell'impresa.

GLI ALTRI LEADER Già al lavoro gli altri candidati sindaco
ufficialmente in campo: Maria Obinu per il centrosinistra, Andrea
Lutzu per il centrodestra, Cristina Puddu per Meris, Patrizia Cadau
per il movimento Cinque Stelle (in attesa che arrivi la certificazione
dalla staff di Grillo) e Filippo Martinez per il movimento Capitale
Oristano. Proprio ieri il regista oristanese ha incassato il sostegno
dei centristi di Pier Ferdinando Casini come annuncia il coordinatore
oristanese Bruno Lacu . Ma subito Martinez precisa: «Ho accolto Bruno
Lacu come individuo singolo, non sapevo fosse coordinatore di un
partito - dice - Ben venga il sostegno, ma voglio ricordare che dietro
il nostro movimento non ci sono partiti».
Valeria Pinna

LANUSEI. Il Pd non scioglie i dubbi, il candidato è una chimera
Tra i consiglieri in lizza Renato Pilia, figlio dell'ex presidente

Per chi i giochi non li ha ancora chiusi il tempo è tiranno. Al
countdown della presentazione delle liste mancano 90 ore e a Lanusei
lo scenario è definito solo in parte. Entro oggi il comitato PensiAmo
a Lanusei, con l'apparentamento del Partito democratico, apporrà i
sigilli sul gruppo che ambirà a governare la cittadina nei prossimi
cinque anni. Tra indiscrezioni e certezze spunta un tris di avvocati.
Resta caldo il nome di Davide Burchi come candidato sindaco, con lui
potrebbero presentarsi anche i colleghi Renato Pilia e Matteo
Stochino.

FIGLIO D'ARTE Ma in attesa dell'investitura ufficiale, o di un
ipotetico ribaltone sul nome del candidato sindaco, il gruppo PensiAmo
a Lanusei plasma la lista con volti nuovi nel panorama politico
cittadino. È il caso di un figlio d'arte come Renato Pilia, 29 anni,
primogenito di Bruno, ex presidente della Provincia dell'Ogliastra e
primario di Radiologia all'ospedale di Lanusei. Per lui, che secondo
una diffusa e autorevole corrente di pensiero all'interno del Pd è
l'astro nascente della politica locale, si tratterebbe della prima
esperienza. Il terzo legale candidato potrebbe essere Matteo Stochino
(36), ex amministratore comunale di Ilbono e referente del circolo Pd
cittadino.

LE INCERTEZZE Il comitato spontaneo PensiAmo a Lanusei, la cui azione
è animata da semplici cittadini ma anche da esponenti democratici,
vuole fortemente mettere su la terza lista. Questa conterrebbe già
diversi nomi, molti dei quali però sarebbero legati al nome del
candidato sindaco. Perciò si tenta di convergere su un nome gradito
alla maggioranza. E Davide Burchi, che respira politica sin dai tempi
della prima giovinezza, potrebbe essere l'ideale condivisione in una
fase dove gli equilibri - soprattutto all'interno del Pd - sono
piuttosto delicati.

DIETROFRONT Salvatore Zito e Attilio Piras, candidati sindaco in
pectore che per valutazioni personali o altre difficoltà si sono
ritirati dalla corsa. Anche se, a tre giorni dalla scadenza dei
termini, nulla è scontato. Soprattutto se non si riuscisse a chiudere
sul nome di Davide Burchi.
LISTE SICURE Le uniche certezze sono le ricandidature del sindaco
uscente Davide Ferreli e dell'attuale capogruppo di opposizione Silvio
Carobbi, dissidente Pd, il primo ad aver annunciato ufficialmente la
sua discesa in campo.
Giovanna Falchetto



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Federico Marini

skype: federico1970ca

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