venerdì 12 maggio 2017

Rassegna stampa 12 Maggio 2017

La morte di Rita Carboni Boy, prima donna candidata sindaco

Si è spenta a 91 anni, compiuti il 22 marzo scorso, Rita Carboni Boy, la prima donna candidata a sindaco di Cagliari.,Fu lei, vent'anni fa, brillante avvocata, a sfidare il suo collega Mariano Delogu per lo scranno più alto di Palazzo Bacaredda dove, comunque, sedette per due consiliature, nella prima - dal '98 al 2001 - come vice presidente della massima Assemblea cittadina. Il centrosinistra, allora formato da Democratici di Sinistra, Partito Popolare Italiano, Federazione Democratica e Socialista, Rifondazione Comunista e Verdi, puntò oltre che sull'affermata professionista soprattutto su una delle figure imprenditoriali emergenti in Sardegna.

A capo di un'azienda agrozootecnica nella nativa Nuragus, leader nel settore grazie a un'accurata selezione di bovini, Rita Carboni Boy divenne agli inizi degli anni '90 presidente mondiale degli allevatori della razza Charolais che in Sardegna aveva la concentrazione più alta su tutto il territorio nazionale. «Abbiamo fatto insieme la campagna elettorale per le comunali», ricorda l'ex rettore dell'Università Pasquale Mistretta, «e la ricordo sempre in prima fila sui problemi umani e sociali della città. Era castellana vera, nel senso di quel particolare attaccamento a Cagliari che amava in modo viscerale». ( p. mat. )

Moscovici avverte: «Rischi al ribasso per politica e banche» Ma l’Eurozona vola, trainata da domanda interna e export Italia maglia nera Ue «Ultima per crescita» Pil 2017 fermo a 0,9% di Chiara de Felice.

BRUXELLES L'Europa va avanti, l'Italia resta indietro. Ancora una volta, nelle previsioni economiche della Commissione Ue, è l'unico Paese colorato di scuro sulla mappa, perché è il solo con una crescita sotto l'1%. «Persistono le fragilità strutturali che conosciamo», spiega il commissario agli affari economici Pierre Moscovici. E pesano anche fonti di «rischi al ribasso» come «la situazione politica e il lento aggiustamento del settore bancario». Il fronte dei conti pubblici, invece, sembra per ora libero da ostacoli.

Sebbene il giudizio definitivo arriverà la prossima settimana, già ora c'è il plauso alla manovra-bis, che ha fatto calare il deficit, e il riconoscimento delle ragioni italiane sulla flessibilità per investimenti. «Apprezziamo lo sforzo fatto dall'Italia», sottolinea lo stesso Moscovici, secondo il quale ora bisogna guardare «al giusto aggiustamento per il 2018, è un work in progress». Mentre l'Eurozona può contare su una «crescita salda» che continuerà ad un «ritmo stabile», con un pil rivisto al rialzo all'1,7% per il 2017 e invariato all'1,8% per il 2018, l'Italia deve accontentarsi di una «ripresa modesta». +0,9% quest'anno, 1,1% il prossimo, trainati da domanda interna, export, ripresa degli investimenti e politica accomodante della Bce.

Fattori evidentemente insufficienti a far ripartire in modo convinto la quarta economia europea. Anche la disoccupazione cala solo «marginalmente» (11,5% nel 2017 e 11,3% nel 2018), mentre nella zona euro segnerà nel 2018 il record più basso dal 2009 (8,9%). Le buone notizie arrivano invece sul fronte del risanamento, perché la manovrina ha funzionato. «La Commissione ha incluso quasi completamente l'impatto delle misure fiscali che abbiamo valutato in 0,19 del Pil, e si felicita che la maggior parte riguardino la lotta all'evasione fiscale», ha sottolineato Moscovici. Il deficit quindi scende a 2,2% quest'anno e a 2,3% nel prossimo.

Peggiorano «leggermente» il deficit strutturale e il debito che salirà al 133,1%, anche a causa «delle risorse aggiuntive stanziate per il sostegno pubblico al settore bancario e agli investitori retail». Il commissario spiega che è presto per dire se il rischio di una procedura per debito eccessivo sia davvero scongiurato. Ma da qualche indizio lascia intendere che non sono in arrivo brutte sorprese. Ad esempio, quando parla del calo degli investimenti, problema rilevato dai tecnici Ue nelle scorse settimane, accoglie le spiegazioni date dal governo, salvando quindi la flessibilità ad essi collegata.


Quartucciu
Elezioni, ancora incertezze sui candidati

A poco più di 24 ore dalla scadenza per la presentazione delle liste,
a Quartucciu continua a regnare l'incertezza. Per ora i candidati
certi sono due ma sembra scontata la presentazione di una terza lista
civica che potrebbe riunire componenti di centro destra e di
centrosinistra. A capo di questa, il candidato sindaco più accreditato
continua a essere Antonio Piras che però non smentisce e non conferma,
dal momento che da giorni il suo telefono squilla a vuoto.

Passando alle certezze, a sfidarsi il prossimo 11 giugno saranno
Damiano Paolucci, ex assessore alla Cultura della giunta di Carlo
Murru che di quell'esperienza amministrativa ha riunito diverse anime
e Pietro Pisu, anche lui in lista civica con gli attuali consiglieri
di opposizione Tonino Meloni, Walter Caredda, Rita Ambu e Franco
Paderi. Ancora top secret gli altri nomi delle liste che saranno
svelati soltanto sabato alle 12.

In questa competizione elettorale non ci saranno i grillini che hanno
annunciato la rinuncia, per motivi strettamente personali di alcuni
loro rappresentanti. (g. da.)

CARBONIA. Paola Massidda replica alle critiche dopo l'addio di Carla Mario
«Cambi in Giunta? Fisiologici Per noi conta il programma»

La prima, Arianna Vinci (Politiche sociali), si era fatta da parte
subito nel settembre del 2016. Il secondo, Riccardo Cireddu (Lavori
pubblici), ha gettato la spugna lo scorso febbraio. Il terzo forfait
in aprile, Emanuela Rubiu (Cultura), ma solo per una settimana perché
i malumori son rientrati quasi subito. Ora Carla Mario, Scuola e
sport: addio, con rimpianti, per un problema familiare. Tirando le
somme: il sindaco Paola Massidda si è vista sfilare tre assessori in
dieci mesi. Quasi uno a stagione. La nuova era politica
amministrativa, retta dal Movimento Cinque Stelle, rivela che serviva
una sorta di tagliando preliminare.
Sindaco, tutto sotto controllo?

«Tutto ok, le dimissioni di Carla Mario sono maturate per importanti
questioni personali divenute tali nell'ultimo periodo ma, essendo
stata candidata ed eletta consigliere con centinaia di voti, sarà
sempre dei nostri».

All'epoca delle scelte sapevate che lo scenario sarebbe potuto cambiare presto?
«No. Forse Carla Mario per prima non avrebbe accettato se avesse
intuito cosa sarebbe accaduto: i candidati sono stati designati con
scelta collettiva e tramite votazione, idem per gli assessori su cui
ovviamente c'è stato il mio avallo, e per Carla rifarei la stessa
scelta perché ha dimostrato senso civico nel momento in cui ha capito
di recente che non avrebbe più potuto dedicare tempo al suo mandato:
ricordiamo che automaticamente aveva già perso anche la carica di
consigliere».

Tuttavia tre assessori dimissionari e una mini crisi con un quarto, è
un po' troppo in dieci mesi?
«Il cambio di assessori è fisiologico. È accaduto nella Giunta
regionale e chi in città oggi grida allo scandalo non ha mai sollevato
il problema. Tornando a noi, sia chiaro che vale più il programma di
chi lo porta avanti e noi questo stiamo facendo».
Intanto è emergenza amministratori, dopo il forfait di Cireddu e ora
di Mario: quanto resterà snella la Giunta?

«A fine maggio il nuovo assessore alla Scuola: potrei cercare oltre
gli attivisti, tendenzialmente non nel Consiglio perché il gruppo sta
crescendo, potrei riassegnare anche altre deleghe».
Carla Mario, pur senza citare episodi, si è sfogata contro la burocrazia
«Vale anche per me. Mi scontro pure io con percorsi lunghi ma se ciò
venisse associato alla fisiologica perdita di consenso la questione mi
lascerebbe del tutto indifferente: lavoriamo per la città, non per il
consenso».

All'opposizione c'è chi chiede le sue dimissioni
«Sinché ho un solo voto in più resto per rispetto di chi mi ha scelto».
Andrea Scano

LANUSEI AL VOTO. Piras ha rotto col Pd e ora cerca l'intesa col sindaco uscente
Ferreli e Carobbi, liste pronte Per Burchi ultime chiamate

Con il countdown che incombe, il quadro elettorale a Lanusei è sempre
più definito. Ora, oltre ai tre candidati sindaco Davide Burchi,
Silvio Carobbi e Davide Ferreli emergono anche i nomi dei componenti
delle liste. Nel caso della civica di Burchi si sta ancora lavorando
alla definizione: mancherebbero, oltre il logo che li rappresenterà,
anche alcune conferme per completare la lista. Per le altre due liste
i giochi sono praticamente fatti e circolano già gli elenchi delle
liste complete.

DAVIDE BURCHI Qualche mese fa nella cittadina ha preso piede il
comitato spontaneo PensiAmo a Lanusei. Espressione di una corrente
popolare e di tesserati del Partito democratico. Dopo vari tira molla
e accordi saltati il nome condiviso dalla maggioranza è stato quello
di Davide Burchi , avvocato, attuale segretario del Pd Ogliastra. Il
39enne porterà con sé Matteo Stochino eRenato Pilia (entrambi avvocati
di 36 e 29 anni). Sarà in lista anche un altro legale, Salvatore Zito
che, dopo essere stato a lungo in predicato di candidarsi a sindaco,
ora ambirà quantomeno a un assessorato. Alla squadra si aggiungono
anche Cinzia Marongiu , attuale segretario del circolo cittadino del
Pd.

SILVIO CAROBBI Che Silvio Carobbi, agronomo, attuale capo
dell'opposizione ed ex Pd ci avrebbe riprovato non è mai stato un
mistero. Il candidato ha sciolto le riserve già ai primi di gennaio.
La voglia di riprovarci, con una lista civica, è nata dopo cinque anni
di opposizione e aver incassato oltre 1300 voti. I componenti della
sua squadra saranno, salvo ripensamenti dell'ultimo minuto,Alessio
Tegas , Mary Arzu , Francesca Caredda , Maurizio Ligas , Maria Tegas ,
Roberto Pilloni , Mirko Balloi , Nicola Mameli , Barbara Cugusi ,
Carlo Pistis , Giancarlo Pili , Luca Pretti , Sara Angius e Mauro Ibba
.
DAVIDE FERRELI Il primo mandato di Davide Ferreli, 41enne, è ormai
agli sgoccioli. In lui ha prevalso la voglia di rimettersi in gioco
per portare avanti un discorso aperto cinque anni fa. L'imprenditore
lo fa con alcuni dei colleghi che l'hanno sostenuto in questo primo
mandato, come Salvatore Acampora (attuale vice), Giancarlo Dore ,
Fulvio Usai , Daniela Ligas , Camilla Rossi (attuali assessori),
Riccardo Usai , Matteo Pisano e Susanna Deiana (consiglieri uscenti).
Tra i volti nuovi Maurizio Deplano , Marcella Del Rio e Carlotta
Baldussi . In queste ore Attilio Piras, oggi consigliere di minoranza,
che ha chiuso i contatti con la lista di Burchi, starebbe, insieme
all'ex sindaco Virginia Lai, lavorando a un accordo con Ferreli.
Giovanna Falchetto

La Nuova Sardegna

I fondi? Per lo shopping A Scarpa 4 anni e mezzo
Parte dei soldi pubblici spesi dalla compagna, l’ex sindaco rischia il carcere
Fissata l’udienza preliminare per altri sei ex onorevoli, cinque erano di An
di Mauro Lissia

CAGLIARI La compagna, poi moglie, di Beniamino Scarpa usava a suo
piacimento i 2500 euro del gruppo di cui l’ex sindaco di Porto Torres
faceva parte: profumeria, parrucchiere, abbigliamento. Ma quei soldi
erano destinati ad altro, alle attività politico-istituzionali del
gruppo misto, certamente non alle spese private della signora.
Colpevole per questo ed altro di peculato continuato, Beniamino Scarpa
ha incassato dal collegio di Corte d’Appello presieduto da Antonio
Onni la conferma della sentenza di primo grado: quattro anni e mezzo
di carcere, così come richiesto dal sostituto procuratore generale
Maria Grazia Genoese. Resta la speranza del ricorso per Cassazione,
altrimenti per l’ex esponente di Progetto Sardegna e del Psd’az
potrebbero spalancarsi le porte del carcere. Scarpa è indagato anche
nell’inchiesta-bis.

La Cassazione. Per l’accusa, nel corso della
legislatura 2004-2009 Scarpa ha speso illegalmente 116 mila euro del
fondo destinato al gruppo misto. Denaro che in base alla linea
difensiva sostenuta dall’avvocato Silvio Piras anche nel corso del
processo d’appello il consigliere regionale avrebbe impiegato in parte
per organizzare convegni, acquistare auto per i collaboratori e
mantenere la sede politica di Porto Torres. Un’altra parte di questi
soldi che il segretario del gruppo misto Angelo Sanna, a sua volta
indagato, gli accreditava ogni mese sul conto corrente sarebbero
invece finiti nelle tasche di Roberta Medda, prima collaboratrice poi
fidanzata e dal 2008 moglie dell'ex sindaco di Porto Torres, che gli
faceva da segretaria particolare fin dai tempi in cui Scarpa sedeva
sulla poltrona di assessore e che aveva a disposizione anche
un’automobile.

Tra novanta giorni la Corte depositerà le motivazioni
della sentenza e la difesa potrà ricorrere per Cassazione. Altri sei
dal gup. Intanto vanno avanti le altre tranche del mega-procedimento
penale condotto dal sostituto procuratore Marco Cocco per l’uso
illegale dei fondi ai gruppi regionali. Il 22 giugno dovranno
presentarsi davanti al gup Ermengarda Ferrarese l’ex consigliere
regionale Giuseppe Fadda di Sinistra Autonomista, Ignazio Artizzu,
Antonello Liori, Matteo Sanna e Giovanni Moro, tutti ex di An come
Mario Diana, l’ex presidente del gruppo già a giudizio immediato
davanti alla prima sezione del tribunale ma ancora indagato in
relazione ad un altro periodo.

Difesi dagli avvocati Gianluca Grosso,
Massimo Delogu, Michele Loy, Lorenzo Gallisai, Ivano Iai e Roberta
Campesi, gli indagati devono rispondere ad accuse analoghe a tutti gli
altri onorevoli ed ex onorevoli: Fadda per aver speso o avvallato la
spesa impropria di 390 mila euro, Artizzu per 186 mila euro, Liori 165
mila, Moro 163 mila e Sanna 120 mila. Il centrosinistra. Dopo
l’archiviazione della posizione di Marco Meloni, dovrebbe partire la
richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati che fanno capo al
centrosinistra, legisaltura 2004-2009. Salvo colpi di scena saranno
30, fra i quali spiccano i nomi del parlamentare ed ex segretario
regionale Silvio Lai, di Siro Marrocu, di Giacomo Spissu, di Mario
Bruno, Salvatore Mattana, Gianluigi Gessa, oltre che dell’ex
europarlamentare Giommaria Uggias, assolto nel primo processo. Il 14
luglio dovrà presentarsi davanti al gup Giacomo Sanna del psd’az,
indagato insieme a Efisio Planetta (che ha patteggiato) e a Cristian
Solinas (archiviato).

legge severino
Dopo il giudizio consiglieri sospesi
Scatta la legge Severino per i tre consiglieri regionali condannati
per peculato dal tribunale a conclusione del processo principale per i
fondi ai gruppi: il provvedimento si sospensione é arrivato ieri
mattina alla presidenza del Consiglio regionale della Sardegna. Il
leader dell'Uds Mario Floris, già governatore, l'ex assessore
dell'Agricoltura Oscar Cherchi e il consigliere Alberto Randazzo,
entrambi di Fi, vengono sospesi in modo retroattivo dal 20 marzo per
un massimo di 18 mesi. Ora mancano solo i passaggi formali. I
sostituti saranno i primi dei non eletti nelle circoscrizioni di
Cagliari e Oristan: a Floris subentrerà Gennaro Fuoco, ad Alberto
Randazzo Mariano Contu - anch'egli indagato nell'ultimo troncone
dell'inchiesta - mentre per il posto di Cherchi sono in ballottaggio
Emanuele Cera e Domenico Gallus.



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Federico Marini
skype: federico1970ca


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