giovedì 11 maggio 2017

Rassegna stampa 11 Maggio 2017

La Nuova Sardegna

Nuova tragedia per Tidu muore la figlia Arianna La 31enne di Teti uccisa da un aneurisma a Milano, dove si era laureata e lavorava La famiglia del commissario della Provincia già segnata dalla perdita di un figlio.

Era la notte del 19 novembre del 2005. Mattia Tidu, fratello di Arianna, aveva 19 anni, allora. Era a bordo di una Seat Cordoba, assieme ad altri quattro ragazzi. Viaggiavano lungo la 131 dcn quandoìmuscirono di strada, all’improvviso, precipitando in una scarpata. Un incidente terribile che fece due vittime: Mattia Tidu, appunto, figlio dell’allora sindaco del paese, Costantino, e Francesco Piras, 22enne di Olzai. La morte dei due giovani suscitò grandissima commozione nei due paesi. I funerali vennero celebrati a distanza di un giorno l’uno dall’altro. Una tragedia che ha messo a dura prova la famiglia Tidu, babbo Costantino, mamma Franca e i fratelli Antonio e Arianna.

Ieri la nuova tragedia, con la morte improvvisa di Arianna. Morta a Milano a causa di un aneurisma, una vita stroncata ad appena 31 anni, 12 anni dopo la morte di Mattia. Arianna Tidu è stata ricoverata e operata d’urgenza martedì sera a Milano, è morta nella mattina di ieri gettando nello sconforto la comunità di Teti e tutto il territorio.

Occhi neri e profondi, cittadina del mondo e brillante studentessa: figlia di quella generazione che si rimbocca le maniche e zaino in spalla esplora nuovi mondi. Studi superiori a Nuoro, laurea a Milano in Economia alla Bocconi, Arianna viveva a Milano e lavorava per un grande gruppo che si occupa di innovazione nell’ambito del digitale. Orgoglio di babbo Costantino, l’ex presidente della Provincia di Nuoro, ora commissario dello stesso ente, di mamma Franca e del fratello Antonio, era rientrata a Teti in occasione della Pasqua per trascorrere le festività in famiglia. «Una ragazza tranquilla» come la definisce il cugino Mirko, sconvolto per la grave perdita mentre si avvia a fare il check in per l’aereo e raggiungere la famiglia di Arianna a Milano.

La notizia della morte della giovane si è diffusa rapidamente in tutto il territorio della provincia e soprattutto in tutti gli ambienti di politica, dove il padre Costantino Tidu è molto conosciuto e stimato. Esponente di spicco del Partito Democratico, attualmente è commissario della provincia di Nuoro, dopo esserne stato il vice presidente e poi presidente dal 2013 al 2015. È stato anche sindaco di Teti e assessore in provincia, e da primo cittadino anche presidente del Consorzio Imbrifero Montano. E infatti le prime parole di vicinanza per la triste notizia arrivano proprio dall’ente che lui stesso ha guidato. Dal Bim Taloro Francesco Noli, in qualità di presidente non nasconde la commozione «per il grave dramma che sta vivendo questa famiglia. A nome dell’ente sentiamo di esprimere la più profonda vicinanza e cordoglio.  Una notizia che ci ha sconvolto e ancora di più a livello personale perché è stato come rivivere il grave dramma del novembre 2005». In quella data infatti ad essere sconvolte furono le comunità di Teti e Olzai.

Due ragazzi morirono a causa di un incidente stradale sulla strada statale 131 dcn. Erano Mattia Tidu, il fratello di Arianna, e Francesco Piras, olzaese. Tutte e due poco più che ventenni. Una vicenda che a Olzai e Teti ha lasciato una cicatrice difficile da rimarginare. «Quando muore una persona giovane nelle nostre piccole comunità, dove persistono rete parentali forti è come se morisse un figlio di tutti noi». Usa queste parole la prima cittadina di Teti Laila Dearca, che esprime tutto il suo dolore per la grave perdita. «È come se in un grande puzzle che è la nostra comunità improvvisamente mancasse una tessera. Impossibile da sostituire, impossibile immaginare l’assenza di una giovane così brillante e preparata.

Ti fai un sacco di domande ma non esistono risposte per quella che rimane comunque una grave ingiustizia». Un dramma che si aggiunge quindi a quello gravissimo della perdita di Mattia 12 anni fa, quando il padre era Sindaco di Teti. Un fatto che cadde come una scure sulla tranquillità del territorio e delle due comunità. Erano due giovani che si affacciavano alla vita e che si apprestavano a passare una serata in compagnia. Così come si affacciava alla vita Arianna. Una persona molto riservata ma allo stesso tempo curiosa del mondo. Una viaggiatrice che proprio la settimana scorsa è tornata da uno dei tanti viaggi in giro per il mondo. Il funerale con molta probabilità si terrà domani pomeriggio a Teti.

Lanusei, il Pd a caccia di un candidato
di Giusy Ferreli wLANUSEI

«Stiamo ancora valutando se ci sono le
condizioni per presentare una lista credibile sia in termini
elettorali che in termini di capacità amministrativa». Così ieri
Davide Burchi, segretario provinciale del Partito democratico
commentava le trattative ancora in alto mare per la presentazione di
una lista alle prossime elezioni comunali di Lanusei. Dopo una lunga
serie di defezioni, Burchi è stato indicato come papabile e rimarrebbe
in pole position per la candidatura a sindaco.

Sino a ieri sera però
non aveva ancora sciolto le riserve e la scadenza per la
presentazione, prevista per sabato prossimo, si avvicina velocemente.
Per tutta la giornata l’avvocato prestato alla politica, che in un
primo momento aveva sponsorizzato la candidatura del suo collega e
compagno di partito Salvatore Zito, ha cercato di chiudere il cerchio.
Ieri era l’ennesima riunione è andata avanti per le lunghe senza
tuttavia trovare la sintesi perfetta.

Le difficoltà a chiudere la
lista, che pure non potrà contare sul simbolo del Partito democratico
ma che sarebbe eventualmente una civica, sono innumerevoli. Così come
le defezioni dei possibili candidati, Salvatore Zito appunto, Carlo
Balloi e Attilio Piras dettate da attriti interni. Certe invece le
candidature del sindaco uscente Davide Ferreli, il primo a
ufficializzare la sua ricandidatura alla guida di u gruppo
parzialmente rinnovato, e dell'ex segretario cittadino del Pd Silvio
Carobbi.

Unione Sarda

Alleanza Psd'Az-La Base, ecco il polo civico sardista
Via libera al gruppo unico in Consiglio regionale e nei Comuni

Le fondamenta del sodalizio tra il Psd'Az e La Base, battezzato
“Coalizione civica sardista”, si basano sui temi di autodeterminazione
e sovranità del popolo sardo. Con un'apertura significativa a tutti
quelli che trovano la propria casa politica nelle liste civiche,
protagoniste della vita degli enti locali.

ALLEATI Un percorso comune suggellato, ieri mattina a Cagliari, dal
presidente della Base, Efisio Arbau, e dal segretario dei sardisti,
Christian Solinas. Il primo segno tangibile è la nascita di un unico
gruppo in Consiglio regionale, al quale aderiranno oltre Solinas,
Angelo Carta, Marcello Orrù, Gaetano Ledda e Giovanni Satta.
Quest'ultimo continuerà a far parte dell'Uds, mentre Gaetano Ledda,
l'unico formalmente in maggioranza annuncia: «Voterò i provvedimenti
di volta in volta». Il primo banco di prova saranno le amministrative,
quando la coalizione si presenterà unita. «Il nostro accordo, però,
nasce su idee e propositi chiari», sottolinea Arbau, «non dentro un
palazzo».

L'IDEA Prima di accelerare e pensare a segnare i confini della
Coalizione è meglio «pensare prima al progetto», sottolinea Solinas.
Il rischio di limitare tutta l'azione all'ennesimo tentativo di unire
tutta la galassia indipendentista e sovranista deve essere schivato.
Per ora «offriamo a tutte le persone che credono in questi valori un
luogo e soprattutto un simbolo (i quattro mori) in cui riconoscersi».
I PRINCÌPI Quattordici capisaldi sono il punto di partenza di
un'azione politica maturata anche sulla base di esperienze nelle
amministrazioni del territorio. «A Nuoro governiamo il Comune, anche
con l'apporto di tre liste civiche», sottolinea Solinas, «il fenomeno
del civismo è molto importante perché tante persone capaci possono
ritrovarsi in un percorso nuovo».

GLI OBIETTIVI Affrancarsi da Roma, affermare la sovranità e
riconoscere la lingua sarda come espressione della coscienza nazionale
del popolo sardo. Uno scoglio sarà la legge elettorale che «non
abbiamo mai nascosto debba essere proporzionale» dice Carta. Nel
documento firmato da Arbau e Solinas ci sono cinque intenti che i due
partiti dovranno perseguire insieme. Il primo riguarda la costituzione
di un laboratorio che si candidi al governo della Sardegna. Via libera
anche nei Comuni alla nascita di gruppi consiliari unitari.
IL SOGGETTO Intanto il sardista Marcello Orrù e il decano del
Consiglio regionale, Mario Floris, esponente dell'Uds, hanno dato vita
a Sardegna Popolare che verrà presentata ufficialmente il primo luglio
a Oristano.
Matteo Sau

Archiviazione per Meloni
Fondi ai gruppi, chiesto il giudizio per sei consiglieri

Richiesta di rinvio a giudizio inoltrata e udienza preliminare fissata
per sei politici che tra il 2004 e il 2009 (tredicesima legislatura)
hanno ricoperto la carica di consigliere regionale. Giuseppe Fadda di
Sinistra autonomista e gli ex di An Ignazio Artizzu, Mario Diana,
Antonello Liori, Matteo Sanna e Giovanni Moro si presenteranno il 22
giugno davanti al gup Ermengrada Ferrarese con gli avvocati Gianluca
Grosso, Massimo Delogu, Michele Loy, Lorenzo Galisai, Ivano Iai e
Roberta Campesi: sono accusati di peculato nell'inchiesta sui fondi ai
gruppi. Il pm Marco Cocco contesta loro l'utilizzo privato (dunque
illecito) di fondi pubblici: Fadda risponde di spese per circa 390
mila euro, Artizzu di 186 mila, Diana di 143 mila, Liori di 165 mila,
Moro di 163 mila e Sanna di 120 mila.

Proprio ieri invece il giudice delle udienze preliminari Giovanni
Massidda ha archiviato, su richiesta dello stesso pm, la posizione di
Marco Meloni, oggi parlamentare ma tra il 2006 e il 2009 consigliere
regionale. La Procura gli addebitava l'uso improprio di 32 mila euro,
ma l'esponente del Partito democratico ha dimostrato la bontà del suo
operato con l'aiuto dei difensori Giuseppe Macciotta, Fabio Pili e
Carlo Federico Grosso: il denaro era andato a un'associazione politica
che aveva svolto attività legate al gruppo. «Come dovere di ogni
cittadino, e ancor più di chi ricopre incarichi pubblici», il commento
di Meloni, «ho sempre avuto assoluto rispetto e fiducia nell'azione
della magistratura. Ora questa vicenda si chiude con l'affermazione
piena della legittimità e della correttezza del mio operato».

CARBONIA. Carla Mario: «Motivi personali». Critiche dall'opposizione
La giunta Massidda perde un altro assessore

Quattro settimane fa quelle presentate e poi revocate dall'assessore
Emanuela Rubiu. In precedenza quelle definitive di Arianna Vinci e
Riccardo Cireddu. Ieri si è dimesso un altro assessore della Giunta
pentastellata: ha restituito le deleghe Carla Mario, insegnante,
scelta nel luglio 2016 dal neo eletto sindaco Paola Massidda per i
settori delle Politiche per i giovani, Scuola e Sport. Radio Palazzo
lasciava intuire che fosse nell'aria da almeno marzo. La causa del
nuovo forfait? «Problemi strettamente familiari aggravati di recente».
L'ADDIO Carla Mario cerca di spegnere sul nascere le illazioni (su cui
invece affonda il colpo l'opposizione consiliare) sui non confermati
possibili screzi col capo dell'esecutivo o i colleghi: «Nulla di tutto
ciò: nessun problema con sindaco,

Giunta o Consiglio e, per quanto
possibile, resterò per fornire la mia collaborazione». L'ex assessore
perde tutto: carica da amministratore e, elemento non secondario,
quello di consigliere comunale che, con quasi 400 voti (la più votata
del gruppo M5S), le era stata data dagli elettori, anche se aveva
dovuto rinunciarvi per diventare assessore. Ma a questo punto il
quesito è: perché ha deciso solo ora? «Lo scenario dei problemi
familiari che richiedono una mia maggiore presenza e tempo si è
manifestato così solo nelle ultime settimane». Lascia dopo neppure un
anno di mandato, rimpianti? «La burocrazia spesso lunga». E
l'abbandono arriva mentre il suo assessorato è impegnato nella sfida
delle Olimpiadi cittadine: «Altri - conclude - sapranno seguirne
l'organizzazione».

LE CRITICHE Se da un lato il sindaco si dichiara «molto dispiaciuta
per le questioni familiari dell'ex assessore», dall'altro anticipa:
«Nessuna questione politica, a breve riaffiderò l'incarico». Nel
frattempo l'opposizione (e il web) non risparmia critiche. Fabio Usai,
Partito dei sardi, che chiede le dimissioni del sindaco, si dice
«convinto che non finirà qua: alle esclusive cause familiari non crede
più nessuno, i motivi non sono solo personali ma di rapporti con un
sindaco inefficiente.

Da cittadino avrei certamente espresso elogi
senza riserve per una compagine di governo capace e competente,
protagonista di un cambiamento e di un risveglio. Ma oggi regna
l'insipienza peggiore». In linea l'ex sindaco Pd Giuseppe Casti:
«Siamo diventati la barzelletta della Sardegna e la città va allo
sfascio per colpa di Paola Massidda». Pietro Morittu, Pd, va
sull'ironico: «Monumenti aperti si avvicina e la novità è il Museo
delle cere degli assessori dimessi». Delusa Daniela Garau: «Rispetto
le questioni familiari, ma spesso un incarico pubblico va al di
sopra». Michele Stivaletta è addirittura provocatorio: «Incertezza
deleteria: a questo punto le dimissioni del sindaco?».
Andrea Scano

BOLOTANA. In corsa per le comunali solo due liste civiche
Il Pd esce di scena: «Lasciati soli»

Il Pd esce di scena. Gli attuali amministratori comunali, compreso il
sindaco uscente Francesco Manconi (che si ritira dopo dieci anni),
lasciano. Alle prossime elezioni comunali saranno presentate due
liste, capeggiate da due donne, Annalisa Motzo, 52 anni,
imprenditrice, già presidente del Gal Marghine, e Antonella Pisanu, 43
anni, operatrice sociale. La non partecipazione del Pd alla
competizione elettorale di giugno appare una decisione clamorosa. Ieri
mattina tutto è diventato ufficiale, con un lungo documento, dove
sindaco, maggioranza e il Pd spiegano le ragioni. «Abbiamo deciso
all'unanimità, in condivisione con il Pd e le altre sensibilità
politiche della coalizione Ambiente e Sviluppo», è scritto nel lungo
documento, «di non candidarci alle prossime elezioni comunali, né
compartecipare ad altre liste.

La nostra vuole essere una
manifestazione di dissenso e decisa protesta politica verso le
istituzioni centrali, che con la loro colpevole assenza, sovente ci
lasciano soli». Gli ex amministratori si costituiranno in gruppo
politico-culturale. ( f. o. )


LANUSEI. Il segretario provinciale del Pd guiderà una lista civica
alle elezioni comunali
Davide Burchi è il terzo candidato

Ora è ufficiale: a Lanusei sarà corsa a tre. Davide Burchi, avvocato,
39 anni, è il nome del terzo candidato che correrà per conquistare lo
scanno più alto del palazzo di via Roma. I suoi avversari sono oramai
noti: il sindaco uscente Davide Ferreli e il capogruppo
dell'opposizione Silvio Carobbi.

A cinquanta ore dalla presentazione delle liste, si annunciano momenti
concitati durante i quali gli attivisti politici dovranno chiudere
definitivamente i giochi e limare gli ultimi ostacoli. Ma se Carobbi e
Ferreli sono usciti allo scoperto da un po', Burchi non se la sente,
almeno per ora, di confermare la sua candidatura, ma il segretario dem
neanche smentisce: «Non so se sarò io il candidato», si affretta a
dire l'avvocato. Che però non evita il discorso e prova a fare
chiarezza sui nomi che dovrebbero sostenerlo in lista: «Sarà una
decisione collettiva - spiega Burchi - in base alle disponibilità che
si stanno raccogliendo. Sarà una lista competitiva e credibile dal
punto di vista delle capacità amministrative. Non faccio nessun nome
perché non sarebbe funzionale dare punti di riferimento agli altri»,
conclude il professionista riferendosi agli avversari.
Della squadra però si sa già che faranno parte altri due colleghi di
Burchi: Matteo Stochino (36 anni), referente del circolo cittadino Pd
e Renato Pilia (29), figlio di Bruno, ex presidente della Provincia
Ogliastra.

Fino a qualche giorno fa il comitato PensiAmo a Lanusei, espressione
di più anime cittadine e di cui fanno parte diversi esponenti del
Partito democratico, aveva indicato in Attilio Piras il candidato
sindaco. Secondo indiscrezioni, l'attuale consigliere di minoranza non
avrebbe accettato l'imposizione di veti sugli ipotetici assessori. Non
è quindi da escludere che l'ex sindaco di Osini, già vice nella giunta
di Virginia Lai, possa apparentarsi, a sorpresa, con la lista di
Ferreli. Giovanna Falchetto

La Nuova

Nasce un gruppo unico in consiglio, a cui aderisce anche Giovanni Satta
Solinas: vogliamo creare un laboratorio. Arbau: già accordi in molti Comuni
La Base e il Psd’Az insieme
per un polo identitario

CAGLIARI Tutti lo cercano, tutti lo vogliono ma non c’era ancora. Che
cosa? Un quarto polo identitario in corsa per le elezioni politiche
del 2018 o forse saranno prima e soprattutto in vista delle regionali
del 2019. Ma eccolo che è apparso, all’improvviso. Con una mossa a
sorpresa e in largo anticipo sulla concorrenza, il Psd’Az e La Base
hanno dato vita a una coalizione da subito sulle tracce dell’obiettivo
finale: il partito unico sardista e civico.

Non sarà facile mantenere
l’esclusiva, pensano a qualcosa di simile i Rossomori e il Partito dei
sardi, ma avere la primogenitura potrebbe essere un vantaggio sugli
altri. Il taglio del nastro è stato celebrato in Consiglio regionale
con la nascita di un nuovo e solo gruppo. Potrà contare su cinque
consiglieri – Christian Solinas, Angelo Carta e Marcello Orrù del
Psd’Az, Gaetano Ledda de La Base e l’adesione politica di Giovanni
Satta dell’Uds – ma ha una particolarità tutta sua. Questa: in quattro
solo all’opposizione col centrodestra (i consiglieri del Psd’Az e
dell’Uds), uno solo è in maggioranza, Ledda. È una convivenza
possibile? Oppure è una fusione a freddo, studiata a tavolino?
«Vogliamo essere fuori dagli schemi», ha replicato Christian Solinas,
segretario nazionale del Psd’az. Vogliono vivere di luce propria e
lontano, ma le alleanze sono e saranno sempre possibili, dai poli
storici del centrosinistra e del centrodestra, in cui partiti italiani
hanno il dominio. «Vogliamo essere un laboratorio oltre i soliti
schieramenti.

Siamo nati perché convinti che in Sardegna esista una
domanda forte rispetto a due valori. Il primo è la tradizione del
sardismo, con le sue analisi, le sue elaborazioni e un secolo di
storia. L’altro è il fenomeno delle liste civiche che nei Comuni
dell’interno hanno dato esempio di ottima amministrazione». Concetto
da cui è partito Efisio Arasu, fondatore de La Base e sindaco di
Ollolai: «Rappresentiamo – ha detto – un’idea concreta di governo. Non
è un accordo di Palazzo e opportunista. Nasciamo in un periodo non
sospetto. La nostra è un’alleanza collaudata in molti Comuni e
vogliamo che sia l’inizio della riunificazione delle forze sardiste.
Siamo un progetto aperto, inclusivo».

Per Angelo Carta, sarà lui il
capogruppo, «comincia un percorso decisivo in cui saremo noi a
sollecitare il confronto con i movimenti indipendentisti e gli altri
partiti identitari». Anche se per ora l’indipendentismo non sembra
essere al primo posto delle rivendicazioni, ma più poteri per la
Sardegna sì. «Ci sono riusciti scozzesi e corsi, proviamoci noi
sardi». Gaetano Ledda è uscito con stile dall’imbarazzo di essere
l’unico al governo: «Deciderò di volta in volta. Il vero matrimonio
indissolubile è questo». Per Giovanni Satta «è un’occasione storica e
ricorda la splendida idea di Mario Floris il fondatore dell’Uds». Il
primo passo del quarto polo c’è già stato: alle comunali di Selargius
appoggeranno il candidato sindaco del centrosinistra. (ua)

Archiviata dal gip la sua posizione, aveva speso 30mila euro per
l’ufficio politico
Fondi ai gruppi, scagionato Meloni
CAGLIARI Utilizzare i fondi del gruppo regionale per pagare le spese
del proprio ufficio politico non è un reato. Per questo motivo è stata
archiviata l'indagine nei confronti del deputato del Pd Marco Meloni,
di 46 anni, di Quartu, finito quattr’anni fa nell'inchiesta della
Procura di Cagliari sull'utilizzo dei fondi del Consiglio regionale
destinati ai gruppi consiliari nel periodo 2006-2009 con l’accusa di
peculato continuato. Il gip del tribunale ha accolto la richiesta del
pm Marco Cocco, che ha chiuso senza formulare contestazioni il
fascicolo in merito ai circa 30 mila euro spesi dall'allora
consigliere regionale, indagato assieme a altri trentadue colleghi con
la stessa accusa: «Come dovere di ogni cittadino e ancor più di chi
ricopre incarichi pubblici - ha dichiarato il parlamentare, difeso
dagli avvocati Carlo Federico Grosso e Giuseppe Macciotta - ho sempre
avuto assoluto rispetto e fiducia nell'azione della magistratura,
fornendo fin dal primo momento agli inquirenti tutti gli elementi
utili a chiarire i fatti oggetto di indagine.

Ora, dopo oltre tre anni
e mezzo, questa vicenda si chiude con l'affermazione piena della
legittimità e della correttezza del mio operato». Nel dicembre 2013 il
deputato Pd aveva risposto alle domande del pubblico ministero,
chiarendo i dubbi della Procura sulle spese addebitate al gruppo e che
poi gli investigatori hanno verificato come legittime. E’ imminente
intanto la chiusura dell’inchiesta-ter del pm Cocco, che dovrebbe
portare alla richiesta di giudizio per numerosi altri consiglieri ed
ex consiglieri regionali. Il 13 giugno lo stesso magistrato formulerà
le sue richieste nei confronti di Francesca Barracciu, la sentenza
potrebbe arrivare subito dopo.

sardegna popolare
L’Uds si fonde con il Movimento cristiano

Il polo sardista muove i primi passi, ma al suo interno c’è altro che
si muove. Il primo luglio, a Nuoro, l’Uds di Mario Floris (nella
foto), ex presidente della Regione, e il Movimento cristiano, guidato
dal consigliere regionale Marcello Orrù del Psd’Az daranno vita a
«Sardegna popolare». È un nuovo soggetto politico che – è scritto in
un comunicato – «non è un movimento di vertice, ma nasce dal basso,
dai cittadini e dagli amministratori locali e dalle imprese». Con
quali obiettivi? «Cercare soluzioni e dare risposte positive ai
bisogni primari del vivere civile, lavoro e occupazione in primo
luogo, e valorizzare tutte le risorse della Sardegna».

Nella strategia
è scritto anche: «Non è il momento di recriminare o fare processi al
passato, occorre rimboccarci le maniche e metterci al lavoro, ognuno
con le proprie responsabilità, nelle diverse sedi in cui devono essere
assunte quelle decisioni indispensabili per far uscire la Sardegna
dalla sua lunga crisi». Per tenere fede alla matrice di movimento
«Sardegna popolare vuole impegnarsi in mezzo alla gente, ascoltare la
loro voce, far sì che siano i cittadini a sentirsi protagonisti del
loro presente e del loro futuro». Mario Floris e Marcello Orrù, in un
altro passaggio del comunicato, di «essere pronti a mettere a
disposizione la nostra esperienza e le nostre capacità per costruire
ogni possibile condizione che permetta alla Sardegna di rinascere».

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Federico Marini

skype: federico1970ca

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