mercoledì 24 maggio 2017

Rassegna stampa 24 Maggio 2017


Unione Sarda

Ufficializzata dall'assemblea  Ecco la direzione regionale del Pd:
c'è anche Soru

Ci sono diversi “big” nella neo eletta direzione regionale del Partito
democratico. Dopo l'assemblea regionale sono stati ufficializzati i
nomi dei prescelti in proporzione ai risultati del congresso. Tanti
gli “ex” tra i 70 componenti a partire dall'ex segretario Renato Soru,
l'ex sottosegretaria alla Cultura Francesca Barracciu e gli ex
consiglieri regionali Antonio Biancu e Chicco Porcu. Nel parlamentino
dem anche il presidente regionale di Legacoop, Claudio Atzori, i
consiglieri comunali di Cagliari, Fabrizio Rodin e Davide Carta e il
segretario del Pd cagliaritano, Nicola Montaldo. Nella lista c'è anche
Pietro Morittu, in corsa per il ruolo di vicesegretario, l'ex sindaca
di Pula, Carla Medau e l'ex vice sindaco di Sassari, Gianni Carbini e
Giulio Calvisi che fu segretario dei Ds prima della fusione con la
Margherita per la nascita del Pd.

Gli altri nomi sono Gino Cadeddu, Verdiana Canu, Orlando Carcangiu,
Carlo Carta, Luciano Casula, Aldo Deiana, Caterina Deidda, Patrizia
Desole, Paolo Fanni, Tonino Loi, Annamaria Manca, Luigi Mastino, Luca
Mereu, Giovanni Moro, Michela Mura, Rosanna Mura, Giovanni Maria
Sciretti, Monica Spanedda, Mirko Vacca, Lino Zedda, Gavino Zirattu,
Carlo Balloi, Alessandro Bianchi, Alma Cardi, Maddalena Corda,
Salvatore Corona, Franco Corosu, Alessandro D'Avanzo, Monica Fois,
Carla Fundoni, Alberta Grudina, Tatiana Isoni, Giovanni Ligios, Marina
Madeddu, Domenico Murgioni, Antonio Orgiana, Laura Picasso, Anita
Pili, Roberto Pili, Cinzia Porceddu, Antonio Spano, Claudio Trogu,
Stefania Atzei, Barbara Cadeddu, Licia Cau, Nino Cogoni, Sabina Contu,
Massimo Cossu, Giuseppina Demurtas, Marinella Grosso, Sandra Mancosu,
Giusy Marrosu, Roberto Martani, Francesco Melis, Stefano Piras,
Giuseppe Tinnirello, Rossano Vacca e Andrea Viola. (m. s.)

Psd'az, Columbu saluta «Si vive nell'ambiguità»
Il regista-presidente si dimette: il partito è troppo diviso

Una scelta maturata a causa della linea di un partito che vive in
«permanente ambiguità in cui non è chiaro se stiamo promuovendo
un'alternativa ai vari schieramenti politici o se miriamo soltanto a
sporadiche alleanze».

L'ADDIO Parole molto forti quelle di Columbu, deluso anche
dall'incapacità del partito di promuovere «la convergenza della vasta
e frammentata area delle formazioni indipendentiste». Un proposito
assunto quando venne eletto presidente al congresso di Arborea
nell'ottobre del 2015. Eppure da allora l'ex presidente riscontra «una
conduzione politica che si attua in modo solitario e sommesso,
rifuggendo dal dialogo e disertando il confronto nell'organo supremo
del partito, il Consiglio nazionale». In questo scenario, il regista
prestato alla politica per la missione sardista decide di sciogliere
gli ormeggi e chiudere l'esperienza da presidente. «Ci sono state
modalità di conduzione che non condivido - dice - ho avuto modo di
impegnare il partito con un documento per mettere fine alle divisioni
storiche, ma come unica risposta ho ricevuto il silenzio».

ALLEANZE L'ultimo atto politico che i sardisti hanno siglato è
l'alleanza con la Base, dando vita anche a un gruppo unico in
Consiglio regionale. Alle amministrative di Cagliari, i sardisti
scelsero il centrosinistra, ottenendo il 7% e contribuendo alla
vittoria al primo turno di Massimo Zedda. Tappe di una storia che non
rientra nell'ideale di Columbu, più orientato a quella missione
(ancora incompiuta) di fare della galassia sovranista e
indipendentista «una forza non più gregaria ma di riferimento». Quello
fatto con la Base non è considerato un passaggio fondamentale perché
«laddove esiste un dialogo con molti interlocutori», sottolinea
Columbu, «un'alleanza stretta con uno solo può essere un primo passo
ma anche una scelta incomprensibile».

RIFLESSIONE Difficile capire se la decisione di Giovanni Columbu sia
definitiva o meno. Certo è che le dimissioni sono l'occasione per
rivolgere ancora «un appello ai sardisti e riaffermare la necessità di
una riflessione sugli errori». Un legame tra Columbu e il sardismo
c'è, perché il saluto, se anche fosse un addio, è comunque Forza
Paris. (m. s.)

La Nuova

Lascia la presidenza dopo due anni: «Attesa invano la svolta per
riunire tutto il mondo sardista» Psd'Az, Columbu si dimette: partito fermo

CAGLIARIUna lunga lettera per esprimere tutta la sua amarezza davanti
a un partito che doveva riunire tutte le anime del sardismo, ma è
rimasto immobile. Giovanni Columbu lascia la presidenza del Psd'Az. Il
suo è un gesto pieno di rammarico, ma anche di speranza. Quella di
dare una scossa a un partito apatico. «Cari amici sardisti, mi dimetto
dalla carica di Presidente del Partito Sardo d'Azione - scrive -.

Non posso accettare che il partito nato dal più generoso ideale di libertà
e di progresso, che più ha influito sulla consapevolezza dei sardi
come popolo e di cui noi abbiamo il privilegio e la responsabilità di
essere gli eredi, possa ridursi a coltivare posizioni tiepide e
ambigue e continui a essere esposto alla tentazione di trattare con le
forze politiche a cui dovrebbe opporsi. Sono trascorsi quasi due anni
dall'ultimo Congresso in cui deliberammo di adoperarci con tutte le
nostre energie per la convergenza della vasta e frammentata area delle
formazioni indipendentiste.

Non è chiaro se promuoviamo un'alternativa
agli attuali schieramenti politici o se miriamo solo a sporadiche
alleanze per trattare con i partiti italiani. Questa ambiguità è
dovuta a una conduzione politica che si attua in modo solitario e
sommesso, rifuggendo dal dialogo. Non meno dipende da coloro che
sostengono passivamente questa conduzione. Anziché mobilitare il
Partito in una condivisa prospettiva si seguono percorsi di cui si
apprende solo a posteriori. Il documento che a gennaio indirizzai ai
sardisti esponendo una via possibile per ricostituire il Partito, per
mettere fine alle divisioni storiche del sardismo e reagire
all'immobilità, avrebbe potuto suscitare reazioni di consenso o di
dissenso. Come sola risposta ha avuto il silenzio.

 Ricorro all'estrema
risoluzione delle mie dimissioni per rivolgere un appello ai sardisti
e riaffermare la necessità di una aperta riflessione sugli errori e le
difficoltà che più volte hanno ostacolato la nostra azione. Solo se
avremo il coraggio di affrontarla potremo anche ritrovare lo slancio
ideale e morale per aprire le porte del Partito, ricostituirlo e
definire un nuovo percorso di cambiamento della situazione della
Sardegna».


-----------------
Federico Marini
skype: federico1970ca

Nessun commento:

Posta un commento