giovedì 11 gennaio 2018

Il Sarcofago dei Veleni rigurgita fiumi di morte su tutto il Campidano.


La scorsa estate riportammo all'attenzione dell’opinione pubblica la grave situazione del Sarcofago dei Veleni sulla 131, nel tratto di strada tra Sardara e Sanluri. Con una manifestazione a cui parteciparono diversi movimenti ecologisti e indipendentisti denunciammo a gran voce la pericolosità delle sostanze che sono state interrate sotto il manto stradale, ricordando che ad ogni pioggia si formano fiumi di veleni che invadono i campi del Campidano, irrigando foraggio per il bestiame, ortaggi, campi di grano e alberi da frutto.

Abbiamo chiesto all’assessorato all’Ambiente e all’assessorato alla Sanità, oltre che naturalmente a Pigliaru, di rassicurare i cittadini, di spiegare a tutti quale è la reale dimensione di questo problema e di dichiarare pubblicamente ciò che intendessero fare per rimediare a questo disastro ecologico. Da allora c’è stato solo silenzio: nessuno ha ritenuto opportuno commentare niente, lasciando intatta una situazione gravissima. Tempo fa la giunta ha pomposamente inaugurato la prima tranche delle bonifiche di Santu Miali a Furtei, trascurando completamente questo tratto di strada costruito su montagne di veleni portati proprio da quella miniera.

Nei giorni scorsi le piogge hanno inzuppato nuovamente il terreno e, come succede da anni, hanno ricominciato a portare fiumi di arsenico, cadmio, piombo e altri veleni e metalli pesanti verso i campi e verso i bacini di irrigazione che si snodano per tutto il Campidano.

Il veleno che viene sparso sui prodotti della terra con l’irrigazione poi finisce sulle tavole di tutti i Sardi. Chiediamo ancora una volta a Pigliaru, all’Assessora Spano e all’Assessore Arru che si pronuncino pubblicamente dichiarando quale è la reale consistenza del problema ecologico e sanitario, spiegando quali sono le misure immediate e urgenti che la giunta intende porre in essere per arginare e risolvere questo gravissimo problema che da tanti anni sta lentamente avvelenando tutti i Sardi.

Libe.r.u. – Lìberos Rispetados Uguales


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