lunedì 29 gennaio 2018

Rassegna stampa 29 Gennaio 2018


COMUNE. Chessa: «Zedda ha ragione ma si è comportato male»
Cacciato dalla Giunta, attacca i tre consiglieri rimasti in maggioranza
Lo sfogo dell'ex assessore

«La mia testa sarebbe comunque caduta e Zedda avrebbe avuto ragione: con l'alleanza si è creata una situazione insostenibile». A sangue freddo Gianni Chessa analizza meglio il terremoto che l'ha fatto fuori dalla Giunta, ma precisa: «Mi è dispiaciuto molto come si è comportato Zedda, pur avendo ragione. Capisco benissimo la sua posizione, ma non mi ha dato la possibilità di scegliere». L'ex titolare dei Lavori pubblici pensava di poter gestire meglio le conseguenze dell'alleanza Psd'Az-Lega.

GLI EX AMICI Si è ritrovato fuori dal Comune con tre consiglieri su quattro che gli hanno voltato le spalle per restare col sindaco. «Chi è più attaccato alla poltrona? Zedda ha fatto campagna acquisti tra i sardisti, vorrei sapere cosa ha offerto ai tre consiglieri: Monia Matta non l'aveva voluta in Giunta, Aurelio Lai proviene dalla destra e Stara ha cambiato idea - attacca - pur di stare in maggioranza hanno formato un altro gruppo col nome di Lussu: ma non ne conoscono neanche la storia». Se giustifica la scelta di Zedda, condanna il comportamento della sua ex squadra.

«Formando un altro gruppo sono fuori dal Psd'Az, lo prevede lo statuto. Quello di Gabriella Deidda era stato un prestito tecnico e lei ora ha fatto un passo indietro dignitoso, andando all'opposizione». Ma nello statuto c'è un altro articolo che prevede l'incompatibilità tra assessore comunale e segretario cittadino: «Lo so bene - replica - infatti avevo presentato le mie dimissioni, ma il partito le aveva rifiutate».

IL SUPERSTITE SECCHI Tra i due esponenti sardisti della Giunta Zedda, non era lui quello in bilico. «I tre consiglieri che mi hanno accoltellato alle spalle chiedevano da tempo la testa di Nando Secchi e io facevo da mediatore col sindaco - aggiunge - ora io sono fuori e loro si ritrovano Secchi come assessore di riferimento, una situazione
paradossale».

GLI ACCORDI SUL CTM La tensione tra il sindaco e i sardisti è alta da tempo, uno dei temi caldi è quello del rinnovo del consiglio di amministrazione del Ctm. Il cda è in proroga perché Zedda non ha ancora chiuso l'operazione. «Non siamo un partito attaccato alle poltrone, quelle vanno solo a loro tra Pd, ex Sel e altre sigle - commenta Gianni Chessa - sul Ctm c'erano accordi chiari da prima delle elezioni, ma Zedda non li ha mai rispettati, probabilmente perché pressato dal Pd».

I BUONI RICORDI «Sono convinto di aver lavorato bene e lasciato il segno. Nei lavori pubblici consegnati o in arrivo ho corretto i progetti migliorandoli notevolmente, soprattutto piazza Garibaldi - conclude - credo di essermi fatto voler bene dai dipendenti e insieme abbiamo lavorato bene. Ora spero che non ci siano più progetti sbagliati o incompleti».

Marcello Zasso

Unione Sarda

Liste, ancora tensioni Cambi in corsa per il Pd
Non passa l'ira dei soriani: dopo le rinunce spuntano Ganau e Porru

Tutti i buoni propositi iniziano dal lunedì. Una tradizione alla quale
non si sottraggono nemmeno i partiti che, in attesa di limare gli
ultimi spigoli e cercare di placare i malumori, hanno deciso di
aspettare l'ultima giornata disponibile per depositare gli elenchi dei
candidati alle prossime elezioni.

ULTIME TRATTATIVE La domenica è trascorsa, un po' per tutte le forze
politiche, alla ricerca della quadratura perfetta, raggiunta con
fatica come nel caso del Partito democratico. I centristi di Civica
popolare, ieri a Roma, hanno definito gran parte dei listini, mentre
ancora in alto mare Liberi e Uguali, alle prese con i malumori dopo la
decisione di mandare in Sardegna i paracadutati.

NUOVA SCRITTURA Nel Pd è quasi sempre la notte a portare consglio e
così è successo anche nel caso della doppia riscrittura dello schema
delle candidature.Questo perché la prima stesura aveva innescato una
miccia soprattutto nella corrente soriana, delusa dal trattamento
ricevuto. L'epilogo è stato che alcuni degli esponenti della corrente,
inseriti nei collegi uninominali, non hanno dato la disponibilità alla
proposta partorita a Roma.

I NUOVI Tra i volti nuovi figura il presidente del Consiglio
regionale, Gianfranco Ganau , che prenderà il posto di Luigi Lotto nel
collegio uninominale nord del Senato. Nel collegio uninominale del
sud, la candidata sarà Daniela Porru , che prenderà il posto diCarla
Medau , iscritta nella prima stesura delle liste. Rosanna Mura e Paola
Pinna si cambiano il posto e la prima sarà nell'ultima casella del
listino unico del Senato, mentre l'ex grillina andrà nel terzo posto
del plurinominale del sud.

IL RIFIUTO «Non ho rinunciato alla candidatura, visto che non l'ho
accettata». Carla Medau chiarisce la sua posizione alla fine di due
giorni decisamente tesi per la sua corrente soriana. A quanto pare per
la sindaca di Pula non c'è stata una marcia indietro: «Non ho mai dato
l'adesione, visto che non si sono verificati determinati equilibri».
LEU Corsa contro il tempo per Liberi e Uguali, dopo aver rischiato di
far saltare il banco in Sardegna a causa delle candidature imposte.
Ieri sera i vertici erano ancora alle prese con i nomi, tra i quali
spunta quello di Roberto Mirasola , dirigente di Sinistra italiana,
per il collegio uninominale della Camera a Cagliari. Yuri Marcialis
dovrebbe occupare il primo posto del listino al Senato, mentre Claudio
Grassi sarà il capolista della Camera nel sud.

CENTRISTI Liste quasi chiuse per la formazione Civica popolare,
guidata dalla ministra Beatrice Lorenzin. Ieri a Roma, uno dei leader
sardi, Federico Ibba , ha chiuso l'accordo con l'esponente del governo
Gentiloni per avere candidati non solo provenienti dal mondo politico.
Il listino del Senato avrà il ginecologo Bruno Lacu capolista, poi
Annamaria Spiga , Marco Deplano e il quarto ancora da assegnare.
Federico Ibba , invece, guiderà il proporzionale sud della Camera,
seguito da Maria Pia Orrù , Giosuè Loye Serena Delogu . Nel
proporzionale del nord, per ora, l'unico nome che trapela è quello di
Alessandro Vozzo .
Matteo Sau

Alla Camera - Nel collegio di Cagliari è già sfida

Manca più di un mese alle elezioni ma già si profila come una delle
sfide più calde, quella che andrà in scena nel collegio uninominale di
Cagliari per la Camera dei deputati, l'unico nel quale si conosce il
nome del candidato grillino.

Contro il campione di vela Andrea Mura se la dovranno vedere l'ex
presidente della Regione, e coordinatore regionale di Forza Italia,
Ugo Cappellacci, e il senatore uscente del Campo Progressista
Sardegna, ma candidato con il simbolo del Pd, Luciano Uras. In gara ci
sarà anche l'ex presidente regionale del Partito democratico,
Valentina Sanna, ora in lizza con il Progetto Autodeterminatzione.
Infine ieri è arrivata l'ufficializzazione della candidatura del
38enne Edoardo Lecis, notaio, nella lista di Casa Pound. (ro. mu.)

Lo sfogo del deputato uscente Gian Piero Scanu
«Punito per il lavoro sull'uranio»

Veleni e rancori non gli appartengono: «Affronto con piena serenità la
mia esclusione dalle liste dei candidati Pd per il prossimo
Parlamento», dice Gian Piero Scanu che comunque non nega di provare
«molta amarezza». Il presidente della commissione sull'uranio
impoverito non è uno che si tira indietro e spiega: «Ritengo di aver
pagato per la mia condizione di apolide rispetto agli schieramenti
correntizi del Pd. E per essere stato un “diversamente renziano”,
libero ed indipendente».

Ma c'è dell'altro. «Penso di essere stato punito per il tipo di
attività parlamentare svolta nel corso della legislatura, e
particolarmente negli ultimi due anni, nella veste di presidente della
Commissione di inchiesta sull'uranio impoverito». Nonostante tutto, il
Pd rimane il partito di riferimento: «Sosterrò attivamente il mio
partito girando l'Italia e la Sardegna, per invocare il consenso in
nome della nostra Costituzione. Nessuna diserzione, ma una militanza
politica ancora più intensa».

In Corte d'Appello
Nomi a rilento Oggi c'è tempo sino alle 20

È trascorsa praticamente con un nulla di fatto la prima giornata
dedicata alla consegna delle liste dei candidati alle elezioni
politiche. I corridoi della Corte d'Appello di Cagliari sono rimasti
vuoti durante tutte le dodici ore di apertura. Due gli uffici, uno per
la Camera e uno per il Senato, rimasti operativi per accogliere la
documentazione necessaria. A parte i rappresentanti di CasaPound,
giunti per la consegna alle 8 del mattino, per i funzionari degli
uffici è stata una giornata di attesa. Le procedure da svolgere sono
lunghe ed è per questo che il personale avrebbe preferito diluire le
pratiche in due giorni.

Invece, tutto sarà concentrato nella giornata di oggi, dalle 8 alle
20, quando i delegati dei partiti si presenteranno per ufficializzare
i documenti e consegnare le liste che saranno verificate entro le 24
ore. (m. s.)

M5S, c'è il velista Mura Le spine del centrodestra Pili, addio al Parlamento

La voce che circolava ha trovato conferma: Andrea Mura è uno dei nove
M5S selezionati dallo staff di Luigi Di Maio per correre nei collegi
uninominali dell'Isola. Il velista skipper di “Vento di Sardegna”,
primo italiano a vincere la regata Route du Rhum, è in lizza per la
Camera nel maggioritario di Cagliari. Oggi, nell'ultimo giorno utile
per la presentazione delle liste, si conosceranno gli altri otto nomi.
Non è detto che Mura sia l'unico sportivo presente nella rosa. Ma il
movimento mantiene il riserbo assoluto fino all'ultimo momento.

NEL PD Sul fronte del centrosinistra si registra uno schiarimento:
ieri alle 18, i diciannove del Pd in lizza più Luciano Uras hanno
firmato l'accettazione della candidatura davanti al notaio. Nella sede
dem di Cagliari ci sono tutti. A partire dal presidente del Consiglio
regionale, Gianfranco Ganau, che solo sabato notte ha scelto di
correre nel collegio uninominale nord per il Senato.

«La mia è una candidatura di servizio», ha detto. Ganau se la vedrà con il candidato
di Psd'Az-Lega, Antonio Moro, giornalista nell'ufficio stampa
dell'Assemblea sarda. Nel collegio uninominale di Sassari dove
all'inizio sembrava destinato proprio Ganau, è approdato Silvio Lai:
«Ho scelto io di essere in gara per la Camera», si è limitato a
commentare. In viale Regina Margherita c'è anche Paola Pinna, ex
deputata del Movimento Cinquestelle, poi passata nel Pd. Per lei una
terza posizione nel listino proporzionale del sud. Sembra soddisfatta:
«Anche quando sono stata eletta nel M5S ero terza, ma allora la legge
era diversa». È sollevato il segretario regionale dem, Giuseppe Luigi
Cucca, dopo giorni di trattative: «È una lista equilibrata, le diverse
sensibilità sono state rispettate».

GLI AZZURRI Intanto Forza Italia ha ufficializzato la candidatura di
Daniela Noli, al secondo posto dietro Ugo Cappellacci nel listino
Camera Sud e forse dietro Pietro Pittalis nel nord Sardegna. Noli, di
origine sarda (solo omonima dell'ex assessore della giunta Floris a
Cagliari), era dipendente del partito quando Claudio Scajola era
coordinatore e Salvatore Cicu il suo braccio destro. Qualche polemica
viene sollevata dalle segreterie politiche dei partiti protagonisti
della vittoria alle comunali di Oristano: «Siamo seriamente
preoccupati per le indiscrezioni trapelate dai tavoli romani»,
scrivono in una nota, «parrebbe che le posizioni utili per essere
eleggibili saranno riservate a candidati che rappresentano territori
differenti da quello della nostra Provincia».

Infine il deputato
uscente di Unidos Mauro Pili scioglie il mistero sul suo futuro. Dato
nei giorni scorsi come candidato nella Lega, ieri ha ufficializzato
con un tweet che lascerà Roma: «Ritorno nella mia terra».
Roberto Murgia


La Nuova

Il Pd smette di litigare e vara i suoi 21 candidati
Trovato il compromesso tra le diverse anime del partito. Ganau a
sorpresa dice sì
Malumore tra i soriani che hanno dovuto rinunciare ad alcune posizioni chiave

di Umberto Aime
CAGLIARI
L'ultima notte è passata, dentro il Pd. Fra incubi e pasticci, diverse
liti, alcuni passi indietro, altri in avanti, musi lunghi e sorrisi di
chi non se l'aspettava, ma è stato ripescato. Ora le liste ci sono e
sono ufficiali i 21 candidati per le Politiche di marzo. Con una
difficoltà estrema, «mai come stavolta, c'è venuto il mal di testa», è
la confidenza degli iscritti più navigati, i Dem hanno riempito il
tabellone. Una prima volta sabato notte, poi corretto prima dell'alba
di domenica e infine dato alle stampe lo stesso giorno a mezzogiorno.
«È una squadra compatta e la più unitaria possibile», fanno sapere
nello stanzone dove i prescelti sono in fila davanti al notaio: devono
accettare la candidatura. Dopo un'altra notte da fratelli coltelli, al
sesto piano della segreteria regionale, il clima è ritornato a essere
discreto.

Anche fra le tre correnti - renziani-ex Diesse,
popolari-riformisti dell'area Cabras-Fadda e soriani - che fino alla
tarda mattina non avevano smesso di prendersi a legnate sui denti.
Oramai è tutto inutile: i giochi sono stradecisi, Roma ha detto sì
anche alle correzioni volanti decise a Cagliari e vistate in differita
dalla direzione nazionale. All'ultimo secondo è ritornato in pista
Gianfranco Ganau, il presidente del Consiglio regionale: sarà lui il
candidato nel collegio uninominale Sassari-Olbia per il Senato. Chi
era stato scelto qualche ora prima, Luigi Lotto, ora fa sapere: «Sono
stato fra i più decisi a insistere con Gianfranco. Era giusto che il
posto fosse suo».

Così il presidente, prima di entrare nello stanzone,
dice: «Ammetto, è stata una volata complicata. Poi ho accettato con
convinzione, nella notte, quando a chiedermelo è stato tutto il
partito e a quel punto la scelta a favore era dovuta. È
un'opportunità, sarà dura, ma possiamo farcela». A insistere e molto
perché cadessero le ultime resistenze del presidente è stato anche
Silvio Lai, che lascerà il Senato, per candidarsi alla Camera, nel
collegio uninominale di Sassari. «Il cambio alla pari? L'ho suggerito
io», farà sapere dopo aver firmato una decina di fogli che cominciano
tutti così: il sottoscritto, nato a e residente a ... accetta di
essere candidato.

Non è in sala, ma Gavino Manca, capolista del Pd nel
collegio proporzionale Sassari-Olbia-Nuoro per la Camera, ha comunque
una certezza: «Nei collegi del Nord, la squadra è forte, molto
motivata e speriamo vincente». I renziani della prima ora, capitanati
proprio da Manca, hanno ottenuto il massimo, compreso quel posto di
capolista al Senato, nel proporzionale, per Giuseppe Luigi Cucca,
parlamentare uscente e segretario regionale del partito. Anche i
popolari-riformisti, che mai hanno avuto rapporti facili con Renzi,
sono andati lo stesso alla grande e la loro pattuglia sarà fra le più
numerose, con una doppia candidatura per Romina Mura, nell'uninominale
del Sulcis e nel listino proporzionale del Sud.

Anche gli
orlandiani-ex Diesse, la minoranza nazionale capeggiata dal
guardasigilli Andrea Orlando, ha difeso le posizioni: tre candidati e
un collegio uninominale alla Camera per il senatore uscente Ignazio
Angioni. Chi ha ottenuto forse meno di quanto si sarebbe aspettato è
la corrente dell'eurodeputato Renato Soru. Un po' perché c'è stata
qualche incomprensione interna e spesso lo schieramento ha vacillato
nelle ore cruciali della trattativa. Un po' perché, una volta ottenuto
il secondo posto nel proporzionale alla Camera con Francesco Sanna,
s'è incartata sui nomi delle donne, fuori Carla Medau, dentro Daniela
Porru, ex presidente dell'assemblea ai tempi di Soru segretario.

Nel frattempo ai soriani sfuggiva (o gliel'hanno negato) un posto in uno
degli uninominali per la Camera. In questa atmosfera da post tsunami,
a essere invidiati da alcuni sono la flemma e il sorriso largo di
Luciano Uras, che qui è un ospite - arriva da Campo progressista - ma
è ben accolto. «Dobbiamo dare battaglia dovunque - dice con la solita
grinta del lottatore - Soprattutto dove i sondaggi ci danno sfavoriti.
I Cinque stelle e il centrodestra possono essere sconfitti e ci
riusciremo solo se saremo noi l'argine democratico all'avanzata
sconsiderata di Grillo, Salvini e Berlusconi». Dopo le ore della
battaglia interna, non si sa fino a che punto senza strascichi, il Pd
sembra aver ritrovato forse l'equilibrio e almeno la determinazione.
Per dirla, alla fine, con le parole del presidente Ganau: «Una volta
che scendi in campo, devi vincere».

Cucca: «Fatte scelte equilibrate
Ora basta con le polemiche»
di Luca Rojch
SASSARI

Rimasto in equilibrio nella missione impossibile di attraversare il
ponte tibetano delle liste elettorali senza cadere giù. Il segretario
Giuseppe Luigi Cucca ha tra le mani le liste del Pd e cerca di mettere
ordine in un partito ancora attraversato dalla tempesta delle
correnti. Segretario è soddisfatto della lista?«Si è tentato di fare
le liste più equilibrate possibili. Con la nuova legge elettorale è
impossibile assicurare un posto per tutti. Io dico solo che da oggi
iscritti e simpatizzanti devono lasciare da parte ogni dubbio e
lavorare a pancia a terra per portare a casa il risultato». Ma è vero
che c'è un forte malconento dei soriani?«Ritorno a dire che a me non
risulta. Le liste sono equilibrate. E ogni area è ben rappresentata».
Ma sulle scelte ha pesato molto la volontà di Roma.«Sono stati
utilizzati criteri oggettivi».

Quali sono secondo lei i seggi più a
rischio?«È un discorso che ora non ha senso. Abbiamo il dovere di
ritenere tutti i seggi contendibili». Perché avete deciso di chiudere
le liste con oltre 24 ore di anticipo rispetto alla scadenza?«Nel
2008, le prime elezioni politiche del Pd, il partito presentò le
candidature sette giorni prima della della scadenza».Non sente un
certo clima di abbattimento intorno al partito? «No. Al contrario
sento molto entusiasmo. Ho parlato con decine di persone che sono
pronte a buttarsi nella mischia».Da quanti giorni lavora sulle liste?
«Ho iniziato domenica scorsa. E per una settimana giorno e notte non
ho fatto altro. Il mio ruolo mi impone di esserci sempre. E assicuro
che è stato così».Giovedì una parte dell'assemblea del Pd si è
autoconvocata e ha redatto un documento molto critico sulle scelte di
queste Politiche.

Le è dispiaciuto? «Devo essere sincero. Mi è
dispiaciuto molto, anche perché si sono diffuse notizie non vere. Ma è
passato. Ci siamo confrontati e abbiamo chiarito ogni cosa. Non ho
potuto partecipare perché come tutti i segretari ero precettato a
Roma». È contento del sì di Gianfranco Ganau alla candidatura?«Sono
soddisfattissimo per l'importanza della persona e la levatura della
candidatura. Oltre al fatto che questa è la conferma della serietà dei
nostri quadri»Teme più Forza Italia o i 5 Stelle?«Io sono convinto che
la campagna elettorale riuscirà a ridimensionare tante promesse
elettorali che ho sentito in questa campagna. Quelle che ho sentito
dei 5 Stelle e di altre formazioni politiche si potrebbero realizzare
con le risorse di 4 finanziarie.

Noi portiamo argomenti concreti. Le
cose fatte. Le leggi approvate che in Italia si attendevano da 25
anni». È più rammaricato per la rottura col Partito dei sardi o per la
scelta del Psd'Az?«La delusione più grande me l'ha data il Psd'Az. Col
Pds siamo in coalizione alla guida della Regione. Siamo vicini e
abbiamo un dialogo che non si è mai interrotto. La loro dimensione va
al di là di questo passaggio. E al di là delle loro petizioni di
principio non sono mai andati fuori dalla costituzionalità e dalla
legalità. Qualcuno strumentalizza, ma la loro posizione è trasparente
ed è improntata alla legalità. Il Psd'Az penso che abbia perso una
occasione. Questo abbraccio con la Lega di Salvini è mortale. E il 5
marzo lo mostrerà».

Forza Italia lima la lista tra novità e malumori
verso il voto

Il centrodestra sostiene di essere ai particolari. «Stanattina
saremo fra i primi a depositare le liste in cancelleria», fanno sapere
da una segreteria all'altra dei partiti alleati. È così? Forse no. I
soliti indiscreti raccontano di una lunga riunione notturna, nella
sede di Forza Italia, con un rimpasto volante nei listini per i due
collegi proporzionali destinazione Montecitorio. Ci sarebbero delle
discussioni in corso anche sui collegi uninominali.

Gli unici a essere
strasicuri sono Ugo Cappellacci, candidato a Cagliari sia nel
proporzionale come capolista sia nel maggioritario, Pietro Pittalis,
che guiderà il listino della macro area Sassari-Nuoro-Olbia, Giuseppe
Fasolino, nell'uninominale della Gallura per la Camera, e l'uscente
Emilio Floris, primo nel proporzionale al Senato. Sono confermati
anche i nomi di due candidate: Viviana Lantini, medico a Carbonia, e
Daniela Noli, sorella di un assessore comunale di Selargius.
Dovrebbero essere candidate ma dove non è ancora ufficiale. Forza
Italia è preoccupata anche dei contraccolpi che ci potrebbero essere,
soprattutto nel cagliaritano, per la mancata candidatura della
consigliere regionale Alessandra Zedda.

Puntava alla Camera, le hanno
proposto un collegio uninominale al Senato e ha dichiarato l'offerta
«assolutamente irricevibile».Di contro il Psd'Az ha chiuso la sua
partita, ufficializzando anche il secondo candidato nei due collegi
per il Senato che gli sono stati messi a disposizione dalla Lega.
Oltre all'avvocato Lorenzo Palermo, nell'uninominale di Oristano
Nuoro, sarà il giornalista sassarese Antonio Moro a essere candidato
in quello di Sassari-Olbia. Con subito una curiosità: Moro, che la
vora nell'ufficio stampa del Consiglio regionale, avrà come avversario
il "suo presidente", cioè Gianfranco Ganau. Sempre oggi Christian
Solinas, segretario nazionale sardista, saprà dove Salvini ha deciso
di riproteggerlo nella penisola, dovrebbe essere in Brianza, dopo
avergli confermato che sarà lui, in Sardegna, il capolista nel
collegio unico regionale per il Senato.

Dopo aver perso i Riformatori,
«Noi per l'Italia» è diventata un'esclusiva dell'Udc. Giorgio Oppi, il
leader, aveva annunciato che avrebbe presentato solo le liste, sono
tre in tutto, nel proporzionale per la Camera e il Senato. Pare invece
che abbia indirizzato anche la candidatura di una donna - dovrebbe
essere Chiara Basciu - nel Cagliari-Sulcis uninominale per il Senato.
Oggi tra l'altro si saprà se per lo scudocrociato sarà candidato lo
stesso Oppi, che in quel caso dovrebbe essere il capolista nel
collegio unico regionale destinazione Palazzo Madama.

Anche gli ex
fedelissimi del ministro Alfano, quando esisteva il gruppo Nuovo
centrodestra o Ncd, dovrebbero aver trovato un loro spazio in
Sardegna. La candidata dovrebbe essere Maria Grazia Salaris, che
dovrebbe scendere in campo nell'uninominale di Sassari per la Camera.
Ma non è ancora chiaro per quale quota dell'alleanza di centrodestra.
Secondo alcuni a proporla sarebbe stata la componente ex Ncd che oggi
è una delle tre gambe dei centristi di «Noi con l'Italia». (ua)

Lo sportivo sfiderà Cappellacci e Uras a Cagliari. Oggi Di Maio svela
gli altri nomi Lo skipper Mura in corsa col M5s

SASSARI
Oggi Luigi Di Maio scoprirà le ultime carte. A Roma al Tempio di
Adriano il candidato a premier del Movimento 5 stelle presenterà tutti
i candidati nei collegi uninominali. Quei nomi che il Movimento
ritiene abbiano le maggiori chance di prevalere sui candidati delle
altre formazioni in campo. Dei 9 che correranno in Sardegna, 6 alla
Camera e tre al Senato, per ora si conosce solo quello del velista
Andrea Mura, skipper dell'open 50 "Vento di Sardegna" e uno dei
componenti del team del Moro di Venezia nel 1989, con il quale ha
vinto due campionati del mondo e una Louis Vuitton Cup.

Lo sportivo,
primo italiano a vincere la leggendaria regata in solitario Route du
Rhum, sarà in corsa nel collegio 1 a Cagliari, dove tra gli altri se
la dovrà vedere con l'ex governatore Ugo Cappellacci per il
centrodestra e con il senatore uscente Luciano Uras per il
centrosinistra. Sugli altri nomi vige il più stretto riserbo, ma lo
aveva annunciato lo stesso coordinatore della campagna elettorale,
Mario Puddu, che il Movimento sarebbe andato a pescare anche in
Sardegna nella società civile, tra personaggi del mondo della cultura,
dello sport e dell'imprenditoria. E uno di questi è Andrea Mura, a cui
proprio due giorni fa è stata dedicata a Cagliari una scultura,
realizzata dall'artista di Orani, Roberto Ziranu.

Chi, invece, sembra
escluso anche dalla corsa nei collegi uninominali è il senatore
uscente Roberto Cotti, tra i più attivi in Parlamento, ma pur avendo
deciso di ricandidarsi, il suo nome è stato depennato al momento
dell'apertura delle parlamentarie. Proporzionale. Oggi, dunque, si
conosceranno finalmente i nomi dei candidati dell'uninominale. Nomi
che andranno ad aggiungersi ai quelli per il proporzionale, che
rispetto ai primi scelti direttamente da Di Maio e dal suo staff, sono
passati al vaglio delle parlamentarie on line. Nulla è dato sapere su
affluenza dei votanti e sulle preferenze di ogni singolo candidato. Il
Movimento ha reso noto solo l'ordine di elezione per poter comporre le
liste. E così al Senato il capolista è l'avvocato sassarese Ettore
Licheri, seguito dall'avvocata nuorese Elvira Evangelista, dal biologo
Roberto Cappuccinelli e dalla pedagogista Antonietta Congiu.

Alla Camera al Sud conferma per i deputati uscenti Emanuela Corda e Andrea
Vallascas, rispettivamente al primo e al secondo posto. Dopo di loro,
Lucia Scanu e Michele Ciusa. Nel collegio nord per la Camera, al primo
posto c'è il tecnico agrario Alberto Manca, al secondo la dipendente
comunale Paola Deiana, il vigile del fuoco Fabio Columbano e la
studentessa Daria Derriu. I big. In attesa che la campagna elettorale
entri nel vivo i big del Movimento hanno già annunciato le loro visite
in Sardegna. Di Maio sarà il 4 febbraio a Cagliari e Oristano, il
giorno successivo a Nuoro, Sassari e Olbia. Sabato 24 febbraio sarà il
turno di Alessandro Di Battista, che sarà alle 11 a Iglesias, mentre
nel pomeriggio alle 17 si fermerà a Oliena. (al.pi.)

Dopo 12 anni Pili lascia la Camera
L'ex presidente della Regione: addio Roma, ritorno nella mia terra

CAGLIARI
Dopo 12 anni Mauro Pili lascia Roma. Eletto nel 2006 e poi
riconfermato nel 2008 e nel 2013 con il Pdl, l'ex presidente della
Regione ha poi abbandonato il partito di Berlusconi per fondare il
movimento Unidos, che però a questa tornata elettorale rimarrà ai box.
E ieri Pili ha annunciato il suo addio, per ora, a Montecitorio con un
lungo messaggio sul suo sito. «Lascio Roma, ma non lascio la mia
terra, non abbandono il mio e il nostro sogno di libertà per il popolo
sardo - ha scritto il leader di Unidos -. Ritorno per strada, per
costruire se ne avrò la forza e il sostegno il riscatto della nostra
terra. A chi mi ha esortato a resistere, a riproporre la mia
candidatura alle elezioni politiche, sento il dovere di rivolgere un
pensiero di gratitudine per la sincera stima che mi avete voluto
riservare.

Per me la politica non è mai stata compravendita, non è mai
stata appartenenza ideologica, non è mai stata carrierismo e mai sarà
sottomissione ai potenti o ai potentati di turno. Prima di tutto è
stata ed è dignità politica e umana, onestà intellettuale, rigore
morale e coerenza. Il nostro futuro non è nelle mani di un
parlamentare che lascia, ma nella coscienza di un popolo».

Renzi apre al M5S: "Non è il nemico"

di Marcello Campo

ROMA«Non sono d'accordo con Silvio Berlusconi: i grillini non sono da
considerare dei nemici, tra loro ci sono tante brave persone, come
dovunque». Matteo Renzi, archiviata la complicata e «devastante»
pratica delle liste elettorali, si presenta nel salotto di Barbara
D'Urso, su Canale 5, prendendo le distanze dal Cavaliere circa la
«pericolosità» del M5s. «Non li vedo - ribadisce - come persone che
che possono creare chissà cosa per l'Italia. Certo - prosegue - il
problema è che dove hanno governato non hanno fatto funzionare le
cose. Mi piacerebbe che M5s fosse più concreto. Milano è una città ai
vertici del mondo perché abbiamo fatto l'Expo. E invece mi chiedo
perché s'è detto di no alle Olimpiadi.

Valevano 2 mld che sono andati
all'estero».Poi, per quasi un'ora, il segretario del Pd illustra uno
dopo l'altro i punti centrali del suo programma, dal lavoro alle
pensioni, dalle agevolazioni fiscali per le famiglie, al servizio
civile obbligatorio per i giovani. Una conversazione sempre molto
informale, quasi affettuosa - ambedue si danno del tu come vecchi
amici - senza mai alcun picco polemico. Del difficile passaggio sulle
liste si parla solo all'inizio. E con un tono volutamente scherzoso.
«Anzichè fare come tutti gli altri, che si vedono con gli spin doctor,
oggi sono tornato a casa e sono andato a fare un bagno di realtà,
visitando le mie nonne», racconta il leader dem mostrando alcune foto.
D'Urso gli chiede di commentare le critiche di chi gli rimprovera di
aver candidato solo suoi fedelissimi.

Renzi replica pacato
snocciolando esempi di new entry, che dimostrerebbero il contrario:
cita l'arruolamento di Lucia Annibali, vittima della violenza di un
uomo, e di Paolo Siani, fratello di Giancarlo, il cronista napoletano
assassinato nel 1985 dagli uomini della camorra . «Paolo è un medico
in prima fila contro la povertà educativa, mica viene dal Pd»,
sottolinea il segretario. Che poi esorta tutti a fare una campagna
elettorale «senza insulti e senza risse da condominio». Ma lancia
anche l'allarme contro chi promette l'impossibile: «Vorrei discutere
di proposte, senza fare come Vanna Marchi, come quelli che vi dicono
che daranno un reddito a tutti», osserva sarcastico.

S'inalbera solo
nel bocciare senza mezzi termini la flat tax: «È una proposta magica
che considera allo stesso modo miliardari e operai. Finché ci sono io
- assicura - non ci sarà. Io voglio abbassare le tasse a chi non
arriva alla fine del mese e non ai multimiliardari».Per il resto della
trasmissione Renzi elenca le sue proposte, dallo sconto fiscale per i
nuovi nati, alla «politica dei piccoli passi da formichina» per
ridurre le tasse («ma non ai ricchi», ribadisce). E infine la ricetta
per sviluppare l'economia ed evitare che l'Italia divenga «solo un
villaggio vacanze», una ricetta, dice, basata sulla cultura, la scuola
e l'innovazione.

Poi ammette di avere «un caratterino», come
bonariamente rileva Stefania Sandrelli, intervistata ieri dal
«Corriere». «Un po' è vero - ammette - ma bisogna avere un caratterino
per cambiare le cose. Penso che arrivino dei momenti in cui bisogna
metterci il cuore, magari facendo errori. E io ne ho fatti tanti. Ma
l'importante è che non ci sia odio e che riconosciamo che siamo tutti
italiani». Intanto, fuori dal clima affettuoso degli studi di Canale
5, resta alta la tensione con la minoranza interna. Gianni Cuperlo,
che ieri ha rinunciato a un collegio sicuro come quello di Sassuolo,
dice che «il pluralismo di un partito passa dall'autonomia delle
minoranze» e che in direzione, invece «s'è solo letta una lista».
Polemici anche gli orlandiani.

La loro area è stata bistrattata: si
calcola che passeranno da circa 30 senatori uscenti, ad averne tra i 3
e i 5 eleggibili. Trapelano anche voci di possibili ricorsi: una
esponente orlandiana, Camilla Fabbri, starebbe infatti meditando di
ricorrere al Tribunale, visto che dopo aver firmato nei giorni scorsi
l'accettazione alla candidatura nel collegio senatoriale di Pesaro,
considerato quasi certo, ha avuto la brutta sorpresa di trovare al suo
posto il Verde Angelo Bonelli, mentre lei è stata spostata in un
collegio a rischio, come quello di Fano, alla Camera.

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Federico Marini

skype: federico1970ca

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