sabato 13 gennaio 2018

Rassegna stampa 13 gennaio 2018

La Nuova Sardegna

Indipendentisti al lavoro sulle liste Oggi il simbolo del Progetto Autodeterminatzione, domani assemblea a Bauladu

Il Progetto Autodeterminatzione va avanti. Questa mattina il cartello formato da otto partiti e movimenti del mondo indipendentista e sovranista presenterà ufficialmente il suo simbolo a Cagliari all'hotel Regina Margherita. Domani, bis nella sala convegni della biblioteca di Bauladu, dove si terrà una assemblea della associazione Sardos con tutti gli altri soggetti della coalizione. Nel corso della riunione attivisti, iscritti e simpatizzanti daranno vita a un dibattito sul momento politico, sugli indirizzi programmatici e sulle ipotesi di candidature.

Il Progetto Autodeterminatzione ha infatti deciso di prendere parte alle elezioni politiche del 4 marzo con proprie liste in tutti i collegi uninominali e proporzionali. Nei giorni scorsi a Bauladu l'assemblea ha adottato il programma e il codice etico, e ha nominato un comitato di garanti che si occuperà di istruire le proposte di candidatura e un comitato che è invece incaricato delle procedure elettorali e della raccolta delle firme.

A fare parte del progetto Autodeterminatzione sono i Rossomori, Sardegna Possibile, Sardigna Natzione, Irs, Liberu, Sardos, Communidades e Gentes, ma la coalizione non esclude altre convergenze. Anzi, l'assemblea ha dato l'incarico al portavoce Anthony Muroni di proseguire le trattative con gli altri partiti e movimenti sardi che non fanno parte del Progetto per esaminare la possibilità di eventuali convergenze. Come il Psd'Az, che però è ancora alle prese con le trattative con il centrodestra e il centrosinistra, e il Partito dei sardi, che invece non ha chiuso l'accordo con il Pd.

Unione sarda

I dubbi del Psd'Az, ora spunta la Lega M5S: Di Maio e Di Battista nell'Isola
Ma i Quattro mori tengono la porta aperta al Pd. Il candidato premier
grillino arriverà a febbraio

È il giorno della scelta per il Psd'Az. L'ultima volta che il partito
fondato da Emilio Lussu riuscì a esprimere un rappresentante in
Parlamento risale al 1996, quando Franco Meloni ottenne un posto a
Palazzo Madama grazie all'accordo stretto con l'Ulivo di Romano Prodi.
Ventidue anni dopo i sardisti potrebbero riimboccare la strada verso
Roma. Le ipotesi in campo sono due: se il ritrovato confronto con il
Pd ha rappresentato la novità degli ultimi giorni, la sorpresa
potrebbe essere l'intesa in campo nazionale con la Lega di Matteo
Salvini.

LA SCELTA POSSIBILE A far pendere la bilancia verso il Carroccio
sarebbe la possibilità di presentare il simbolo dei quattro mori in
composizione con quello di Alberto da Giussano. E poi la concreta
possibilità per i sardisti di concorrere per un seggio in Parlamento:
il segretario nazionale Christian Solinas potrebbe scendere in campo
per il collegio unico del Senato o per quello proporzionale del Sud
Sardegna per la Camera. Ma non sono esclusi candidati sardisti anche
negli altri collegi.

RISERBO TOTALE A poche ore dalla riunione del parlamentino Psd'Az, il
riserbo è totale, ma l'ipotesi di un accordo col Pd non è affatto da
escludersi. D'altra parte tre giorni fa sempre Solinas ha incontrato a
Roma il mediatore dem, Piero Fassino, il segretario regionale,
Giuseppe Luigi Cucca, il ministro dello Sport, Luca Lotti, e il
deputato Lorenzo Guerini. Il vertice è stato interlocutorio ma i
sardisti sembrerebbero soddisfatti per le aperture politiche e
programmatiche dei dem di Renzi. Restano invece fumose le condizioni
di una possibile intesa con Forza Italia: nonostante le interlocuzioni
di Solinas con Romani e Ghedini in sede nazionale, poi in Sardegna il
segretario ha disertato il tavolo programmato con il coordinatore
regionale azzurro, Ugo Cappellacci.

I BIG GRILLINI Sul fronte Cinquestelle sono ancora in corso le
verifiche dello staff di Luigi Di Maio sulle 340 autocandidature che,
se ritenute idonee, dovrebbero partecipare alle parlamentarie online.
Bocche cucite sui nomi che correranno nei collegi maggioritari. Ma, ha
detto ieri il coordinatore regionale della campagna elettorale, Mario
Puddu, «già ci sono, e appartengono al mondo dell'imprenditoria, dello
sport e della cultura». Il sindaco di Assemini ha annunciato che
«Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, non assieme ma in due giorni
diversi, saranno in Sardegna a febbraio».

CENTRISTI I Centristi per l'Europa si sono riuniti per selezionare le
candidature della lista civica popolare legata alla ministra della
Sanità, Beatrice Lorenzin. Tra i nomi dei possibili candidati c'è
quello di Bruno Lacu, coordinatore dei centristi a Oristano, ma anche
del leader regionale Federico Ibba. Sul fronte Pd c'è attesa per la
direzione nazionale di martedì dalla quale emergerà qualche
particolare in più sulle candidature.
Roberto Murgia

Riformatori, in corsa Vargiu, Fois e Dedoni

Tre nomi in corsa per il Parlamento. I Riformatori si presenteranno
alle elezioni nel centrodestra, sotto il simbolo di “Noi per
l'Italia”. Pierpaolo Vargiu, potrebbe essere candidato nel listino
proporzionale Sud della Camera. Gli altri due in corsa sono Pietrino
Fois, nell'uninominale di Sassari per il Senato e il consigliere
regionale, Attilio Dedoni in quello di Oristano per la Camera. (m. s.)

Zona Franca Sì del Popolo della famiglia

Il Popolo della Famiglia ha cominciato la corsa per le elezioni
politiche, fuori dalle coalizioni solite e sostiene la battaglia per
la zona franca in Sardegna. Lo stesso coordinatore regionale, Alberto
Agus, ha promesso, qualora il partito avesse responsabilità di
governo, di proporre come primo atto la comunicazione all'Ue
dell'avvenuta istituzione delle zone franche nell'Isola. (m. s.)

Agus: «Oggi non esiste una proposta». I consiglieri studiano piani previdenziali
Tagli ai vitalizi, solo rinvii E ora spunta il caso pensioni

Non hanno fatto niente per risolvere la questione dei vitalizi
“acquisiti” e adesso che i privilegi per i nuovi consiglieri in carica
sono stati aboliti, in molti rivendicano comunque il diritto ai
contributi previdenziali versati dal Consiglio. La Sardegna è l'unica
regione in cui lo scandalo di tre anni fa è scivolato via come acqua
fresca, gli impegni non sono stati mantenuti e dato che a partire da
questa legislatura i vitalizi sono stati cancellati (solo per chi è
stato eletto per la prima volta nel 2014, gli altri, almeno al secondo
mandato, ne hanno ancora diritto) i consiglieri si lamentano e stanno
studiando una proposta per ottenere dall'istituzione pubblica un
trattamento ai fini pensionistici, «come i normali lavoratori».

LA SITUAZIONE «Per i vecchi vitalizi, la proposta di sintesi discussa
tre anni fa in seno alla conferenza dei presidenti di gruppo non è mai
stata formalmente presentata, requisito necessario anche per poter
anche solo avviare la discussione in commissione», sottolinea
Francesco Agus (Campo progressista). Attualmente i vitalizi pesano
sulle casse pubbliche dell'Isola per 17,7 milioni l'anno, circa 1
milione e mezzo di euro al mese, e se ne pagano 310 (ai consiglieri
non più in carica o ai loro eredi). Tra questi, per dire, ci sono
quelli a onorevoli che hanno esercitato la loro funzione in un passato
remotissimo, quelli a mogli e figli di consiglieri defunti da tempo, a
condannati, le baby pensioni di Claudia Lombardo (che ha iniziato a
percepire l'assegno di oltre 5000 euro netti al mese a 41 anni, dopo
quattro legislature, come da regolamento) e Andrea Biancareddu
(entrato nel mondo della “terza età” a 47 anni) e poi ci sono un'altra
settantina di politici in lista d'attesa.

LE PROPOSTE Lo avevano giurato che ci avrebbero messo mano in un modo
o nell'altro, erano state presentate quattro proposte di legge per
rimediare a storture e anacronistici atti amministrativi, poi, visto
che il problema era diffuso in tutta Italia, a ottobre 2014 la
Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e
delle province autonome stabilì una serie di misure minime sul diritto
all'assegno vitalizio per “aiutare” le assemblee a districarsi nella
palude e a legiferare. Dunque, il presidente del Consiglio Gianfranco
Ganau, rientrando da Roma, aveva annunciato che da quel momento in poi
si sarebbe lavorato a una proposta unificata, a una perfetta sintesi
di tutte le istanze. Nel frattempo ben dieci Regioni hanno seguito
quelle indicazioni e attuato veri e propri tagli lineari, dal 6% agli
assegni inferiori ai 1500 euro al 15% agli importi superiori ai 6000
euro lordi. Lo hanno fatto Lombardia, Friuli, Marche, Lazio, Piemonte,
Toscana, Trentino, Val d'Aosta, Veneto e Puglia. Dunque, si poteva
fare benissimo, ma in Sardegna non è accaduto niente del genere.

LA COMMISSIONE Oggi, forse con un pizzico di ironia, Agus dice: «Mi
auguro che, finalmente, i capigruppo chiudano quel discorso avviato
tre anni e mezzo fa e presentino formalmente la proposta di legge più
condivisa possibile. In quel caso la commissione la discuterebbe e la
consegnerebbe all'aula con effetto immediato. La normativa regionale
necessita di un intervento: il Consiglio regionale nella scorsa
legislatura ha regolamentato il futuro, cancellando giustamente i
vitalizi a partire da questa legislatura, ma ha ignorato il passato,
cioè i vitalizi maturati sino a quel momento la cui regolamentazione
non è mutata di una virgola. Ecco perché oggi quasi il 20 per cento
del bilancio regionale se ne va col pagamento di questo istituto».

LA LEGGE RICHETTI Aggiunge Agus: «Se dovesse perdurare l'impasse sono
pronto, insieme ad altri colleghi, a presentare e ad adeguare al
nostro ordinamento una proposta di legge basata sul modello Richetti
che introduca il ricalcolo dei vitalizi, anche per i consiglieri
cessati dal mandato, attraverso l'applicazione del metodo del calcolo
contributivo oggi in vigore per i lavoratori dipendenti. Sarebbe una
norma di grande giustizia e porterebbe a un sicuro taglio della
spesa».

IL “BUCO” Intanto i consiglieri si preoccupano per il buco nella loro
situazione previdenziale: con i vitalizi sono stati eliminati i
versamenti e in tanti chiedono «non certo il ripristino dei
privilegi», sottolinea Gianmario Tendas (Pd) ma «soltanto di essere
equiparati a tutti gli altri lavoratori».
Cristina Cossu

Tendas (Pd): adesso si apra una riflessione profonda. Ganau:
valuteremo la fattibilità «Anche noi vogliamo i contributi»

L'altra sera in Aula il ghiaccio lo ha rotto Giorgio Oppi (Udc): «Un
problema di grande rilevanza è quello sui contributi dei consiglieri,
ci sono colleghi fortemente penalizzati, che quando ritornano al
proprio posto di lavoro di fatto perdono cinque anni di incremento di
retribuzione, di anzianità, eccetera. Serve una leggina che prevede
con riferimenti specifici quello che viene applicato alla Camera dei
deputati e consente di poter superare questa difficoltà».
Si discute dei versamenti dei contributi previdenziali per i
consiglieri (a carico del Consiglio regionale) aboliti in Sardegna
quando sono stati cancellati i vitalizi futuri. L'eventualità di
stipulare una pensione integrativa privata sembra non venga
contemplata.

Spiega Gianmario Tendas (Pd): «L'Ufficio dei Questori deve aprire
subito una riflessione profonda. Lo status del consigliere regionale
tra la quattordicesima e la quindicesima legislatura è stato
modificato, e crediamo sia stata una scelta virtuosa finalizzata
all'abolizione dei vitalizi. Poi c'è un altro aspetto, legato al
dimezzamento dell'indennità dei consiglieri, e pure questo ci sta
bene, portare lo status degli amministratori a una situazione più
sobria, ma quello su cui non sono d'accordo è che non esistano più i
contributi previdenziali, che invece devono essere né più e né meno
uguali a quelli degli altri lavoratori».

Anche Roberto Desini (Partito
dei Sardi) è sulla stessa lunghezza d'onda: «Dobbiamo avere la
possibilità, come tutti i lavoratori dipendenti, di regolarizzare
l'aspetto contributivo, perché se i più fortunati ritorneranno su
questi banchi altri ritorneranno alla vita di tutti i giorni, e non ci
può essere una vacatio di cinque anni nella contribuzione».
Taglia corto il presidente Gianfranco Ganau: «È allo studio di un
gruppo di consiglieri la proposta relativa ai contributi
pensionistici. Una volta formalizzata, valuteremo con gli uffici la
fattibilità». (cr. co.)

Lombardia
Liberi e Uguali dice no a Gori «Sì a Rosati»

MILANO C'è il primo strappo tra Liberi e Uguali e il Pd. L'assemblea
della formazione guidata dall'ex presidente del Senato Piero Grasso ha
detto no a Giorgio Gori ed ha annunciato che correrà da sola con
Onorio Rosati per la presidenza della Regione Lombardia. Una standing
ovation dell'assemblea lombarda ha accolto la proposta del nome di
Onorio Rosati fatta dal capogruppo alla Camera di Mdp-LeU Francesco
Laforgia.

«Siamo dalla parte giusta quando fuori da qui diremo che Liberi e
Uguali presenta la sua proposta per le politiche e per le regionali.
Non diremo che andremo da soli e non ci faremo dire che usciamo dal
centrosinistra perché il centrosinistra non esiste senza la sinistra»,
ha affermato. «Abbiamo bisogno di un volto nuovo e penso che Rosati
per il suo impegno nella politica e nel sindacato e perché è una brava
persona sia la persona giusta».
Intanto l'assemblea del Lazio sta verificando la possibilità di
accordarsi col presidente della Regione Zingaretti ed ha proposto di
dare a Grasso il mandato per verificare le condizioni di un'intesa.

La Nuova

Psd'Az, il giorno della scelta M5s, 340 aspiranti deputati

CAGLIARI
È il giorno delle grandi scelte. Oggi pomeriggio, a Oristano, il
Psd'Az deciderà se scendere in campo col centrosinistra o col
centrodestra nelle elezioni politiche di marzo. Davanti al Consiglio
nazionale del partito, il segretario Christian Solinas farà l'elenco
delle richieste presentate in ciascuno dei due tavoli e soprattutto
dirà quali sono state le proposte arrivate da una colazione e
dall'altra. Si sa che i sardisti hanno posto alcune condizioni
stringenti: dal riconoscimento politico e culturale della loro storia
centenaria a una riforma profonda dello Statuto speciale, nei primi
100 giorni della nuova legislatura, fino a maggiori competenze per la
Sardegna su ambiente, trasporti ed entrate. Per poi chiedere infine
l'elezione certa di almeno un parlamentare.

Si sa anche questo: ognuno
dei due poli una prima risposta l'ha data e ora spetterà al Psd'Az
decidere. Non soltanto sull'oggi, le elezioni di marzo, ma anche sul
domani: le Regionali del 2019. Una scelta in un senso o nell'altro
potrebbe lasciare infatti un segno indelebile anche sulle future
alleanze, considerando che in Consiglio regionale, il Psd'Az è
all'opposizione, ha perso con il centrodestra le elezioni del 2014, e
da allora non è stato certo tenero con la giunta Pigliaru. Ma di
contro, nelle Comunali del 2016 a Cagliari, si è alleato con il
centrosinistra e contribuito alla conferma e vittoria al primo turno
del sindaco Massimo Zedda. Lo stesso è accaduto, negli anni, in altri
Comuni importanti.

Poi c'è un altro aspetto: pochi mesi fa i sardisti
hanno stretto un patto con il movimento La Base e Fortza Paris, quindi
bene o male anche con loro dovrà discutere con chi schierarsi a marzo.
Ipotizzare ora chi fra i due poli ha maggiori possibilità di avere il
Psd'Az al proprio fianco è un azzardo e forse sostenere che entrambi
hanno un 50 per cento di possibilità non è sbagliato. Il dibattito
all'interno del Consiglio nazionale sarà quindi decisivo.Cinque
stelle. In attese delle Parlamentarie, non ancora fissate dal
direttorio nazionale, si sa che gli autocandidati sardi sono stati 340
e quindi il voto on line si trasformerà in un'autentica battaglia. Al
di là delle liste che saranno scelte dagli iscritti del Movimento, si
sa - come annunciato dal referente regionale per le Parlamentarie, il
sindaco di Assemini Mario Puddu - che a febbraio arriveranno
nell'isola, in date diverse però, il candidato premier Luigi Di Maio e
l'ormai ex deputato Alessandro Di Battista.

Che, va ricordato, non si
ripresenterà perché è diventato padre poche settimane fa, ma non per
questo diserterà la campagna elettorale.Pd e centrosinistra. Continua
a essere in una sorta di limbo il Pd, non a caso è stata rinviata la
direzione regionale, in attesa di conoscere le decisioni del Psd'Az.
Ma soprattutto sembra essere ancora alla ricerca di un equilibrio
stabile fra le componenti interne, renziani, popolari-riformisti e
soriani, sulle candidature. I posti sicuri sono pochi, mentre gli
aspiranti candidati continuano ad aumentare di giorno in giorno. Nella
coalizione hanno fatto un passo avanti i Centristi per l'Europa di
Pierferdinando Casini, che si presenteranno nella coalizione «Civica
popolare». A Cagliari c'è stata un riunione:

il coordinatore regionale
Federico Ibba dovrebbe essere il capolista nel collegio proporzionale
Centro-sud per la Camera. Un altro sicuro candidato è Bruno Lacu,
coordinatore provinciale dei centristi ad Oristano. Nei prossimi
giorni, per decidere le candidature del Centro-nord è stata convocata
un'assemblea ad Ozieri. Della coalizione farà parte anche il Psi, che
si presenterà con la lista «Insieme». La segreteria regionale ha
avanzato due proposte: la candidatura di un socialista in un collegio
uninominale sardo e «un vertice della coalizione che ha vinto le
elezioni regionali nel 2014, per decidere assieme le alleanze e non,
com'è avvenuto finora, solo in incontri bilaterali».Forza Italia e
centrodestra.

Anche il partito di Berlusconi è in attesa delle scelte
dei sardisti, anche se al suo interno è sempre più chiara la mappa
delle candidature. Per esempio il coordinatore Ugo Cappellacci
vorrebbe candidarsi sia nel collegio proporzionale
Cagliari-Sulcis-Oristano per la Camera, ma anche in uno dei sei
uninominali in palio sempre per Montecitorio. Però qualche problema
interno c'è e, come sempre, sarà Berlusconi a dire l'ultima parola.
Pare invece che i Riformatori e l'Udc, insieme nella lista «Noi con
l'Italia», abbiano quasi deciso come dividersi le candidature che
Forza Italia avrebbe riservato ai centristi alleati. Infine Fdi, ha
sciolto gli ultimi nodi in Sardegna, ma aspetta di sapere se potrà
contare o meno anche sulla presenza di un sardo - il deputato uscente
Bruno Murgia? - in un collegio della penisola. (ua)

Cultura Zedda, Articolo 1: bene la lingua sarda nel contratto Rai
CAGLIARI

Bene la lingua sarda nel contratto di servizio Rai. Paolo Zedda,
consigliere regionale di Sdp Articolo 1, plaude a quello che definisce
un risultato storico per la Sardegna. «Il contratto di servizio Rai
che disciplinerà l'attività della concessionaria del servizio pubblico
radiotelevisivo per i prossimi 5 anni - dice - è anche lo strumento di
attuazione della Convenzione firmata a luglio che, tra l'altro,
fissava precisi obblighi in capo all'emittente pubblica in materia di
minoranze linguistiche e si rileva di estrema importanza e delicatezza
per la dignità e la vitalità del sardo.

Il testo trasmesso pochi mesi
fa alla Commissione vigilanza risultava piuttosto ambiguo e
contraddittorio rispetto agli indirizzi forniti sul punto dal relativo
documento d'indirizzo, che prevedeva la produzione e distribuzione di
trasmissioni radiofoniche e televisive in limba. Anche grazie alle
pressioni esercitate in modo unitario dal mondo politico sardo, dal
Consiglio regionale e dal consigliere Rai Franco Siddi, la Commissione
di vigilanza ha doverosamente proposto, mediante apposito emendamento,
l'inserimento esplicito della lingua sarda. Un processo rispetto al
quale la Regione dovrà farsi trovare pronta, in quanto chiamata dal
contratto a un'intesa per la definizione delle modalità operative con
la quale i nuovi obblighi saranno tradotti in iniziative concrete da
parte della Rai. Un risultato storico per la lingua sarda - conclude
Zedda - e un passo concreto in direzione di una sua co-ufficilità con
la lingua italiana».


Civica popolare, in corsa Satta
Il segretario dell'Upc responsabile regionale del movimento della Lorenzin

SASSARI
Anche la Civica popolare punta a una candidatura nei collegi
uninominali. La lista guidata dalla ministra della Salute, Beatrice
Lorenzin, alleata del Pd, ha scelto come responsabile regionale il
segretario dell'Upc, Antonio Satta. Ed è proprio lui, già assessore
regionale Dc e deputato ai tempi dell'Unione di Prodi e oggi sindaco
di Padru, tra i padri della provincia di Olbia Tempio, che potrebbe
correre nel collegio della Gallura. Ancora non c'è nulla di certo, in
questi giorni si stanno svolgendo varie trattative tra Pd e alleati
sulla geografia regionale della coalizione.

Ed è proprio in questo
tavolo che la Civica popolare chiede un posto nei collegi uninominali.
La lista capeggiata dalla ministro ha al suo interno cinque simboli:
c'è l'Italia dei valori orfana di Di Pietro, ci sono i Centristi per
l'Europa di Casini, il movimento di De Mita, l'Alternativa popolare di
Lorenzin e Cicchitto. E l'Unione, che unisce la Democrazia solidale di
Lorenzo Dallai e l'Upc di Antonio Satta, che qualche giorno fa ha
partecipato a Roma alla presentazione della lista. Un raggruppamento
di partiti di centro che guardano a sinistra. Sicura la presenza della
lista nel proporzionale sia alla Camera che al Senato.

Per Montecitorio al centro nord il nome più gettonato è Satta. Che, però,
potrebbe essere anche in corsa all'uninominale nel collegio di Olbia.
Per lo stesso collegio nel centrosinistra si fanno anche i nomi degli
assessori regionali Carlo Careddu e Pier Luigi Caria e del consigliere
regionale Giuseppe Meloni. Centristi per l'Europa. Nel centro sud,
invece, la lista per la Camera dovrebbe essere guidata da Federico
Ibba, leader regionale dei Centristi per l'Europa di Casini. Proprio
ieri la formazione guidata a livello nazionale dall'ex presidente
della Camera si è riunita a Cagliari per selezionare le candidature
della lista Civica Popolare.

In questa prima fase sono stati
selezionati alcuni curriculum di donne e uomini scelti tra
professionisti e amministratori locali che potrebbero correre come
candidati nel collegio proporzionale del Sud Sardegna che comprende le
province di Cagliari, Medio Campidano, Oristano e Sulcis. In
particolare sono emersi i nomi di un'avvocatessa e esponente politico
di Oristano e di una donna medico di Carbonia, oltre che quello di
Bruno Lacu, coordinatore provinciale dei centristi a Oristano. C'è
stata poi la richiesta da parte dei referenti e amministratori locali
di una candidatura come capolista di Ibba, al quale è stato dato
mandato di avviare le consultazioni anche con partiti dell'area di
ispirazione europeista e socialdemocratica, come +Europa e i
socialisti che non si riconoscono nel Psi. All'inizio della prossima
settimana si terrà una riunione dei Centristi delle province del Nord
per decidere quali nomi candidare a Sassari, Olbia e Nuoro. (al.pi.)

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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