mercoledì 3 gennaio 2018

Intervista a Romano Albanese, il pittore dei luoghi senza storia. Di Sardus Pater


Ciao Romano. Andiamo subito al dunque, come si dice, il tempo è denaro! Quando hai cominciato a dipingere? E' stato per caso oppure hai seguito dei corsi?
Ho iniziato per caso, creando scenari per teatro e vetrine commerciali, interagendo con vari materiali di scarto.
Quali soggetti t'ispirano maggiormente?
M'ispiro a tutto ciò che abbia un senso logico, ma il tratto pittorico di un qualsiasi ambito mi spiazza e mi affascina. Quando dipingo mi assorbo in quello che faccio, ed ogni opera non è mai finita: anche quando la vendo, resta un cordone ombelicale legato ad essa.
Preferisci dipingere in momento particolari della giornata? Talvolta ti pentì di aver venduto un quadro?
Non ho momenti particolari per dipingere se non quando ho tempo per farlo. Non mi pento di vendere, anzi, mi compiaccio che siano visti e facciano parte di altre realtà. Fare questo lavoro può essere gratificante se si hanno consensi, ma ancor di più se ti da da la possibilità di vivere. Quando credo in un'opera, e questa non riscuote attenzioni sono deluso, perché avverto l'incomprensione.
Quali sono i tuoi soggetti preferiti?
La mitologia mi attrae in maniera particolare, ma non disdegno il mondo musicale, la natura, gli aspetti urbani, la fotografia. 
Su quali materiali preferisci lavorare?
Preferisco lavorare con acrilici su tela, tavole, cartoni o semplice carta. Ogni opera è un discorso di ricerca e sperimentazione mai banale, nel senso che progetto sempre ciò che realizzo.
Come valuti le tue opere?
Il prezzo di ogni opera è stabilito dall'impegno profuso per realizzarla.
Ti sei mai affezionato e qualche tua opera?
Non mi affeziono agli oggetti ma al contenuto, che porto sempre con me. Possono comperare il quadro ma mai il suo contenuto più profondo, che fortunatamente non ha mercato.
Qual è il rapporto tra un artista moderno e la tecnologia. Sei agevolato nell'espressione oppure no?
Le mie ricerche danno i frutti su quello che esprimo. Grazie all'etere posso confrontarmi e capire come esprimere a meglio le mie idee, buone o cattive che siano.
Il movimento è in salute?
Di molti pittori blasonati cerco le retrospettive e non trovo nessun cammino, nessun percorso stilistico. Alcuni (fortunatamente non tutti) Scarabocchiano dal primo giorno che hanno preso il pennello in mano. Non so perché lo fanno, io li chiamo scherzosamente "imbrattatele" e non comprendo perché siano diventati dei pittori di arte moderna.


L’associazione culturale “Sa Babbaiola” ti ringrazia per la tua disponibilità. Ti ringraziamo di averci fatto conoscere, seppur con poche domande, il mondo della pittura e dei pittori. 

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