martedì 23 gennaio 2018

Rassegna stampa 23 Gennaio 2018

La Nuova

Liberi e uguali Caos anche a sinistra e Piras ora rischia

Anche Liberi e Uguali ha i suoi di problemi e riguardano sempre le liste. Per il capolista nel proporzionale alla Camera di Cagliari e i candidati in alcuni collegi uninominali le tre anime del movimento - Mdp, Civatiani e Sinistra italiana - non avrebbero trovato ancora un accordo sui nomi. Tanto che la commissione elettorale di Roma avrebbe intimato: «Se non decidete entro oggi, saremo noi a decidere il capolista e gli altri candidati».

Se cosi fosse, stando alle notizie che rimbalzano dalla coordinamento del gruppo capeggiato dal presidente del Senato Pietro Grasso, potrebbe esserci più di un paracadutato imposto dalla penisola. Uno di sicuro, nel collegio di Cagliari, fino a cancellare le aspirazioni del deputato uscente Michele Piras potrebbe essere dirottato nell'uninominale Cagliari o Nuoro, del consigliere regionale Eugenio Lai, dell'assessore comunale Yuri Marcialis (Mdp) e di Thomas Castangia, portavoce in Sardegna dei Civatiani. A questo punto l'unica candidata sarda sicura nel proporzionale per la Camera dovrebbe essere l'avvocatessa di Ozieri Antonella Chirigoni, indicata dal gruppo di Mdp in Consiglio regionale come capolista nel collegio proporzionale Sassari-Olbia-Nuoro.

Sono date in risalita anche le quotazioni di Salvatore Multinu, sassarese e iscritto a Sinistra italiana, come capofila della lista regionale di Liberi e Uguali per il Senato. Il motivo della contesa interna è presto detto: stando ai sondaggi, in cui LeU è accreditata del 6-7 per cento, un seggio alla Camera dovrebbe ottenerlo proprio nel proporzionale al Centronord o in quello del Centrosud e per questo la bagarre è ancora in corso dentro la Sinistra a trazione Grasso. (ua)

Unione Sarda

L'INTERVISTA. Il segretario Cucca e il nodo-candidature: «Fase difficile»
Pd, i posti non bastano: «Qualcuno rimarrà deluso»

Una campagna elettorale «durissima e con posizioni molto aggressive»,
la certezza che la scelta dei candidati «scontenterà qualcuno» e il
rammarico per non essere riusciti a chiudere l'accordo con il Psd'Az,
anche se «la porta è sempre aperta». Il segretario regionale del Pd
Giuseppe Luigi Cucca si prepara ad affrontare l'ultimo miglio prima
delle elezioni politiche, senza sentirsi in posizione blindata: «Mi
rimetto alle decisioni che verranno assunte a Roma».

IL CONFRONTO Intanto nel Pd continua il confronto della commissione
formata dalle tre aree per chiudere l'accordo sulle liste. La riunione
di ieri pomeriggio non è stata risolutiva e le posizioni sono ancora
distanti. Si tratta di capire in che modo assegnare i tre posti sicuri
(i primi nei due listini della Camera e quello del Senato). Stasera ci
sarà una nuova riunione per arrivare a una proposta: i soriani non
vorrebbero una lista di nomi ampia e generica, che lasciasse alla
segreteria romana la scelta che conta davvero, ossia le posizioni.

Per il resto, è quasi sicura la candidatura del senatore uscente,
Luciano Uras che, privo di un simbolo, correrà nel collegio
uninominale di Cagliari per la Camera. Qualche problema potrebbero
averlo le donne che rischiano di giocare un ruolo secondario in questa
tornata elettorale, come la deputata uscente Romina Mura che potrebbe
essere sacrificata per gli equilibri di corrente.

Come sarà la campagna elettorale del Partito democratico?
«Il più possibile fra la gente. Sono sicuro che ci sarà l'impegno di
tutti, non solo dei candidati, per coinvolgere e stare a contatto con
gli elettori».

È difficile gestire le ambizioni per le candidature?
«Molto, anche se a mia memoria si tratta del momento più difficile in
ogni tornata elettorale. Sono sicuro che quando saranno fatte le
scelte tutti saremo legati da un intento comune, che è cercare di fare
un grande risultato».

Però qualche malumore ci sarà, visto che i posti sicuri non sono
molti, stando ai sondaggi.
«Premetto che allo stato attuale i sondaggi non li guardo. È normale
che ci siano degli scontenti, ma ripeto: in base alla mia esperienza,
sono sicuro che tutti contribuiranno per fare campagna elettorale».
Sempre con il bilancino delle correnti in mano.
«Si pone una questione di rappresentanza ed è cosa nota che i posti
sicuri siano davvero pochi. Per questo serve l'impegno convinto di
tutti».

Pensa di avere in tasca un biglietto sicuro per Roma?
«Assolutamente no».

Solitamente al segretario regionale spetta un posto blindato.
«Sì, c'è questa regola, ma la valutazione va fatta anche su altri
elementi. In ogni caso mi rimetto alle decisioni che verranno assunte
a Roma».

Quindi il sigillo finale spetta alla direzione nazionale?
«È una questione di regolamento, che prevede l'approvazione delle candidature».
A livello nazionale le correnti (Renzi-Orlando-Emiliano) non
corrispondono a quelle regionali. Può creare un problema?
«No. Però è per questo motivo che serve un dialogo costante con la
segreteria romana per far quadrare i conti, tenendo presente anche la
corretta rappresentanza di genere».

Teme il Movimento 5 Stelle?
«Continuo a considerarlo un movimento populista e demagogico che parla
alla pancia della gente per esaltare il malcontento. Francamente non
mi fa paura, perché noi siamo concreti, loro populisti».

Le dispiace non essere riuscito a chiudere l'accordo con il Psd'Az?
«Devo dire di sì. Soprattutto perché i temi che propongono loro sono
quelli che il Pd sardo ha sempre avuto nel proprio programma. Si è
persa un'occasione molto favorevole per affrontare un percorso comune,
anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali».
Dunque, più che una distanza politica hanno pesato le regole del Rosatellum?
«Forse sì, la scelta è stata dettata dal sistema elettorale. Non penso
sia un problema politico visto che sulle questioni programmatiche
siamo molto più vicini noi rispetto alla Lega».

Però alla fine i sardisti hanno fatto l'alleanza con il Carroccio.
«Un partito che ha dimostrato, al di là del momento attuale, di non
avere a cuore i problemi della Sardegna».

Ha parlato dei prossimi appuntamenti elettorali. Per le Regionali
tenterete di trovare una nuova alleanza?
«Per mia formazione personale non chiudo mai la porta a nessuno.
Soprattutto quando si intende portare avanti un progetto per il bene
dell'Isola».

Qualche problema c'è stato anche con il Partito dei sardi. Come sono i rapporti?
«Ottimi. Continuiamo in un dialogo approfondito e io personalmente mi
confronto con loro al di là delle discussioni. Ho grande rispetto per
questo partito e, nonostante possa non condividere tutte le loro idee,
nutro una grande stima per il segretario Maninchedda, al quale
riconosco una grande preparazione».
Anche con loro l'appuntamento è per le Regionali?
«Lo spero».
Matteo Sau

La Nuova

Il Pd non trova l'intesa Roma deciderà i capilista

CAGLIARILa ciambella di salvataggio per il Pd sardo, ancora diviso
sulle candidature, potrebbe arrivare a sorpresa da dove meno te lo
aspetti: Roma. Da quella segreteria nazionale che sabato ha lanciato
l'ultimatum: «Siamo agli sgoccioli, dovete decidere in fretta». Il
salvagente dell'ultim'ora dovrebbe essere questo: per i collegi
uninominali la Sardegna dovrà indicare nove nomi secchi, mentre nel
proporzionale «da Cagliari ci aspettiamo una rosa di possibili
capilista e candidati», e su come poi schierarli in lista ci
penserebbe, senza possibilità di appello, la direzione romana. Se
passasse questa tesi, il Pd sardo riuscirebbe all'improvviso e
finalmente a tirarsi fuori dal pantano in cui è finito alla vigilia
del Politiche di marzo.

Il retroscena dell'operazione salvezza è
facile da spiegare: la scelta su chi dovrà guidare le due liste alla
Camera e una al Senato, è il motivo del contendere a Cagliari,
passerebbe tutta nelle mani della segreteria nazionale, cancellando
nei fatti qualsiasi possibilità di veto anticipato e reciproco da
parte delle tre correnti isolane: renziani, popolari-rifromisti
dell'area Cabra-Fadda e soriani.Fimata nera. La direttiva romana
sarebbe stata salutata come una «via d'uscita eccellente» da gran
parte della commissione elettorale sarda, che anche dalla seconda
riunione invece è uscita con un nulla di fatto. Perché è «impossibile
trovare la quadra e accontentare tutti», è sto il commento amaro
all'uscita dal vertice.

A questo punto, nel pomeriggio di oggi, i
sette commissari - non si sa se a maggioranza o all'unanimità -
potrebbero aggrapparsi al salvagente lanciato da Roma, uscire indenni
o quasi dall'ultima faida e permettere al partito di lanciare una
campagna elettorale in cui, stando ai sondaggi, il centrosinistra
partirebbe in svantaggio.Tavolo infinito. Ancora una volta, nella sede
regionale del Pd, si sono dati appuntamento il segretario Giuseppe
Luigi Cucca, Pietro Morittu e Cesare Moriconi, area Cabras-Fadda,
Sebastiano Mazzone e Siro Marrocu del gruppo renziani-ex Diesse,
Renato Soru e Salvatore Sanna per la corrente dell'ex governatore. La
discussione sarebbe stata accesa tanto da far dire a Soru, durante una
pausa, «Se tutte le aree non avranno un loro capolista - è scritto in
un lancio dell'agenzia Dire - l'accordo potrebbe essere impossibile».

Lo è diventata ancor di più, accesa, quando, come ha lasciato
intendere Marrocu ci sarebbe stata questa svolta. La maggioranza
uscita vittoriosa dal congresso in Sardegna - renziani, ex Ds e
popolari-riformisti - ha ribadito che «il segretario regionale (cioè
Cucca) va lasciato fuori, com'è prassi, dal conteggio e gli va
garantito un posto sicuro». Questa decisione avrebbe scaldato come non
mai il confronto fra i commissari, conclusosi infatti con un rinvio a
oggi.Un solo peso. Oltre alla ciambella lanciata, la direzione
nazionale avrebbe ricordato anche questo al Pd sardo: «L'equilibrio
fra le correnti dovrà essere trovato a livello nazionale, dove le
componenti sono quelle capeggiate da Renzi, dal ministro Orlando e da
Emiliano, non regione per regione». Ed è stato questo il secondo
avviso arrivato ai naviganti, i dem sardi, invece ancora nella
tempesta. (ua


Unione Sarda

E alla fine deciderà Silvio
La mancata intesa con i centristi può liberare Cagliari per Alessandra Zedda
Nell'Isola Forza Italia attende il verdetto di Berlusconi

Non c'è spazio per i centristi nei collegi uninominali della Sardegna
in area centrodestra. Visto il ridotto numero di candidature a livello
nazionale, i vertici di Noi con l'Italia avrebbero deciso di non
sprecare energie nell'Isola, per impiegarle invece dove è più forte:
Sicilia, Veneto, Puglia, Lazio, Lombardia.
E così saranno Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega-Psd'Az a
spartirsi i nove maggioritari della Sardegna. Fermo restando che gli
azzurri potrebbero anche riservare posti a esponenti di Udc o
Riformatori (il deputato uscente Pier Paolo Vargiu , il capogruppo
consiliare Attilio Dedoni ).

LE IPOTESI Senza i centristi, quindi, Forza Italia avrebbe diritto a
quattro collegi. Le ipotesi non sono poche. A Cagliari per la Camera
correrebbe Alessandra Zedda , mentre Ugo Cappellacci potrebbe scendere
in campo anche nell'uninominale del Sulcis, con Giuseppe Fasolino a
Olbia ed Emilio Floris nel maggioritario Cagliari-Carbonia per il
Senato.

Fratelli d'Italia, sempre secondo le percentuali stabilite a livello
nazionale, potrebbe avere candidature in due o tre collegi: Oristano e
Nuoro per la Camera, Sassari-Olbia per il Senato. Tre oppure due
collegi per la Lega che si presenta con il Partito sardo d'Azione.
Ecco le ipotesi: Cagliari-Carbonia e Sassari-Olbia per il Senato e
Sassari per la Camera. Ma quest'ultimo potrebbe anche andare a Forza
Italia con l'ex sindaco di Alghero Marco Tedde in corsa.

LE SCELTE DI SILVIO Fin qui l'effetto “assenza centristi”. Per il
resto, cioè per i posti blindati, su Forza Italia alla fine sarà
Silvio Berlusconi a pronunciarsi, e non è detto che lo faccia prima
del termine del 29 gennaio fissato per la presentazione delle liste.
Ricapitolando: è ormai sicuro che capolista nel collegio proporzionale
sud Sardegna per la Camera sarà l'ex presidente della Regione,Ugo
Cappellacci , al nord dovrebbe essere candidato il capogruppo in
Consiglio regionale, Pietro Pittalis . Capolista nel collegio unico
proporzionale per il Senato l'uscente Emilio Floris .

In Forza Italia resta il nodo Paolo Vella , parlamentare non sardo ma
eletto nell'Isola, che potrebbe essere indicato o “imposto” dal
Cavaliere come secondo in uno dei due collegi proporzionali per la
Camera. In quello del nord è possibile la candidatura del sindaco di
Ollolai ed ex consigliere regionale della Base, Efisio Arbau , che non
avrebbe garantito l'intesa del Psd'Az (con cui è alleato) con la Lega
di Matteo Salvini .

RIFORMATORI E UDC Nei collegi proporzionali c'è però ancora posto per
i centristi. La scelta sui capilista potrebbe ricadere nel Sud sul
deputato uscente Pier Paolo Vargiu eletto nel 2013 con Scelta civica
di Monti, e nel collegio 2 Nord Sardegna sul coordinatore regionale
dei Riformatori, Pietrino Fois . Al collegio unico per il Senato,
invece, potrebbe essere designato il leader storico dell'Udc, Giorgio
Oppi .
Roberto Murgia

Candidature: gli ultimi nodi
M5S, una rosa  di trenta nomi per l'uninominale

Archiviate le parlamentarie, bisognerà attendere fino a sabato, forse
domenica, per conoscere i nomi dei candidati M5S nei nove collegi
uninominali - tre per il Senato e sei per la Camera - dell'Isola. Nove
nomi che non passeranno per il voto online, a differenza dei dodici
candidati nel proporzionale. A sceglierli, su indicazione regionale ma
anche dopo autonomo invio del curriculum, sarà lo staff del candidato
premier Luigi Di Maio, tra una rosa di circa trenta papabili
provenienti dalla società civile, e in particolare dal mondo
dell'imprenditoria, dello sport, della cultura e della legge.

C'è molta attesa anche da parte dei diretti avversari nei collegi
maggioritari: il Movimento Cinquestelle è favorito ovunque in
Sardegna, e anche per questo conoscere i nomi dei grillini può fare la
differenza. Alla convention di Pescara Di Maio ha annunciato che i
nomi scelti online per il proporzionale «saranno affiancati da 300
persone che, nelle sfide dirette, faranno tremare i polsi agli
avversari». La ricerca continua e, ha detto Di Maio, «saranno nomi in
grado di aumentare i consensi».

Quindi, rivolgendosi ai più ortodossi,
ha detto: «Accoglieteli, sono persone che vogliono darci una mano».
Intanto, il giorno dopo gli esiti delle parlamentarie, il responsabile
della campagna elettorale per la Sardegna, Mario Puddu, esprime
soddisfazione: «È stata una scelta democratica, abbiamo chiesto ai
nostri elettori di dare un loro ordine a questa lista di candidati,
visto che la scellerata legge elettorale non consente di esprimere le
preferenze». (ro. mu.)

La Lega regala il Senato al Psd'Az
Due collegi e Solinas capolista nel proporzionale

Si profila una candidatura nel listino unico del Senato per il
segretario del Psd'Az Christian Solinas. In vista dell'accordo
ufficiale con la Lega, che verrà celebrato domani mattina a Cagliari
con la visita del segretario del Carroccio, Matteo Salvini, comincia a
delinearsi la geografia per le prossime Politiche.

Per quanto riguarda i collegi uninominali, il tavolo nazionale della
coalizione di centrodestra ha stabilito che in Sardegna alla Lega
spettano tre collegi. I sardisti sembrano destinati ad averne due al
Senato, quello del nord e quello del centro dell'Isola. Il terzo
collegio che spetta alla Lega sarà uno dei sei della Camera, anche se
ancora non è deciso quale: l'unica cosa certa è che il candidato sarà
stabilito dal partito di Salvini.

Insieme ai collegi cominciano a circolare anche le prime indiscrezioni
sui nomi dei sardisti che potrebbero essere scelti per i due collegi
del Senato. Per quello del centro (nei territori di Oristano e Nuoro)
si fa il nome dell'avvocato nuorese Lorenzo Palermo, segretario
sardista dal 1995 al 1997. In corsa ci sarebbe anche un altro ex
segretario, Efisio Trincas. Si fanno inoltre i nomi della segretaria
della sezione di Oristano, Angela Loi, e Amalia Collu di Guspini. Per
quanto riguarda il nord Sardegna, potrebbe rientrare nei giochi l'ex
presidente del partito, Giacomo Sanna. (m. s.)

Liste, inizia la caccia alle firme
La sfida del “Progetto Autodeterminatzione”

Il Progetto Autodeterminatzione ha iniziato la raccolta di firme per
presentare le liste alle elezioni. Un passaggio necessario per
partecipare alla competizione elettorale con una formazione unicamente
composta da forze sarde e che ha fatto della non alleanza con i
partiti italiani la sua stella polare. Contestualmente alla raccolta
delle firme, il Progetto autodeterminatzione lavora alle liste e
soprattutto al programma che verrà presentato nei prossimi giorni.
Cominciano però a delinearsi alcuni princìpi di base che puntano
innanzitutto sulla riforma dello Statuto sardo che punti al
federalismo interno. Il rapporto tra le aree urbane e quelle interne
dovrà contare su forme di autogoverno in grado di superare
l'organizzazione degli Enti locali e della Regione. Per questo motivo
il Progetto Autodeterminatzione ha nel programma il rafforzamento dei
Comuni e delle forme di autogoverno locale.

Tutte azioni che tendono a
snellire la burocrazia regionale per dare vita a una struttura
diffusa: si pensa, infatti, a smantellare il modello centralistico
prediligendo la presenza degli uffici urbanistici e della
programmazione regionale nei Comuni. Azioni finalizzate a un passaggio
dalla burocrazia regionale a una struttura diffusa che abbia il
compito di coordinare e sostenere l'autogoverno nelle comunità locali.
(m. s.)


Centrodestra, niente collegi per i moderati
La decisione presa dai vertici nazionali: malumori nell'isola. Peru
con la Lega-Psd'Az? Lui smentisce

CAGLIARI La Sardegna è stata messa da parte dai centristi alleati con
Forza Italia, Lega ed Fdi. Con solo 13 o al massimo 20 collegi
uninominali su 232 a disposizione in tutta Italia, la direzione
nazionale della lista «Noi con l'Italia», la micro alleanza fra
Raffaele Fitto e l'Udc, ha deciso di non sprecare una delle cartucce
fra Cagliari, Sassari o Oristano. Ma siccome le possibilità di
eleggere un candidato all'uninominale in Sardegna sarebbero minime -
stando ai sondaggi - «Noi con l'Italia» s'è presa il sicuro e ha
guardato altrove: in Sicilia, Puglia, Lazio e Veneto.

Con il risultato
che i centristi sardi, dai Riformatori all'Udc, non saranno presenti
in nessuno dei nove collegi sardi del maggioritario, sei alla Camera e
tre al Senato. È una delusione per i moderati, che erano sicuri di
vedersi assegnati almeno due posti, forti del 13 per cento abbondante
conquistato insieme nelle Regionali del 2014. Invece non avranno nulla
e dovranno accontentarsi di presentare le liste (lo faranno?) nei tre
collegi proporzionali: due alla Camera e uno al Senato. Con la
possibilità di piazzare un parlamentare appesa solo grazie agli
eventuali resti nazionali e regionali, a meno che il centrodestra in
Sardegna non superi la soglia del 30 per cento. La nuova mappa. Fuori
dalla partita i centristi, la ripartizione dei nove collegi
uninominali dovrebbe essere questa: quattro a Forza Italia, tre o due
all'accoppiata Lega-Ps'Az, due o tre a Fratelli d'Italia. Ancora più
nel dettaglio: alla Camera Ugo Cappellacci, capolista nel
proporzionale Centrosud, potrebbe candidarsi nel Sulcis, Alessandra
Zedda, seconda nel listino plurinominale, in quello di Cagliari,
Pietro Pittalis a Nuoro ma potrebbe sempre lui un possibile capolista
nel proporzionale del Centronord e il sicuro Giuseppe Fasolino in
Gallura. C'è un'altra possibilità in alternativa a una delle quattro:
la candidatura del consigliere regionale Marco Tedde nell'uninominale
Sassari-Olbia per il Senato.

Fdi avrebbe chiesto di correre invece nel
maggioritario di Oristano per la Camera e in quello del Nord Sardegna
destinazione Palazzo Madama. L'eventuale terzo potrebbe essere Nuoro
per la Camera ma Forza Italia avrebbe posto il verto. La Lega-Psd'Az i
suoi tre, sono più probabili di due, li vorrebbe negli uninominali per
il Senato Cagliari-Sulcis, con possibile candidato il segretario
sardista Christian Solinas, e Sassari-Olbia, dove la casella però
sarebbe ancora vuota. Il terzo collegio potrebbe essere quello
maggioritario di Sassari per la Camera.

Caso Peru. È circolata anche
l'ipotesi della discesa in campo del consigliere regionale Antonello
Peru, in quota Lega e non Forza Italia, con cui è stato eletto nelle
Regionali del 2014. Notizia smentita con decisione dal consigliere.
«Io sono disponibile alla candidatura solo con Forza Italia. Mai avuto
contatti con la Lega. Sono solo andato con altri consiglieri di
centrodestra ad ascoltare Zaia a Cagliari, ma di certo non penso a una
candidatura nella Lega». (ua)

Entro domenica anche i nomi di chi andrà all'uninominale. Resta il caso Cotti
Ecco l'esercito dei 5 Stelle pronto a prendere il Palazzo

di Umberto Aime
CAGLIARI
Più della metà dei candidati dei Cinque stelle hanno il via libera
dalle Parlametarie, sono i 12 che scenderanno in campo nei tre collegi
proporzionale per la Camera e il Senato. Restano i 9 dell'uninominale:
sei in corsa per Montecitorio e tre senatori. A nominarli fra sabato e
domenica, come per le altre regioni, sarà lo staff di Lugi Di Maio.
Che li dovrà scegliere all'interno della rosa che ha ricevuto nei
giorni scorsi dal referente regionale Mario Puddu, i nomi dovrebbero
essere una trentina, o fra le autocandidature arrivate la settimana
scorsa all'indirizzo mail della piattaforma Rousseau. Non ci sono
indiscrezioni sui possibili candidati al di là del solito e generico
«saranno tutti rappresentanti della società civile». Il day after. Il
giorno dopo la pubblicazione del risultato delle Parlamentarie alcuni
misteri non sono stati svelati.

Non si sa ancora quanti iscritti
abbiano votato in Sardegna nella due giorni on line della scorsa
settimana e neanche quante siano le preferenze raccolte dai singoli
candidati, considerando che ogni elettore poteva esprimere sei voti
fra Camera e Senato. «Sono numeri - fanno sapere dal coordinamento - a
disposizione dello staff politico. Hanno detto che ce li manderanno
presto». Soddisfazione. Il referente in Sardegna per le Parlamentarie
ha una certezza: «È stata una grande prova di democrazia - ribadisce
Puddu -. Sono stati i nostri iscritti a decidere anche l'ordine delle
candidature nelle tre liste proporzionali». Quindi, è un altro
passaggio della dichiarazione, «neanche un nome è stato calato
dall'alto e nulla ha deciso chissà quale entità estratta». I
supplenti. È stato chiarito invece il ruolo che avranno i candidati
supplenti. Prima di tutto sono i quattro autocandidati classificatasi
dal quinto all'ottavo posto nelle Parlamentarie.

«Potremmo dire - è la
spiegazione di Mario Puddu - che sono in panchina in attesa degli
eventi». Quali potrebbero essere gli eventi? Questi: nel presentare il
curriculum allo staff nazionale un candidato poi eletto potrebbe aver
omesso qualche particolare del suo passato politico e alla fine essere
escluso perché «incompatibile col codice etico del Movimento», o uno
dei vincitori potrebbe rinunciare per motivi personali alla
candidatura prima della presentazione delle liste. Per sostituirlo, in
un caso o nell'altro, non saranno necessarie nuove Parlamentarie.
Entreranno quelli oggi seduti in panchina «A Roma - prosegue Puddu - è
già in corso l'ultima verifica su tutti gli autocandidati eletti e
solo dopo questo passaggio le liste saranno ufficiali e pronte per
essere depositate». Caso Cotti.

La presenza all'assemblea di Pescara
del senatore escluso dalle Primarie non è un giallo per il Movimento.
«Roberto Cotti - dicono dallo staff - è un nostro attivista. Come
parlamentare era suo diritto esserci». Potrebbe essere recuperato fra
i 9 candidati nei collegi uninominali? Non c'è una risposta ufficiale:
«È improbabile. A meno che la sua esclusione - i motivi restano
misteriosi - non sia dovuta a un nostro errore tecnico».

Sì del commissario distrettuale del Psd'Az e assessore comunale
dell'Ambiente Giuliano Sanna
Il segretario cittadino Bassu: «Salvini ha condiviso le nostre
istanze». Carta e Tola sono contrari
Il Psd'Az barbaricino benedice l'accordo con la Lega Nord

di Francesco Pirisi
NUOROGli eredi di Emilio Lussu e Alberto da Giussano possono fare un
pezzo di strada insieme perché coincidono alcuni obiettivi. Questo il
motivo di fondo che ha portato il Psd'Az a chiudere l'accordo con la
Lega per le elezioni politiche del 4 marzo. Lo spiegano i dirigenti
nuoresi del partito. A iniziare dal commissario distrettuale (e
assessore dell'Ambiente nel Comune capoluogo) Giuliano Sanna, per
andare a Tonino Bassu, segretario della sezione cittadina. Sanna: «Si
tratta di un'intesa politica su una piattaforma di 10 punti, che il
partito di Salvini ha accolto e garantito rispetto alla loro
realizzazione».

«Temi che fanno parte della storia di rivendicazione
del sardismo: dall'accrescimento dei margini di autonomia al
bilinguismo, dalla fiscalità di vantaggio alla continuità
territoriale. Collegato e funzionale al raggiungimento di questi
aspetti - aggiunge l'assessore Sanna - c'è il patto per inserire nelle
liste, a iniziare dai collegi uninominali, alcuni nostri esponenti,
con la possibilità di tornare a essere rappresentati nel parlamento
italiano».L'accordo come l'unica strada data. Come ha stabilito il
consiglio nazionale, convocato a Villagrande Strisaili, lo scorso
dicembre. Vi hanno presenziato i leader isolani di molti dei partiti
politici che saranno in campo per l'elezione del nuovo parlamento.
Coalizioni e partiti poi rincontrati dal segretario nazionale Cristian
Solinas, per verificare la possibilità di un'alleanze, a partire dal
Pd a Forza Italia e sino alla Lega, alla fine quella preferita.

Non senza qualche malumore interno, rispetto alla scelta pro-Lega, come è
emerso dalle dichiarazioni nei giorni scorsi di due esponenti del
Nuorese, il consigliere regionale Angelo Carta e Roberto Tola, sindaco
di Posada. Tonino Bassu ritorna ai motivi di fondo: «Il confronto con
le altre forze politiche è stato sui punti programmatici decisi a
Villagrande, e non sulle ideologie o la storia di un partito piuttosto
che di un altro».«La Lega ha condiviso le nostre istanze. Altra cosa:
c'è la garanzia che non metterà bocca sui nomi da candidare nei
collegi uninominali e nel proporzionale».Sull'armonia tra le parti e
dunque sull'opportunità ideale della decisione del Psd'Az, ancora
Bassu: «Io distinguo due aspetti.

Nella rivendicazione politica, con i
leghisti abbiamo temi comuni, qual è quello dell'autonomia e del
federalismo. Bisogna anche dargli atto di avere sempre inteso l'Europa
prima di tutto come un'organizzazione di popoli, di nazioni. Certo ci
sono molte differenze, a iniziare da quelle del percorso storico per
andare a un'ideologia in diverse parti non condivisibile».Stesso tasto
che tocca Giuliano Sanna: «Ogni fatto va guardato in maniera
oggettiva. Anche perché la politica non si fa col fegato, ma con la
testa. Qui sono in gioco questioni che attengono alla felicità del
popolo sardo, che non possono essere rese concrete senza passare
attraverso il pettine di Roma».

Altri punti di contatto con la Lega li
trova Giovanni Piras, agronomo, originario di Lula, mezzo secolo con
il distintivo dei quattro mori sulla giacca. «Abbiamo diversi
obiettivi in comune e lo conferma anche il fatto che quando sono nati
come partito hanno preso a prestito alcuni princìpi del nostro
statuto, scritto nel 1921, con la fondazione del Psd'Az. Per le
alleanze alle politiche di marzo, il Pd e Forza Italia offrivano anche
di più in termini di seggi, ma non ne hanno voluto sentire di mettere
nell'agenda la lingua sarda, la zona franca, e via via le altre
istanze fondamentali per lo sviluppo della Sardegna».

La segretaria Lidia Fancello condivide l'invito lanciato dalla
dirigente della Cgil
«Basta "cagliaricentrismo" e candidati con programmi chiari per il territorio»
Il Psd'Az: per la Gallura pronti alla mobilitazione

OLBIA
La diagnosi tracciata dalla segretaria generale della Cgil
territoriale Luisa Di Lorenzo trova subito riscontro e condivisione
nel Psd'Az di Olbia. Anzi, la segretaria della sezione, Lidia
Fancello, rilancia e fa un ulteriore passo avanti: «La tendenza
"cagliaricentrica" che va dalla sanità alla portualità è ormai cosa
nota e noi siamo pronti a raccogliere il suo invito ad una grande
mobilitazione di massa, suggeriamo trasversale a tutte le forze
politiche, per difendere i diritti della Gallura».Lo scenario
del'occupazione e della salute dell'economia locale descritti dalla
dirigente della Cgil descrivono il «degrado generale» del territorio,
una situazione che, nell'analisi anche del Psd'Az chiede reazioni
politiche e impegni chiari e rapidi.

«La sua analisi puntuale e precisa
e il suo appello - osserva Lidia Fancello rivolgendosi alla Di Lorenzo
- , corrisponde esattamente a ciò che la nostra sezione ha più volte
denunciato: un territorio in crescita economica e demografica a
dispetto di tutto, ma che subisce periodicamente scippi di potere
politico ed economico». Tra le ragioni più forti della tendenza al
declino, il "cagliaricentrismo", di cui si avverte la presenza nei
settori più importanti dell'economia locale. Da qui l'esponente
sardista propone un riferimento preciso al clima elettorale. «Questi
sono tempi di campagna elettorale purtroppo - dice la Fancello -,
tuttavia riteniamo che chi opera in politica abbia il dovere di non
dimenticarsi mai l'obbligo di mettersi a disposizione della propria
gente e della propria città, sempre».

Quindi un richiamo all'autonomia
decisionale del territorio: «Noi non aspetteremo che arrivi qualcuno
da fuori a risolverci i problemi: noi gli olbiesi conosciamo il nostro
territorio e sappiamo esattamente dove agire e non sarà una campagna
elettorale a farci dimenticare le buone prassi della sinergia doverosa
che deve intercorrere fra politica, associazionismo e volontariato».
Anzi, incalza la Fancello, «potrebbe essere questa l'occasione per
mettere davvero alle strette tutti coloro che si candideranno nel
collegio gallurese, facendo sottoscrivere loro impegni precisi a
favore del nostro territorio: la portualità, la sanità, la sicurezza
idrogeologica, la viabilità interna della Gallura che pare essere
diventata tabù e tutti quei servizi doverosi e necessari a una
comunità numericamente rilevante come quella del nord est della
Sardegna».

Quindi sarebbe assolutamente legittimo «chiedere che i
candidati a Camera e Senato, esibiscano un programma preciso per la
Gallura, costiera e interna, ma soprattutto sarebbe opportuno
sorvegliare, da parte di tutte le forze politiche, che una volta
seduti nelle comodissime poltrone romane, ai nostri deputati non gli
si accorci la memoria, come spesso accade quando i problemi della
Sardegna sono all'ordine del giorno». (gpm)


-----------------
Federico Marini

skype: federico1970ca

Nessun commento:

Posta un commento