martedì 16 gennaio 2018

Vi racconto la parte più emozionante della mia missione in Turchia. Di Sulaiman Hijazi

 
Per me, la cosa più strana che mi è capitata in Turchia è stata incontrare Khaled, un bambino vivace con la sua mamma che avevo incontrato l’anno scorso durante la missione in Libano! L’anno scorso è stato lui a colpirmi più di tutti perché ha un carattere solare, vivace e voleva giocare solo con me, ed ecco che il destino ci fa rincontrare di nuovo in altre terre. 

La mamma mi ha raccontato che del padre in carcere non hanno notizie, allora hanno deciso di scappare dal Libano per raggiungere gli altri famigliari in Turchia. Hanno dovuto attraversare la Siria, si sono fermati a Idlib e per attraversare il confine con la Turchia hanno tentato 12 volte! Ogni volta venivano rispediti indietro finché alla dodicesima volta sono passati in modi non del tutto legali. 

La madre racconta che raggiungere la Turchia è molto rischioso perché si percorrono cammini molto difficili, montagne e campi, alcune persone muoiono addirittura mentre fanno questo viaggio per il freddo e la neve o per il caldo e spendono anche migliaia di dollari per passare. 

E ora Khaled vive in Turchia con la madre e altri parenti, rivederlo anche quest’anno è stato proprio emozionante, ma ciò che è ancora più bello è che si ricordava di me.


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