giovedì 15 febbraio 2018

Nulla sfugge: i Canes de istegliu si avventano anche sulle briciole. Di Lucia Chessa.



Ogni volta che si preannuncia pioggia e ancora di più ogni volta che vedo piovere, io tiro come un respiro di sollievo. Inconsapevoli dell’incongruenza continuiamo a chiamare “bel tempo” il sole e il cielo azzurro anche nelle stagioni in cui sarebbero necessarie nuvole cariche di acqua, terra umida e invasi traboccanti. Non possiamo avere pioggia quando e quanta ne vorremmo, ma potremmo conservare l’acqua, questo si. Potremmo riciclarla, non sprecarla, trattenerla il più possibile evitando i razionamenti ormai non più solo estivi, le colture rinsecchite, le autobotti in estate sulle coste.

Oggi ho saputo che la diga di Posada rilascia acqua in mare e mi sono informata. Vengo a sapere che le dighe in Sardegna, dopo il ciclone Cleopatra, non vengono mai riempite e che quando sono molto, ma molto al di sotto della loro capacità, l’acqua si fa scorrere dritta dritta in mare. Io non entro nel merito delle questioni tecniche. Ci saranno norme, prescrizioni, collaudi fatti e da fare e certo non starò qui a discutere sulla sicurezza delle persone. Ma chi ci sta pensando alla buona amministrazione dell’acqua in Sardegna?

A chi tocca pensare ad una infrastrutturazione che consenta di conservare tutta l’acqua che viene dal cielo, fino all’ultima goccia? A chi tocca occuparsi della sua distribuzione senza sprechi, della incentivazione del riciclo, della tutela di questo preziosissimo bene? Che avvilimento quando ti accorgi che quella politica che dovrebbe pensare in grande alla gestione delle risorse idriche della Sardegna di oggi e di domani, sembra interessarsi al massimo al controllo clientelare di assunzioni qua e la… Canes de istegliu come si dice dalle parti mie… niente gli sfugge, neanche le briciole…

Di Lucia Chessa.

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