lunedì 26 febbraio 2018

Rassegna stampa 26 Febbraio 2018


Unione Sarda

Pigliaru replica a Di Battista: «Il lavoro lo creiamo noi» Polemica sul reddito di cittadinanza. Cappellacci: il M5S non ha idee valide

«All'onorevole Di Battista, che è venuto in Sardegna a proporre reddito di cittadinanza e lavori socialmente utili nei Comuni, non possiamo che dire grazie per aver ricordato due punti qualificanti del nostro programma, già attuati da questa Giunta e da questa maggioranza». Così il presidente della Regione, Francesco Pigliaru. E all'esponente del Movimento Cinque Stelle replica anche il candidato di Forza Italia Ugo Cappellacci: «Non sono stati capaci di creare lavoro per se stessi, figuriamoci se possono farlo per altri».

LA PROPOSTA Il reddito di cittadinanza è uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale grillina e Alessandro Di Battista, che sabato era in visita a Iglesias e Oliena, ha ricordato la proposta, «che non è assistenzialismo ma serve invece a creare occupazione, per evitare la fuga dei giovani, per incrementare la pensione a chi ce l'ha sotto la soglia di povertà».

LAVORAS Fa sapere Pigliaru in una nota che «con Lavoras un piano straordinario da 128milioni di euro, puntiamo a creare diecimila posti di lavoro. Con i cantieri nei Comuni prima di tutto, per i quali investiamo 66 milioni e che contiamo di poter aprire entro un mese dall'approvazione definitiva di Lavoras. Ma ricordo che abbiamo fatto molto di più di quello che suggerisce Di Battista, perché oltre a tutta la parte della cantieristica, stiamo investendo oltre 61 milioni di euro in una serie di incentivi occupazionali per le imprese affinché assumano il più possibile». Non solo.

IL REIS «Siamo una delle prime regioni ad aver introdotto il Reis, il reddito di inclusione sociale e ne siamo orgogliosi. E la decisione, presa in occasione della scorsa Finanziaria, di incrementarne del 50% la dotazione portandola da 30 a 45 milioni di euro in modo stabile, dimostra l'attenzione e l'impegno nei confronti dei più deboli».

FORZA ITALIA Interviene anche Ugo Cappellacci, coordinatore di Forza Italia e candidato alla Camera nel collegio uninominale di Cagliari. Di solito l'attacco lo sferra nei confronti del velista Andrea Mura (suo diretto avversario nel collegio), questa volta sottolinea: «Di Maio e Di Battista sono due “oreris” che non sono riusciti a creare un lavoro per sé stessi, figuriamoci se possono crearlo per altri. Loro praticano la vecchia politica: quella di chi vuole tenere le persone in uno stato di bisogno perché fonda il proprio consenso sul malessere sociale, quella di chi vede nell'imprenditore un personaggio sospetto da colpire e vessare, di chi non ha una proposta sulla questioni della nostra Isola e ripete una recita uguale in tutte le regioni». (cr. co.)

Presentata la lista +Europa
Della Vedova:  «I problemi dei sardi si risolvono con l'Ue»

«Più Europa chiede i voti per battere i nazionalisti xenofobi di
Salvini e i sovranisti pasticcioni di Di Maio, il giorno dopo il 4
marzo l'unico governo che ci interessa è un governo europeista».
Benedetto Della Vedova lo ha ribadito ieri a Cagliari dove, a una
settimana dal voto, ha presentato i candidati di +Europa nei collegi
dell'Isola. Più Europa per l'Italia, «ma anche per la Sardegna», ha
detto la leader Emma Bonino che si è collegata via skype, in occasione
dell'incontro con gli elettori, «non mi sfugge che la vostra Isola
abbia problemi particolari, serve più Europa se parliamo di lavoro,
giovani, e fondi strutturali.

La Sardegna non è la periferia
dell'Europa ma un ponte un ponte foriero di novità positive».
«I problemi di occupazione, tasse, sicurezza e diritti si risolvono
solo se c'è più Europa», ha aggiunto il capolista nel collegio unico
proporzionale per il Senato, Riccardo Lo Monaco, «l'Europa non
funziona solo dove non c'è, sull'immigrazione non può farlo perché si
tratta di un tema di competenza dei governi nazionali». Alla
presentazione anche Alessio Marotto (Centro Democratico), capolista
nel collegio sud Sardegna per la Camera, e Anna Maria Busia (Centro
Democratico), candidata in collegi fuori dall'Isola.

Con loro il
candidato del centrosinistra nel collegio uninominale di Cagliari per
la Camera, Luciano Uras, e Daniela Porru, in corsa nel collegio
uninominale Cagliari-Carbonia per il Senato. (ro. mu.)

Anniversario dello Statuto,  in Consiglio arriva Mattarella
Il presidente della Repubblica è atteso alle 10.30 all'aeroporto di Elmas

Qualcuno, mettendo da parte il normale ossequio verso il Quirinale, ha
arricciato il naso per la visita di appena due ore: l'aereo
presidenziale atterrerà a Elmas alle 10.30 e ripartirà prima dell'ora
di pranzo. Ma la visita di Sergio Mattarella, in occasione dei
settant'anni dello Statuto sardo, arriva in un momento particolare: il
weekend elettorale è vicino e suggerisce apparizioni ridotte per il
Capo dello Stato (in aula ci saranno tanti candidati), visto il ruolo
di garanzia. E così sarà.

Mattarella sarà accolto in Consiglio regionale dal presidente
Gianfranco Ganau, dal Governatore Francesco Pigliaru e dal sindaco di
Cagliari Massimo Zedda.

IL PROGRAMMA Una breve visita alla mostra allestita per l'occasione
(“Cronache dell'Autonomia”, ospitata al piano terra del palazzo), poi
l'incontro con gli ex presidenti della Regione. Ci saranno Felicetto
Contu, Salvatorangelo Mereu, Giacomo Spissu, Francesco Rais, Angelo
Rojch, Mario Floris, Antonello Cabras, Federico Palomba, Renato Soru e
Ugo Cappellacci. Non ci sarà invece Mauro Pili, che ieri ha annunciato
su Facebook di aver declinato l'invito, e di «non condividere
l'ennesima passerella che umilia la Sardegna».

INNO E DISCORSI Il presidente è atteso alle 11 nell'aula consiliare,
per l'apertura della seduta solenne. Verrà cantato l'inno nazionale:
il coro degli alunni della scuola primaria e secondaria dell'istituto
“Puxeddu” di Villasor intonerà Fratelli d'Italia. Poi prenderà la
parola il presidente del Consiglio Ganau, seguito dall'intervento di
Pigliaru. Il protocollo non prevede un intervento del Capo dello Stato
durante la seduta solenne, ma Mattarella potrebbe comunque decidere di
prendere la parola. Così ha fatto l'ultima volta che è venuto in
Sardegna, per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di
Cagliari. La seduta sarà chiusa dal brano “Su patriotu sardu a sos
feudatarios” (Procurade 'e moderare), candato dal coro Nugoro Amada di
Nuoro.

I DIVIETI Subito dopo Mattarella sarà accompagnato a Villa Devoto,
sede della presidenza della Regione, dove battezzerà la sala
intitolata a Emilio Lussu. La partenza dell'aereo presidenziale è
prevista attorno alle 12.30. La viabilità di Cagliari non dovrebbe
subire - così ha annunciato la Prefettura - grandi stravolgimenti.
Divieti di sosta in viale Regina Margherita e in diverse strade della
Marina (via Porcile, via Cavour, via Lepanto, via Sardegna) e in
alcuni tratti di viale Merello e via Vittorio Veneto (vicino
all'ingresso di Villa Devoto, in via Oslavia).

È prevista anche la
chiusura totale di via Roma, nel lato portici, al passaggio del
corteo: il corpo di Polizia locale cercherà di limitare al minimo il
blocco del traffico per evitare ripercussioni sulla viabilità del
centro città.

LA PROTESTA Mauro Pili ha annunciato che negli stessi minuti in cui il
presidente entrerà in Consiglio regionale, pubblicherà sui social
network «il video inedito ed esclusivo del Pentagono che inchioda lo
Stato italiano sulle tante morti di soldati italiani nei balcani». Una
polemica - quella col capo dello Stato - che si rigenera dopo le prime
scintille di qualche settimana fa, in occasione della relazione finale
della commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito.

LE VISITE La prima volta nell'Isola da presidente della Repubblica per
Sergio Mattarella risale allo scorso ottobre, ospite d'onore
dell'inaugurazione dell'anno accademico nell'università di Cagliari.
In quell'occasione la visita durò quasi tutta la giornata: oltre alla
tappa nel capoluogo - con passeggiata in Castello e parentesi nel
museo archeologico per ammirare i Giganti di Mont'e Prama - il capo
dello Stato andò anche a Ghilarza per rendere omaggio a Gramsci.

Per un altro tour presidenziale bisogna tornare indietro fino a
febbraio 2012, quando Giorgio Napolitano trascorse due giorni
nell'Isola tra Cagliari, Sassari e Alghero. Al centro degli incontri
con le autorità sarde (in quel periodo a Villa Devoto c'era Ugo
Cappellacci) la vertenza sulle Entrate fiscali, le infrastrutture, la
crisi delle industrie. Sei anni dopo, i temi non sono cambiati.
Michele Ruffi

La Nuova

I radicali della Bonino: l'Europa al fianco dei sardi
Presentazione dei candidati isolani con la leader in diretta su Skype
Della Vedova: «A Bruxelles si ottiene il giusto, ma lo Stato deve
esserci sempre»

di Umberto Aime
CAGLIARIVia Skype, Emma Bonino, che sta bene «compatibilmente alle
terapie conosciute dai malati di tumore, più un'influenza ma quella ce
l'hanno anche tantissimi italiani». Che da par suo è stata comunque e
subito battagliera nel dire: «La violenza si batte in modo non
violento. Il fascismo si batte con la democrazia e col rispetto della
legge». Poi, al microfono e di persona, Benedetto Della Vedova, che in
una sala piena, ribadisce lo stesso concetto: «Noi diciamo no a chi
semina la paura fra gli italiani, Salvini. Oppure a chi, come Di Maio,
inneggia alla vendetta elettorale, ma vogliamo anche essere un argine
al voto rancoroso di quanti sono sinistra dell'alleanza in cui siamo».

I radicali non hanno cambiato pelle e neanche parole. Continuano a
essere quello che sono sempre stati: «Costruttori di un futuro in cui
i diritti sono tutto e soprattutto sono per tutti». In questa campagna
elettorale, il loro simbolo è +Europa, alleati del centrosinistra non
contro qualcuno ma per qualcosa d'importante: «Una nuova federazione
europea, in cui le Nazioni s'impegnino a risolvere i problemi, non a
rinfacciarseli a vicenda in un'inutile prova muscolare».Il caso
Sardegna.

L'Europa è il tavolo giusto per la soluzione del caso
Sardegna. «È lì, a Bruxelles, - ha detto Della Vedova - che bisogna
andare per ottenere il giusto, ma lo Stato dev'essere al fianco dei
sardi». Dopo che poco prima Emma Bonino era stata chiara in questa
rivendicazione: «La Sardegna non è la periferia dell'Europa ma un
ponte tra quella continentale e quella mediterranea. Un ponte
portatore di novità positive, perché da sempre l'isola è terra di pace
e di dialogo». Concetto che sarà rilanciato a più riprese dai
candidati dell'alleanza, Luciano Uras e Daniela Porru, e della lista
come Riccardo Lo Monaco e Alessandro Marotto.Più Europa dovunque.

«In quest'ultima settimana di campagna elettorale - ha detto l'ex
commissaria a Bruxelles - dobbiamo lavorare per provocare una bella
sorpresa a chi dà tutto per scontato e con i sondaggi pretende di
anticipare il voto degli italiani». Poi è stato Della Vedova a parlare
del 4 marzo e soprattutto di quello che potrebbe accadere all'indomani
della conta delle schede: «Dobbiamo battere i nazionalismi xenofobi
della Destra e i sovranisti pasticcioni alla Di Maio, che sull'Europa
continua a cambiare parere secondo l'interlocutore che ha davanti».
Entrambi si sono detti convinti di questo concetto: «Oggi l'errore più
grande per l'Italia sarebbe quello di chiudersi in se stessa.

Le piccole patrie nazionali possono dare solo piccole risposte a problemi
globali. Non dobbiamo tirar su muri, scavare fossati ma aprirci al
mondo ed è per questo che l'Europa dovrebbe parlare con una voce sola,
ma sappiamo che invece finora non è stato così».La nuova federazione.
Lo stereotipo è da sempre quello di un'Europa dove la burocrazia è
dominante e forse proprio questo strapotere ha provocato il distacco
dei cittadini dal progetto dei Popoli Uniti d'Europa. Fino a non
crederci più o non più abbastanza.

Emma Bonino ha rilanciato il suo
appello: «Dobbiamo guardare avanti e non indietro. Per avere più
crescita e meno diseguaglianze, più democrazia e meno odio, più
solidarietà e meno discriminazione, serve più Europa e una nuova
Europa». Che Della Vedova ha disegnato così: «Noi immaginiamo una
federazione leggera in cui le Nazioni si riconoscano dall'inizio alla
fine. S'identifichino nel dare più opportunità ai giovani e nella
lotta alle povertà». Non è un sogno ha aggiunto, il sottosegretario
agli esteri, perché «in Europa c'è fame di diritti comuni e di regole
certe soprattutto sull'accoglienza e l'integrazione dei migranti».

Sui temi forti - ha sottolineato Emma Bonino - dopo averli elencati,
immigrazione, sicurezza, difesa, lavoro e ambiente, «l'Europa deve
ritornare a essere autorevole ma potrà esserlo solo se sarà capace di
abbattere i muri reali o immaginari tirati su dai nazionalismi più
disparati e beceri».Il governo che sarà. Berlusconi, l'altro giorno,
ha lanciato l'idea di un governo d'emergenza se dal 4 marzo non
uscisse una maggioranza parlamentare. Da affidare a chi? Fra i nomi
possibili, ha messo anche quello di Emma Bonino. Ma per Benedetto
Della Vedova sarebbe solo «una soluzione pasticciata - ha replicato -
in cui dentro ci sarebbero europeisti e antieuropeisti fianco a
fianco. Vorrebbe dire il caos e noi non siamo per il caos». E allora
per cosa? «L'unico governo che c'interessa è un governo europeista per
i diritti, la democrazia e lo sviluppo. Tutto questo a favore di tutti
e non di questa o quella bandiera».

Cofferati: «Noi siamo la sinistra L'isola punti sull'industria verde»
di Alessandro Pirina
SASSARI

Il lavoro è da sempre al centro della vita di Sergio Cofferati. Prima
da sindacalista ora da politico. E appunto il lavoro sarà al centro
dell'incontro che l'ex segretario della Cgil, oggi eurodeputato di
Sinistra italiana, terrà a Cagliari alla Fondazione Berlinguer. Con
lui sul palco il segretario regionale della Cgil, Michele Carrus, e la
docente universitaria Lilli Pruna. Un evento organizzato da Liberi e
uguali, con cui Cofferati è candidato alle politiche in
Liguria.Cofferati, la Sardegna fa ancora fatica a riprendersi dalla
crisi. Da dove bisogna iniziare?«La Sardegna ha problemi non dissimili
da altri territori italiani. Il punto da cui partire è uno: serve una
politica nazionale che abbia come fulcro la crescita economica e
strumenti per creare lavoro. Vanno fatte scelte precise in Europa.

A partire dal contrasto al fiscal compact che impedisce una politica di
investimenti idonei ai bisogni nazionali. Lo Stato deve riprendere a
investire su innovazione e conoscenza. In questo scenario la Sardegna
ha una potenzialità aggiuntiva rispetto ad altre regioni...».E
cioè?«Parlo di una potenzialità ambientale. La Sardegna è una terra
bellissima che non a caso è riuscita a mantenere nel tempo una grande
capacità attrattiva. Anche se il turismo del futuro è più complesso
rispetto a quello a cui siamo abituati. Insieme alla bellezza bisogna
offrire storia e cultura».

C'è ancora spazio per l'industria in
Sardegna?«C'è spazio in tutto il Paese. Ma occorre puntare su
un'industria dagli alti contenuti tecnologici e rispettosa
dell'ambiente. E ovviamente servono infrastrutture che la colleghino
ai mercati di sbocco quando sono lontani».Dopo 5 anni nei giorni
scorsi si è chiusa la vertenza Alcoa con il rilevamento dello
stabilimento da parte del gruppo svizzero Sider Alloys.«È stata una
vertenza lunghissima, costata tantissimi sacrifici alle persone
coinvolte. Ora quello che conta è fare in modo che ci sia una crescita
costante della attività. L'obiettivo non deve essere il mantenere ma
il crescere. Un discorso che vale non solo per l'ex Alcoa ma per
qualsiasi insediamento produttivo».Nel 2015 è stato tra i primi a
lasciare il Pd, dopo l'hanno seguita in tanti.

Cosa rappresenta oggi
Liberi e uguali?«Per ora è un raggruppamento, ma spero che subito dopo
le elezioni diventi un partito. Anche in virtù di un buon risultato
alle urne, come mi auguro. C'è un vuoto a sinistra che va coperto e il
Pd non è più di sinistra. Ha virato al centro, sceglie alleati che non
hanno nulla a che spartire con la nostra storia. Quel vuoto va coperto
riprendendo quei valori che sono della sinistra storica, arricchiti da
elementi di novità, partendo dall'ambiente.

Dobbiamo riportare alle
urne quelle persone che non vanno più a votare da tempo perché mancava
un loro spazio».Lei è stato sindaco di Bologna: che effetto le ha
fatto vedere Pierferdinando Casini alla Casa del popolo vicino alle
foto di Gramsci, Togliatti, Matteotti e Di Vittorio?«Un effetto
brutto. Io ero sindaco a capo di una coalizione di centrosinistra che
andava da Rifondazione a Martinazzoli. Vinsi contro Guazzaloca, che
era il candidato di Casini, e il capo dell'opposizione in quel
Consiglio comunale era l'attuale ministro Galletti».Prodi ha accusato
Liberi e uguali di avere diviso il centrosinistra. «Mi è dispiaciuto,
anche perché non risponde al vero.

Tra l'altro Romano si è ben
guardato dall'argomentare una affermazione così impegnativa. Una cosa
non da lui». In Liberi e uguali c'è una divergenza sul dialogo con i 5
Stelle: Grasso possibilista, Boldrini fortemente contraria. «Credo sia
opportuno aspettare la conclusione delle elezioni, poi si potrà
discutere con tutti, ad esclusione della destra. Se ci saranno
elementi di convergenza lo si potrà vedere solo in quel momento».

Reddito di cittadinanza Pigliaru sfida Di Battist
Il govearnatore al deputato M5s: propone cose che noi abbiamo già fatto

CAGLIARIIl reddito di cittadinanza e la disoccupazione sono temi
sensibili, buttarli alla rinfusa nel tritacarne violento della
campagna elettorale può scatenare anche reazioni inaspettate. Come
quella del presidente della Regione, Francesco Pigliaru, che finora
era rimasto in silenzio, almeno ufficialmente, ma ha preso carta e
pena per replicare all'esuberante Alessandro Di Battista, il non
candidato del Movimento Cinque stelle. La lezione. L'altro giorno chi
ha rinunciato alla contesa del 4 marzo perché «diventato padre», era
impegnato in tour nel Sulcis ed ad Oliena.

Da quei palchi, ha
confermato che «uno nostri cavalli di battaglia è il reddito di
cittadinanza e non credete a quanti lo spacciano per un inutile
assistenzialismo. Servirà a creare posti di lavoro, a evitare la fuga
dei giovani e a incrementare la pensione a quanti percepiscono un
assegno sotto la soglia di povertà». È stata una lezione fra la gente,
ma che ha provocato la replica del governatore. Di un Francesco
Pigliaru pronto e deciso nel ricordare quello che il centrosinistra ha
fatto e continuerà a fare per chi oggi è ai margini. La replica.
Quella di Pigliaru è stata lunga e zeppa di particolari.

«All'onorevole Di Battista, che è venuto in Sardegna a proporre
reddito di cittadinanza e lavori socialmente utili nei Comuni, non
possiamo che dire grazie per aver ricordato due punti qualificanti del
nostro programma, già attuati da questa Giunta e da questa
maggioranza». Per poi mettere in fila le prove di quanto scritto.
«Cominciamo con Lavoras - prosegue il governatore - È un piano
straordinario da 128milioni di euro, con cui puntiamo a creare
diecimila posti di lavoro. Con i cantieri nei Comuni prima di tutto,
dove investiamo 66 milioni e che contiamo di aprire entro un mese
subito dopo l'approvazione definitiva del Piano».

Poi: «All'onorevole
Di Battista ricordo anche che abbiamo fatto molto più di quello che
lui suggerisce, perché oltre ai cantieri, stiamo investendo oltre 61
milioni negli incentivi per le imprese affinché assumano il più
possibile. È un progetto ambizioso, che ha l'obiettivo molto chiaro di
creare occupazione subito, per rispondere all'emergenza, ma allo
stesso tempo mettere le basi perché gli effetti di quel lavoro restino
nel tempo, garantendo migliori servizi ai cittadini. Con il nostro
piano coinvolgiamo tutte le categorie dei disoccupati, con particolare
attenzione ai giovani che vogliamo restino in Sardegna a costruire il
loro futuro». Dopo aver messo nero su bianco il progetto Lavoras,
Pigliaru ha ribadito che anche sul sociale l'attenzione della giunta
«è stata massima e sarà costante».

E infatti ha ricordato che «la
Sardegna è stata una delle prime regioni a introdurre il reddito
d'inclusione sociale e di questo primato siamo orgogliosi. Nell'ultima
Finanziaria - ha aggiunto - la decisione del Consiglio d'incrementarne
la dotazione del 50 per cento, portandola da 30 a 45 milioni di euro
in modo stabile, dimostra l'attenzione e l'impegno nei confronti dei
più deboli. Tutto questo mantenendo lo sguardo lungo sul futuro per
innescare meccanismi virtuosi di crescita e sviluppo».Di chi è la
primogenitura? Pigliaru ha detto chiaramente che è della Regione.
Ricordando che per quanto riguarda il reddito di cittadinanza «s'è
mossa prima e in parallelo poi con gli interventi decisi dal governo».
Mentre su Lavoras ha rimarcato, con fermezza, che quegli investimenti
nascono da un gioco di squadra in cui, sin dall'inizio, sono state
coinvolte le parti sociali e i Comuni, tanto «da essere oggi condiviso
da tutti», ha detto nella recente presentazione.

Forse ad Alessandro
Di Battista tutto questo non gli era stato ricordato dal suo staff
prima della missione fra Iglesias e Oliena, e per questo nei due
comizi è andato a ruota libera. Però quanto accaduto è solo l'inizio
della lunga campagna elettorale che, in Sardegna, continuerà dopo il 4
marzo e si concluderà solo all'inizio del 2019: l'anno delle elezioni
regionali. (ua)

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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