lunedì 5 febbraio 2018

Rassegna stampa 05 Febbraio 2018

«L'indipendentismo è un progetto di libertà» Autodeterminatzione presenta a Nuoro i 21 esponenti in lista per le Politiche Sanna: «Il nostro orizzonte sono le Regionali del prossimo anno, le vinceremo insieme»

La sala è piena e le parole della candidata Valentina Sanna, ex presidente Pd folgorata sulla via dell'indipendentismo, rapiscono l'auditorium: «Il nostro orizzonte sono le Regionali del prossimo anno, non tanto le Politiche: lì vinceremo, insieme». Progetto AutodetermiNatzione si presenta: parla al cuore della gente, affronta problemi come emigrazione e spopolamento. Ieri mattina a Nuoro sono stati svelati i 21 candidati alle elezioni del 4 marzo.

I CANDIDATI Otto sigle a braccetto. Rossomori, Sardegna Possibile, Sardigna Natzione, Irs. E ancora, Liberu, Sardos, Gentes e Comunidades. «Lo scarabeo farà pulizia. Dobbiamo fermare una classe politica che inganna», tuona Bustianu Cumpostu. «L'indipendentismo non è solo libertà: è un modello economico, politico e sociale», prosegue il segretario di Sardigna Natzione.

IL PROGRAMMA Lavoro e occupazione come priorità. Quindi una dignità da ritrovare, «svenduta ai partiti italiani». Gli indipendentisti
snocciolano numeri, affissi ovunque in una sala strapiena: 7mila giovani emigrano, 3mila nati in meno ogni anno. «Adesso basta», sentenzia Simona Corongiu. Per la capolista nel collegio plurinominale del Sud Sardegna, «dobbiamo unirci, andare avanti insieme per il bene dell'Isola».

GLI OBIETTIVI A sentire i candidati di AutodetermiNatzione, bisogna allargare la base produttiva, sostenere le imprese. E dire basta alle basi militari. Pierfranco Devias non ha dubbi. Per il timoniere di Liberu, candidato al Senato nel collegio uninominale di Nuoro-Oristano, «occorre bloccare la politica che chiude il Consorzio agrario e apre le caserme». Gavino Sale, capolista nel collegio plurinominale Nord per la Camera, aggiunge: «In questi anni abbiamo vissuto con Thanatos, il dio della morte. Ora siamo pronti alla battaglia: qui si respira energia vitale. Vinceremo». Il giornalista Anthony Muroni, capolista nel collegio plurinominale al Senato, ha un sogno: «Vogliamo governare con le idee e le necessità della nostra terra».

Gianfranco Locci


La Nuova

Lai: nel M5s poche idee e molta confusione
Il segretario del Pd Cucca: i sardi sceglieranno la concretezza e non
le bufale degli incompetenti

SASSARI
Fuoco di fila del Partito democratico contro le dichiarazioni di Luigi
Di Maio. I big dem hanno controbattuto alle parole del leader del
Movimento 5 stelle impegnato nel tour in Sardegna. «Di Maio a
spavalderia non lo batte nessuno - attacca il senatore Silvio Lai,
candidato alla Camera nel collegio uninominale di Sassari -. Arriva in
Sardegna e spara previsioni elettorali. Dovrebbe, di contro, con
umiltà, interrogarsi sul consenso ricevuto alle parlamentarie
grilline. Una posizione di ripiego e solo 490 clic per un candidato
premier non è certo un buon viatico. D'altronde quali risultati può
vantare di fronte al Paese?

Quali risultati può raccontare in Sardegna
e per la Sardegna? Nulla, non può dirli. Sono sotto gli occhi di
tutti, peraltro, i disastri, l'inerzia e l'inconcludenza dei comuni
sardi amministrati dai 5 stelle. Come nel resto del Paese si
caratterizzano per un vuoto totale, per l'assenza di progettualità,
per l'incapacità ad affrontare l'ordinaria amministrazione. Di Maio -
dice ancora Lai - parla confusamente di politiche energetiche per la
Sardegna e non si è neanche informato del fatto che Regione e governo
hanno posto basi e finanziamenti concreti per la metanizzazione
dell'isola. Parla genericamente di industria, agricoltura e turismo e
dimostra chiaramente di non avere la minima idea su cosa fare».

Anche il segretario del Pd, Giuseppe Luigi Cucca, ricandidato al Senato come
capolista nel collegio plurinominale, critica le politiche annunciate
dal Movimento. «Di Maio arriva in Sardegna e promette le stelle. Noi
portiamo 100 risultati del buon governo, ottenuti in questi anni di
legislatura, e proponiamo altri 100 passi da compiere per migliorarli
- afferma Cucca -. Gli 80 euro diventeranno una misura strutturale per
ogni figlio entro 18 anni di età, oltre al milione di posti di lavoro
in più già realizzati grazie al Jobs Act, proponiamo la riduzione di 4
punti del cuneo contributivo; i quindici Patti per il Mezzogiorno, tra
cui il Patto per la Sardegna da 2,8 miliardi di euro, saranno
monitorati nella progettualità e nella spesa.

E tanto altro ancora è
stato fatto per la Sardegna e dovrà essere portato avanti per non
disperdere i risultati raggiunti: dall'accordo sulle servitù militari
alla trattativa per l'insularità, dall'intesa per La Maddalena
all'istituzione della zona franca nei Comuni alluvionati, a cui
seguirà la creazione delle Zone economiche speciali nei punti ritenuti
strategici, a nord e a sud della Sardegna, e il piano per la
metanizzazione. Sono fatti e provvedimenti reali - conclude Cucca - e
sono certo che i cittadini sardi sapranno scegliere la concretezza,
piuttosto che le bufale elettorali di persone incompetenti». Il
deputato uscente Francesco Sanna, ricandidato nel collegio del Sud, si
sofferma invece sulla candidatura dello skipper Andrea Mura, in corsa
nel collegio uninominale di Cagliari. «Sarei curioso di sapere -
scrive su Facebook il deputato del Pd - se i cittadini di Cagliari,
Quartu e della città metropolitana hanno la garanzia che - ove eletto
- l'onorevole Andrea Mura non si ritrasformi nel velista

Cappellacci sfida i 5 stelle «Noi i primi a fare i tagli»

di Alessandro Pirina
SASSARI
Cappellacci sfida Di Maio sulla credibilità. Il coordinatore regionale
di Forza Italia, proprio ieri inserito nel blog dei 5 stelle tra i
candidati impresentabili della tornata elettorale del 4 marzo, ha
scelto la sua pagina Facebook per replicare al candidato premier del
Movimento in tour nell'isola. «Di Maio dice che solo loro sono
credibili perché hanno tagliato e auto blu? Noi lo abbiamo già fatto,
ma non solo a parole». L'ex governatore, capolista di Forza Italia
alla Camera nel collegio Sud e candidato del centrodestra nel collegio
uninominale di Cagliari, ha pubblicato sul suo profilo Facebook la
delibera del 2011 di riduzione del suo stipendio da presidente della
Regione e i documenti sulla restituzione dell'auto blu. «Abbiamo
tagliato il numero complessivo delle auto di servizio regionale,
abbiamo dimezzato le consulenze, tagliato i compensi dei consiglieri e
cancellato i fondi dei gruppi e i vitalizi - scrive Cappellacci -. Non
abbiamo certo aspettato che arrivassero loro con le loro prediche
scalcinate. Nella sua interminabile serie di bufale Di Maio tenta di
intestarsi meriti non suoi.

L'unico microcredito è quello realizzato
dalla mia giunta di centrodestra: 65 milioni di euro, 3 bandi, 3.200
imprese sostenute. Attendo con ansia - ha concluso Cappellacci - di
potermi confrontare su questi e altri temi con il candidato del
movimento 5 stelle». Insomma, lo scontro tra Ugo Cappellacci e il
Movimento è sempre più acceso. Anche perché ieri il blog dei 5 stelle
è di nuovo partito all'attacco del coordinatore forzista. Di
Cappellacci e di tutti quei politici candidati con il centrodestra e
con il Pd che, secondo i grillini, sono «impresentabili». Una lista di
nomi eccellenti - ci sono anche il ministro Luca Lotti, il figlio di
Vincenzo De Luca, l'ex leader leghista Umberto Bossi e l'ex
governatore lombardo Roberto Formigoni - in cui compare anche il
coordinatore regionale forzista.

«Per lui è stata chiesta una condanna
per abuso d'ufficio nel processo scaturito nell'inchiesta sulla
cosiddetta P3, condannato in secondo grado a restituire alla Regione
Sardegna circa 220 mila euro. Condannato a due anni e mezzo di
reclusione per il crac milionario della Sept Italia, società fallita
nel 2010», così si legge nel blog dei 5 stelle, dove Di Maio stesso
invita gli elettori a compilare un modulo per chiedere a Forza Italia
e Pd il ritiro delle candidature. E dal palco di Nuoro ieri ieri il
leader del Movimento è ripartito alla carica. «Siete la regione che ha
dato i natali a Berlinguer, ma che fine ha fatto da voi la questione
morale? Avete candidati coinvolti nella P3 e indagati per altri
reati». Sull'argomento ieri Cappellacci non ha replicato, cosa che
invece aveva fatto due giorni fa. «Sono tanto impresentabile che il
loro candidato, Andrea Mura, avrebbe voluto presentarsi con la me e la
mia lista alle elezioni del 4 marzo.

Adesso gli chiederanno di
ritirarsi? Il sottoscritto non ha ancora ricevuto nessun condanna
definitiva. Visto che sono tanto appassionati al tema, perché non
parlano del loro leader, Beppe Grillo, condannato in via definitiva
per omicidio colposo?».

Di Maio: fidatevi di noi faremo ripartire l'isola

verso il voto
di Stefano Ambu
CAGLIARI
Dalle bancarelle del mercatino domenicale di Sant'Elia un commento
beffardo: «Tottu custa genti e nisciunu cumpra nudda». In sintesi.
Tanta gente, ma non per acquistare frutta, arselle o orate. Il
commerciante lo sapeva bene: tutte quelle persone- tutte insieme-
erano lì per accompagnare il candidato premier del Movimento 5 stelle
Luigi Di Maio nelle sua prima tappa del tour in Sardegna. Non è
arrivato con la barca a vela di Andrea Mura- sarebbe stato un ingresso
dal mare spettacolare- ma in nave da Palermo. «Mare mosso- ha detto a
chi gli ha chiesto come era andato il viaggio- ma tutto bene».

Lo skipper candidato che ha attraversato l'oceano per vincere tutto
quello che c'era da vincere è rimasto al suo fianco per tutto il tempo
della camminata dal Lazzaretto al centro del quartiere. «È una delle
nostre competenze che mettiamo in campo- ha detto Di Maio- metterà per
noi cuore e testa». Poi, mentre entrava nel pulmino destinazione
Carbonia, Di Maio ha lanciato il suo appello: «Sardi, fidatevi di noi,
siamo credibili. Ci siamo tagliati gli stipendi, abbiamo contributo a
far nascere anche qui centinaia imprese. Se andiamo al governo
tagliamo gli sprechi e cominciamo a investire in aziende che creano
lavoro e nei giovani».

Le prime dichiarazioni ai giornalisti (mentre
la sua gente lo reclamava: "Vieni a parlare con il popolo") una volta
arrivato al Lazzaretto erano state invece nazionali. «Chi si è
permesso di diffamare il M5S dicendo che abbiamo in lista degli
impresentabili si faccia un esame di coscienza- ha detto- noi abbiamo
tutti incensurati, sono gli altri che hanno una serie di
impresentabili dei quali chiediamo il ritiro dalle liste». In
particolare, «chiedo a Matteo Renzi di far ritirare i suoi dalle
liste, gente che è sotto processo per reati gravi e che ha fatto
azioni politiche indegne». E poi: «Lega, Pd e Forza Italia si sono
votati la legge elettorale per mettersi assieme il giorno dopo le
elezioni- ha aggiunto il capo politico del M5S - la novità è che Forza
Italia e Lega non hanno il 51per cento, e che Pd e Forza Italia non
hanno il 51 per cento, quindi dovranno avere a che fare con noi per
riuscire a fare un Governo, dovranno chiedere a noi. Ma noi non faremo
scambi di poltrone».

E ancora: «Sono esterrefatto per il trattamento
che si sta riservando al Movimento 5 Stelle- ha detto- ci attaccano
tutti e tutti quanti assieme, qualsiasi cosa facciamo, e hanno ragione
perché siamo la prima forza politica del Paese». Centinaia di selfie e
strette di mano: tutti intorno a lui per tutta la durata della visita.
Di Maio non ha detto no a nessuno. Vicino a lui anche il coordinatore
regionale e sindaco di Assemini Mario Puddu. Durante la passeggiata Di
Maio si è fermato a parlare con tante persone. Qualcuno gli ha parlato
dei problemi della sanità in Sardegna. «Vi dicono che magari
l'ospedale più vicino- ha detto Di Maio- è a 30 chilometri, ma sono
magari 30 chilometri di curve».

Un uomo lo ha trattenuto per parlargli
della situazione di crisi del porto canale di Cagliari. «Fate
qualcosa», gli ha detto disperato. E lui lo ha rincuorato. A una donna
che si è avvicinata per stringergli la mano Di Maio ha detto:
«Ricordati- in riferimento al countdown per il 4 marzo- questo mese
vale dieci anni». E ancora: un'altra donna con le buste della spesa ha
commentato: «Speriamo che non siano solo parole». Lui si è fermato, le
ha stretto la mano e le ha garantito: «Non sono solo parole:
altrimenti saremmo come gli altri». Ogni tanto un coro: «Di Maio, Di
Maio». E poi il classico: «Onestà, onestà, onestà». In programma prima
delle elezioni un grande evento pubblico targato M5S ancora in
Sardegna. Intanto, oggi Di Maio proseguirà il suo tour sardo: alle
11.30 è atteso a Sassari nella sala convegni del cinema Moderno,
mentre alle 17.30 chiuderà la visita nell'isola al Blu Marine di
Olbia.

Nuoro, il Progetto Autodeterminatzione presenta le liste
Sollai attacca i vertici del Psd'Az: «Noi non siamo scappati»
Gli indipendentisti: ci siamo coalizzati per i diritti dei sardi

di Giusy Ferreli
NUORO
Il primo applauso della mattinata arriva quando, sullo schermo della
sala dell'Isre di Nuoro scorrono le immagini del simbolo identitario
della Sardegna, una sventolante bandiera dei Quattro mori. Ha preso
l'avvio nel capoluogo barbaricino la campagna elettorale del movimento
sovranista Autodeterminazione che raccoglie otto sigle: Rossomori,
Sardos, Sardegna Possibile, Liberu, Sardigna Natzione, Irs, Gentes e
Comunidades. Ieri mattina ha presentato i 21 candidati in vista delle
politiche del 4 marzo. A condurre con piglio giornalistico la
presentazione della squadra è Anthony Muroni, coordinatore del
soggetto politico e candidato come capolista nel collegio
plurinominale del Senato.

Muroni ha invocato un cambiamento di rotta
contro le politiche che portano 7mila giovani sardi a emigrare ma c'è
spazio per tutti i temi cari alla battaglia indipendentista (dalla
questione linguistica alla lotta alle servitù militari). E anche per
le bordate contro gli avversari politici. Non è passato inosservato
l'attacco ai vertici del Psd'az colpevoli di aver cercato nelle
rassicuranti brume padane un seggio sicuro. «Noi siamo rimasti qui,
non siamo scappati» ha tuonato un infervorato Gian Franco Sollai,
avvocato di Siamanna parte civile nel processo di Quirra strappando
un'ovazione nella sala del museo progettato da Antonio Simon Mossa,
scelto proprio perché in grado di rappresentare lo spirito isolano.
Una standing ovation ha scosso la sala quando sono state trasmesse
altre immagini, quelle del medico ambientalista Vincenzo Migaleddu.
Sul palco si sono alternate dichiarazioni, video ed esibizioni (il
coro polifonico Grazia Deledda di Nuoro).

E ancora volti noti
dell'indipendentismo sardo come Gavino Sale che ha ammesso di aver
sbagliato a candidarsi nella coalizione regionale di centrosinistra:
«Ho capito che non si possono fare patti con i partiti italiani». Ci
sono volti meno noti provenienti dalla società civile. Insegnanti,
imprenditori, funzionari pubblici e professionisti. E anche Emilio
Usula, unico rappresentante del movimento in Consiglio regionale. A
chiudere il comizio un altro esponente di quella galassia autonomista,
sovranista e indipendentista che sinora mai era riuscita a costruire
una casa comune. Bustianu Cumpostu, di Sardigna Natzione ha parlato
rigorosamente in sardo, un comizio vecchio stile che ha colpito il
cuore della platea con un atto d'accusa contro una classe politica
regionale incapace di far valere i diritti dei sardi.

«Como, però, bi
este su carrabusu», adesso c'è lo scarabeo, riferendosi all'insetto
diventato il controverso simbolo del movimento, simbolo - per i
sovranisti - della capacità di rinascita di un popolo.

Unione Sarda

I DEM. Cucca: «Con noi riforme concrete». Lai: «La spavalderia non
basta, servono fatti». Renzi contrattacca: «Amico degli Spada chi vota M5S»

«Quando il capo politico del Movimento 5 Stelle, Di Maio, è in
difficoltà fa sempre la stessa cosa: attacca me e il PD. E sempre con
la solita mossa: il ritornello dei candidati impresentabili. Scarsa
fantasia. Però stavolta rispondiamo, punto punto. Perché le bugie
hanno le gambe corte».

Matteo Renzi replica a Luigi Di Maio. Il segretario del Pd, su
Twitter, punzecchia i pentastellati sul caso Dessì: «Chi in Lazio vota
per il Movimento Cinque Stelle si assume la responsabilità di far
eleggere al Senato tal Emanuele Dessì, un grillino storico che trovate
sul palco con Beppe Grillo e in foto guancia a guancia con i leader
5Stelle. Questo signore è molto vicino agli Spada, di Ostia (ricordate
la testata di Spada che spaccò il naso al giornalista Piervincenzi a
novembre?) ed è coinvolto in quella che i grillini chiamano
“scroccopoli”, vale a dire il problema delle case pubbliche pagate
poco, 7 euro al mese», scrive Renzi sui social network.

Anche il segretario regionale dem Giuseppe Luigi Cucca (capolista nel
proporzionale al Senato) ha messo nel mirino il candidato premier del
M5S: «Di Maio arriva in Sardegna e promette le stelle. Noi portiamo
100 risultati del buon governo, ottenuti in questi anni di
legislatura, e proponiamo altri 100 passi da compiere per
migliorarli».

Francesco Sanna, deputato uscente del Pd e in corsa per essere
rieletto, sposta l'attenzione sulla candidatura di Andrea Mura: «Sarei
curioso di sapere se i cittadini di Cagliari, Quartu Sant'Elena e
della città metropolitana hanno la garanzia che - ove eletto -
l'onorevole Andrea Mura non si ritrasformi nel velista Andrea Mura e
per preparare e partecipare alle lunghe regate, “faccia vela” a
Montecitorio», scrive in un post su Facebook Sanna, candidato nel
collegio plurinominale del Sud Sardegna.
Silvio Lai - candidato alla Camera nel collegio uninominale di Sassari
- ritorna su Di Maio: «A spavalderia non lo batte nessuno. Arriva in
Sardegna e spara previsioni elettorali. Dovrebbe, di contro, con
umiltà, interrogarsi sul consenso ricevuto alle parlamentarie
grilline. Una posizione di ripiego e solo 490 click per un candidato
premier non è certo un buon viatico. D'altronde quali risultati può
vantare di fronte al Paese?».

Il leader del M5S in Sardegna: «Anche Cappellacci nella lista nera»

Di Maio: «Impresentabili
sia nel Pd che a destra»

VEDI LA FOTO
È sbarcato da un traghetto Tirrenia a Cagliari in una gelida domenica
mattina e a bordo di un furgoncino nero con i vetri scuri è arrivato
al mercato di Sant'Elia dove lo aspettava un sacco di gente col
cellulare spianato per un imperdibile selfie. Eccolo eccolo, quanto è
giovane, si vede che è uno normale, viene qui, gira per il quartiere
senza scorta, stringe la mano a tutti, mangia un mandarino, magari
adesso compra anche il pesce. E per Luigi Di Maio, hip hip urrà .
LA GIORNATA La campagna elettorale del candidato premier del Movimento
Cinque Stelle nell'Isola comincia con una passeggiata tra le
bancarelle del quartiere popolare che affaccia sul mare e un tifo da
stadio alimentato dai militanti grillini.

«Noi abbiamo solo cittadini
incensurati, loro hanno una serie di “impresentabili” che devono
sparire dalle liste. Se andiamo al governo tagliamo gli sprechi, e ai
sardi dico: fidatevi, perché vi abbiamo dimostrato di essere
credibili», dice. Accanto a lui, passo dopo passo, c'è il velista
Andrea Mura che non smette un secondo di sorridere: «La sua
candidatura ci onora», sottolinea Di Maio, «fa parte delle tante super
competenze che abbiamo nei collegi uninominali, sono sicuro che in
Parlamento metterà testa e cuore».

LA SECONDA TAPPA Saluti e baci, la parentesi con il vecchietto di
novantacinque anni che si offre per dare una mano - «Che meraviglia!
Entusiasmo, passione e impegno non hanno età!», sono le esclamazioni
su Facebook - e via verso la seconda tappa della visita, a Carbonia,
accompagnato dal sindaco di Assemini, Mario Puddu, coordinatore
regionale del Movimento. Al Palazzetto dello sport lo accoglie la
sindaca, grillina, Paola Massidda, e un altro bel po' di gente.
Applausi, foto, spazio ai candidati Pino Cabras e Gianni Marilotti, e
a Mura, che a proposito della polemica dei giorni scorsi sulla sua
presunta richiesta di scendere in campo con Forza Italia chiarisce: «È
una grande bugia, ho fatto una battuta infelice che è stata cavalcata,
tutto falso, io prima non ho mai pensato di entrare in politica, non
mi piaceva, preferivo andare per mare, ma poi ho conosciuto questo
movimento, che è davvero in linea con i miei pensieri, e ha al suo
interno persone vere, leali e trasparenti».

IL COMIZIO Di Maio parla sul palco per una quarantina di minuti,
racconta del programma, che ha «un unico obiettivo: migliorare la vita
degli italiani». Parla di lavoro, in una terra, il Sulcis, «che ha
oltre il 50% di disoccupazione giovanile, più del doppio di quella
nazionale, e la vera sfida sarà farvi percepire un cambiamento».

Poi c'è la questione del taglio dei privilegi: «Abbiamo mantenuto le
promesse, io oggi vengo qui, dopo cinque anni di Parlamento, a dirvi
che, a differenza di tutti gli altri, ai parlamentari del Movimento
Cinque Stelle si applica la legge Fornero, perché abbiamo rinunciato
al vitalizio; ci siamo dimezzati lo stipendio e io, da vicepresidente
della Camera non ho mai toccato la mia auto blu, il mio volo di stato,
il mio doppio rimborso».

IL PROGRAMMA Ancora: le pensioni sotto la soglia di povertà; le
continue riforme della scuola; la nascita di migliaia di imprese
grazie al Fondo creato con parte delle indennità di deputati e
senatori grillini; il numero abnorme di leggi inutili; gli sprechi e
le voci folli nel bilancio di Montecitorio; il Paese e la Regione che
non contano nulla a Bruxelles.

LA “LISTA NERA” Infine, il coup de théâtre, l'elenco degli
«impresentabili», imputati o condannati candidati dal centrosinistra e
dal centrodestra, in risposta a «un'affermazione infamante nei
confronti del M5S da parte di Renzi» (su Emanuele Dessì, al quale Di
Maio ha fatto firmare la rinuncia al seggio). Li scandisce ad alta
voce, 23 nomi, e subito dopo escono anche sul blog delle stelle. Tra
loro c'è Ugo Cappellacci, «per il quale è stata chiesta una condanna
per abuso d'ufficio nel processo scaturito nell'inchiesta sulla
cosiddetta P3; condannato in secondo grado a restituire alla Regione
circa 220 mila euro. Condannato a due anni e mezzo di reclusione per
il crac della Sept Italia, fallita nel 2010».
“IN MASCHERA” La tappa successiva del viaggio in Sardegna è a
Oristano, per pranzo, e qui si concede un fuori programma facendosi
immortalare (foto su Instagram) con la maschera e su stoccu del
componidore.
Cristina Cossu

Arriva il leghista Iwobi: «Nell'Isola non c'è lavoro, assurdo avere i migranti»

L'uomo che vuole fermare gli sbarchi è nigeriano: «Ma io sono arrivato
con l'aereo, avevo un visto. Era una migrazione sana». Tony Iwobi, 62
anni, è in Italia dal 1977. Studi a Perugia, poi il trasferimento a
Bergamo dove si inventa un'impresa che si occupa di informatica. Dal
2014 è responsabile per l'immigrazione della Lega. Iwobi oggi sarà a
Sassari (alle 18 nella sede leghista in via Roma, un'ora dopo
all'hotel Grazia Deledda per presentare i candidati) per battezzare la
campagna elettorale che vede il Psd'Az alleato con Salvini.
Arriva mentre infuria la bufera sul raid razzista di Macerata.
«Io condanno la violenza. Non si deve reagire individualmente. Ma gli
errori sono anche di chi ha governato finora: questa politica ha
creato un mostro sociale».
Sembra una giustificazione.
«Scusate, ma non è che uno si sveglia la mattina e decide di sparare a
qualcuno o distribuire veleno su Facebook. Si deve guardare l'indice
di insoddisfazione della popolazione».
Migranti: risorsa o pericolo?
«I flussi, se non vengono gestiti bene, diventano un boomerang.
L'immigrazione è nel Dna dell'uomo, serve per migliorare la società.
Ma il governo di centrosinistra ha incentivato la clandestinità, che è
un reato».
Cosa pensa dello Ius soli?
«Meno male che la discussione si è fermata. L'Italia ha la legge sulla
cittadinanza più efficiente d'Europa: dal 2012 a oggi l'ha
riconosciuta a mezzo milione di persone. Lo Ius soli è una sanatoria
politica senza senso».
Se la Lega andasse al governo cosa farebbe?
«Per entrare in Italia serve un motivo valido: studio, scopi
commerciali. Lavoro: ma si devono avere certezze prima di arrivare.
Voi in Sardegna avete problemi con l'occupazione, perché far venire
altra gente da fuori? È un inganno».
L'assessore regionale alla Sanità ha proposto di puntare
sull'integrazione per ripopolare l'Isola.
«Lo spopolamento è un'emergenza: colpa di chi obbliga i giovani a
partire per cercare lavoro. I soldi spesi per agevolare l'immigrazione
clandestina dovrebbero essere dirottati verso una politica per la
famiglia».
Lei ha detto: gli immigrati portano le malattie.
«No. Sono gli uomini che portano le malattie, non gli immigrati. E
quando un uomo si sposta da un luogo all'altro, deve essere
controllato per evitare che porti in giro qualche virus».
A proposito: esistono le razze?
«Se non esistono, allora perché sono citate nell'articolo 3 della
Costituzione? Io appartengo alla razza nera e ne sono orgoglioso».
Cosa dirà agli elettori sardi?
«Possiamo sfondare anche qui. Il popolo si sta svegliando. E non è
vero che Salvini parla alla pancia del Paese: ora tutti i partiti
dicono quello che lui sostiene da anni. Sono cose di buon senso».
Il matrimonio coi sardisti fa discutere.
«Le ragioni bisogna chiederle al segretario. Io dico che partiti e
popoli cambiano idea in relazione a quello che succede. Lega e Psd'Az
sono forze accomunate da federalismo e autonomia, due elementi che le
hanno sempre caratterizzate».
Michele Ruffi


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Federico Marini
skype: federico1970ca


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