domenica 9 dicembre 2018

(09 Dicembre 1987) Comincia la Prima Intifada palestinese contro l’occupazione israeliana.



(09 Dicembre 1987) Comincia la Prima "Intifada" palestinese contro l’occupazione israeliana. La rivolta scoppia inizialmente nel campo profughi di Jabaliyya e si estende velocemente fino a Gerusalemme. Le immagini dei giovani palestinesi che lanciano pietre contro l’esercito israeliano fanno rapidamente il giro del mondo. Naturalmente le informazioni sono pressappochiste, se non deliberatamente fuorvianti. Si continua a parlare di “scontri”, quando in realtà un popolo privato della propria terra, con l’ausilio di pietre e di rudimentali razzi, affronta uno degli eserciti più equipaggiati del mondo, provvisto inoltre di una forza aerea e del servizio Intelligence più efficace e preparato del pianeta (insieme all'allora KGB e la CIA). Purtroppo le menzogne dei giornali occidentali, sono un qualcosa che ci accompagna ancora oggi.

Intifada significa "scuotersi" (rivolta) per liberarsi di un peso, di un’oppressione. L’ondata fu scatenata da un banale incidente d’auto: una dozzina di operai palestinesi che da Gaza viaggiava verso i cantieri di Tel Aviv rimase uccisa. Il loro bus aveva avuto un frontale con una jeep blindata dei soldati israeliani, a quanto pare "fortuito". Corse veloce la voce che lo scontro non era stato un incidente, ma una vendetta in nome di un israeliano, accoltellato a morte alcuni giorni prima nel mercato di Gaza. Perpetrata da decenni, l'aggressività degli israeliani sul popolo palestinese aveva oltrepassato ogni ragionevole sopportazione.

La rivolta fu caratterizzata da scontri con le forze occupanti, azioni di disobbedienza civile, boicottaggio delle merci israeliane e pubblica esposizione di bandiere palestinesi. Organizzata da comitati popolari spontanei e dal neo costituito Comando nazionale unificato dell’intifada. La rivolta coinvolse soprattutto giovani, adolescenti (persino bambini) e diede luogo a forme di autogestione della vita quotidiana, riuscendo a porre la questione palestinese all'attenzione della comunità internazionale.

Il 22 dicembre il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite condannò Israele per avere violato la Convenzione di Ginevra, a causa del numero di morti palestinesi nelle prime poche settimane di intifada. Nel 1988 (Novembre) dello stesso anno e nell'ottobre del successivo, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò risoluzioni di condanna contro Israele, che tuttavia non cambiarono molto, anche per il pieno sostegno degli Stati Uniti e dell’Inghilterra (e di tutti quegli stati che gravano intorno al cosiddetto mondo libero, dove dominava una fitta rete di accordi commerciali),

Gli israeliani, sul campo, si rivelarono assolutamente impreparati. Le loro truppe non disponevano di lacrimogeni o proiettili di gomma. I soldati mandati a controllare le piazze sparavano, ad altezza d’uomo, proiettili d’ordinanza, che causavano nuove vittime. Così ogni funerale, ogni lutto, si trasformava in occasioni per nuove proteste. Tutto questo, salvo alcune testate, nell'assoluto silenzio dei principali giornali e televisioni del mondo.

L’allora premier israeliano Ytzhak Shamir promise al suo Paese che tutto ciò sarebbe durato poche settimane. «Entro il 31 dicembre tutto questo sarà finito», diceva. Ma le rivolte continuarono per mesi, anni. Solo la Prima Guerra del Golfo nel 1991 avrebbe posto fine a quel movimento, che comunque aveva lasciato un’impronta profonda nella storia del conflitto israelo - palestinese e del Medio Oriente intero. Israele, infatti, aveva tremato dinanzi alla rabbia di un popolo che poteva disporre delle più potente arma: quella della ragione.

L’Intifada riuscì ad affermare il ruolo di soggetto politico autonomo dei palestinesi e l’impossibilità di prescindere dall’OLP per avviare un’effettiva prospettiva di pace. Tra le sue conseguenze più immediate vanno ricordate la rinuncia da parte del re Husain di Giordania alle rivendicazioni sui territori della Cisgiordania e la proclamazione unilaterale da parte dell’OLP dello Stato di Palestina nel novembre 1988.

Vincenzo Maria D’Ascanio.




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