lunedì 10 dicembre 2018

Rassegna stampa 10 dicembre 2018


Unione Sarda

CENTROSINISTRA.
Il Pd tra le elezioni regionali e le suppletive: oggi la direzione. Campo progressista prepara le liste. Autodeterminatzione: via i Radicales che dialogano con Zedda

Inizia oggi una settimana di lavoro per il centrosinistra impegnato nella costruzione della coalizione che sosterrà il candidato governatore Massimo Zedda. Questo pomeriggio il segretario del Partito democratico, Emanuele Cani, riunisce a Oristano la direzione regionale per cominciare a occuparsi delle liste e aprire il dibattito su un'eventuale proposta alle suppletive di gennaio.

Un tema che occuperà anche gli altri partiti, che potrebbero incontrarsi nei prossimi giorni. Anche perché, secondo quanto riporta il regolamento elettorale, tra il 16 e il 17 dicembre si devono presentare le candidature. Di questo argomento si parlerà anche in un'altra riunione, quella di Campo progressista che riunirà il coordinamento provinciale a Nuoro. Visto l'esordio alle elezioni regionali, l'obiettivo del movimento è «costruire in ogni collegio le strutture politiche e le liste», come spiega il presidente Luciano Uras.

Caso Autodeterminatzione E sul fronte della coalizione ci sono delle novità, perché dopo la spaccatura dei Rossomori sul sostegno al sindaco di Cagliari la coalizione potrà contare sull'appoggio dei Radicales Sardos, componente di Autodeterminatzione. Sono stati proprio questi rapporti con Zedda a causare l'espulsione dei Radicales dalla coalizione indipendentista. Fabrizio Palazzari e Bustianu Cumpustu, presidente e segretario, hanno firmato il documento in cui si parla di «comportamento incompatibile e nettamente in contrasto con Autodeterminatzione». (m. s.)

IL PD.
Mercoledì la scadenza
Primarie, i renziani non hanno il candidato

ROMA A pochi giorni dalla data ultima per candidarsi alle primarie del
Pd, l'uomo, o la donna, della compagine renziana non c'è ancora, e
anzi i disponibili alla corsa del 3 marzo sembrano essere molti meno
rispetto a quanti hanno già fatto un passo indietro.

Sui nomi di Ettore Rosato e Lorenzo Guerini, circolati dopo il ritiro
della candidatura di Marco Minniti, non c'è ancora alcuna conferma e
il tempo è poco. Come se non bastasse la retromarcia dell'ex ministro
dell'Interno ha riacceso i malumori dem legati ha una presunto “piano
di fuoriuscita” dal Pd di Matteo Renzi.

L'ex premier rassicura i suoi: «Non mi ricandido, né faccio un nuovo
partito», ma anche su questo punto il Pd traballa. Non a caso,
Maurizio Martina, segretario uscente in corsa per il 3 marzo, in
ticket con Matteo Richetti sprona all'unità: «Il partito democratico
rischia, e abbiamo bisogno di essere uniti», sostiene l'ex ministro.
«Io considererei qualsiasi divisione del nostro campo un grave errore
di fronte all'avanzata della destra, dopodiché ciascuno giochi nel Pd
la parte che ritiene più utile».

E ancora: «Né nostalgia né cesura»
nei confronti di Renzi, anche se «molto si è sbagliato». «Non abbiamo
capito che mentre il Paese risaliva la china, le disuguaglianze
aumentavano», prosegue. Su una cosa Martina è netto: «Il dialogo con
il Movimento cinque stelle oggi è impossibile», e così risponde per le
rime all'altro candidato, Nicola Zingaretti, più possibilista.
Entro mercoledì, alle 18, almeno la prima fase dei giochi sarà chiusa,
da giovedì entrerà nel vivo la campagna in vista del 3 marzo. E, a
giudicare dalle battute iniziali, rischia di non essere per il partito
una “passeggiata di salute” democratica.

Cicu: «Candidato, giochi aperti»
L'eurodeputato: niente di ufficiale. E invita al confronto con Pisano

E invece no, il discorso non è chiuso. Non per Salvatore Cicu: «Il
centrodestra sardo ha proposto la candidatura di Christian Solinas, ma
serve l'ok del tavolo nazionale», ragiona l'eurodeputato di FI
confermando la linea di Pietro Pittalis, «la Sardegna non è fuori da
quel discorso».

Il nome di Solinas sembrava una scelta, non una proposta.
«Guardi, anche Giorgia Meloni dice che devono riunirsi i tre leader
nazionali per avere certezze sui candidati».
Zoffili ha detto che il discorso è chiuso. Non le basta?

«Basta per la parte che riguarda il commissario della Lega in
Sardegna. Però occorre l'ufficialità data da Berlusconi, Salvini e
Meloni».
E non è scontato che ufficializzeranno il leader del Psd'Az?

«Credo che in questa fase non ci sia niente di scontato».
Zoffili dice anche che Cappellacci ha indicato Solinas, il resto sono
problemi interni a FI.
«Il nostro coordinatore ha condiviso il nome di Lega e Psd'Az, non ha
fatto una proposta di FI. Ha agito correttamente, le divergenze non
riguardano questo aspetto».
Ma scusi, Solinas non va bene?

«Sì, anzi: io spero che il tavolo nazionale confermi l'indicazione. È
una figura autorevole. Ma è un passaggio delicato, con criticità che
richiedono una riflessione attenta».
Criticità? Che cosa intende?

«Beh, mi risulta che sia in atto una verifica per capire quali siano i
candidati migliori, regione per regione».
Cioè i più vincenti?

«Esatto».
Solinas non lo è? E chi altri lo sarebbe?

«Per carità, nessuno pensa a contrapporsi o a soluzioni diverse. Il
quadro nazionale deve però capire se sia la figura più opportuna e
pronta per guidare il centrodestra».
Ma avete sondaggi favorevoli.
«I sondaggi sono cosa diversa dai voti. Io non sottovaluto gli
avversari. La scelta del leader non si basa solo su caratteristiche
personali, ma anche sulla massima condivisione. Per esempio dovremmo
lavorare per unire aree del centrodestra che stanno facendo scelte
diverse».
Auspica una confluenza con la candidatura di Ines Pisano?

«È doveroso provarci. Non liquiderei facilmente quella candidatura,
ricordiamoci delle passate divisioni che hanno fatto vincere chi non
lo meritava. Ritengo utile aprire un confronto».
Comunque, se la Sardegna spetta alla Lega e la Lega indica Solinas...

«Vede, è inevitabile - e anche giusto - che ogni forza politica voglia
concorrere a fare la scelta migliore. Non è pensabile che, in ciascuna
regione, decida un partito da solo».
Se per caso non fosse confermato il nome scelto a Barumini, ci sono
alternative valide?

«Credo che ce ne possano essere di pari dignità. In diversi partiti:
per esempio Fratelli d'Italia aveva proposto Paolo Truzzu. E non
escluderei le alternative femminili».
Pensa a Ines Pisano?

«Penso soprattutto alla capogruppo regionale del mio partito, Alessandra Zedda».
Può rispuntare il nome di Cicu?

«No. Avevo dato una disponibilità qualora l'indicazione spettasse a
FI, ma ora non mi considero più in corsa».
E per le suppletive di Cagliari?

«Anche questo è un discorso legato al tavolo nazionale. Io non
rincorro ogni incarico, il mio obiettivo è essere ricandidato alle
Europee».
Giuseppe Meloni

La Nuova

Il centrosinistra compatto Tutti promuovono Zedda
Dal segretario Pd Cani al sindaco di Nuoro Soddu: «È la strada giusta»

SASSARI
Va già al Massimo. L'intervista di Zedda alla Nuova sembra essere
riuscita a compiere il miracolo di avere messo d'accordo il
centrosinistra. Con diverse sfumature tutti promuovono le linee guida
proposte dal candidato governatore. Zedda traccia i binari che la
coalizione deve seguire. Parte dal basso, dall'alleanza tra i piccoli
comuni e le grandi città. Propone un modello di sanità calato sul
territorio, punta a un potenziamento dei trasporti e a una politica di
forti investimenti per contrastare lo spopolamento. La road map piace
al segretario Pd Emanuele Cani. «Zedda ha proposto un elemento
importante - afferma -. Ha elaborato un modello di sviluppo della
Sardegna per i prossimi anni.

Ha idee precise su quale è il futuro
dell'isola. Fa leva su un altro elemento fondamentale. Il suo essere
sindaco è un valore aggiunto. Lo mette a contatto ogni giorno con le
emergenze dell'isola. Ecco perché il progetto che vuole scrivere per
la Sardegna ha un'impostazione che condivido». Sostegno anche dall'ex
senatore Pd, Silvio Lai. «Zedda porta un'idea di speranza - dice Lai
-. Non ha scelto la linea dei proclami. Quando parla mette in prima
linea la sua esperienza sul campo da sindaco.

E proprio il fatto che
si proponga un sindaco come presidente della Regione è un fatto
rivoluzionario. Credo che si a la prima volta che succede in Sardegna.
E questa novità si innesta con le grandi capacità di Zedda che in
questi anni ha guidato un territorio vasto, la città metropolitana.
Lui è il candidato ideale anche perché ha il giusto mix tra esperienza
e novità. Con lui si realizza il distacco generazionale necessario per
far crescere l'isola. Zedda rappresenta la generazione cresciuta negli
anni Ottanta che ora ha tra i 30 e i 40 anni.

È la generazione che ha
subito in modo maggiore la crisi, molti di loro non hanno trovato
lavoro, altri ci sono entrati dopo 10 anni di attesa e hanno impieghi
saltuari e sottopagati. Zedda è un candidato che va oltre le
ideologie. È un uomo di sinistra e in questo momento c'è grande
necessità di riequilibrare a sinistra, di condividere le difficoltà e
il dolore delle persone». Andrea Soddu, sindaco di Nuoro apprezza le
parole di Zedda. «Gli ho anche mandato un sms - dice -. Massimo coglie
nel segno, si vede che è un politico di esperienza. Il suo messaggio
deve essere ascoltato.

Ha ragione quando dice che bisogna puntare sui
Comuni, soprattutto i più piccoli, per rilanciare la Sardegna. Il
compito della prossima consiliatura deve essere smontare la Regione
come elefante burocratico. Sono i territori che devono decidere, la
Regione deve avere il ruolo di coordinatore». Soddu promuove anche
l'apertura di Zedda al Pds. «Ottima cosa. Io ho votato proprio oggi
(ieri, ndr) sia per la Nazione, perché dobbiamo credere in noi stessi,
che per il candidato». Non è un sindaco, ma è stato uno dei primi a
credere nelle potenzialità degli amministratori Maurizio Sirca,
responsabile regionale di Italia in Comune.

«L'ho detto dall'inizio.
Era necessario mettere insieme esperienze amministrative trasversali e
Massimo non è nuovo a laboratori politici carichi di civismo. Dal
sabato di Milis in cui ha annunciato la candidatura è l'unico che
traccia un binario dritto, gli altri iniziano a barcollare». Da
sinistra plausi a Zedda anche da Thomas Castangia, leader sardo di
Possibile. «Il suo è un progetto credibile per la Sardegna, Massimo
sta lavorando bene.

Noi stiamo costruendo liste che esaltino il lato
amministrativo e civico di questa candidatura, mettendo insieme le
migliori esperienze amministrative. Non solo una somma di partiti».
Fuori dal coro, ma non sarebbe potuto essere altrimenti, Antonio Moro,
presidente del Psd'Az. «Per dirla con una battuta: in attesa del tonfo
di febbraio il sindaco di Cagliari ci fa sentire il vuoto della sua
proposta. Per dire una cosa seria mi chiedo perché se della giunta
Pigliaru non è tutto da buttare ha messo il veto sulla candidatura
sugli assessori della giunta attuale?» . (l.roj)

Liberi e uguali si schiera col sindaco di Cagliari
In campo col simbolo ufficiale insieme a Mdp. Il gruppo Boldrini-Piras
tratta con Italia in Comune

CAGLIARI
Da avversari, nelle elezioni politiche di marzo, e ora di nuovo
alleati a febbraio, alle Regionali. «Liberi e uguali» sarà una delle
forze che sosterrà Massimo Zedda, il candidato governatore di un
prossimo centrosinistra allargato. Leu lo farà con il suo simbolo
ufficiale, perché è questo l'accordo che è stato raggiunto, a
Cagliari, fra la componente sarda del partito e quella nazionale.

L'accordo è stato sottoscritto anche dai quattro consiglieri regionali
di Mpd-Articolo 1, Daniele Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo
Zedda, che per la verità dal 2014 in poi hanno sostenuto sempre la
giunta Pigliaru. Lo hanno fatto dopo che si è sbriciolata Sel, l'ex
partito di Vendola, ma anche dopo la spaccatura, dentro Leu, fra il
gruppo dell'ex presidente della Camera Laura Boldrini e quello guidato
dall'ex presidente del Senato Pietro Grasso.

Comunque, Liberi e uguali
si presenterà compatta al fianco di Zedda e lo farà non solo con Mdp,
ma anche con i «Comitati per Grasso», che avrebbero preso il posto del
movimento Possibile degli ex civatiani, e quella parte di Sinistra
italiana che ha deciso di non far parte della Rete della sinistra. È
molto possibile che per le Regionali, al simbolo nazionale di Leu sia
aggiunto l'aggettivo sarda.

Rete Futura. Intanto, il movimento Rete
futura, che fa capo a Laura Boldrini e in Sardegna all'ex deputato
Michele Piras, avrebbe in corso una trattativa con i vertici di
«Italia in Comune», è il partito dei sindaci fondato da Federico
Pizzarotti, sindaco di Parma, per presentare una sola lista alle
Regionali. . Campo progressista. Anche Campo progressista continua i
suoi incontri nell'isola per lanciare la candidatura di Massimo Zedda,
esponente del partito. Oggi l'ex senatore Luciano Uras, presidente e
portavoce di Cp, sarà a Nuoro alle 18.30 nella saletta dell'ExMe per
la riunione del coordinamento provinciale. Saranno presenti diversi
amministratori del Nuorese e anche Massimo Zedda.

La Zedda frena su Solinas: la candidatura può saltare
La consigliera di Fi: «Il tavolo nazionale può ribaltare la decisione
presa nell'isola
Ho un mio progetto e sogno di guidare il centrodestra. Non corro per la Camera»

di Alessandro Pirina
SASSARI
Il suo sogno era candidarsi alla guida della Regione. Alessandra
Zedda, consigliera di Forza Italia, lo ammette senza giri di parole.
«Ho un mio progetto di Sardegna». Ma la coalizione, o meglio la Lega,
ha scelto il segretario sardista Christian Solinas. «Ne prendo atto»,
dice lei, salvo però aggiungere che la decisione finale sulla
leadership non è stata ancora presa. 

Zedda, qual è la situazione nel
centrodestra sardo? Solinas è il candidato?«Dobbiamo distinguere i due
piani. Da un lato c'è una indicazione da parte della Lega e di
Salvini, che sono andati a valorizzare il ruolo di un partito, il
Psd'Az, di una persona, appunto Solinas, un collega esperto che
sicuramente ha in questo momento il sostegno dei sardisti in
particolare modo e del tavolo regionale. Io prendo atto di questo. Ma
c'è un secondo piano...».

E cioè?«Un po' in tutte le regioni che
andranno al voto, che fanno parte di un tavolo nazionale, si stanno
continuando a cambiare i nomi dei candidati. A dirlo non sono io né
Forza Italia. Io prendo atto di quello che è avvenuto in Sardegna, ma
le decisioni finali non sono state ancora assunte. Certamente mi
sarebbe piaciuto avere un ruolo diverso».Si sarebbe voluta candidare
come governatrice?«Non ho mai negato di avere un progetto per la
Sardegna che considerava la mia candidatura alla presidenza. Ma nel
frattempo sono successe altre cose, cioè la volontà di Lega e Psd'Az
di indicare Solinas.

Se non ci saranno cambiamenti il candidato sarà
lui. Io continuerò a battermi per il mio progetto di Sardegna».Le sue
idee per l'isola?«Innanzitutto, serve una totale rottura col passato.
Ovviamente il mio progetto passa per tutti quei temi di cui dibattiamo
da sempre: trasporti, sanità, rapporti col governo centrale, lavoro,
turismo, fiscalità di vantaggio. Serve una regionalizzazione
dell'istruzione senza escludere università tutte sarde. Dobbiamo
ripensare al modello di sviluppo partendo da un concetto: creare
valore direttamente nell'isola.

I redditi reali non devono essere
costruiti dall'esterno». Un programma di governo, insomma. «Io vorrei
avere il ruolo per governare la Sardegna insieme al centrodestra
affinché possa diventare un giorno fortemente autonoma e speciale.
Guardi, se oggi mi facesse una domanda secca rinuncerei a qualsiasi
collegio per la Camera. Io sono concentrata sulla mia Sardegna, prima
di tutto per me ci sono le Regionali».

Ines Pisano, che ha annunciato
la sua discesa in campo fuori dal centrodestra, ha avuto parole di
stima per lei.«La ringrazio e ricambio. Anche io ho stima di Ines,
perché credo che sia spinta anche lei dall'amore per la Sardegna. Ma
io credo nella vittoria del centrodestra unito. Qualsiasi formula alla
Pili sarà dannosa per la Sardegna. Questo i disturbatori del
centrodestra lo devono sapere. In questo momento il centrodestra ha
tutte le carte per vincere e fare un cambio di passo. L'esperienza di
10 anni fa e quella degli ultimi 5 anni devono portare tutti a fare un
passo indietro per il bene della Sardegna.

Se noi la riconsegniamo al
centrosinistra continuerà la devastazione, se dovessero vincere i 5
stelle finiremmo nel baratro».Forza Italia ha messo da parte le
divisioni degli ultimi mesi?«Ci sono state diverse visioni su come si
devono affrontare le sfide elettorali, oggi per il bene della Sardegna
bisogna fare prevalere la saggezza. Al di là di tutto siamo talmente
animati dopo 5 anni di opposizione che sono certo saremo la sorpresa
di queste elezioni».

Il suo giudizio sul governo?«La parte della Lega
la apprezzo, sono battaglie comuni del centrodestra. E sono contenta
che Salvini abbia detto che metterà l'isola al centro dell'agenda. Da
parte del M5s, invece, promesse e annunci irrealizzabili, incapacità e
improvvisazione». Il governo temporeggia sul metano nell'isola. E
anche Solinas si è detto contrario.«Io ritengo che la metanizzazione
dell'isola sia importante nella misura in cui si riesce a organizzare
il collegamento con i bacini del gas già presenti.

È importante che
dal governo ci sia la presa d'atto che siamo l'unica regione che non
ha metano né fonti alternative se non le rinnovabili che hanno però un
uso limitato che non garantisce l'essenzialità».Se avessero scelto lei
per guidare il centrodestra sarebbe stato Zedda contro Zedda.«Ma i
cittadini non si sarebbero confusi, siamo diversi e non solo per il
sesso. Per me Massimo Zedda è un candidato da rispettare, ma il suo
nome vuole dire centrosinistra, vuole dire Pd. Nessuna discontinuità
tra lui e la giunta Pigliaru»


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