mercoledì 19 dicembre 2018

(19 Dicembre 1996) Muore a Parigi, all’età di 72 anni, l’attore Marcello Mastroianni



“Marcello è un magnifico attore. Ma è soprattutto un uomo di una bontà incantevole, di una generosità spaventosa. Troppo leale per l'ambiente in cui vive. Gli manca la corazza, certi pescecani che conosco io sono pronti a mandarselo giù in un boccone.” (Federico Fellini)

(19 Dicembre 1996) Muore a Parigi, all’età di 72 anni, l’attore Marcello Mastroianni. Interprete eclettico, in coppia spesso con Sophia Loren, Mastroianni è l’attore preferito da Federico Fellini, per il quale interpreta “La Dolce Vita”, nel 1960, e “otto e mezzo”, nel 1963. Colpito da un tumore polmonare, realizza negli ultimi mesi di vita, una lunga confessione “Mi ricordo, sì… mi ricordo”, considerata il suo testamento spirituale.

L'attore nasce il 28 Settembre 1924 a Fontana Liri, provincia di Frosinone, in quella zona del Lazio chiamata Ciociaria. Padre e nonno sono intagliatori del legno, mentre lo zio è il famoso scultore Umberto Mastroianni. Il padre rifiuta la tessera del Partito Fascista, e ne pagherà le conseguenze. Marcello vive un’infanzia povera, che peggiora con il trasferimento a Torino e la nascita del fratello. “Vivevamo ammassati come conigli, come profughi scampati al terremoto. Nostro padre si adattò a fare il manovale. Una vita durissima, al limite della fame" avrebbe raccontato. La famiglia si trasferisce dunque a Roma, Marcello si diploma perito edile, e sogna la laurea in architettura.

L’abilità da disegnatore gli fa schivare il fronte della Seconda guerra mondiale: falsifica i lasciapassare, evitando per puro miracolo la deportazione in Germania. Per un periodo, a Venezia, sopravvive vendendo cartoline disegnate, poi torna a casa, dove nel frattempo il fratello ha iniziato a lavorare come montatore cinematografico. Anche grazie all'amicizia della madre con Vittorio De Sica, comincia a lavorare ad intraprendere seriamente la carriera dell'attore.

Il vero e proprio debutto nel cinema avviene nel 1948 con I miserabili, film di Riccardo Freda tratto dall'omonimo romanzo di Victor Hugo. Nello stesso periodo comincia ad ottenere piccole parti in teatro. Viene notato da Luchino Visconti, che gli offre il suo primo ruolo da professionista, in Rosalinda o Come vi piace da Shakespeare.

Dopo aver interpretato sotto la regia di Luciano Emmer diversi ruoli da attor giovane in commedie neorealistiche (Domenica d'agosto, Parigi è sempre Parigi, Le ragazze di piazza di Spagna), arrivano anche al cinema i primi ruoli drammatici in “Febbre di vivere” di Claudio Gora, “Cronache di poveri amanti” di Carlo Lizzani e Le “Notti bianche” di Luchino Visconti, mentre sul set di “Peccato che sia una canaglia” di Alessandro Blasetti incontra per la prima volta Sophia Loren. Nello stesso periodo comincia a frequentare bellissime donne, ma lui non si sentirà mai un latin lover nonostante un fascino fuori dal comune e un lungo elenco di relazioni sentimentali, più o meno tormentate, con alcune delle donne più belle del Pianeta.

Prova ne sarà la disponibilità di Mastroianni a calarsi in ruoli che non si possono certamente definire come prototipo del “maschio”, come quello dell’impotente “Bell’Antonio”, dell’omosessuale esiliato in “Una giornata particolare” o dell’ingenuo seminarista di “Ieri, oggi, domani”

La svolta della sua carriera arriva tuttavia con "La dolce vita" (1960), epocale pellicola di costume in cui Mastroianni è un moderno antieroe e che segna pure l'inizio d'un lungo e fortunato sodalizio artistico con Federico Fellini. Con Fellini fornì i memorabili esiti anche in "Otto e mezzo" (1963), vestendo i panni di una sorta di alter ego del regista riminese. In seguito, nei primi anni sessanta, ottenne un personale trionfo in "Divorzio all'italiana" e "I compagni".

Fece coppia con Sofia Loren in vari film di Vittorio De Sica e apparve in diversi film di Ferreri tra i quali "La grande abbuffata", "Ciao maschio" e "Storia di Piera". Ha lavorato con Petri "L'assassino", con Scola "Dramma della gelosia" a "Splendor" e "Che ora è?", attraverso "Una giornata particolare" che fu una delle sue prove migliori. Il prosieguo della sua carriera è stato un susseguirsi di successi a fianco dei più grandi registi.

Nel 1962 il settimanale americano Time gli dedica un servizio, come divo straniero più ammirato negli USA. Il suo fascino di attore gli derivava, oltre che dalla sua bellezza e da interpretazioni sempre di altissimo livello, anche da un tratto distaccato, a tratti sornione, dal quale sembrava trasparire talvolta una velata malinconia e persino una certa timidezza. Negli ultimi anni, si ricorda la sua interpretazione ad un film di impegno civile come "Sostiene Pereira".

Tra le particolarità della personalità, si può fare un accenno ad una grave forma di narcolessia. Marcello Mastroianni si annoiava in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento. Federico Fellini ricorda che mentre discutevano di una scena, Mastroianni si addormentava in piedi con la sigaretta accesa oppure, durante le riprese, era necessario cercarlo perché addormentato su una sedia, di solito con un asciugamano sul viso. Tuttavia questo non accadeva durante le riprese, infatti, solo le testimonianze dei suoi colleghi possono affermarlo.

Altra sua caratteristica era l’eterno rapporto con le sigarette, era raro fuori dal set, incontrarlo senza la sigaretta tra le labbra. Tra le sue abitudini, quando poteva ritornava nel suo paese natio per incontrare la madre, che gli preparava ogni domenica la pasta al forno.

Vincenzo Maria D’Ascanio


1 commento:

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