giovedì 26 ottobre 2017

Rassegna stampa 26 Ottobre 2017

La Nuova

In Consiglio il riordino passa a maggioranza, 30 a 20. Ma Cp si smarca. La Busia vota no, Agus si astiene. E restano dubbi a sinistra della coalizione. Via libera alla riforma della rete ospedaliera. Di Umberto Aime

Dieci voti di scarto, 30 a 20, con la lode dell'applauso. Il gran finale della riorganizzazione degli ospedali è stato questo. Era scontato che finisse così: la maggioranza di centrosinistra era troppo forte, e poi le va riconosciuto di aver lavorato bene dietro le quinte, poche volte ha dovuto usare la lima grossa, per far rientrare tutti i malumori di uno, due mesi fa, quelli che allora sembravano essere una valanga inarrestabile. Tagli e cuci, correggi e media: il centrosinistra è rimasto compatto. Le defezioni sono state solo quelle dei consiglieri di Campo progressista.

Anna Maria Busia ha votato no per due motivi: «La coscienza mi dice che questa non è la migliore riforma possibile, ci sono ancora troppe zone grigie, e poi questa maggioranza ha violato più volte le regole minime del galateo politico. Purtroppo è andata avanti a ondate a seconda del territorio».  Invece s'è astenuto l'altro consigliere di Cp, Francesco Agus, dopo aver detto: «Mi sarei aspettato molto di più da questa riforma e ho paura che presto non reggerà alla prova dei fatti».

Per il resto è andato tutto secondo copione: dal Pd a Mdp, dall'Upc a Sinistra sarda, nessuno si è sfilato via dal voto favorevole, anche se non sono mancate le critiche. Però, secondo alcune autorevoli indiscrezioni, anche in quest'occasione è stato decisivo il ruolo giocato dal governatore Francesco Pigliaru. In più di un'occasione, avrebbe rafforzato le fila intorno a sé con questa frase: «In campagna elettorale, abbiamo promesso le riforme e le riforme dobbiamo avere coraggio di portarle fino in fondo».

È stato difficile e faticoso partire prima dal decreto del ministero della salute che spazzava via gran parte degli ospedali pubblici, poi discutere la bozza dell'assessorato alla sanità, con già un bel po' di salvataggi, e arrivare infine alla mappa definitiva in cui «non c'è una struttura chiusa, molte anzi saranno potenziate, con i posti letto ridistribuiti e non cancellati».

Il tutto in nome dell'equità, «non c'è una macro area svantaggiata rispetto alle altre e ognuna avrà la sua rete», della qualità, «le eccellenze saranno a disposizione di tutti e faranno da traino per quelle strutture oggi al di sotto degli standard nazionali», e infine del risparmio intelligente: «Senza sprechi e doppioni, avremo più soldi da spendere per far crescere l'efficienza del sistema». Fra un mese e poco più il ministero della Salute darà il giudizio sulla mappa finale. Il centrosinistra è convinto che arriverà un parere positivo, o al massimo «ci chiederanno qualche correzione».

Se così dovesse essere, da gennaio la nuova rete ospedaliera diventerà operativa e spetterà ai manager dell'Asl unica, delle due Aziende universitarie e del Brotzu applicarla. Con la speranza che, nel frattempo, funzioni la rete territoriale Comune per Comune, a settembre è stata approvata dalla giunta, decollino gli elicotteri-ambulanza, l'appalto è in corso, e parta l'Azienda per le emergenze-urgenze. Anche se la trattativa nel centrosinistra sulla scelta del manager non è ancora finita a pochi giorni dalla scadenza: domani.


Unione Sarda

Sì alla rete ospedaliera: ecco che cosa cambierà
Dopo un mese di confronto il Consiglio regionale approva la riforma

La rete ospedaliera della Sardegna è una realtà. La nuova geografia
delle cure prevede un modello in cui tutti i presìdi sanitari sono
collegati ai poli di altissima specializzazione del Brotzu di Cagliari
e dell'Aou - Ss. Annunziata di Sassari. Il punto di riferimento del
centro Sardegna è il San Francesco di Nuoro che avrà diverse
discipline per curare le patologie complesse. Attorno ci sono gli
altri presìdi, classificati in base alla popolazione e al territorio
in cui si trovano.

LA VERIFICA Giunta e Consiglio regionale hanno lavorato per limare il
testo e adeguarlo il più possibile alle esigenze della Sardegna,
lontane dalle regole stringenti imposte dal ministero col DM 70. La
scarsa densità di popolazione di gran parte del territorio isolano e
la difficoltà di raggiungere in tempi rapidi gli ospedali, hanno
imposto un ragionamento sulle zone disagiate. Fra qualche settimana la
riforma sarda sarà al vaglio proprio dei funzionari ministeriali,
chiamati a fare le proprie considerazioni sul testo.

VIA LIBERA Dopo oltre un mese di confronto e tensioni il Consiglio
regionale si ricompatta e chiude la pratica con 30 voti favorevoli.
Tra questi compaiono anche i cinque del Partito dei sardi (assenti
alla conferenza stampa finale) mentre non partecipano alla festa gli
esponenti di Campo progressista con l'astensione di Francesco Agus e
il voto contrario di Anna Maria Busia. Dopo l'approvazione, il
presidente Pigliaru sottolinea due cose in particolare: «Il coraggio
della maggioranza nel fare le riforme e il fatto che la rete
ospedaliera non è fatta per risparmiare, ma per migliorare le cure».
L'assessore, Luigi Arru, ringrazia tutto il Consiglio regionale, anche
l'opposizione, e si sofferma sulla «sintesi perfetta tra sicurezza
della sanità e riduzione del disagio».

LA RETE Il modello territoriale della rete ospedaliera si basa sul
principio di Hub & Spoke , ossia il perno e i raggi collegati ad esso.
Per quanto riguarda invece la classificazione viene utilizzato
l'acronimo di Dea (Dipartimento di emergenza e accettazione) che
qualifica una struttura ospedaliera in grado di curare i pazienti in
situazioni critiche. Il primo o secondo livello, invece, fissano le
discipline presenti.

I CRITERI Maggiore è il numero di casi trattati, maggiore è la
sicurezza delle cure. È il principio della rete ospedaliera ed è per
questo che Cagliari e Sassari (con Nuoro per alcune specialità)
avranno i due ospedali in grado di curare malattie complesse e quelle
che richiedono tempi rapidi di intervento. A Cagliari, inoltre, il
Microcitemico e il Businco saranno rispettivamente centri di
riferimento regionale per le patologie pediatriche e oncologiche. A
completare questa rete ci sono gli ospedali specializzati di primo
livello che potranno trattare patologie complesse e stabilizzare le
urgenze prima di collegarle con il presidio di secondo livello di
riferimento.

SEDE DISAGIATA Gli ospedali di Sorgono, Muravera, La Maddalena, Isili
e Bosa hanno ottenuto alcune deroghe a causa della particolare
posizione sul territorio. A questi si aggiunge il Delogu di Ghilarza
che avrà gli stessi servizi nonostante la classificazione in Centro di
emergenza territoriale, la stessa degli ospedali di Ittiri e Thiesi.
Tra le varie cose, questi ospedali avranno il Pronto soccorso, la
chirurgia programmata e la medicina generale.

Per il Paolo Merlo della
Maddalena rimane attivo il Punto nascita con tre posti letto di
pediatria e la camera iperbarica. Un altro principio è ridurre i
ricoveri inutili e curare le malattie croniche in strutture di
prossimità: questo compito sarà in capo agli ospedali di comunità.
SODDISFAZIONE I segretario del Pd, Giuseppe Luigi Cucca, parla di
«traguardo importante e vittoria della maggioranza e del Partito
democratico».

Il capogruppo, Pietro Cocco dice: «Abbiamo approvato la
riforma il 25, data della rivoluzione di ottobre e non il giorno prima
quello della disfatta di Caporetto». Mondo Perra (Psi), la definisce
«una riforma socialista perché tutela i cittadini». Daniele Cocco
(Sdp) dedica un ringraziamento «ai pazienti che hanno subìto tanti
disagi fino a ora». Francesco Agus (Cp) sceglie l'astensione: «Qualche
emendamento ha migliorato il testo evitando gravi problemi futuri. Ma
la riforma non è delle migliori e in futuro la dovremo modificare».
Matteo Sau

Previsioni meteo
Nuova ondata di caldo L'autunno arriverà solo a novembre

Vanno pian piano affievolendosi le residue correnti fredde e secche
collegate alla bassa pressione sullo Ionio e responsabili dei picchi
fino a - 3°C registrati le scorse notti lungo le vallate interne della
Barbagia. Da oggi l'anticiclone subtropicale si espanderà dalle lande
desertiche nord-africane verso nord inglobando nella sua calda e
stabile cupola tutti i settori occidentali europei, spingendosi
addirittura fino alle coste meridionali della Groenlandia.

La Sardegna
sarà la regione italiana più esposta al richiamo di correnti calde
tanto che alla quota di 1500 metri si salirà fino a 15°C/16°C contro
gli 8°C tipici di questo periodo dell'anno. Atteso un sensibile rialzo
termico anche al suolo con valori massimi che, nelle ore più calde,
oscilleranno tra 25°C e 27°C con locali sortite prossime ai 30°C lungo
le vallate e piane interne. Il maltempo anticiclonico terrà lontane le
perturbazioni fino ai primi di novembre quando potrà finalmente essere
scalzato da un impulso di aria fredda polare. Ottobre chiuderà in
parecchie località dell'Isola con zero millimetri di pioggia,
risultando nel complesso il più secco dal 2001.
Matteo Tidili

Siccità, è allarme Invasi quasi vuoti

Tranne qualche temporale sparso, dal cielo non arriva alcun soccorso
e, mentre in Sardegna si fa il bilancio di una felice stagione
turistica, comincia a far davvero paura la perdurante siccità. È
preoccupante l'ultimo aggiornamento che arriva dal Distretto
idrografico sul livello degli invasi. In sintesi, su quasi un miliardo
e 800 milioni di metri cubi di capienza autorizzata, oggi l'Isola può
contare solo su una riserva di 600 milioni di metri cubi d'acqua, 130
milioni in meno rispetto alla fine di agosto. Detto in termini di
livello di riempimento dei bacini (cioè dell'acqua che effettivamente
c'è dentro), oggi la media è del 43 per cento (era del 52 un mese e
mezzo fa) con le situazioni più allarmanti nella Nurra, in Baronia,
nel resto del Nuorese e nel Sulcis.

LA SPERANZA «È una situazione di preallarme o allarme», sintetizza
Giovanni Sistu, amministratore unico di Enas, l'ente acque della
Sardegna. I grandi bacini come il Flumendosa tengono, mentre gli
altri, Liscia a parte, sono ai minimi storici. «Abbiamo garantito
l'irrigazione delle colture per tutto agosto e settembre e adesso
stiamo dando il servizio di soccorso. Si è pensato infatti di
salvaguardare le produzioni della stagione nella speranza dell'arrivo
delle piogge autunnali». Sicché non resta che sperare in un novembre e
un dicembre piovosi. «La priorità - avvisa Sistu - resta la fornitura
idropotabile». Ovvero quella dei rubinetti di abitazioni e attività
produttive. Non a caso, come Enas, anche Abbanoa (che compra l'acqua
grezza dall'ente proprietario delle dighe) spera che le riserve
vengano rimpinguate dalle piogge della coda d'autunno.
PROGRAMMI A RISCHIO Sperano, potete capire, anche dalle parti dei
Consorzi di bonifica, gli enti che passano l'acqua agli agricoltori e
alle aziende zootecniche.

Il livello preoccupante delle scorte d'acqua
nei bacini rischia di mandare a gambe all'aria i programmi per la
prossima stagione irrigua. Il fatto è che se per tradizione gli
investimenti vengono decisi a novembre, oggi il termine viene
obbligatoriamente spostato a gennaio. «In queste condizioni non
possiamo fare altrimenti», dice Roberto Meloni, direttore del
Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale, 37 mila consorziati
in un territorio di 20 mila ettari che comprende tutto il Campidano
fino a Cagliari e parte dell'Oristanese.

Questa è obiettivamente la
parte dell'Isola con più riserve idriche grazie al sistema del
Mulargia e del Flumendosa ma, puntualizza Meloni, «la crisi del Leni,
del Simbirizzi e del Cixerri ci crea evidenti problemi anche perché
queste sono risorse perlopiù destinate all'agricoltura. In queste
condizioni ci vengono a mancare già 40 milioni di metri cubi d'acqua».
(Il consumo si aggira in totale sui 120 milioni di metri cubi).

LA LETTERA In questi giorni in cui vengono fatte le irrigazioni di
soccorso per i carciofi e le produzioni in serra, l'ente spedirà una
lettera ai consorziati per illustrare la situazione. «Un comunicato
che non drammatizza né tranquillizza. Non possiamo fare i programmi
per la prossima stagione irrigua perché non sappiamo se, e quanta
acqua avremo a disposizione. Rimandiamo tutto a gennaio, con la
speranza che intanto gli invasi si riempiano».

IRRIGAZIONI DI SOCCORSO In Gallura, giusto ieri il Consorzio di
bonifica ha chiesto a Enas il servizio di irrigazione di soccorso per
le colture autunnali e invernali. «Non possiamo fare altro; nella
speranza che piova, finalmente», spiega il presidente Marco Marrone. È
quel che si dice anche in provincia di Nuoro dove le situazioni più
critiche sono quelle della diga di Posada (nel Maccheronis ormai si
può soltanto pescare le acque morte dal fondo) e del Cedrino. E dire
che solo nel maggio scorso, grazie alle scorte arrivate d'inverno,
erano piene. «Oggi sono ai minimi termini - spiega Ambrogio Guiso,
presidente del Consorzio di bonifica della Sardegna centrale -.

Da settembre in alta Baronia serviamo con le autobotti della Protezione
civile aziende agricole e case sparse, mentre per quanto riguarda il
Cedrino che serve la Bassa Baronia, la piana di Marreri e Isalle,
stiamo dando un'ora d'acqua per l'abbeveraggio del bestiame e
l'irrigazione di orti e agrumeti». Un disastro, sintetizza Gavino
Zirattu, presidente del Consorzio di bonifica della Nurra. «Il livello
dei bacini è quasi a zero e, oltre ai danni patiti durante l'estate,
sono a rischio le colture autunnali e invernali». Inoltre, aggiunge,
«nelle aziende zootecniche non si è potuto seminare gli erbai». Non ci
sarà l'erba fresca per la nascita degli agnelli. Gli allevatori
continueranno a comprare foraggio e mangime.
Piera Serusi

AEREI. Il ministro firma il decreto

Continuità, proroga
per Olbia e Alghero

La continuità territoriale viene prorogata fino a giugno: l'attuale
sistema di collegamenti, in scadenza tra due settimane, proseguirà
fino all'estate nei tre aeroporti sardi. Dopo il primo decreto per lo
scalo di Cagliari, ieri sono arrivate le due estensioni per Olbia e Alghero.
«Come previsto, saranno le compagnie Alitalia e Meridiana a gestire i
collegamenti con i principali hub della penisola rispettivamente dagli
aeroporti Riviera del corallo e Costa Smeralda», fa sapere la Regione.

LE TRATTATIVE AD ALGHERO Ma ad Alghero c'è Blue Air alla finestra: la
compagnia rumena, che aveva vinto il bando per la nuova continuità,
congelato dopo lo stop dell'Europa, potrebbe garantire i collegamenti
per conto di Alitalia, che non sarebbe più interessata a mantenere la
sua base nella Riviera del corallo. I due vettori dialogano da giorni
per trovare un accordo commerciale. Ieri sera i biglietti per le
tratte algheresi, a partire dal 9 novembre in poi, non erano ancora in
vendita.«I voli sottoposti a oneri di servizio saranno garantiti per tutti i
sardi e non solo sino a giugno prossimo», dice l'assessore ai
Trasporti Carlo Careddu. «Ovviamente questo è solo un punto di
passaggio verso la pubblicazione dei nuovi bandi ai quali la Regione
sta lavorando, in accordo con il ministero e con il dialogo aperto a
Bruxelles. Massima attenzione sarà dedicata in questa fase
all'efficienza del trasporto in tutti gli scali e riguardo
all'aeroporto di Alghero non sono esclusi incrementi di voli e
capienze. Con la Commissione europea», conclude l'assessore Careddu,
«è già stato fissato un appuntamento la prossima settimana per portare
avanti il confronto sui contenuti delle prossime gare: difenderemo il
diritto alla mobilità dei sardi senza rinunciare alle prerogative per
noi irrinunciabili a tutela della qualità del servizio e al rilancio
di uno strumento di sviluppo importante per l'economia isolana».

LA POLEMICA Lo slittamento della scadenza dell'attuale continuità
territoriale offre al coordinatore di Forza Italia Ugo Cappellacci
l'occasione per attaccare la Giunta Pigliaru, che «nei giorni in cui
aveva previsto la partenza della nuova Ct1 è costretta a chiedere la
proroga di quella vigente, varata da noi nel 2013, perché ha
clamorosamente fallito ogni obiettivo».

Nuovi segretari Pd
A Domusnovas e a Villamassargia

Anche nei circoli Pd di Domusnovas e Villamassargia si è votato per
eleggere i nuovi segretari. A Domusnovas hanno votato in 8 su 47
tesserati, eleggendo all'unanimità un giovane 24nne, Daniele Lusci,
macellaio, entrato da poco nel partito. Sostituisce un direttivo a 3
che nell'ultimo periodo ha retto il circolo Velio Spano.

A Villamassargia, è stato eletto Nicola Bianchini, 35 anni, autista
Arst, consigliere di minoranza. La sua elezione arriva dopo 2 anni di
sofferenza del circolo (proprio due anni fa il direttivo si era
dimesso e il partito risultava lacerato dopo la sconfitta alle ultime
amministrative). Anche per lui unanimità ma solo 16 voti su 35
tesserati. (s. f.)


La firma di Delrio. Fino a giugno si volerà su Roma e Milano con la vecchia Ct1
Alghero e Olbia stop al caos prorogata la continuità

CAGLIARICieli aperti in proroga. Il ministro dei Trasporti Graziano
Delrio ha firmato il decreto. Anche su Alghero e Olbia si volerà con
la vecchia Ct1 su Roma e Milano fino a giugno del 2018. Il pericolo
del vuoto è cancellato, anche se la diffidenza di chi da settimane
cerca di comprare un biglietto per partire da Alghero dopo il 9
novembre continua a prevalere. Alitalia metterà in vendita i biglietti
nel proprio sito in tempi rapidi, in teoria entro 24 ore, ma neanche
dalla Regione hanno certezza. La firma. Delrio ha concesso la proroga
della Continuità territoriale anche su Olbia e Alghero dopo il
pressing della Regione. In realtà il decreto è la fotocopia di quello
già in vigore su Cagliari.

A gestire i collegamenti saranno Meridiana
da Olbia, che andrà avanti senza soluzione di continuità, e Alitalia
da Alghero.Il caso. Su Alghero c'è qualche difficoltà in più, ma la
soluzione dovrebbe essere già stata trovata. Perché a vincere la gara
era stata Blue Air. A gestire la proroga sarà Alitalia, che aveva già
smobilitato in vista dell'addio. La compagnia di bandiera ha davanti a
sé un futuro molto incerto. A volare da Alghero per Roma e Milano
potrebbe essere Blue air, ma a firmare la proroga sarà Alitalia.
L'assessore. Il nuovo responsabile dei Trasporti per la giunta
Pigliaru, Carlo Careddu, si è trovato a gestire una situazione di
emergenza. Inattesa ed ereditata dal precedente assessore. In
brevissimo tempo è riuscito a trovare una soluzione tampone in accordo
con il governo e con l'Europa.

«Con l'emanazione dei decreti di
proroga della continuità territoriale in scadenza a novembre anche per
Olbia e Alghero, i voli sottoposti a oneri di servizio saranno
garantiti per i sardi e i non residenti fino a giugno - spiega Careddu
-. Ma questo è solo un punto di passaggio verso la pubblicazione dei
nuovi bandi ai quali la Regione lavora, in accordo con il ministero e
con il dialogo aperto a Bruxelles. Massima attenzione sarà dedicata in
questa fase all'efficienza del trasporto in tutti gli scali. Per
l'aeroporto di Alghero ci saranno incrementi di voli e capienze. Con
la Commissione europea è già stato fissato un appuntamento la prossima
settimana. Porteremo avanti il confronto sui contenuti delle prossime
gare. Difendiamo il diritto alla mobilità dei sardi, ma non rinunciamo
alla tutela della qualità del servizio e al rilancio di uno strumento
di sviluppo importante per l'economia dell'isola».

Poi un affondo
contro le critiche del centrodestra. «Non stappo lo champagne, ma
siamo riusciti a garantire in modo serio e responsabile il diritto
alla mobilità di tutti i sardi».L'opposizione. Attacca il leader di
Forza Italia Ugo Cappellacci. «Nei giorni in cui aveva previsto la
partenza della nuova Ct1, la giunta è costretta a chiedere la proroga
di quella esistente, varata da noi nel 2013. Ha fallito ogni
obiettivo. Prima hanno cancellato le rotte minori della Ct2, senza
proporre nessuna alternativa. Tre anni dopo hanno rovinato pure la Ct1
per Roma e Milano. Dopo anni di pomposi annunci ai quali non sono mai
seguiti i fatti, si lavori per raggiungere l'obiettivo, smettendola
con il 'ce lo chiede l'Europa', con le suppliche e facendo valere i
nostri diritti.

Non risulta che per la nostra isola ci sia la
possibilità 'di ricorrere ad altre modalità di trasporto'. O i
burocrati di Bruxelles ci fanno vedere come sono capaci di raggiungere
la penisola in treno o con un altro mezzo che garantisca i requisiti
citati dal regolamento o devono accettare la nostra continuità
territoriale. La giunta deve capire che quando si rivolge a Bruxelles
e a Roma rappresenta un intero popolo, non un partito o una corrente.
E ora tiri fuori dal cassetto anche la Ct2». (l.roj)

Meridiana, Mater e Costa piace il progetto Qatar
turismo e sviluppo

SASSARILa rotta tracciata dal Qatar per ora strappa consensi.
Abdulaziz Bin Ahmed Al Malki, l'ambasciatore del Qatar in Italia ha
spiegato quali saranno gli indirizzi del primo investitore straniero
in Sardegna. Evitato lo scivolone sull'urbanistica l'ambasciatore ha
presentato i piani per far decollare Meridiana e come immagina il
futuro del Mater Olbia. Anche sulla Costa Smeralda ha messo l'accento
molto sulla qualità e ha messo da parte qualsiasi rivendicazioni di
sogni grigio cemento. Il viaggio. Una rotta rafforzata anche dal
viaggio del premier Paolo Gentiloni, che tra qualche settimana sarà a
Doha. Tra i temi in agenda anche le questioni "sarde". Dal Mater a
Meridiana, oltre ai temi nazionali. Il Qatar ha investimenti per
miliardi di euro in Italia. Le reazioni.

Le parole dell'ambasciatore
per ora trovano solo sostegno. «Mi auguro che questo tipo di approccio
mostrato dall'ambasciatore possa far ricredere chi fino a oggi ha
avuto un atteggiamento negativo - dice il deputato Gian Piero Scanu,
Pd -. Si è voluta far passare la vulgata errata secondo cui il Qatar
avrebbe preteso una legge urbanistica su misura. Un concetto spazzato
via una volta per tutte. Le leggi sono uguali per tutti e vanno
rispettate. Il Qatar è un importante investitore e dobbiamo avere il
buon senso di cogliere le opportunità che vengono offerte. Questo è un
investitore istituzionale, uno Stato sovrano, non uno speculatore
spregiudicato». Scanu parla anche del Mater e di Meridiana. «Due
opportunità per tutta la Sardegna. Si creano posti di lavoro, si
creano asset e infrastrutture.

Il Mater sarà un centro di altissima
eccellenza. Meridiana diventerà un punto di riferimento. Sono due
asset fondamentali anche per la crescita del turismo nell'isola.
Perché contribuiscono a creare un elevato standard di qualità. Non
dobbiamo più abbandonarci alla quantità, all'economia delle troppe
seconde case. Le iniziative. Scanu parla anche di possibili nuove
collaborazioni con il Qatar. «Attraverso queste iniziative si crea
nuovo lavoro. Il Qatar ha mostrato interesse anche nel comparto
agroalimentare sardo - spiega Scanu -. Per loro l'accerchiamento
subito dagli stati confinanti rende complesso l'approvvigionamento
alimentare. Anche perché non hanno risorse dirette. Ecco che lo
sviluppo di questo comparto potrebbe garantire l'apertura anche di
questo mercato per i nostri prodotti agroalimentari».La Regione.
Governatore e assessori mantengono un profilo basso dopo le
affermazioni dell'ambasciatore.

La diplomazia della politica sarda
sembra prevalere anche sull'apertura mostrata dal Qatar. L'unico che
si sbilancia è quello ai Trasporti Carlo Careddu. «Le dichiarazioni
dell'ambasciatore su Meridiana ci soddisfano. Il suo core business
resterà in Sardegna. Spero che i manager della società siano
sintonizzati sulla stessa lunghezza d'onda della proprietà. Ci piace
il futuro di Meridiana tratteggiato dall'ambasciatore. Noi insieme
alle forze sociali vigileremo perché quanto annunciato si realizzi».
Gli ambientalisti. Moderata soddisfazione anche nel pianeta degli
ambientalisti. 

Le parole dell'ambasciatore, che nega qualsiasi
interferenza del Qatar nella legge urbanistica, e si limita a dire:
«Osserviamo e rispettiamo le leggi in vigore», indicano una rotta
precisa. Il presidente di Italia Graziano Bullegas. «Noi non puntiamo
il dito contro il Qatar, né contro un singolo investitore - dichiara
-. Condividiamo le parole dell'ambasciatore, ma non cambiano la
questione di fondo, che riguarda la Regione e la nuova legge
urbanistica. Per noi nessuna deroga per costruire deve essere data a
nessuno nella fascia dei 300 metri. Il consumo del suolo in Sardegna
in questi anni è stato tra i più alti in Italia. Ora occorre difendere
il Ppr che ha messo un argine al cemento facile».

Assente Forza Italia, decisivi i verdiniani. E Mdp si sfila dalla maggioranza
Napolitano: «Voterò la riforma per la stabilità». I grillini all'attacco
Senato, ok alle fiducie Ma nell'Aula è bagarre
di Marcello Campo

ROMAIl Rosatellum bis passa al Senato a colpi di fiducia, cinque in
poche ore, grazie al ruolo determinante dei «verdiniani»,
compattamente sempre presenti in Aula per garantire il numero legale,
e alle assenze tecniche di Forza Italia. In vista del via libera
definitivo di oggi, con voto palese elettronico, l'esecutivo supera
così l'esame delle «cinque chiame» in un clima di caos in Aula, tra
gestacci e insulti. Tensione altissima anche in piazza, dove in un
Pantheon gremito è ancora Grillo show.

Ma è bufera anche all'interno
del centrosinistra, con gli esponenti di Mdp che denunciano furiosi un
clamoroso «cambio di maggioranza». «Oggi si conclude la triste
parabola di chi è entrato con Bersani e ne esce con Verdini», dice
Miguel Gotor attaccando frontalmente i dem. Una fibrillazione che
potrebbe avere delle conseguenze anche nell'esame della legge di
bilancio, già sul filo in commissione a Palazzo Madama. Una giornata
campale in cui Giorgio Napolitano, in questo ultimo atto di una
legislatura che lui ha sempre voluto fosse costituente, torna
«mattatore». Prende la parola a mezzogiorno in un silenzio carico di
attenzione, per criticare duramente il ricorso alla fiducia, ma al
contempo difendere il difficile ruolo del premier Paolo Gentiloni,
«sottoposto a forti pressioni». Spiega di essere «rammaricato» del
fatto che abbia «dovuto aderire» alla richiesta di fiducia. Tuttavia
si dice favorevole, malgrado «tutte le problematicità e le riserve»,
alla fiducia al governo.

Poi però, nel corso del pomeriggio, non
partecipa alle tante «chiame» ma fa sapere che domani «affiderà al
voto elettronico finale sul provvedimento l'espressione della fiducia
al Governo Gentiloni già annunciato in aula». Sin dalla prima mattina
di ieri, alcuni senatori avevano fatto presagire i trambusti che
avrebbero accompagnato tutta la giornata. Il culmine della tensione
arriva a metà pomeriggio, quando, in un clima ormai di corrida, il
senatore pentastellato Michele Giarrusso, dopo aver votato, rivolge a
Verdini un esplicito gesto dell'ombrello. Scoppia il putiferio e i
commessi devono mettercela tutta per sedare un inizio di rissa. Poco
più tardi, le proteste grilline non risparmiano nemmeno Pietro Grasso:
sempre Crimi lo invita a «dimettersi» in segno di protesta contro la
condotta del governo. Ma lui replica fermo: «A volte è più duro
resistere che mollare.

Per senso delle istituzioni rimango al mio
posto. Come sapete non ho accettato di candidarmi in Sicilia proprio
per poter continuare a espletare il mio compito». Malumori molto più
pacati ma altrettanto significativi anche all'interno del Pd: Vannino
Chiti assieme ad altri cinque senatori dem annuncia di non votare la
fiducia, definendo questa scelta «un grave errore». I voti si
susseguono costanti: la maggioranza li supera senza grandi problemi,
sempre attenti a mantenere l'Aula in numero legale. Alla fine della
seduta, proprio prima dell'ultima fiducia, sull'articolo 6 della
riforma, le opposizioni,

Si, Mdp e M5s lasciano l'Aula. L'intero
gruppo dei senatori pentastellati abbandona Palazzo Madama. Domani,
Rosatellum «ultimo atto»: le dichiarazioni di voto e voto finale
elettronico. Poi Conferenza dei capigruppo per decidere il calendario
della manovra, il cui cammino sembra complicarsi proprio per
l'altissima tensione a sinistra. Tensione che più di qualcuno nella
maggioranza prevede che si scaricherà sui lavori della commissione
bilancio e quindi sull'iter sereno della manovra.

Convocazione urgente per venerdì alle 19: verrà nominato anche il segretario
Il direttivo Pd alle prese con la crisi

ALGHERO Viene dato il "carattere di urgenza" alla convocazione del
direttivo del partito democratico che si riunirà venerdì prossimo alle
ore 19 nella sede di via Mazzini. Il "carattere di urgenza" è
determinato dalla crisi comunale in atto che ha visto il sindaco Mario
Bruno presentare le proprie dimissioni, il cui termine ultimo scadrà
il prossimo 5 di novembre. Se entro tale data le dimissioni non
saranno ritirate verrà sciolto il consiglio comunale e la Regione
nominerà un commissario che porterà gli algheresi a nuove elezioni. Il
direttivo che si riunirà venerdì avrà alcuni adempimenti da svolgere
dopo il congresso tenutosi sabato scorso.

Intanto l'insediamento
dell'organismo dirigente e quindi la nomina del segretario cittadino
del partito e del tesoriere. Per quanto riguarda la segreteria la
procedura viene data per scontata visto che dopo la sua relazione al
congresso il segretario Mario Salis è stato eletto per acclamazione
alla guida del Pd cittadino. Subito dopo le due questioni procedurali,
sarà affrontato il tema della crisi comunale. Va ricordato che proprio
al congresso dei Dem catalani è stata presentata una lista unitaria,
chiesta per primo dal capogruppo in consiglio comunale Mimmo Pirisi,
che ha poi prodotto un risultato di consensi unanime.

Nella relazione
del segretario uscente e riconfermato non si fa esplicito riferimento
a un ingresso ufficiale del Pd nell'esecutivo di Mario Bruno. Si
manifesta invece la volontà di salvare in qualche modo la legislatura
ma presumibilmente con un appoggio esterno e su questioni da
concordare nel merito. Inoltre non è esclusa anche una rivisitazione
dell'attuale giunta comunale. Non si tratta di problemucci di poco
conto ma di questioni di rilevante importanza che potrebbero mettere
in fibrillazione anche i gruppi della stessa maggioranza.(g.o.)

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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