lunedì 14 ottobre 2019

Il popolo curdo, una storia da non menzionare. Di Francesco Casula.


I Kurdi “negati” anche nei libri di storia Il dramma dei Kurdi è certamente quello di essere martoriati e “negati” negli Stati in cui sono attualmente incorporati - abbiamo visto il caso della Turchia ma non è molto diverso quello dell’Iraq, dell’Iran e della Siria – ma anche quello di essere potati e cancellati dall’attenzione dell’opinione pubblica mondiale, dai media, dalla scuola.

A questo proposito mi sono preso la briga – come docente di Storia – di analizzare e visionare, in modo rigoroso e puntuale ben 32 testi scolastici di storia estremamente rappresentativi e attualmente in adozione nelle Scuole italiane, rivolti ai trienni delle scuole superiori (Licei, Magistrali, Istituti tecnici e professionali). Alcuni sono particolarmente noti, di storici di vaglia (1), di case editrici prestigiose (Laterza, Mondadori, Cappelli, Sei, Le Monnier, Bulgarini, Zanichelli, La Nuova Italia, Bulgarini etc. etc.) e che comunque vanno per la maggiore.

Ebbene, dal mio studio e dalla mia indagine risulta che su 32 testi - che diventano 96 perché ogni pomo contiene tre volumi, uno per ciascuna classe del triennio - ben trenta non dedicano neppure una riga al problema kurdo: di più, il termine kurdo non viene neppure nominato! Eppure si tratta – come risulta dalla nota bibliografica n.1 – di storici non solo noti e prestigiosi ma di ispirazione e orientamento prevalentemente cattolica, liberale, progressista ma soprattutto di sinistra.

Ahi, ahi, che brutti scherzi combinano ai “nostri” le categorie storiche statoiatriche, centralistiche, eurocentriche e occidentalizzanti! Solo un testo (volume 3°, rivolto dunque alle Quinte superiori o alla Terza classe del Liceo classico) di Alberto De Bernardi - Scipione Guarraccino, accenna ai Kurdi indirettamente, quando parla di Kemal Ataturk. Ecco il riferimento testuale: ”Nel 1925 represse nel sangue la rivolta dei Kurdi che chiedevano l’applicazione dell’Autonomia in base al trattato di Sevres” (2).

Chi invece dedica un lunga e pregevole nota è un testo firmato a più mani (il volume 3/1, Geografia della Storia – lo scontro per la supremazia mondiale – di Aruffo – Adagio – Marri – Ostoni – Pirola - Urso, ed. Capelli (3).

Note Bibliografiche 1. Si tratta di storici – e cito solo alcuni fra i più noti – come G. Candeloro e R. Villari, F. Della Peruta e G. De Rosa, A. Desideri e M. Themelly, A. Giardina e G. Sabbatucci, A. Brancati e T. Pagliarani, A. Camera e R. Fabietti, A. Lepre e M. Bontempelli, C. Cartiglia e M. Matteini, F. Gaeta, P. Villani, G. De Luna. 2. Alberto De Bernardi-Scipione Guarraccino, La Conoscenza storica, Il Novecento vol.3, Edizioni scolastiche Mondadori, Milano 2000, pag. 73. 3. Alessandro Aruffo – Carmelo Adagio – Francesca Marri – Marco Ostoni – Luca Pirola – Simona Urso, Geografie della Storia vol.3/1, Cappelli editore, Bologna 1998, pag. 124.

Francesco Casula
Storico e saggista


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