giovedì 31 ottobre 2019

In cimitero siamo tutti comunisti. Di Elisa Lai.



Il cimitero mi piace tantissimo, quando non ci sono funerali. Non credo che i morti stiano a guardarci dai loro oblò di cemento, non credo che stiano, punto. In realtà ci spero, come tutti, mentre il cervello va al bagno, però nell'irrazionalità mi piace pensare che non restino là a rompersi le palle, ma viaggino senza biglietto, lasciando i limiti dove a volte meritano di stare, tra i vermi.

Una volta mia sorella mi ha raccontato che in sogno qualcuno le diceva di esser stato in giro dopo morto (no, non era Mike Bongiorno), "ho voluto guardarmi un po' attorno" le ha detto, e ho deciso che quello è l'Aldilà che vorrei se esistesse un Aldilà. Se da vivo non hai visto il tramonto a Masua, puoi andarci comunque dopo, e senza tutte quelle curve.

Sono belli i vivi che si muovono fisicamente nel ricordo, senza vergognarsene: cambiano l'acqua nei vasi, tagliano le foglie appassite, spazzano il pavimento ai piedi del loro caro. A volte, compiono gesti magici come dare tre baci alla foto (e se fossero due?), oppure toccano la lastra per dire: eccomi. Ma soprattutto, è là dentro che senti di essere parte di qualcosa, e quel qualcosa è il fatto che oggi colori un vuoto, più tardi sarai tu da colorare. E quindi tutti, a parte quelli che schierano missili per un innaffiatoio rubato, hanno riguardo per tutti perché si sente fortissimo che fare diversamente è ridicolo.

In cimitero siamo comunisti. Una bambina ha cantato una canzone tra le pareti ombrose, il babbo ha incrociato il mio sguardo e mi ha chiesto sorridendo: la canti anche tu? Una signora mi ha fermata mentre leggevo le facce dei morti dell'ottanta, chiedendomi chi cercassi, come se lei fosse san Pietro con gli elenchi sottobraccio. Cazzo, lo era davvero e mi ha trovato tutti i morti miei in tre secondi netti, poi è andata a casa perché la sua missione era conclusa.

Sono belli anche i morti, che sembrano tutti eroi, anche se la retorica cattolica li rinchiude spesso dietro vuote frasi edificanti e padripii in varie pose o madonne in serie tipo la Marilyn di Warhol. Certo, magari erano devoti e per loro aveva senso. Io, se mi mettete padrepio sulla tomba, vi vengo a cercare a casa e vi piscio nei bicchieri. Sulle lastre emergono spesso le passioni, dallo spartito musicale alla canna da pesca, e gli amori. Ci sono gli anziani che decidono di mostrarsi da giovani, e quando sono in coppia è più bello perché sembra si siano appena incontrati nella cornice per caso, e che si stiano innamorando da quaranta, cinquanta, sessant'anni. Se poi ti giri un attimo per cantare con la bambina, si nascondono dietro i vasi a scopare.

Di Elisa Lai

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